Pagine

venerdì 15 maggio 2009

Divieto di affissione

divieto affissione
Milano, via Padova. Muro degli uffici decentrati del Comune.

Divieto di affissione. Proibito dunque affiggere, mica scrivere. Ho detto scrivere non scarabocchiare. E quando poi quello che scrivi lo urleresti forte forte se non fosse che se ti sentono ti ammanettano subito lo metti giù in grande che tutti lo vedano. Ma non in un posto qualunque, no, proprio sulle mura di quegli uffici che dovrebbero farti uscire dal buco nero della tua costretta invisibilità. Io ti credo, caro clandestino, che non sei un delinquente. Loro, i delinquenti, hanno altro da fare che le scritte. E loro, i politici, sulla tua clandestinità ci marciano, cinici e bari nel gioco delle vostre vite che hanno truccato.

Le parole sono pietre. Anche le scritte.

divieto affissione

20 commenti:

  1. Secondo la normativa vigente le cose non sono separabili....

    RispondiElimina
  2. Speriamo che questa giustificata frustrazione non esploda, prima o poi, dimostrandosi un'arma a doppio taglio.
    Saluti

    RispondiElimina
  3. sono i politici ad essere i veri ed unici delinquenti.

    RispondiElimina
  4. La veritaà è che loro vogliono far passare questo messaggio.
    Clandestino=Delinquente, senza distinzione..

    RispondiElimina
  5. Nel mio comune qualcuno ha scritto su un muro: "Berluscone sei un patetico viveur!" Chissà se silvio quando passa in elicottero riesce a scorgerla.

    RispondiElimina
  6. “Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
    Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
    Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
    Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.



    Chi ha scritto queste parole? A chi si riferiscono?

    Ma e’ chiaro direte voi: agli extracomunitari che tentano di arrivare in Italia e chiedere asilo politico o trovare una occupazione che possa servire a far vivere i famigliari che aspettano nella loro patria.

    Ma e’ sicuro: e’ la descrizione dei nomadi che affollano le periferie delle nostre citta, sono i rumeni che stuprano le nostre donne.

    E’ per questo che il Governo dei xenofobi leghisti ha predisposto un severo pacchetto sulla cosiddetta Sicurezza, perche’ e’ giusto che il Governo abbia come primaria preoccupazione la sicurezza del Paese.

    ERRORE

    E’ lo stralcio di un documento dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti dell'ottobre del 1912, ovvero cento anni fa.



    La relazione cosi’ proseguiva

    Propongo - diceva il relatore all'epoca - che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti, ma disposti più di altri a lavorare: si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.

    Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia.

    Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.

    La nostra sicurezza deve essere la nostra prima preoccupazione.
    Ogni commento e’ superfluo.

    RispondiElimina
  7. Confermo
    ogni commento è superfluo!

    RispondiElimina
  8. già. superfluo ogni commento.
    "E loro, i politici,... cinici e bari.."
    ma questi QUANDO, CHI ... li ferma???
    :-(
    g

    RispondiElimina
  9. La foto che hai scattato, il tuo commento e la citazione storica di Pier Luigi Zanata dicono davvero tutto. E' importante che le persone possano integrarsi sul serio, a cominciare dal lavoro, ma anche dall'istruzione. Se la persona che ha fatto quella scritta potesse leggere il tuo blog, saprebbe che in Italia non siamo tutti ottusi e pieni di pregiudizi. Ciao, anzi hasta luego.

    RispondiElimina
  10. un grido di dolore, una rivendicazione che viene dalla pancia...
    giustissima

    RispondiElimina
  11. Non potevano capitare politici peggiori in un'epoca di esodo come questa...
    Che anguscia.

    RispondiElimina
  12. I delunquenti intanto stappano champagne...

    RispondiElimina
  13. Viviamo nel pieno disprezzo dei basilari diritti umani...

    RispondiElimina
  14. Siamo tutti clandestini, lo ripeto spesso.

    RispondiElimina
  15. Chi vuole una città multietnica?

    RispondiElimina
  16. Penso come Titus ...
    Ciao Alberto.

    RispondiElimina
  17. io, Paul, ad esempio. ho abitato a londra negli anni ottanta, e si stava davvero bene. fatevi qualche giro in europa, ogni tanto. non solo alle maldive.

    RispondiElimina
  18. visto che vi sentite clandestini prendete e andatevene fuori dall'Italia insieme ai vostri amici che arrivano sui barconi...Le scritte sui muri le dovreste pulire con la lingua.
    La soddisfazione più grande è vedere come nelle periferie gli operai da sempre comunisti a furia di vivere a contatto con gli extracomunitari non li sopportino più...il tutto grazie alle politiche di accoglienza delle asinistra e della chiesa.Continuate a farli entrare indiscriminatamente, a me sta bene...la rabbia e l'intolleranza crescono e la sinistra perde colpi politicamente e fra la gente.Avanti così compagni...

    RispondiElimina
  19. “La società multietnica è fallita”, dicono in televisione molti politici di governo, specie quelli col, fazzolettino verde nel taschino. Lo dicono poco dopo l'approdo alla Casa Bianca di un nero. Lo dicono mentre a Parigi, a Londra, a Berlino e quasi ovunque in Europa è quasi impossibile incrociare su un marciapiede due individui dello stesso colore. Lo dicono mentre ognuno dei nostri e dei loro figli sta andando a scuola o mangiando una pizza o flirtando con un ragazzo/a che viene da un altro paese e da un'altra cultura. Lo dicono perché non sanno, o peggio non vogliono sapere, e si aggrappano, faziosi e caustici, agli inevitabili contraccolpi di ogni migrazione, di ogni ibridazione, di ogni mutamento, agitando lo spettro della banlieue e dimenticando tutto l'enorme resto (dimenticando Parigi, la Francia, l'Europa, il mondo).
    È negazionismo anche questo, negare l'evidenza, ribaltare la realtà. La società multietnica non è fallita e nemmeno è riuscita. La società multietnica, semplicemente, è in atto. È ciò che ci circonda ed è ciò che ci aspetta. Cercare di darle regole, di governarla, di limare gli spigoli è giusto e necessario. Negarla è per metà patetico e per metà folle.

    Dall'"Amaca" di Michele Serra di ieri.
    Tanto per rispondere al rozzo pensiero dell'anonimo che mi precede.

    Ciao Al.

    RispondiElimina