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giovedì 20 dicembre 2007

Il 62 per cento dei quindicenni non sa "il perché del giorno e della notte"

Dai questionari somministrati per il Pisa 2006 ad oltre 21 mila quindicenni italiani emerge un livello di conoscenze a dir poco sconcertante se si considera il livello altamente tecnologico dell'ambiente in cui vivono i nostri adolescenti. Il 62 per cento non sa "il perché del giorno e della notte". E quindi niente sanno della rotazione della Terra intorno al proprio asse. E tutto porta a pensare che se si facesse alzare loro la testa per osservare il sole che percorre il suo tragitto nel cielo pensino che è il nostro astro che gira attorno al nostro pianeta.

Io sono allibito, mentre il ministro Fioroni è fortemente preoccupato ed interviene con un finanziamento di 5 milioni che mira a combattere "la dispersione scolastica". Vivo fuori dall'ambiente della scuola e quindi non posso entrare nel merito, ma so che fra i miei lettori/lettrici ci sono dei prof. Cosa dite?

26 commenti:

  1. Càentra Pisa? Chissà i prossimi titoli del vernacoliere ;)

    Battute a parte, mi è capitato di ascoltare un'insegnante di matematica che lamentava il fatto che una buona parte dei suoi alunni di prima media, ci fosse arrivata senza sapere la differenza tra un numero pari e un numero dispari.

    Cose che capitano a chi guarda troppa TV e gioca con i gormiti o le bratz invece che rotolare nel fango come anticamente facevano i ragazzini.

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  2. Gimmi, scusa la mia ignoranza (tanto è in tema): cosa sono i gormiti ? le bratz, dato che ci giocava la figlia di una amica, ci arrivo...
    A proposito di ignoranza, ricorderò sempre che quando ho fatto io l'esame di maturità (sigh! tempo fa...) era uscito sul giornale che alla maturità classica hanno chiesto ad un alunno di dire l'etimologia della parola "equinozio", e questo, candido candido, ha detto che la parola era composta da "equino + ozio", ossia l'ozio del cavallo.....

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  3. Scusate, nella fretta di scrivere il commento ho sbagliato un apostrofo e omesso qualche link.
    Rimedio adesso. Cliccate qua e qua per i gormiti, oppure qua per le bratz.

    Ciao

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  4. Pignasca, perché non ti registri? E magari inserisci anche un'immagine?

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  5. Chissà com'è davvero la Pignasca....
    io me la immagino così ;-)

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  6. Gimmi, ci sei andato vicino... solo che sono bruna! per il resto: papale papale :)))

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  7. Io non sono prof e non mi stupisco per niente.

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  8. Alberto,
    Quale tasto dolente tocchi!
    E ti leggo inoltre in un momento di ennesimo avvilimento giusto per le considerazioni del tuo post. Torno da un collegio docenti dove ancora una volta ho dovuto "mettere in piazza" le condizioni in cui versa la preparazione dei nostri alunni.
    Le spiegazioni di questo stato di cose sono molteplici: la formazione dei docenti, gli approcci metodologici non sempre adeguati ai modi di apprendere dell'alunno di oggi, il mancato supporto delle famiglie che spesso, in nome di un malinteso benessere per i propri figli, si lamentano quando si pretende l'impegno nello studio, le scelte amministrativo-politiche che per anni hanno lasciato la scuola "ultima ruota del carro"....L'alunno, sempre più bombardato da stimoli extrascolastici, positivi o negativi che siano, sempre più difficile da "motivare", la cui attenzione è sempre più difficile da "catturare"....
    Una spiegazione, lo sostengo da tempo, e della quale pochi colleghi e dirigenti scolastici prendono atto, è che da diversi anni nella scuola, a partire da quella di base, non si fa poco, anzi, io uso dire, "di tutto di più". Sapessi quanti bei progetti, quante belle attività, il teatro, il decuopage, il ricamo, gli scacchi, le uscite didattiche, .... manifestazioni, cultura locale...."educazioni" varie... e poi, certoo, anche il curricolo! E il tempo-scuola non è mica aumentato, anzi, qualche "riforma" ha diminuito le ore di lezione!
    Per carità, molte di queste attività, hanno indubbiamente la loro valenza educativa, MA: l'alunno sembra diventato un contenitore da riempire, non "metabolizza" più, non ne ha il tempo. Alle attività, ai progetti extra, partecipa attivamente e quindi ne viene arricchito, quale alunno? Quello che ha una buona preparazione, quello più dotato di capacità, quello che non ha le famose "lacune", quello che non ha situazioni di svantaggio.... E ormai, mediamente, in una classe, tali alunni sono sempre meno numerosi!
    Il problema è che senza i "progetti" un istituto si trova fuori da qualsiasi finanziamento, si rischia di non avere neppure il materiale di facile consumo, la carta per fotocopiare ... Ecco quindi che i dirigenti scolastici sollecitano progetti, devono dimostrare quante attività la loro scuola porta avanti, "o come siamo bravi noi"....
    E sì, qualcuno in un precedente commento racconta dell'ignoranza del pari e dispari dopo la scuola elementare, io posso dire che se fino a qualche hanno fa, in prima media, dovevo "recuperare" un po' l'algoritmo della divisione, sempre più spesso devo oggi occuparmi di quello della sottrazione e moltiplicazione! (le addizioni con decimali...a volte sconosciute!)
    Per non parlare della povertà lessicale. Ignorano termini banalissimi, di uso comune, non sanno interpretare un testo...
    Povera scuola, poveri ragazzi!
    [Voglio sottolineare tuttavia il mio forse esagerato pessimismo. Mi fanno esprimere in questi termini le varie rilevazioni OCSE-PISA, .... Dovessi parlare a livello personale, dopo le situazioni iniziali che ho descritto, in genere riesco ad avere delle buone risposte da parte delle classi, finora anche negli studi successivi molti miei ex-alunni mi hanno dato delle soddisfazioni! ...ma io partecipo a pochissimi "progetti", !!!:-):-)]
    mi scuso per la lungaggine, mi si perdoni lo sfogo!
    g.

