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mercoledì 5 novembre 2008

Fascisti e poesia

ezra poundLunedì notte un manipolo di fascisti ha fatto irruzione nella sede Rai di via Teulada a Roma per protestare contro la trasmissione "Chi l'ha visto?" che aveva mandato in onda le facce dei loro camerati.

Non vado nel merito dei fatti, ma mi soffermo a considerare che gli autori del blitz, che si sono anche autoimmortalati in un video inserito prontamente su youtube, fanno tutti parte di un centro sociale che sia chiama Casa Pound, dedicato dunque ad Ezra Pound.

Non mi sono mai potuto capacitare come uno dei più grandi poeti del Novecento possa essere stato intimamente fascista. Ed è una cosa che è al di fuori di ogni mia portata comprensiva.

La poesia. Essenza dell'anima che si esprime attraverso parole il cui significato diventa musica. Cosa ci possa entrare col fascismo dovete spiegarmelo voi.

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28 commenti:

  1. Non ne sono capace sinceramente anche perchè io purtroppo di poetico in me ho ben poco..
    Ma non vedo come le due cose siano conciliabili.

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  2. Non sono abituato alla lettura delle poesie. Ma quando mi sono cimentato, ho ricevuto tanto dalle parole di poeti come Neruda o Pasolini.
    L'idea che l'armonia della poesia possa essere espressione della brutalità fascista, mi sconvolge.

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  3. anch'io, purtroppo, leggo pochissime poesie, tantomeno quelle di pound (per mia ignoranza).
    in ogni caso, non è impossibile che uno spirito poetico abbia idee politiche altamente nocive...

    sul fascismo odierno, invece, qualcosa da dire ce l'ho:

    http://selvaggia-mente.blogspot.com/2008/11/robbe-la-prossima-volta-mascherala-n-po.html

    un saluto!

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  4. Nel comando del campo di Auschwitz si ascoltava musica classica e si leggevano Goethe, Holderlin e gli altri grandi poeti tedeschi, mentre fuori succedeva quel che tutti sappiamo.
    A volte, il confine è molto sottile. Per esempio, si è sempre ritenuto Mishima un fascistoide, ma la sua figura va letta sullo sfondo della tradizione giapponese (che aveva, come la Grecia dell'Iliade e delle tragedie, che non a caso allo scrittore interessava molto, il culto dei guerrieri, più che degli eserciti e della guerra), e a una lettura più attenta il suo gesto estremo ha anche il sapore di una violenta protesta contro l'appiattimento culturale ed economico sul modello nordamericano (che ha fatto sì che i giapponesi di oggi siano più nordamericani dei nordamericani): una posizione "no global" di quasi quarant'anni fa, insomma.
    Su Pound, non è semplice pronunciarsi. Nei suoi discorsi radiofonici ci sono farneticazioni "ignoranti", come quella secondo la quale gli Stati Uniti erano egemonizzati dagli usurai ebrei, e per dimostrarlo citava una serie di cognomi "importanti", tra i quali Roosevelt (due presidenti: Teddy e Franklin). Roosevelt, più che ebreo, è un cognome olandese, risalente con ogni probabilità a quando New York non era ancora anglicizzata e si chiamava Nuova Amsterdam. E così con altri esempi. Eppure Pound era anche un uomo straordinariamente colto, non solo come nordamericano, che si destreggiava tra lingue e letterature che andavano dalla Grecia al teatro No giapponese, passando per i latini, i provenzali, i francesi, i tedeschi, gli anglosassoni, gli italiani (scrisse anche dei Cantos direttamente in italiano), i cinesi antichi. Questa ricchezza culturale la si avverte tutta, leggendolo, ed è potentemente suggestiva. A volte basta un suo solo verso ad evocare un paesaggio: and olive trees blown white in the wind. Eppure, quell'uomo è stato un feroce antisemita (ma lo è stato - almeno a parole - anche Henry Miller, che pure veniva da una famiglia tedesca in cui la presenza di sangue ebraico era più che un sospetto, per non parlare di Céline, che dopo la liberazione della Francia fuggì nella Germania della fase finale della guerra...). Che dire? Marziale commentava di sé: "lasciva est nobis pagina, vita proba". Qui, invece, siamo in presenza del contrario: pagine memorabili, ma vita oltremodo abietta. Pazienza. L'importante è che si sappia fare un uso appropriato, e non strumentale, delle pagine memorabili, le si gusti per quel che sono.

