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mercoledì 23 marzo 2011

Dove siamo finiti noi pacifisti?


La domanda prima di porla a voi l'ho posta a me stesso e non ho trovato una risposta che mi desse anche una pur minima soddisfazione perché la mia coscienza non ammette ambiguità. Dove siamo dunque finiti noi pacifisti? Che forse ci sono cacciabombardieri "buoni"?

25 commenti:

  1. Bravo Alberto!
    Me lo stavo chiedendo pure io. No, non ci sono cacciabombardieri buoni c'è solo una propaganda fatta meglio... La guerra è guerra ed è ignobile qualunque sia la ragione per farla.

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  2. Me lo chiedevo anch'io con altri compagni e ho scoperto che non eravamo d'accordo su quasi nulla.
    L'individualizzazione della società ha come primario obiettivo la frammentazione e la distrazione, e ci riesce benissimo.
    Concordo con @enrica, si tratta di propaganda e non di buone ragioni.

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  3. il fatto è che quell'articolino che dice che l'italia ripudia la guerra, suona, come molti altri, quasi retorico, dopo tutte le volte che è stato ignorato. in generale io sono contraria alla guerra, però credo che certe dinamiche siano talmente complesse che si fa fatica a dire "no alla guerra a prescindere". lo può dire il cittadino, difficile che lo dica lo stato. uno stato che "ha bisogno" della protezione militare della nato. uno stato che soprattutto mira ad essere una delle primedonne dell'occidente. uno stato che probabilmente sta cercando di lanciarsi in extremis sul carro dei vincitori (forse). boh, comunque non voglio fare del pressapochismo. :)

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  4. " Noi faremo la nostra parte" ha dichiarato il presidente della repubblica, ma il mio dubbio é: Dal 1969 abbiamo avuto oltre quarant'anni di tempo per fare la nostra parte con altri sistemi diversi dai bombardieri e cosa abbiamo fatto per incentivare la democrazia in quel paese?
    Forse, eravamo troppo impegnati ad estrarre il petrolio e i bombardieri è possibile che facciano scaturire qualche nuovo pozzo.

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  5. Non sò. So solo che dopo avergli baciato tutto il baciabile ora lo bombardiamo e ci dichiariamo "addolorati per lui"....ma va là...

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  6. ma come Alberto, non lo sai? hanno fatto di tutto per smembrare i movimenti pacifisti: con la repressione, la persecuzione, non solo con la propaganda che la guerra a volte è necessaria (per ragioni "umanitarie"!)... hai partecipato per caso ultimamente a un presidio antimilitarista? io sì, e ben che vada ti prendono per pazza, ma continuerò a seguire Gino Strada e a dire come lui "non sono pacifista: sono contro la guerra - sempre e comunque!

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  7. la fine direi che è quella della bandiera.
    Il punto qui è che ci hanno raccontatao che gli ideali fanno schifo e che le utopie fanno male e molti a son di sentirselo dire hanno fatto proprie le parole e i fatti.
    Ieri leggendo alcuni commenti alle parole di Gino Strada ho provato rabbia per coloro che chiedono ad esempio a uno come lui la soluzione alternativa alla guerra.
    Dobbiamo ritrovarci tutti ma non solo in italia.

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  8. Io sono qui. Con la bandiera arcobaleno alla finestra e la spilletta di Emergency sempre sullo zaino.

    Molti altri, nel movimento e nei dintorni, purtroppo in questi giorni li sto scoprendo... pacifinti, pieni di "se" e di "ma", convinti che in questo caso l'intervento militare in Libia sia l'unica soluzione possibile.
    Su questo sono irremovibile: la guerra non è MAI una soluzione, e non è MAI una necessità: è sempre una scelta, e chi la appoggia o non vi si oppone è un assassino.

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  9. Sto cercando di esportare la mia idea: non esistono bombe intelligenti, solo uomini idioti.
    E questo vale per TUTTE LE GUERRE!
    Mi girano Alberto, tanto.
    Non c'è quasi più nessuno.
    Pochi ma buoni :)
    Ciao

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  10. Forse stanno ristampando le bandiere, con tutta la pioggia che è venuta in 'sti mesi si sono scolorite quelle appese su tutti i balconi.

