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sabato 31 gennaio 2009

Eugenio Montale

La Storia

La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.

La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.

La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.


Eugenio Montale
Genova 1896
Milano 1981


venerdì 30 gennaio 2009

Per un uso corretto tenere presente




Quando ho visto il foglietto di istruzioni che accompagnava questo tendiscarpe appena comprato sono rimasto allibito. Ma ci prendono forse per imbecilli? Mi ricorda un po' le scemenze annunciate in tutta serietà alla tivù quando comincia a far caldo "Si raccomanda di vestirsi con abiti leggeri" o viceversa col freddo "Indossare abiti pesanti", e tutti gli anni a ripetere la solfa come la mamma con i bambini.

Il bello è che poi, con qualche aggeggio un po' più complicato, sul libretto di istruzioni non si capisce mai una mazza. Sarà capitato anche a voi.

mercoledì 28 gennaio 2009

Un trombone rinato

Enrico Allavena Questo pomeriggio sono ritornato a Milano dalla Liguria e ho fatto il viaggio fino a Genova assieme a Enrico Allavena. Sono amico suo e di tutta la famiglia che, fra altre attività, produce questi ricercati legumi. Enrico è un ottimo musicista in ascesa, sempre in giro in Italia per tournée, e andava a Genova per suonare col gruppo Mishkale nello spettacolo “Esistere diventa reato” al Teatro della gioventù nell'ambito delle manifestazioni del “Giorno della memoria”. Naturalmente aveva dietro lo strumento, il trombone, ma un trombone con la sua bella storia dietro. Appartenuto a un musicista che aveva lavorato nei locali di Nizza, era rimasto ormai da parecchio tempo inutilizzato, dopo che l'uomo, che adesso ha superato gli ottanta, era andato in pensione. Così lo aveva consegnato al presidente della banda musicale di Ventimiglia con questo compito «Regalalo a qualcuno che pensi lo possa utilizzare al meglio». La scelta è caduta su Enrico e così è andato a fare compagnia agli altri tre che già possiede. Oggi è la prima volta, dopo il lungo silenzio, che viene suonato in pubblico. Marca King, anno di costruzione 1977, lo stesso anno di nascita di Enrico. Dicono le combinazioni. Ma quali combinazioni? Si son cercati e si son trovati. E adesso questo strumento, tra le sue mani e le sue labbra, ha una nuova vita.

martedì 27 gennaio 2009

Giorno della memoria

Cartina di Israele

Oggi giorno della memoria. Per meditare sull'immane tragedia che colpì il popolo ebraico a metà del Novecento in Europa. Sei milioni di bambini, donne, uomini sterminati dalla dittatura nazista alleata del nostro fascismo. Non solo ebrei. E tutti bisogna ricordare.

Ho pubblicato questa cartina per riflettere anche sul presente che ci è dato, e sulla storia dei popoli che scorre in un fiume impetuoso sempre in salita, sempre controcorrente, con affluenti tortuosi, in cui spesso si annaspa senza scorgere un appiglio sicuro o un lago che ci doni un respiro di pace e tranquillità.

Se qualcuno vuole commentare lo faccia col tono che merita la giornata.

QUI la toccante storia di solidarietà di un intero paesino di montagna ligure nei confronti di due bambini ebrei che pubblicai l'anno scorso.


lunedì 26 gennaio 2009

Baratto

Rivista enologica
[clic sopra per ingrandire]

Qualche giorno fa sono andato a trovare la mia amica Andre che abita al paesello. Lei e Giovanni si sono inventati una nuova attività. Hanno comprato una stampante che da Pc imprime su qualunque materiale. Inchiostri assolutamente atossici. E adesso hanno cominciato a produrre borse e magliette di vari tipi, in piccole tirature. Prediligono immagini antiche, sia foto che disegni, che raccontano un po' com'era la nostra terra nel passato.

