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sabato 5 aprile 2008

Stéphane Mallarmé

I fiori

Dalle valanghe d'oro del vecchio azzurro, il giorno
Primevo e dalla neve immortale degli astri,
Un tempo i grandi calici tu ritagliasti intorno,
Per la terra ancor giovane, vergine di disastri,

Il gladiolo selvaggio, cigni dal collo fino,
E quel divino lauro dell'anime esiliate
Vermiglio come l'alluce puro del serafino
Che colora un pudore d'aurore calpestate,

Il giacinto ed il mirto, adorato bagliore,
E, simile alla carne della donna, la rosa
Crudele, del giardino chiaro Erodiade in fiore,
Quella che uno splendente feroce sangue irrora!

Tu facesti il candore dei gigli singhiozzanti
Che mari di sospiri sorvola dolcemente
E per l'azzurro incenso dei pallidi orizzonti
In sogno lento sale alla luna piangente!

Osanna sopra il sistro e dentro l'incensiere,
Nostra Signora, osanna da questi nostri limbi!
E si disperda l'eco nelle celesti sere,
Estasi degli sguardi, scintillio dei nimbi!

O Madre, che creasti nel seno giusto e forte,
Calici in sé cullanti una futura essenza,
Grandi corolle con la balsamica Morte
Per lo stanco poeta roso dall'esistenza.


Les Fleurs

Des avalanches d’or du vieil azur, au jour
Premier et de la neige éternelle des astres
Jadis tu détachas les grands calices pour
La terre jeune encore et vierge de désastres,

Le glaïeul fauve, avec les cygnes au col fin,
Et ce divin laurier des âmes exilées
Vermeil comme le pur orteil du séraphin
Que rougit la pudeur des aurores foulées,

L’hyacinthe, le myrte à l’adorable éclair
Et, pareille à la chair de la femme, la rose
Cruelle, Hérodiade en fleur du jardin clair,
Celle qu’un sang farouche et radieux arrose !

Et tu fis la blancheur sanglotante des lys
Qui roulant sur des mers de soupirs qu’elle effleure
À travers l’encens bleu des horizons pâlis
Monte rêveusement vers la lune qui pleure !

Hosannah sur le cistre et dans les encensoirs,
Notre dame, hosannah du jardin de nos limbes !
Et finisse l’écho par les célestes soirs,
Extase des regards, scintillement des nimbes !

Ô Mère, qui créas en ton sein juste et fort,
Calices balançant la future fiole,
De grandes fleurs avec la balsamique Mort
Pour le poète las que la vie étiole.


Stéphane Mallarmé
Parigi 1842
Valvins, Seine-et-Marne 1898

5 commenti:

  1. ottima citazione... un poco di poesia non può che giovare alla blogosfera :)

    anecòico

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  2. Splendida poesia!

    Ciao e Buona serata.

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  3. Come hai potuto Gran Madre farmi questo! Chiedevo solo di passare un'ora in pace a leggere nientemeno che un libro di poesia. Tutto il palcoscenico era pronto: il pergolato col glicine fiorito, cascate di lavanda odorosa e ronzante,le inferriate dell'aloe dai bargigli rossi,c'era anche il sole lì a soleggiare e il mare laggiù ad azzurrare.. Ah, non vedevo l'ora di lasciarmi andare...e invece ho cominciato a starnutire, gli occhi hanno preso a lacrimare, non la finivo più di soffiare e grattare. Alla fine ho dovuto rinunciare. A chi soffre d'allergia non s'addice la poesia!

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  4. Bellissimi versi. Grazie:).

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