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  5. Grazie c.e.g., come al solito sei puntuale ed esauriente.
    artemisia, sì, purtroppo sì. Non hai letto niente al proposito?

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  6. Ma se un poeta intimamente può essere socialista, perché non può essere fascista? La poesia è una cosa, la politica un'altra. E lo stesso vale per la musica e ogni altra forma di arte. Al limite se un fascio poeta (o un poeta fascio) esprimesse le sue idee (contrarie alle mie) con la poesia, beh, penso proprio che quelle poesie non mi piacerebbero. Conosco poco Ezra Pound, ma finora sono sopravvissuto.

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  7. Questo fa perte del clima che si è voluto creare in Italia, o meglio che i politi hanno voluto creare.

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  8. Non centra niente,infatti!

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  9. RIVELAZIONI Dopo oltre mezzo secolo esce dagli archivi di Washington il testo con il quale il poeta contestò l’accusa di aver rinnegato l’ America
    EZRA POUND le mie verità «Ho finanziato il duce e criticato gli Usa, ma non sono traditore»
    Il mio nome completo è Ezra Loomis Pound. Sono cittadino americano. Non ho mai rinunciato alla cittadinanza americana. Sono nato a Hailey, Idaho, Usa, il 30 ottobre 1885. Ho vissuto negli Stati Uniti fino al 1908, quando mi sono trasferito a Londra, dove ho vissuto fino al 1920, lavorando come scrittore. Dal 1920 al 1924 ho vissuto a Parigi, dove ho composto l’ opera Villon, e ho scritto recensioni di arte e musica. Nel 1924 mi sono trasferito a Rapallo, dove ho vissuto fino al maggio del 1944. Mi sono quindi trasferito a Sant’ Ambrogio di Rapallo 60, mio attuale indirizzo. Durante il mio soggiorno in Europa sono stato spesso in Italia e, dopo l’ ultima guerra, ho notato il rinnovamento del Paese attuato dal fascismo.

    Mia moglie ed io abbiamo comprato 25.000 lire a testa di Buoni del Littorio… Il mio scopo era dare a Mussolini un «giusto contributo», sostenendo il suo buon lavoro.Verso il 1929 ho avuto un’ udienza con Mussolini, che conosceva il mio libro Cavalcanti, che gli avevo donato l’ anno precedente. Voleva che gli parlassi del libro. Nel 1929 circa ho rilasciato un’ intervista a Francesco Monotti del giornale «Lavoro Fascista». In quest’ intervista ho detto che l’ Inghilterra era morta e lasciava i cadaveri in strada; che la Francia era morta ma aveva avuto la decenza di seppellire i morti; che l’ Italia era l’ unico fra questi tre Paesi dove vi fosse qualche vitalità.

    Nel 1935 è stato pubblicato il mio libro Jefferson e Mussolini, in cui affermavo che il fascismo era il New Deal di Mussolini per l’ Italia e contrapponevo il suo metodo a quello di Jefferson. Nel 1939 ho preso contatto con il ministero della Cultura Popolare, durante un viaggio a Roma. In quell’ occasione ho incontrato il ministro Pavolini. Gli ho consegnato cinque proposte… Il punto che più lo interessava era il quinto, in cui suggerivo di parlare dalla radio agli americani, per illustrare il buon lavoro che Mussolini aveva fatto in Italia.

    Nella primavera del 1940 sono stato invitato dal signor Interlandi, e poi dal signor Paresce, ad andare a Roma per discutere la mia proposta e ho chiesto se potevo parlare agli americani e agli inglesi… Mi sono state concesse due trasmissioni alla settimana destinate agli Stati Uniti e una alla settimana all’ Inghilterra… Ho cominciato a parlare alla radio verso l’ estate del 1940. Ho sempre cercato di avere più tempo per poter trasmettere le mie idee… All’ inizio, per un periodo molto breve, ho parlato alla radio in diretta, ma una volta, nel 1940, alla fine del mio discorso ho fatto considerazioni che non erano state scritte…

    Dopo quell’ incidente mi è stato ordinato di registrare gli interventi su un disco, ed era poi questo disco ad essere trasmesso… Alcune delle trasmissioni di cui ho parlato erano fatte a mio nome. Iniziavo dicendo «Europe calling - Ezra Pound speaking», qui l’ Europa, parla Ezra Pound. Nel 1942 ho inventato un personaggio chiamato «Imperialista americano»… Smisi di lavorare all’ Eiar perché Badoglio mi cacciò. Tuttavia tra luglio e settembre 1943 ho mandato al principe Ranieri di San Faustino, del ministero della Cultura Popolare, quattro o cinque testi sotto il nome di «Piero Mazda». Lui li ha fatti trasmettere. (…)