Così mi son portato dietro un DVD, di cui Fausto mi aveva fatto dono e che non finirò mai di ringraziare, che è la riproduzione ad alta risoluzione del volume di William Scott "Rock villages of the Riviera", stampato a Londra nel 1898. Contiene molti bei disegni eseguiti negli ultimi anni dell'Ottocento nella Rivera dei Fiori e nell'entroterra che a loro potrebbero tornare utili (uno è QUI).

E Andre in cambio mi ha dato le pagine scansionate di un rivista che aveva trovato in cantina. Un baratto in piena regola, non di atomi ma di bit. Ogni giorno di questi baratti ne avvengono milioni su internet, ma di persona è tutta un'altra cosa.

Nella pagina che pubblico potete vedere la data, dicembre 1915, quando ormai eravamo tragicamente impelagati nella prima Guerra Mondiale. L'indirizzo è via Solferino 42, la prossima volta che ci passo guardo cosa c'è adesso a questo numero. Poi spunta un nome, Carpené, vi dice niente?

Date una letta a tutta la pagina, ne vale la pena. È un piccolo spaccato dell'Italia ingenua di allora.

Ritorno al baratto. In questi tempi dove ormai tutto, ma proprio tutto, ha un prezzo in denaro, come sarebbe bello ogni tanto ritornare a questa forma di mutuo scambio alla pari.

domenica 25 gennaio 2009

"Le camere a gas non sono mai esistite"

Dopodomani sarà il giorno della memoria. Per ricordare e meditare su quello che fu l'olocausto degli ebrei.

Richard Williamson

E intanto l'uomo che vedete parato da cerimonia ha dichiarato in un'intervista andata in onda mercoledì sul canale televisivo svedese Svt «Credo che le prove storiche, in misura preponderante, vadano contro il fatto che sei milioni di ebrei siano stati uccisi nelle camere gas. Le camere a gas non sono mai esistite».

Quest'uomo è il vescovo lefebvriano Richard Williamson, già scomunicato, ma adesso non più. Benedetto XVI , per sua benevolenza, ha deciso di riammetterlo nel gregge assieme agli altri tre vescovi ultratradizionalisti ordinati illegittimamente da Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988. Il decreto di revoca di scomunica è stato firmato il 21 gennaio 2009, lo stesso giorno in cui andava in onda l'intervista. Fortuite coincidenze?


I link della domenica #5



Ringrazio Frufru per il premio. La ringrazio ancora di più per aver un po' rimescolato le carte di queste estenuanti catene di Sant'Antonio (per saperne di più seguite il link dell'asterisco in alto a destra).


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sabato 24 gennaio 2009

Wislawa Szymborska

Nulla è in regalo

Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.

La protesta contro di esso
la chiamano anima.
E questa è l’unica voce
che manca nell’inventario.


Wisława Szymborska
Bnin (Kórnik) Polonia 1923


giovedì 22 gennaio 2009

Milano, sgomberato Cox 18 (Conchetta)

Cox 18 - Centro sociale Conchetta - Milano

Questa mattina le forze di polizia hanno sgomberato, in maniera del tutto inaspettata, il Centro Sociale Conchetta, storica sede della cultura alternativa di Milano. Al suo interno è (o era, mentre scrivo non so bene) conservato l' importantissimo archivio di Primo Moroni sulle lotte civili e i movimenti in Italia nella seconda metà del Novecento.

È in corso un processo che concerne l'occupazione dello stabile da parte del Centro Sociale (da più di 25 anni) e quindi, a caldo, non si comprendono né i motivi né gli appigli legali per un'iniziativa di sgombero, prima che la sentenza sia emessa.

L'iniziativa è partita dal vicesindaco Riccardo De Corato (An), deputato Pdl, come ho sentito da un'intervista a Radio Popolare. C'era l'eventualità, ha detto, che lo stabile, di proprietà del Comune, potesse essere acquisito dagli occupanti per usucapione e ringrazia Prefetto e Questore. Immagino Letizia Moratti fare di sì con la testa.

