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lunedì 14 gennaio 2008

I geni incompresi

coverDicono che in Italia la gente che scrive sia più numerosa di quella che legge. Forse non è proprio così, ma c'è della verità in questa affermazione, altrimenti non si spiegherebbero gli oltre diecimila concorsi letterari che da un capo all'altro della penisola vengono banditi ogni anno, e le centinaia di migliaia, forse milioni, di manoscritti (perché ci si ostina a chiamarli ancora così?) che a questi concorsi vengono inviati. Un esercito di scrittori, nel senso che scrivono, che hanno l'aspirazione somma di essere pubblicati.

Fra questi signori ce ne sono parecchi, privi del tutto di qualunque senso dei propri limiti, che sono convinti di aver partorito un capolavoro che lascerà un'impronta indelebile nella storia della letteratura. Avete in mente i geni incompresi? Dio ce ne liberi. Bene, questa mattina ho ricevuto una mail che pubblicizza il libro che vedete "Smettetela di piangervi addosso. Scrivete un best seller" e che sembra fatto apposta per loro. Anche la copertina con la grafica a mo' di bozzetto richiama lo bozza di stampa, l'agognata bozza di stampa. Ma un genio (incompreso) si può abbassare a comprare un libro che gli dice come deve scrivere?

Il libro qui

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9 commenti:

  1. Questo Renato Di Lorenzo imperversa anche con "best sellers" suoi. E dà consigli su come scrivere libri che incontrino il favore del grande pubblico. Viene in mente quel racconto di Poe "Come scrivere un articolo da Balckwood". Solo che Poe ci faceva della gran ironia, mentre questo si prende sul serio. E magari lo schema funziona anche, come tutta la paccottiglia che oggi anestetizza il cervello. Lo scrittore emiliano Beppe Sebaste ha rilevato che, etimologicamente, anestesia è il contrario di estetica. Nulla di più vero, in casi come questo!

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  2. Scrivere "come diventare ricchi in 3 mesi" e arricchirsi. Ma questo mica significa che quelli che comprano il libro facciano altrettanto :-)

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  3. non conosco il contenuto del libro. ametto che il titolo non sia incoraggiante, ma non mi sento di criticarlo a priori. molti anni fa, in tempi non sospetti, ho seguito un corso di scrittura creativa tenuto da Pontiggia. ero convinta che scrivere fosse un dono: che le parole uscissero dalla penna (o dai tasti della macchina da scrivere o del pc)da sole e che fosse l'ispirazione il segreto del dono. in quell'occasione mi fu spiegato che non era esattamente così. che c'erano regole, strutture, forme e molta, moltissima ricerca e disciplina. "persino Dante dovette risciacquare i panni in Arno" mi fu detto. mi sono così scoraggiata che ho abbandonato qualsiasi velleità letteraria. per questa vita vi siete salvati....o no?

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  4. Fortunatamente conosco molto bene i miei limiti, quindi non ci penso nemmeno a scrivere un best sellers.

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  5. Scrivere di sè, per sè,senza una trama,in una sorta di scrittura spontanea, senza pretese di pubblicazione, ma anzi custodendo gelosamente i propri scritti,a volte aiuta a individuare con chiarezza i problemi,ad esaminare le nostre reazioni, ad allineare insieme i tanti "io" di cui siamo composti.
    Io ci provo,così come viene, catartico swing ,senza manuali..
    il ragno smarrito tesseva parole
    in trame di nodi di fili di seta

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  6. ciao alberto.... e parecchio tempo che manco.
    non sono riuscito a trovare un pezzo di scrittura che da parecchio tempo non parla della val nervia.
    io sono quasi pronto per la pesca nel nostro fantastico torrente; ahimè meno male che ci sono ancora dei posti dove si riesca a scorgere un pezzo di vero TORRENTE.
    cmq... si parlerà prima o poi di pesca? premetto che sono un pescatore che va solo epr la gioia di passare bellissime e tranquille giornate a contatto con la natura.
    Saluti a tutti.....

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  7. Conosco alcuni per i quali sarebbe una benedizione, se comprassero quel libro e lo leggessero...

    Per imparare qualcosa?... No!

    Per distogliersi almeno per un poco dallo scrivere cose che poi pretendono di far leggere a noi!

    Lucio Musto 15/1/2007

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  8. Mi viene in vente un libro che mi comprò mia mamma stanca dei continui 5 che prendevo alle superiori. Si chiamava "Come scrivere un tema".
    Una str...ata mostruosa, scrivevo peggio di prima. Quanto di più deleterio potesse comperarmi.

    E' bastata poi una chiaccherata con un amico prof di italiano a darmi il coraggio di scrivere quello che pensavo e in maniera personale.

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  9. c.e.g. ha citato Sebaste, e nel suo blog ho letto proprio un suo articolo sull'esibizionismo di chi scrive solo per apparire o cercare di esistere...

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