    Nell’ autunno ‘ 43 alcuni fascisti formarono un nuovo partito nell’ Italia settentrionale, Alessandro Pavolini assunse la carica di segretario del nuovo partito, che divenne poi il governo fascista repubblicano. Più tardi scrissi a Pavolini e lui mi invitò ad andare al Nord, se ci riuscivo, e io accettai. A Salò non ho potuto vedere Pavolini, ma ho visto Fernando Mezzasoma, che era diventato ministro della Cultura Popolare… Mezzasoma mi ha lasciato andare a Milano, poiché gli ho detto che anche se l’ Italia cadeva io dovevo continuare la mia personale propaganda economica, sul rispetto cioè della clausola sulla moneta della Costituzione degli Stati Uniti, per la quale mio nonno aveva combattuto nel 1878, dicendo le stesse cose che dicevo io.

    Sono andato a Milano… e ho trovato che la radio fascista repubblicana funzionava male, con pochi uomini onesti che volevano una stazione radio e altri arroganti che la sabotavano, nessuno libero dal controllo tedesco… A Roma avevo incontrato un certo Carl Goedel, della sezione inglese dell’ Eiar nel 1942 e ‘ 43. Ho incontrato Goedel di nuovo a Milano… Ho rifiutato di trasmettere rivolgendomi alle truppe americane e non mi è stata fatta nessuna pressione… Da maggio a settembre del 1944 ho mandato dei pezzi alla radio fascista repubblicana… Quando volevo che il mio nome risultasse o fosse usato, scrivevo i pezzi in forma di interviste con me stesso… Verso il settembre 1944 ho cominciato a inviare dei pezzi brevi a Goedel. I pezzi mandati a Goedel e quelli inviati a Milano… seguivano le stesse linee dei miei discorsi radio del 1942 e 1943…

    Ho mandato il mio ultimo pezzo tre settimane fa… Non ho mai sentito i pezzi che ho inviato a Goedel. L’ ultima cosa che mi è stata detta è stata: «Goedel usa la tua roba a modo suo»… Credo di aver avuto buone ragioni nel continuare a criticare il presidente Roosevelt dopo che gli Stati Uniti, nel dicembre 1941, sono entrati in guerra. Ammetto che nelle mie trasmissioni del 1942 e ‘ 43 all’ Eiar ho accusato i finanzieri internazionali di New York e di altre parti del mondo di aver complottato per trascinare gli Stati Uniti nella guerra attuale…

    L’ impero britannico era un vero schifo. Non sono mai stato membro del partito fascista, ma ho fatto, a volte, il saluto fascista. Dopo che il governo fascista italiano ha dichiarato guerra contro gli Stati Uniti, ho detto nei miei discorsi che gli Usa si stavano mettendo in un mare di debiti e che dovevano subito uscire dalla guerra. Stavo creando un precedente a favore della libertà di parola. Penso che i miei discorsi facessero male ai peggiori nemici degli Usa…

    Ammetto di aver detto, nei miei discorsi radiofonici dopo l’ 8 dicembre 1941, che il presidente Roosevelt doveva essere visitato da uno psichiatra perché sembrava lottare contro influssi di tipo ipnotico.

    Nell’ autunno 1943 (…) ho preso contatti con Pellegrini, che era ministro delle Finanze, e gli ho presentato il mio piano per il finanziamento del nuovo governo. Ho suggerito a Mezzasoma di presentare agli italiani libri come «Banker’ s Conspiracy» di Kitson o «L’ imperialismo» di Lenin.. Gli accordi in base ai quali parlavo alla radio erano che non mi fosse chiesto di dire nulla di contrario alla mia coscienza o ai miei doveri di cittadino americano. Lo si disse più di una volta in trasmissione, dando anche una definizione piuttosto forzata di fascismo, in cui si sosteneva che la cosa era in accordo con i princìpi fascisti secondo i quali doveva esservi libera espressione per le opinioni di chi era qualificato ad avere un’ opinione.