Milano perde uno dopo l'altro pezzi della sua storia e diventa sempre più una città di astratta plastica da rimodellare a piacimento dei politici di turno al soldo di palazzinari sciacalli.

Di più QUI (da dove ho preso la foto sotto) e QUI.

Sgombero di Cox 18 - Centro sociale Conchetta - Milano

Istigazione a delinquere

cardinale PolettoLa legge di Dio non può mai essere contro l'uomo. La legge di Dio è sempre per l'uomo. Andare contro la legge di Dio significa andare contro l'uomo. Dunque, se le due leggi entrano in contrasto è perché la legge dell'uomo non è una buona legge e si rivelerà tale dai suoi frutti.
Un cattolico rispetta le leggi e rispetta la sua coscienza. Per questo esiste la possibilità di fare obiezione quando l'applicazione di una legge contrasta con i propri convincimenti.


Queste parole sono state pronunciate in un'intervista di ieri dal cardinale Poletto (nella foto) e sono la risposta alla decisione del presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso di mettere a disposizione di Eluana Englaro le strutture sanitarie pubbliche per ottemperare alla sentenza della Cassazione.

Il cardinale come se niente fosse taglia di netto due secoli e passa della storia dell'Occidente e ritorna ai tempi quando il papa incoronava i re, come depositario assoluto del potere in terra. E a proposito di assoluto ricorda l'arcivescovo che oltre al suo di Dio ce ne sono altri adorati da miliardi di uomini e che spesso hanno altre leggi? Quali leggi di quale Dio bisogna seguire? Solo quelle del suo?

La teocrazia cattolica si sta insinuando sotto la pelle di questa Repubblica malata e allo sbando. Fino a quale punto la brama di potere della Chiesa possa portare non è prevedibile.

Mettiamo caso che, solo per fare un esempio, un governo, che è di là da venire, decida di far pagare l'ICI a tutti i beni ecclesiastici. Obiezione obiezione. I beni della Chiesa sono di Dio, e si possono far pagare le tasse a Dio? Non sto scherzando.


martedì 20 gennaio 2009

Israele parli con Hamas

David GrossmanCome le volpi del racconto biblico di Sansone, legate per la coda a un'unica torcia in fiamme, così noi e i palestinesi ci trasciniamo l'un l'altro, malgrado la disparità delle nostre forze. E anche quando tentiamo di staccarci non facciamo che attizzare il fuoco di chi è legato a noi - il nostro doppio, la nostra tragedia - e il fuoco che brucia noi stessi. Per questo, in mezzo all'esaltazione nazionalista che travolge oggi Israele, non guasterebbe ricordare che anche quest'ultima operazione a Gaza, in fin dei conti, non è che una tappa lungo un cammino di violenza e di odio in cui talvolta si vince e talaltra si perde ma che, in ultimo, ci condurrà alla rovina.
[...]
Arriverà il giorno in cui cercheremo di curare le ferite che abbiamo procurato oggi. Ma quel giorno arriverà davvero se non capiremo che la forza militare non può essere lo strumento con cui spianare la nostra strada dinanzi al popolo arabo? Arriverà se non assimileremo il significato della responsabilità che gli articolati legami e i rapporti che avevamo in passato, e che avremo in futuro, con i palestinesi della Cisgiordania, della striscia di Gaza, della Galilea, ci impongono?
[...]
Parlare con i palestinesi. Questa deve essere la conclusione di quest'ultimo round di violenza. Parlare anche con chi non riconosce il nostro diritto di vivere qui. Anziché ignorare Hamas faremmo bene a sfruttare la realtà che si è creata per intavolare subito un dialogo, per raggiungere un accordo con tutto il popolo palestinese. Parlare per capire che la realtà non è soltanto quella dei racconti a tenuta stagna che noi e i palestinesi ripetiamo a noi stessi da generazioni. Racconti nei quali siamo imprigionati e di cui una parte non indifferente è costituita da fantasie, da desideri, da incubi.
[...]
Parlare, perché ciò che è avvenuto nelle ultime settimane nella striscia di Gaza ci pone davanti a uno specchio nel quale si riflette un volto per il quale, se lo guardassimo dall'esterno o se fosse quello di un altro popolo, proveremmo orrore. Capiremmo che la nostra vittoria non è una vera vittoria, che la guerra di Gaza non ha curato la ferita che avevamo disperatamente bisogno di medicare. Al contrario, ha rivelato ancor più i nostri errori di rotta, tragici e ripetuti, e la profondità della trappola in cui siamo imprigionati.

