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lunedì 23 aprile 2007

Reincontrarsi dopo 62 anni

Dopo lo sbarco del 16 agosto 1944 a St. Rapahael in Provenza, il 1° settembre gli alleati raggiunsero Mentone. Il fronte di guerra ritornò così sulla linea del confine del '39.

I servizi di informazione alleati (OSS americano, N°1 Special Forces e Intelligence Service inglesi e DGSS francesi) cominciarono ad operare con l'invio di agenti oltre le linee, specialmente nel cuneese e anche nella nostra provincia.

Per il mancato coordinamento, queste operazioni crearono qualche problema alla Resistenza italiana. Nel dicembre '44 il CLN decise diinviare clandestinamente una missione presso gli alleati. Il 14 dicembre 1944, dopo alcuni giorni di attesa, sia per le cattive condizioni atmosferiche, sia per l'intensificata sorveglianza lungo la costa, nottetempo, da Vallecrosia salpò con una barca a remi la missione Kahnemann.

Tra gli altri ne facevano parte: Domenico (Mimmo) Dònesi, tenente dei bersaglieri napoletano che aveva aderito alla Resistenza e Alberto Guglielmi (Nino) di Vallecrosia, pescatore e, come tutti i pescatori di allora, dedito al contrabbando già dall'anteguerra.

Il Guglielmi nell'autunno del '44 era dovuto fuggire perché scoperto, da un delatore che lo aveva denunciato, ad operare con una radio clandestina.

Raggiunti gli alleati, Mimmo e Nino furono ingaggiati dai servizi inglesi e sottoposti ad un breve addestramento e preparati alla missione di invio dell'ufficiale di collegamento presso i partigiani del Curto a Vignai, il capitano inglese Robert Bentley. Dopo Natale Nino fu inviato a preparare lo sbarco della missione, che avvenne il 6 gennaio 1945, sempre sulla spiaggia di Vallecrosia.

Della missione faceva parte anche Dònesi. Nino e Mimmo accompagnarono il capitano Bentley fino ai Vignai dai partigiani Curto e Gino Napolitano.

La mattina del 18 gennaio mentre eseguivano una missione di trasporto, lungo la strada che da Vignai porta a passo Ghimbegna, all'altezza del bivio per Monte Ceppo, Nino e Mimmo vennero intercettati da truppe della RSI (bersaglieri o camicie nere).

Nino venne ferito e quindi trucidato.

Mimmo riuscì a fuggire e avvisò la famiglia di Nino che abitava, sfollata, a Vallecrosia Alta. Nell'attesa che i partigiani di Vallecrosia, il Gruppo Sbarchi, preparasse una imbarcazione, Mimmo, l'anziano padre di Nino, la sorella diciottenne Emilia e il fratellino Bruno di 4 anni si nascosero a Negi, sfuggendo ai fascisti che li ricercavano.

La notte del 25 gennaio del '45 la famiglia di Nino fu portata in salvo con una barca a remi da Mimmo ed Elio Bregliano (scomparso il mese scorso).

Il tempo era pessimo, pioggia e una forte mareggiata; il padre di Nino ebbe a dire che di buono c'era che, con un tempo così, le vedette tedesche che pattugliavano il mare non operavano. Raggiunsero la costa di Beausoleil, Mimmo ritornò al comando alleato a Nizza; per alcune volte incontrò Emilia, poi un giorno dei primi di aprile del '45 gli alleati decisero che aveva dato abbastanza e lo rimpatriarono nella Napoli liberata.

Da allora Mimmo, Emilia e Bruno non si sono più incontrati.

Quest'anno, nell'ambito delle manifestazioni per la ricorrenza del 25 aprile, grazie all'interessamento dell'amministrazione comunale di Vallecrosia e alle ricerche dell'Associazione Culturale Il Ponte, Mimmo, Emilia e Bruno dopo 62 anni si incontrano nuovamente a Vallecrosia giovedì 26 aprile, presso la sala polivalente comunale alla presenza delle scolaresche di Vallecrosia e del Presidente dell'istituto Storico della Resistenza on. Manfredo Manfredi.

(testo di Mac Fiorucci)

Aggiunta, 26 aprile
Bruno Emilia Mimmo
Bruno, Emilia e Mimmo

"C'era la guerra, e tutti ne eravamo presi, e ormai sapevo che avrebbe deciso delle nostre vite. Della mia vita; e non sapevo come."
Italo Calvino
Gli avanguardisti a Mentone

1 commento:

  1. Una volta questi incontri li organizzava, a Portobello, il povero Enzo Tortora. Poi lo ha fatto - meno sobriamente - la Carrà. Ancor meno sobriamente lo hanno fatto in altre trasmissioni, a volte palesemente delle montature. Ma questa è una storia vera, di persone che hanno veramente rischiato la vita per la libertà. Berlusconi ha appena detto che «In occasione del 25 aprile noi tutti dovremmo ancora dire grazie agli Stati Uniti che con il sacrificio di tanti giovani ci hanno liberato dal nazi-fascismo. Non dimentichiamolo».
    Non dimentichi lui, però, i venti milioni di morti russi (mica erano tutti comunisti... e se anche lo fossero stati, sono comunque morti e sono serviti anche loro a liberarci. E come concilia la sua avversione per i comunisti con quello che dice di Putin - ex colonnello del KGB, mica addetto alla manutenzione del Consorzio di Bonifica... - «Putin è stato uomo della provvidenza per il passaggio dal totalitarismo ad una democrazia compiuta. Ho sempre visto in lui il convincimento e l'atteggiamento del vero democratico».). E non dimentichi tutti i nostri partigiani (e militari, e civili...) caduti per non piegarsi al fascismo e al nazismo. Ma già, certo, loro non erano statunitensi. Persino Sarkozy, il merito principale che ha (per il Silvio) è quello di essere "filoatlantico".

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