    Mi sono sempre opposto a certe «zone grigie» dell’ opportunismo fascista, definendo il fascismo in modo da adattarlo alle mie opinioni. Questo atteggiamento è chiamato «linguaggio esopico» da un politico eminente come Lenin… Sono disposto a ritornare negli Stati Uniti e a subire un processo per l’ accusa di tradimento nei confronti degli Stati Uniti… (Traduzione di Maria Sepa)

    Pound Ezra

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  10. Leggevo da poco che Licio Gelli è sommamente impegnato nell'arte poetica.

    siamo noi che nn riusciamo ad accostare la poesia - a cui attribuiamo valore accessorio positivo, sublime- a fascisti, massoni o quant'altro, portatori di valori che ci ripugnano.

    Nelle loro teste, nei loro animi invece, non c'è conflitto, tutto è naturale.

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  11. Non essendo fascista non te lo posso spiegare, ma la poesia è qualcosa di intimo, quindi anche un cannibale fascista potrebbe essere sensibile all'estetica della poesia.

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  12. E' difficile pensare che, un uomo di destra possa essere un poeta?
    Se la poesia è espressione di un sentimento intimo e profondo,
    allora anche un uomo di destra può esserlo.
    E' importante solo che,
    non mischi il sentimento con la politica,
    allora sì, farebbe danni.

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  13. Alberto, il fatto non mi meraviglia più di tanto! L'animo umano non è lineare, ma complesso per sua natura.
    Nel mio commento precedente ho voluto lasciare le "RIVELAZIONI" di Ezra Pound, in cui in un certo senso fornisce una chiave di lettura per il suo essere fascista.

    Non mi meraviglio più di tanto perchè allora dovremmo porci la stessa domanda per D'Annunzio, Marinetti, Ungaretti...
    Quest'ultimo(che era partito, come il Pascoli, dal socialismo anarchico)giunse a desiderare la dittatura politica, nell'illusione di poter risolvere i mali sociali...

    Eppure tutti questi personaggi sono stati indiscutibilmente dei poeti, per cui sono d'accordo con il pensiero di Novalis.

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  14. Così va il mondo...diceva il Manzoni. Questa era una serata da Obama e Del Piero. Da McCain e Casillas. Chi ha mai detto che un poeta non può essere fascista? Pound lo era. Eccome se lo era!!!

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  15. Beh Alberto lo posso spiegare cosi':
    - Ignoranza di fondo o non voler vedere alcune cose,
    - Indubbiamente nella mente di qualcuno anche inconsciamente la dittatura affascina, sopratutto a chi non e' mai stato in grado di porsi agli altri in senso "paritario".
    - e' successo a Toscanini poi e' rinsavito...

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  16. Non saprei dire di più e di meglio di quanto dice c.e.g. nel suo contributo, del quale, anzi la - o lo? - ringrazio molto, per quanto è chiaro, equilibrato ed anche esauriente.
    Inutile, spesso, farsi certe domande..ce ne sarabbero a migliaia, come questa, e tutte senza risposta!
    Grazie, Alberto..vedo che hai detto le stesse cose. A.

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  17. Ringrazio tutti per i bei commenti su un argomento così difficile. L'animo umano è un mistero e certe volte la ragione e il sentimento sembrano abitare mondi paralleli, impermeabili fra di loro.

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  18. Cosa vuol dire fascista ? Quanti di voi l' hanno vissuto ? Come ha fatto ad attecchire ? Come ha fatto ad avere tanto consenso? I poeti scavano dentro di loro per capirsi e capire .Vi illudete di riconoscere il fascismo se si ripresenta? Credete che appaia con lo stesso volto?Credete di essere migliori di quelle persone che allora non seppero riconoscerlo? ...sei ancora tu uomo della pietra e della fionda ,uomo del mio tempo. http://teodericaforum.blogspot.com/

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  19. Le parole hanno una forza propria e si fanno ascoltare ben oltre le storie che raccontano e le idee che propugnano. Qui nell'alto Piemonte è tornato il sole. Divertitevi nel fine settimana. Stasera a Torino c'è il "vecchio" Guccini, a Sanremo gli alpini del Tenco...

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  20. Purtoppo nel primo caso e per fortuna nel secondo non c'e' nulla piu' lontano da me che un poeta e un fascista.
    Ciao

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  21. Non capisco come si faccia ad essere poeti ed artisti e a credere alle menzogne delle democrazie occidentali filoatlantiche leccaculo USA. Il Fascismo è una ideologia che si fonda sullo spirito, mentre il capitalismo liberal-democratico e il comunismo sono ideologie a carattere materialisa. Pertanto la scelta di Ezra è motivata, necessaria, giusta. Chi non la comprende significa che è immerso nel pattume cultural-poltico della propaganda corrente. Semplicemente è ignorante, in quanto ignora i fondamenti ideali, filosofici, etici che sono alla base rispettivamnte del regime democratico e di quello fascista.
    Arte ed artisti erano bene accolti nel fascismo contrariamente a quanto si dice, perchè il valore alle cose nel fascismo non veniva dato come avviene oggi in Italia dal mercato, ma era immanente all'essenza stessa del vivere e dell'esistere.