David Grossman


Tutto l'articolo QUI

lunedì 19 gennaio 2009

Censurato a Bologna il manifesto dello spettacolo di Daniele Luttazzi

Manifesto di Daniele Luttazzi censurato a Bologna

Nella "rossa" Bologna, nella "dotta" Bologna, nella "tollerante" Bologna è stato censurato il manifesto che vedete e che era già circolato in dieci città italiane, Roma compresa. Bologna non si merita più gli aggettivi che ho messo fra virgolette.

Per inciso in questa città gli spazi pubblicitari dei grandi manifesti sei per tre sono gestiti dalla IGP Decaux che è la stessa che ha proibito gli slogan atei sugli autobus di Genova.

Conclusione: la campagna pubblicitaria per la tappa bolognese del tour è stata rifatta completamente. «Ho dovuto rimettere mano ai manifesti – dice Luttazzi – col risultato che abbiamo tagliato l’immagine e ora sui manifesti c’è solo la mia faccia, in pratica sembra la parodia di un manifesto, è talmente ridicolo!».

La vicenda è raccontata QUI su La Stampa di Torino che nel suo perbenismo bigotto si guarda bene dal pubblicare il manifesto incriminato facendo a sua volta censura parlando di censura.

Gli autobus atei di Genova hanno figliato


Che uso fanno le Poste dei nostri dati personali?

Lettera Postel
[clic sopra per ingrandire]

Questa raccomandata con ricevuta di ritorno è stata inviata a un mio amico in risposta a una sua dove si lamentava delle numerose lettere di propaganda su cui era scritto (nei soliti caratteri microscopici) che il suo indirizzo era stato ricavato dal database di Postel, società del Gruppo Poste Italiane.

Questo mio amico non ha mai firmato alcun consenso al trattamento dei suoi dati, non ha un conto alle Poste, e quindi già il fatto che abbiano registrato il suo indirizzo da qualche parte suona strano, e suona ancora più strano che utilizzino questo indirizzo per inviare delle lettere che con le Poste non hanno niente a che vedere.

Leggo sul sito di Postel
Selezione del target: Postel fornisce i piu' avanzati servizi per selezionare e segmentare il target a piu' alto potenziale allo scopo di aumentare la redemption della campagna di comunicazione, ottimizzare l'investimento complessivo e migliorarne la redditivita'. Vengono offerti servizi di:
list management: vendita di liste profilate (nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di privacy) e consulenza per l'individuazione e selezione dei contatti a piu' elevato potenziale.


Ora sono veramente curioso di sapere da dove le Poste ricavano questi indirizzi "profilati", e se qualcuno di voi ha mai firmato moduli per il trattamento dei suoi dati in qualche ufficio postale.

La scorsa settimana ho ricevuto una lettera, una di quelle mandate anche al mio amico, e la dicitura in caratteri piccolissimi dice "Il fornitore delle liste è PDM sud - via Pacinotti, 1 - 20092 Cinisello Balsamo MI". Questa PDM è una società di marketing. Che le liste di indirizzi profilati di Postel abbiano preso il volo e siano atterrate in questa società?