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  9. Più che preoccupati direi che c'è da mettersi le mani nei capelli.

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  10. È norma tenere a bagnomaria (nell'ignoranza) un grande massa di carne da macello. Guai per il sistema di Potere e Capitale se non fosse così; se non conosco rotazione e rivoluzione del nostro sistema, posso vivere ancora ma senza rigurgiti intellettuali; ma se comincio a comprendere il perché delle cose, la vita mi diverrà sempre più dura perché il Potere non mi permetterà più una vita decente. Quel chiarificatore concetto espresso nella frase: il Padrone (il Sistema o la Casta, o come vogliamo definirla) conosce mille parole, per questo lui è il padrone, definisce e delimita da sempre il confine Classista tra il Sapere (Potere) e l'Ignoranza (Miseria e Povertà). Questo non è mai stato modificato a memoria d'uomo da nessuna politica o società.

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  11. quando si affronta questo argomento si tende sempre a cercare responsabilità negli altri...nei colleghi degli anni precedenti in primis, nei ragazzi sempre più demotivati, nella famiglia che rinuncia al proprio ruolo educativo e tende a delegare..iniziamo da un mea culpa generale del corpo docente , talvolta poco formato o meglio "con poco rodaggio" ( ci vorrebbero tirocini obbligatori nelle scuole a rischio per farsi un po' le ossa), poco aggiornato , magari anche tecnicamente preparato ma incapace di comunicare o veicolare non i contenuti delle discipline ma l'amore per le discipline,l'interesse ad apprendere...un corpo docente che crede ancora che insegnare significhi assegnare ,che procede con tabelle di marcia degne dei tagliandi delle automobili...docenti sui piedistalli che faticano nel mettersi a livello dell'alunno ( ma sono pagati per farlo),poco umili nel mettersi in gioco e in discussione , incapaci di chiedersi cosa non funziona se il metodo di insegnamento , il modo di rapportarsi o di comunicare...incapaci di dedurre dagli errori dell'alunno il suo modo di pensare ( logica dell'errore)...anch'io sono un insegnante e oggi riscontro tante difficoltà di attenzione e concentrazione nei ragazzi ma dico una sola cosa:la scuolas è fatta innanzitutto dagli insegnanti e dai dirigenti...i cambiamenti efficaci vengono dal dentro, basta volerli e darsi da fare in maniera programmata e univoca con tutti i colleghi che lavorano sulla stessa classe ( peccato che la maggior parte degli insegnanti proceda per conto proprio...tutta fatica sprecata)

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  12. sconcertante effettivamente...è apparso il tuo avatar nel mio blog:)

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  13. però non appare il link qui...