    Saluti, un Poeta FASCISTA di oggi
    e STUDIATE la STORIA in biblioteca e non a scuola dove cantano balle di, balle di Stato.

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  22. Saluti a tutti, sapevate che si può essere poeti ed interessarsi anche di politica e di economia? La visione che molti sembrano avere della poesia in questo blog è limitante e riduttiva. Paund ha scirtto un saggio di economia e faceva attivamente politica. Che c'è di strano e di male? I poeti sognano da sempre un mondo altro.
    Inventare il mondo del resto è prerogativa delle avanguardie artistiche di ogni colore politico o epoca.

    Visitate www.poetidazione.it interessante sito di una avanguardia artistica attuale.

    Saluti, Poeta d'Azione

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  23. Dopo aver letto i vostri commenti all'interrogativo di partenza, che riassumo in: Come fa un poeta ad essere Fascista?

    Mi sono interrogato sul legame tra artista e società o meglio tra artista ed ideologia dominante nel periodo storico in cui vive.

    E la prima domanda che mi viene è:

    L’artista è un uomo libero?

    Mi sembra che questa parte di scritto che ho trovanto sfogliando la rete dia un contributo interessante alla discussione.

    Non so cosa ne pensate.

    Anche perchè, procedendo per gradi di approfondimento, bisognerebbe dare una definizione di cosa si intende per Libertà?

    Ma per stringere:
    considerando che tutti conosciamo la costrizione e le sgradevoli sensazioni ad essa associate.
    Qualche riflessione sulla società ed il modo in cui conviviamo credo siano d'obbligo.

    Buona lettura. Loris
    http://loris.myblog.it/archive/2008/11/20/l-artista-e-un-uomo-libero.html
    PS. non voglio rubare clienti a nessuno. Ma data la lunghezza ho pensato di pubblicarlo sul mio BLOG

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  24. ma con tanti problemi che ci sono in Italia voi siete qui a chiedervi se un poeta può essere o meno fascista. visto che siete così intellettuali chiedetevi anche perchè la vergogna delle foibe è rimasta così a lungo nascosta. partigiani vigliacchi e traditori. A Noi!

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  25. L'intera opera di Marx era rivolta a far comprendere come l'atteggiamento vile e ipocrita degli occidentali avesse permesso ai russi di conquistare indisturbati un terzo delle terre emerse con tutte quelle enormi risorse naturali di cui tutti abbiamo bisogno compreso il povero popolo russo da cui provengono i miei genitori,vedono molta confusione nei vostri commenti ,temo che l'insegnamento in Italia sia di bassa qualità,ricordo quando vivevo in Germania la visita dell'allora presidente Pertini che si lamentava per la carenza di insegnanti italiani nelle scuole frequentate da figli d'immigrati,a lui il cancelliere Kohl rispose freddamente"Basta che insegnino più grammatica che la solita politica"

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  26. solo per pochi : il fascismo è un atteggiamento dello spirito, solare e che affronta la vita a viso aperto.
    Il fascista vero è altruista e sacrifica il bene di sè per il bene dei suoi camerati.
    Certo che riesce difficile capire il fatto di essere fascista per chi non lo è, per chi non sente lo spirito di corpo che lega in un fascio sentimenti comuni di voglie di sacrifici.
    Forse fascisti si nasce e non si diventa.
    In una frase (conclusiva di una mia poesia che spedirò solo ai miei camerati che la richiederanno) scrivo.
    "CAMERATI E' TUTTO, CAMERATI E' DIRE TUTTO"

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  27. Non credo che ezra pound possa essere criticato dalla gente come voi. Lui stesso disse che se un uomo ha paura di morire per le sue idee non vale niente. Non vi sembra qualcosa di fantastico e poetico? Io penso proprio che se ci fossero in vita uomini come lui allora il mondo sarebbe migliore. Perché criticare così tanto il fascismo se ancora il comunismo in alcuni paesi esiste ancora? Cosa c e di piu brutale di un ideologia comunista? Ma meno male che esistono ancora idee in contrapposizione al comunismo.

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