Cosa dite? Avviso il garante della privacy?


domenica 18 gennaio 2009

La poesia è solo parola e nulla altro

Quando cominciai a inserire "le poesie del sabato" dissi che all'occasione le avrei accompagnate da qualche immagine. Non l'ho mai fatto tranne questa eccezione. E non perché mi mancassero foto o disegni appropriati. No, non l'ho mai fatto perché ci ho ragionato e ho concluso che le poesie andavano pubblicate per quelle che sono, un distillato di parole che racchiudono al loro interno l'essenza del loro significato più profondo senza orpelli fuorvianti.

La nostra vita quotidiana è così vessata dal bombardamento di immagini, fisse e in movimento, che la parola è ridotta a suppellettile quasi inutile nella comunicazione "alta", quella che si fa tramite delle emozioni. Così il linguaggio diventa chiacchiericcio e brusio informe.

Mi è capitato qualche volta di assistere a recite di poesie. C'è silenzio e silenzio. Quello che si instaura fra cento persone che trattengono il respiro per ascoltare versi diventa la pagina del bianco essenziale su cui sono scritte le parole.

Ma come disse l'amico Giuseppe Conte, poeta e scrittore, in questa occasione «La poesia se n'è andata da questo mondo e da questo tempo».

Un mondo defraudato della poesia, che è il culmine della parola, rischia seriamente di retrocedere nella barbarie.

Segnalazione
Premio letterario Città di Ventimiglia per il romanzo inedito ligure di ponente - I edizione
Termine ultimo per l'invio dei dattiloscritti 30 aprile 2009. QUI (pdf) il bando con tutte le informazioni.


I link della domenica #4



Questa domenica 10 link di blog rivolti ai ragazzi dai loro insegnanti. La Gelmini dovrebbe dar loro un riconoscimento speciale per tutto il tempo la passione e l'amore che dedicano a questo lavoro di cui usufruiscono tanti loro colleghi.

Ciao Bambini
Matematicamedie
Matem@ticaMente
Splash ragazzi
Quadernone blu
Maestro Antonio
Lo Zainetto
Blog di Maestra Leila
Oggi che si fa prof?
Osmosi delle Idee


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sabato 17 gennaio 2009

Giuseppe Ungaretti

L'angelo del povero

Ora che invade le oscure menti
Più aspra pietà del sangue e delle terra,
Ora che ci misura ad ogni palpito
Il silenzio di tante ingiuste morti,

Ora si svegli l'angelo del povero,
Gentilezza superstite dell'anima...

Col gesto inestinguibile dei secoli
Discenda a capo del suo vecchio popolo,
In mezzo alle ombre...


Giuseppe Ungaretti
Alessandria d'Egitto 1888
Milano 1970


giovedì 15 gennaio 2009

Il lato B delle donne

Man Ray - Le violon d'Ingres - Il lato B delle donne
Man Ray - Le violon d'Ingres

Sono rare quelle che riescono a fare autoironia giocosa sul loro didietro fuori misura, per così dire. Più facile scherzare sul proprio naso non proprio greco, o sulle proprie poppe non proprio da coppa di champagne.

Ho visto più volte occhiate di rassegnata invidia femminile al passaggio di qualche sedere perfettamente fasciato nei pantaloni o nella gonna con curve da compasso. Su quello che invece passava nella testa dei maschi in quella stessa situazione sorvolo.

Adesso un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School guidati da Ronald Khanda ha pubblicato uno studio sulla rivista Cell Metabolism che potrebbe essere una rivalsa per tutte quelle donne il cui corpo non è proprio perfetto ma che anzi presenta dei chili di troppo nel fondoschiena.

A quanto pare, infatti, l’adipe che si forma proteggerebbe dall’insorgenza del diabete di tipo 2. Sperimentazioni condotte sui topi in laboratorio hanno dimostrato che è proprio il grasso accumulato a rendere l’organismo femminile maggiormente sensibile all’insulina, l’ormone responsabile di regolare il trasporto degli zuccheri nel sangue. Ma i benefici del lato B a mongolfiera non si esauriscono qui. Sembra infatti che il fondoschiena abbondante stimoli la produzione di specifici ormoni, le adipochine, coinvolti nel metabolismo, favorendo l’eliminazione dei grassi sul giro vita.