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  14. @Giovanna e Skip
    Grazie per i vostri interessabti interventi.

    @Riverinflood
    In linea teorica sono d'accordo. Ma perché i ragazzi di altri paesi capitalisti sono più avanti dei nostri?

    @Francesca
    Non ti seguo.

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  15. "Ma perché i ragazzi di altri paesi capitalisti sono più avanti dei nostri?"
    Posso risponderti così: che gli altri paesi capitalisti hanno un rispetto e una sensibilità in più per i giovani. L'Italia è un Paese capitalista becero che non rispetta né i giovani né sé stessa, ma lamentandosi del fatto che i cervelloni nostri sono in fuga per altri paesi, lascia morire una Cultura vecchia e sapiente come la nostra.

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  16. Sottoscrivo pienamente quello che è stato detto da Giovanna e Skip.
    Solo cinquant'anni fa nella scuola i bambini venivano maltrattati, umiliati, repressi, picchiati, avevano un solo libro, due quaderni e poco altro, impiegavano una mattinata per scrivere in bella calligrafia un tema e ripetevano le tabelline all'infinito. Oggi i bambini a scuola suonano, cantano, ballano, fanno teatro, vanno al cinema, visitano oasi, parchi, acquari, siti archeologici, musei, biblioteche... partecipano a progetti di ogni genere.. e poichè il tempo per fare queste cose, che si aggiungono alle materie curricolari, non è aumentato,tutto viene svolto a gran velocità e rimane in superficie, senza spazi per approfondimenti ed esercitazioni, cosicchè non c'è da meravigliarsi se poi dimenticano quello che apparentemente avevano appreso.Vorrei anche aggiungere che oggi sono sempre più numerosi i bambini irrequieti, litigiosi, aggressivi,emotivamente fragili,con tempi di attenzione molto brevi,incapaci di ascoltare, parlare senza urlare e collaborare con gli altri.
    Qualche tempo fa il ministro ha dichiarato che nella scuola bisogna fare meno progetti e più grammatica e tabelline. Sono d'accordo!
    Gimmi, non credo che nelle nostre città o paesi ci sia ancora del fango in cui rotolarsi, i bambini oggi sono dei sorvegliati speciali e anche per i giochi dipendono dagli adulti che dicono loro dove, quando e con che cosa giocare dopo, naturalmente, essere stati in palestra, a danza, a scherma, pianoforte.....

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  17. Ciao Alberto, sono capitata qui per caso (Catepol). Nel mio blog non mi sono spinta a dare un'interpretazione sociologica del dato rilevato, ma ho cercato di raccontare qualcosa relativa alla mia esperienza.

    Buona notte

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  18. si Filo, come dici tu, anche per me oggi sono sempre più numerosi i bambini irrequieti, litigiosi, aggressivi, emotivamente fragili,con tempi di attenzione molto brevi,incapaci di ascoltare, parlare senza urlare e collaborare con gli altri. So bene che non ci sono pozzanghere nelle citta' e che non e' piu' possibile lasciare libero il proprio figlio per pomeriggi intesri fuori casa.
    Comunque credo che scherma, danza, calcio o pianoforte siano sempre meglio della TV. Per me e' quella la maggiore responsabile dello scarso livello di attenzione, dell'aggressivita' e dell'ignoranza dei giovani ma anche dei loro genitori.

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  19. Studiare meglio e non studiare di più. Forse la scuola non aiuta i ragazzi ad essere curiosi. Hanno ragione certe mosche bianche del giornalismo di casa nostra. Chiedersi sempre il perchè di ogni cosa, meravigliarsi del fatto che la notte segue sempre il giorno... Porsi delle domande insomma, senza imparare a memoria certe asciutte risposte. Ma c'è ancora qualcuno che insegna queste cose? Su "La Stampa" di ieri Gramellini parla chiaro.

