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venerdì 16 aprile 2010

Frutteto urbano

Frutteto urbano
Frutteto urbano

C'è un post, dei 976 pubblicati finora, che mi piace particolarmente e proprio a quello che avevo scritto pensavo questo pomeriggio quando scattavo le foto che vedete.

Sono installazioni artistiche (artistiche?) posizionate nell'atrio della stazione Garibaldi in occasione del Salone del Mobile che si svolge questa settimana, e che anima anche, fin troppo per i miei gusti, alcune zone della città per eventi e performance varie..

Riporto dalla locandina
Il progetto consiste nella realizzazione di un colorato frutteto disegnato da Ton Matton, architetto olandese che ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia, ideato appositamente per l'atrio della Stazione di Porta Garibaldi. L'installazione è realizzata con dozzine di alberi da frutto impiantati in vasi colorati e nutriti con un apposito sistema di auto alimentazione eco-sostenibile progettato dal designer olandese.

Sarà anche una provocazione o quello che volete, ma quando scrissi "alberi senza radici", radici metaforiche beninteso, pensavo a piante senza storia, replicanti, ma sulla Terra.

Qui ormai invece il cerchio s'è chiuso. Le piante oltre a non avere più radici non hanno nemmeno più un luogo fisico col suo sole, sostituito dai led, e sono costantemente tenute sotto flebo.

Queste installazioni sono in vendita. Andranno senz'altro in qualche casa chic e i padroni le mostreranno con orgoglio agli ospiti. A me invece viene da inorridire.


Frutteto urbano
Frutteto urbano

13 commenti:

  1. naturalmente (!) sono in vendita a prezzi da installazione (artistica). altrimenti la casa chic diventerebbe meno chic. e gli ospiti potrebbero avere dei dubbi: dubbi che invece l'alto prezzo fugherà immantinente.

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  2. definiamo lo chic?
    Io la vedo come una minchiata galattica.
    Avevo scritto maialata, ma ho cambiato, amo e rispetto gli animali, molto meno i minchioni

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  3. concordo con fizzi: anche per me la definizione esatta è minchiata galattica.

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  4. Nonostante tutti gli sforzi dell'architetto olandese Comesichiama, a casa mia morirebbero come succede a tutte le piante (eccetto il papiro che non muore mai)! Comunque, bel modo di spendere le tasse federalisticamente incamerate dai nostri nuovi regimi norditaliani...

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  5. Forse sono esperimenti per la futura colonizzazione di un pianeta!O semplicemente piante recise che durano in casa più a lungo dei fiori creando un surrogato della natura in tempi un cui tutto è sostituibile.

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  6. L'effetto che fa la prima foto del tuo post è unico: in persegu cun a flebo!
    Ho aperto il tuo blog appena finito di pubblicare un post dove alludo all'artificio dei tempi moderni nei confronti della natura e mi è venuto da ridere: più artificio di così!
    Sorge spontaneo: povere piante...

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  7. Caro Alberto,
    non potrei essere più d'accordo... questa cosa mette una tristezza indescrivibile e mi fa pensare ad alcuni episodi di Star Trek in qualche pianeta lontano dove tutto è artificiale... brrrr... che orrore...

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  8. Per carità, rispetto opinioni e gusti ma se questo è 'chich'...

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  9. Design, architettura, installazioni... persino le parole usate nella descrizione sanno di artificiale. Questa sarà anche "arte", ma quando penso a un alberello a me vengono in mente ben altre immagini, con colori, profumi e suoni completamente estranei a quelli che si incontrano nell'atrio di una stazione. Che tristezza.

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  10. Non mi piacciono , come non mi piacciono gli animali nelle gabbie ...
    Forse perchè amo troppo i boschi, la campagna e il mare " al naturale " ...
    Sono forse antica dentro oltre che fuori!
    cari saluti
    valverde

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  11. @Marcoboh
    Eh sì, il valore alle cosa glielo dà il prezzo. Se poi sono della cagate chissenefrega.

    @Fizzi
    Chic? Ecco bisognerebbe definire cos'è.

    @Gimmi
    Non è proibito adoperare anche termini più grevi.

    @Stephen who
    Bravo, ecco dove vanno i soldi per la cultura.

    @Filo
    Non sono piante recise, almeno nel senso anatomico o fisiologico che dir si voglia.

    @Pia
    Povere piante e poveri noi.

    @Enrica
    Tristezza e anche incazzatura.

    @Chit
    Ma noi non siamo schic per certe cose come queste.

    @Ross
    Hai colpito nel segno anche se non avevi visto il seguito della locandina che dice
    "Si crea così una sorta di zona verde indoor, un piccolo bosco, un frutteto urbano che alimenta realmente e metaforicamente l'idea della Stazione come Agorà, come spazio di condivisione, di incontro, di scambio e di 'alimentazione' culturale"
    Fumo, fumo e ancora fumo. Cioè cazzate.

    @Valverde
    Benvenuta, no, non sei antica, sei giusta.

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  12. mah

    come si fa a chiamare una cosa del genere eco-sostenibile...

    'sti alberelli con la flebo
    mamma che orrore
    mi fanno spavento quanto le "mucche bio" di cui parlavo da poco!

    e gli esseri umani come finiranno? forse così?

    http://cherrybombpie.com/wp-content/uploads/2009/04/matrix-pod.jpg

    ciao!

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  13. francesco bassi31/1/12 12:27

    ciao a tutti vedo ora questo blog, comparso nelle mie ricerche di agronomo. Devo dire che pur amando la natura 'libera', non sono d'accordo con la maggior parte dei commenti postati, poichè non si tiene conto di reali difficoltà che possono esserci in alcuni luoghi freddi e bui nell'accesso alle coltivazioni di orti e frutteti (esempio paesi nordici). E' evidente che l'autore ha voluto fare una specie di provocazione, ma molti studi scintifici e agro-alimentari si stanno indirizzando in quella direzione.
    Cioè riuscire a trovare soluzioni a basso costo e basso consumo energetico dove mancano sole e calore sufficienti per coltivare frutta e verdura. Ho verificato e questa proposta potrebbe essere molto interessante! quindi non è da buttare!

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