Ooofff, sono riuscito ad arrivare fino in fondo senza mai pronunciare la parola culo.

martedì 13 gennaio 2009

Campagna sull'ateismo a Genova

campagna ateismo

Già me l'immagino il cardinale Bagnasco, capo dei vescovi d'Italia con residenza a Genova, andare avanti e indietro nelle segrete stanze almanaccando piani strategici per passare alla controffensiva.

Ma come? Proprio nella sua città i miscredenti dell'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) dovevano inscenare questa piazzata? Che poi proprio piazzata non è. Tutto regolare, come una normale campagna pubblicitaria pagata con denaro sonante all'AMT genovese.

Sono due autobus che dal 4 febbraio porteranno nei saliscendi del capoluogo ligure il messaggio che vedete sul retro e sulla fiancata. E se qualche passeggero particolarmente fedele facesse obiezione di coscienza e su quei mezzi proprio non volesse salire?

Aggiornamento 15 gennaio
Avevo finito il post con ironia pensando all'obiezione di coscienza dei fedeli e mi erano sfuggiti gli autisti. Sono loro che per primi hanno fatto obiezione e si rifiuteranno di guidare. Questa storia non è finita lì.

Aggiornamento 16 gennaio
Giorgio Bornacin, senatore e coordinatore regionale di An, fa ricorso al garante della concorrenza per pubblicità ingannevole: «far viaggiare sotto gli occhi di tutti, bambini compresi, uno spot pubblicitario che nega l´esistenza di Dio e invita a farne senza è una pubblicità ingannevole e quindi può essere bloccata».

Aggiornamento 17 gennaio
La concessionaria IGPDecaux degli spazi pubblicitari sui bus dell'Amt ha deciso di non concederli per questa campagna. Qui le motivazioni sul blog dell'UAAR. Come ipotizzavo all'inizio il cardinale Bagnasco è passato alla controffensiva senza indugio. In pubblico non ha detto niente sulla vicenda, ma chissà quali telefonate sono partite dalle segrete stanze.

campagna ateismo

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lunedì 12 gennaio 2009

Democrazia cristiana, rieccola

democrazia cristiana

Questa mattina appena uscito di casa e svoltato l'angolo per infilarmi nel metrò, tra il freddo (-6) e mucchi di neve ho avuto la sensazione che delle traveggole si fossero impossessate del mio cervello per incunearmi in un flashback, ma proprio back back back. Dopo essermi pizzicato forte mi son reso conto che era realtà quella che avevo davanti. Un manifestone 3x6, fresco di attacchinaggio, con stampato su quello che vedete.

Mi piacerebbe sapere da voi se avete mai visto un slogan più falso di questo?

domenica 11 gennaio 2009

Gaza, la realtà mistificata



talebani

Ieri volantini sono stati buttati su Gaza dagli israeliani. È facilmente pensabile che il contenuto fosse dello stesso tenore della vignetta. La propaganda di guerra è terribile.

I link della domenica #3



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venerdì 9 gennaio 2009

La guerra in Afghanistan

talebani

Ormai sembra quasi certo. Il contingente militare italiano in Afghanistan verrà aumentato di parecchie unità. E visto che questa guerra è una priorità nel programma di Obama immagino che la votazione al Parlamento abbia consensi pressoché unanimi.

Ma questa volta lo si dica netto. Non si va laggiù per vaghe questioni umanitarie a cui non crede nessuno. Si va laggiù per far fuori il maggior numero possibile di Talebani che si sono ripresi e controllano ormai il 75 per cento di quel Paese. Si abbia il coraggio alla Camera di pronunciare la parola "guerra", con tutto quello che comporta.

E in una guerra è d'obbligo mettere in conto morti e feriti. I morti, dopo gli onori militari dei funerali, si liquidano con una pensione alle vedove. E i feriti?