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  20. Non sono dentro al mondo della scuola e da profana sono sconcertata.
    Davvero non ci si capacita di una cosa del genere
    1) i ragazzini non sono piu' curiosi? Dove sono quesi ragazzini che mettevano a dura prova genitori e parenti con i loro continui perche'? perche'? perche'?
    2) ma i genitori che fanno -almeno- la sera? li lasciano alla tv? li riempiono di ritalin? Di che gli parlano?? di isola dei famosi? Ci puo' stare il tasso di cambio ma -santo cielo- perche' viene notte e giorno e' scandaloso..
    ciao

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  21. la scuola dovrebbe riuscire a trasmettere un sapere ragionato che si può acquisre solo col conseguimento delle competenze alla fine del graduale percorso formativo scolastico ...in pratica deve cercare di formare una elasticità mentale in modo che il ragazzo sia in grado di decodificare qualsiasi testo o fenomeno e evento del reale...è impensabile di trasmettere tutto lo scibile possibile di una disciplina, si cadrebbe nel nozionismo ( e si può approfondire in seguito per interesse personale)Sto parlando della scuola dell'obbligo e superiore. Sinceramente mi stupisco che i ragazzi ignorino il moto di rotazione della terra ( previsto nei programmi dell'ultima classe di scuola primaria e scuole medie-e i miei figli forse esulano dalla statistica?).Comunque a parte il discorso inerente la scuola in sè,sicuramente occorre considerare un'evoluzione o involuzione sociale per cui si dice che la famiglia rinuncia al suo ruolo educatico soppiantato tra l'altro dai modelli propinati a go go dai mass media..oggi l’emozione , scarsamente analizzata e decifrata, e il bisogno individuale prevalgono su quello condiviso , più allargato della collettività…forse vi influisce la trasformazione graduale della società ,in primis della famiglia divenuta nucleare ( papà, mamama e figli) Prima la famiglia era molto più estesa perchè vi interagivano maggiormente nonni , zii diretti ed indiretti…prima nei paesi ci si conosceva tutti ,c' era una sorta di grande famiglia…i bambini giocavano nelle strade, la comunità li prendeva in carico…ci si aiutava sebbene ci fossero i vizi e le virtù dei piccoli paesi ( imperava il detto “il paese è piccolo e pieno di devozione”) insomma c’era una rete di relazioni sociali più sentite ed operanti….
    se la società si è evoluta o involuta ,a seconda dei punti di vista , dovrebbe prevalere il senso civico che , secondo me , è però compromesso proprio perchè già le famiglie, che sono la più piccola cellula della società, non si confrontano all’esterno e quindi non riescono a maturarlo e a trasmetterlo…e in compenso alla famiglia sopperisce la tv ( e media) coi loro modelli basati sull'apparenza e senza spessore

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  22. Salve a tutti. Insegno matematica e scienze scuola media (oggi sec. 1°grado), quindi nell’occhio del ciclone per quanto concerne l’indagine OCSE PISA. Ho letto con interesse i diversi interventi ciascuno dei quali mette in campo, a mio avviso, alcuni aspetti della reale situazione. Concordo con l’analisi di skip, che, sempre a mio avviso, ha centrato il problema. Non sto quindi a ripetere ciò che è già stato detto in maniera eccellente. Voglio però ugualmente fare delle considerazioni.
    Intanto, la scuola di un tempo non era migliore di quella attuale. Io personalmente che ho conseguito una laurea in Fisica, sono arrivata all’Università con una preparazione inadeguata eppure ero una scolara “brava”. Da sola ho dovuto rimediare i prerequisiti per poter proseguire gli studi universitari. Alla scuola media ricordo che la mia prof. di matematica era interessata a darsi lo smalto alle unghie e la mia insegnante di italiano faceva spiegare la grammatica agli studenti bravi, i quali ripetevano ai compagni quanto avevano letto sul manuale!
    E’ vero che questa è stata la mia esperienza e non si può generalizzare, ma tant’è la scuola continua a funzionare male! Solo che per il passato non c’erano indagini come quelle attuali a mettere in piazza lo stato delle cose. Il vero male della Scuola italiana sta nel fatto che non è mai riuscita, quindi non solo adesso, ad attuare un insegnamento finalizzato a formare il futuro cittadino con competenze da spendere nella vita. La scuola è sempre stata scollata dalla realtà viaggiando su un binario parallelo, chiusa nelle sue aule.
    Sempre pescando nella mia esperienza, ricordo che al liceo avevo dei compagni (non tutti ovviamente) talmente “somari” (perché così erano definiti e non si promuoveva nessun tipo di intervento mirato ad aiutarli) da fare veramente pena.
    La questione è alquanto complessa e non si può condurre nel form dei commenti un’analisi sociologica esaustiva.
    La formazione degli insegnanti è sicuramente un nodo dolente. Tutta la formazione di matrice ministeriale è sempre stata inadeguata, una vera farsa e continua ad esserlo. Ne parlo con cognizione di causa perché ho fatto formazione per anni…
    Nella scuola, non si sa con precisione che cosa significhi veramente apprendere e non si conoscono i modi e le strategie adatte a promuovere la vera comprensione. Per cui gli studenti lasciano la scuola coperti da un mucchio di informazioni inerti senza che essa abbia influito nella loro formazione.
    E qui non mi sento di affermare che la responsabilità sia da attribuire totalmente agli insegnanti quanto piuttosto ad una politica scolastica che non ha voluto investire, e non solo in termini economici, nella scuola.
    E poi la questione della televisione, il demonizzarla. Non sono d’accordo. La televisione è stata, non dimentichiamolo, un veicolo di prima alfabetizzazione per le masse sociali analfabete. Non dimentichiamo il maestro Manzi e le sue lezioni televisive quotidiane. La televisione è uno strumento potente d’accordo e per questo occorre educare i piccoli ad suo uso corretto. Se ci sono programmi spazzatura, educhiamo i piccoli a comprenderlo e ad evitarli.
    Allora che cosa dovremmo dire del computer? Si pensi che anche la carta quando comparve sulla scena subì lo stesso processo di demonizzazione…
    Vabbé mi fermo qui e scusate la lunghezza dell’intervento. Non ho voluto fare un post, ma forse a questo punto lo farò.

