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lunedì 5 maggio 2008

Parliamo tutti l'inglese, o no?

la repubblica, new york times

Da qualche anno il quotidiano la Repubblica allega al numero del lunedì un inserto costituito da una scelta di articoli tratti e tradotti dal New York Times. Do una rapida occhiata ai titoli e se c'è qualcosa che mi interessa leggo o metto da parte nel mio archivio. Da un po' di tempo questi articoli non vengono più tradotti e sono pubblicati nella lingua originale. Ora non so se il giornale prima di decidere questa scelta abbia fatto un sondaggio tra i suoi lettori per vedere quanti conoscono l'inglese e nel caso sarei curioso dei risultati. Non so nemmeno se questa scelta sia stata fatta per motivi diciamo così di facciata (vedete come siamo trendy) oppure per risparmiare i quattro soldi delle traduzioni.

Girando per le nostre città e guardando i tabelloni pubblicitari, quelli con slogan in puro italiano diventano sempre più rari e spesso mi chiedo se tutti quelli che li vedono ne capiscano il significato.

Non succede così in Francia, dove il computer si chiama ordinateur, i file fichier e le cartelle dossier. Non voglio dire che per questo siano meglio di noi, ma che tengano molto di più alla loro lingua questo sì.

14 commenti:

  1. Io di inglese ci capisco ben poco purtroppo..

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  2. ...per fortuna i bambini iniziano dalla scuola primaria a studiare l'inglese...
    So di persone che si sono vestite
    con abiti che riportavano scritte al limite dell'indecenza senza saperlo!!!
    A volte è meglio leggere dall'originale, in questo modo non si rischiano manipolazioni!!!

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  3. I nuovi colonizzatori non sono più latini o spagnoli, ma anglo americani e quindi impongono la loro lingua.
    Non so a quale scopo , ma devo mettermi assolutamente a studiare l'inglese!

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  4. Benissimo confrontarsi con le altre culture, studiarle e conoscerle. Ma è opportuno conoscere bene la nostra cultura, e soprattutto la nostra (bella e ricca, tale da esprimere con precisione, se bene usata, tutte le necessarie sfumature di significato) lingua. Così lo scambio si fa più profondo, e più utile: meglio sappiamo chi siamo, più possiamo dare e ricevere dagli altri.
    Curioso, però, che chi tuona più forte contro le altre culture e contro i rischi di contaminazione culturale (da parte, peraltro, di immigrati poveri: contro gli strafalcioni itanglesi si guardano bene dal mettere in guardia!) dimostri spesso e volentieri un'assai mediocre padronanza dell'italiano...

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  5. @pignasca
    I will bring you the goosefoots next June. Why don't you come with Alberto
    in Casterino ?
    A ghe andemu sabu trantun de magiu.

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  6. @fuin: senti, io conoscono (poco!) solo due lingue: il pignasco e l'italiano.... cmq, impegnandomi, thanks for goosefoots... Per Casterino, non credo di riuscire... (problemi di ginocchia non completamente collaudate...)
    se riesco a collaudare un po' meglio le articolazioni, la prossima volta, MOOOOOLTO VOLENTIERI! GRAZIE

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  7. Invece, per l'inglese: posso dire che, personalmente, mi dà alquanto fastidio questo esagerato cannibalismo nei confronti dell'Italiano?
    Alcune parole sono ridicole tradotte in Italiano, e siamo d'accordo. Ma altre esistono anche nella ns. lingua, e rendono assolutamente lo stesso significato.
    Quindi perchè usare l'inglese?
    E' così bella, la nostra lingua

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  8. Per una serie di circostaze della vita capisco un po' l'inglese "da manuale" per intenderci, mantre quello relazionale e giornalistico poco.
    E solo scritto!
    Concordo sulla bellezza della nostra lingua e delle lingue latine in genere pero' bisogna riconoscere che saper l'inglese e' -abbastanza- importante se non si vuole ad esempio fidarsi solo di quello che si dice qua :-)
    ciao

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  9. beh l'inglese lo mastico, ma non benissimo, se si tratta di manifesti riesco anche a capire, ma se si tratta di un articolo, quindi un testo mediamente lungo, articolato e via dicendo allora qualche difficoltà in più la incontro certamente.

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  10. Condivido il tuo post. Dovremmo sicuramente tenere di più alla nostra lingua. Molti invece sembrano considerarla una lingua di serie B, come si può vedere qua:

    http://mildareveno.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1827857

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  11. Io non valuto negativamente la scelta de La Repubblica per due motivi: con la traduzione in italiano, per quanto ben fatta essa sia, non si ha mai la certezza che il traduttore abbia colto veramente il pensiero del giornalista; in secondo luogo ritengo che il nostro paese sia davvero troppo indietro nella conoscenza delle lingue, e questo potrebbe essere un modo per stimolare l'interesse.

    Io amo la lingua Italiana ma mi rendo anche conto di quanto sia importante (anzi direi fondamentale)la conoscenza dell'inglese al giorno d'oggi! Se la nostra lingua è in crisi non è colpa dell'avanzare di altre realtà linguistiche (ci sono nazioni che sono bilingue da un'eternità e non hanno perso la loro identità nazionale) ma della scarsa preparazione data ultimamente dalle nostre scuole. Il compito di EDUCARE ed ISTRUIRE viene spesso relegato ad una TV fatta per lo più da persone illeterate e poco colte! Se a questo poi si unisce la scarsa propensione alla lettura (alla vera lettura intendo) degli italiani... il gioco è fatto! Questa è la mia modestissima opinione! A presto e buona serata! ;-)

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  12. Scusami, mi sono dilungata troppo! :-(

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  13. ciao. dopo otto anni di onorato francese il primo impatto con l'inglese l'ho avuto per preparare la tesi. inglese scientifico facile. ho impostato lo studio dell'inglese almeno dieci volte nella vita e adesso mi dico: chi se ne importa..almeno farò ridere gli alunni con le mie pronunce irripetibili.

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