C'è su questo numero del Venerdì, magazine di Repubblica, un'intervista di Gianni Barbacetto a un carabiniere, Riccardo Saccotelli, rimasto gravemente ferito, come altri militari, nell'attentato a Nassiriya in Iraq, che denuncia il comportamento vergognoso di questo Stato. Entrambi i timpani perforati dall'esplosione, non gli è stato riconosciuto da parte della Difesa alcunché. Niente di niente.

Parla Riccardo Saccotelli perché si è dimesso con grande amarezza dall'Arma in cui pur credeva. Ma quanti militari feriti rimasti nell'esercito di cui non sappiamo tacciono?

I reduci, feriti o mutilati, sono sempre una vergogna agli occhi dei militari e dei politici, perché sono lì vivi a testimoniare l'assurdità del macello verso cui li hanno mandati.

mercoledì 7 gennaio 2009

Luciano

luciano mauro

L'altra sera ho cenato tête à tête, noi due da soli, con Luciano nella pizzeria del Lula. E gli chiedo subito scusa per aver pubblicato questa sua foto che gli ho scattato a tradimento. Non vuole mai farsi ritrarre, tirando fuori le motivazioni più incredibili che poi in fondo è solo una, sempre taciuta e inconfessata. Che una foto gli rubi l'anima, almeno un po'. Lui così generoso con tutti, ma l'anima no, quella è solo sua.

Fu l'unico, Luciano, che al G8 di Genova, seminudo, con un grande balzo, riuscì a oltrepassare la blindatissima zona rossa. E in quella occasione fu definito da Adriano Sofri su Repubblica "il gran vegliardo". Un gesto che travalicò lo stretto significato politico per diventare un atto di arte comportamentista della più genuina.

Siamo amici da una vita. Mi aveva cercato dopo molto tempo quando ero ancora a Milano, e così ce la siamo raccontata, ognuno mettendo tasselli di memoria mancanti a quella dell'altro. Ma non solo memoria, anche sogni di quello che si potrebbe fare ancora assieme, lui io e gli altri un po' dispersi.

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martedì 6 gennaio 2009

Edera

foglia di edera

Sono in Liguria. Oggi nuvole, ma nei tre giorni passati il sole sembrava amplificato contro la lente del cielo cristallo. La forbice del dì si sta allargando e ogni giorno rubacchia momenti di luce alla notte.

Così sono andato in giro per la campagna alla ricerca di un filo d'erba. La Natura nella sua estrema semplicità che all'occhio può forse apparire banale modesta povera al confronto di certe piante lussureggianti nelle curve e fantasmagoriche nei colori.

Cerco un filo d'erba da fotografare sotto la brina o la rugiada. Qualcuno l'ho già trovato, ma non è lui quello che cerco. Mi si nasconde e si ritrae, forse pudico e timido a mostrarsi. Non è ancora il momento, per me e per lui. Ma il momento verrà.

Vengo allora attratto da altre piante come questa edera la cui foglia ho messo contro il sole di cui dicevo all'inizio. Ma non solo la foglia anche i semi che, ne sono sicuro, avrete già visto chissà quante volte senza averli mai osservati attentamente.

foglia di edera
Semi di edera. Circa due millimetri di diametro.

sabato 3 gennaio 2009

Erri De Luca

Volti

Chi ha steso braccia al largo
battendo le pinne dei piedi
gli occhi assorti nel buio del respiro,
chi si è immerso nel fondo di pupilla
di una cernia intanata
dimenticando l'aria, chi ha legato
all'albero una tela e ha combinato
la rotta e la deriva, chi ha remato
in piedi a legni lunghi: questi sanno
che le acque hanno volti.
E sopra i volti affiorano
burrasche, bonacce, correnti
e il salto dei pesci che sognano il volo.


Erri De Luca
Napoli 1950

venerdì 2 gennaio 2009