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  23. ciao annarita...concordo con te a riguardo dlela politica scolastica e tiro in ballo tutti i superdirigenti che dovrebbero garantire l'efficacia di un servizio pubblico...ma sono ben consapevole che purtroppo nell'ambito scolastico si è giocato all'appiattimento della professionalità docente, si è svolto per anni un gioco al ribasso in cui ,oltre alle ragioni che ho sopra elencate, imperversano anche molti nullafacenti o assenteisti che dobbiamo pure sostituire, buoni solo a vantare diritti senza adempiere al proprio dovere mentre chi lavora ha il duplice dovere di trainare la propria classe e quella degli altri e lo fa per senso di responsabilità ( ma a fine mese siamo pagati tutti allo stesso modo e non c'è mai riconosciuto nulla-e credo che in questo ne siano molto responsabili i sindacati)Il problema attuale è che oggi c'è una parte di docenti che vive ancora la scuola come un valore in base ad una sorta di giuramento d'Ippocrate mai sancito,riconoscendone e sentendone il suo ruolo educativo ( soprattutto nella scuola primaria ) e un'altra che la vive come un semplice adempimento con trattuale ( e forse farebbe meglio a cambiare lavoro, se non si sente motivata).Dovrebbe esserci una fusione tra le 2 prospettive . Ripeto il cambiamento viene dal dentro, innanzitutto mediante i dirigenti che dovrebbero saper dirigere invece che monitorare e temere contenziosi e poi mediante noi docenti che dobbiamo imparare ad alzare la voce contro chi non fa nulla, invece che credere di essere una sorta di massoneria tendente a coprire le inadempienze altrui per spirito di corpo) .Finchè nella scuola, come in altri settori della pubblica amministrazione, non si procederà col licenziamento di chi scredita la categoria, le cose non cambieranno perchè purtroppo in questa professione contano molto la formazione e la serietà professionale che oggi sono lasciati alla buona volontà del singolo docente e non garantiti per tutti gli studenti in maniera ufficiale e uniforme nelle scuole di ogni ordine e grado.

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  24. Cara skip, non ho altro da aggiungere. Quoto per intero quello che hai esposto. Chi appartiene alla categoria degli insegnanti "veri", quelli impegnati che tirano la carretta nonostante tutto e fanno sì che questa nostra scuola sofferente vada avanti in qualche modo, non può non sottoscrivere quanto hai affermato.

    Ho letto solo alcuni tuoi commenti, ma nutro già una grande stima nei tuoi confronti per l'acume e il senso della realtà. Vieni a trovarmi sui miei blog, se ti va. Ne sarei felice...

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  25. @asnnarita grazie, visiterò con piacere il tuo blog

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  26. La prima scuola è a casa... non voglio sollevare il problema della sovvrapopolazione delle classi o i livelli dell'insegnamento, ma dobbiamo ricordare tutti che l'attenzione e il fatto di seguire i ragazzi spetta in primo luogo ai genitori e alla famiglia. Non lasciamoli soli!!!!!

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