    Appena saranno pronte, finiranno le guerre

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  11. A proposito di bandiere, mi pare che Sarkozy ne abbia fatte portare parecchie in Libia... Ma non quelle arcobaleno, quelle francesi.
    E' un brutto mondo... :-(

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  12. Che dire Alberto, metaforica stretta di amno amico mio, come te mi sono posta la domanda e leggendo le dichiarazioni di questo o quel rappresentante mi dico che voglio scendere da questo folle mondo.
    Bastava andarlo a prendere con i caschi blu e depositarlo all'Aia...

    Le "bombe umanitarie" rendono di più.

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  13. gian paolo23/3/11 20:32

    Bella domanda!

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  14. Possibili risposte.
    A) Stanchi di combattere, spesso inutilmente, su più fronti.
    B)Distratti dalle beghe di casa nostra.
    C) Anche il pacifista forse teme di rimanere senza gas e petrolio.
    D)Altro....

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  15. contro qualunque guerra e violenza.
    sempre, e sempre concon la bandiera arcobaleno,che rispolveriamo già venerdi sera al teatro dell'albero di san lorenzo nello spettacolo.
    mi piacerebbe salutarti se sei da queste parti

    ciao alberto.

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  16. Spero che questo dibattito messo in atto da Alberto abbia tanti proficui interventi. Anch'io sono lacerato nel trovare una risposta e nel mio blog ho definito l'ONU "un terribile condominio" perché ha affidato ai "volenterosi" il ruolo di intervento e di arbitro che spettano all'ONU.
    Da un lato mi sento di condividere quello che ha detto Gino Strada e dall'altro non posso ignorare che nei giorni passati ho sperato in qualche intervento per scongiuriare un massacro a Bengasi.
    Il movimento pacifista si deve riocomporre come si deve ricomporre la lacerazione della coscienza: l'intervento c'è stato, ora occorre spingere per la soluzione diplomatica e per il reciproco cessate il fuoco.

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  17. Non avete ancora capito che con i pacifisti non si vendono armi e se non si vendono armi e non si fanno le guerre non posso più permettermi lo Yacth da 92 metri.

    VIVA GINO STRADA

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  18. Forse dovremmo cominciare a chiederci: che cosa posso fare di utile io. L'affermazione identitaria, le bandiere, le lascerei alla destra. E il senso d'impotenza, la sensazione che se non fermo la guerra è colpa mia, lo lascerei sul lettino dello psicanalista.

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  19. la pace si difende con tutti i mezzi.. il despota Ghedafi va eliminato. piaccia o non piaccia, 1200 persone fatte ammazzare dentro un carcere, e questo continuo ricatto sui clandestini che vengono ammazzati dai suoi bei scagnozzi? il petrolio è il motore della nostra società, comunque sia lo si paga e se i proventi questi despoti li utilizzano per arricchirsi ed al popolo vanno le bricciole, allora ci mandiamo gli f 15 ed i mirages e la facciamo finita. basta con le ipocrisie ed i sensi di colpa da benestanti benpensanti, a me pare che non rinunciamo a nulla, anzi..
    Maistretu

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  20. Nè per la guerra nè per Gheddafi.

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  21. già, quanto sono scolorite le bandiere sui balconi

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  22. Parte 1)

    Mi dispiace, ma non posso non essere grandemente perplesso.
    Condivido le critiche sulla annosa gestione dei rapporti con il Colonnello libico (e con gli altri regimi autoritari, Arabia Saudita compresa). Tuttavia non me la sentirei di stare oggi con le mani in mano. Avevo grosse perplessità (poi rivelatesi fondate) sull'opportunità di bombardare la Serbia per "tutelare" il Kosovo albanese (c'era il governo D'Alema, allora). Mi ero anche letto un corposo romanzo di un importante autore serbo ("Migrazioni", di Milosz Crnianski) per "capire" il problema. Per i Serbi, il Kosovo è la loro terra di origine, dalla quale furono scacciati nel 1370 dai turchi (musulmani come gli albanesi). Non era, quindi, una "colonizzazione", ma un recupero delle radici. D'altronde, una volta eliminato Milosevic' gli albanesi si sono comportati nei confronti della popolazione serba (e non del tiranno...) allo stesso modo in cui i soldati serbi trattavano loro. Oggi, poi, il Kosovo è governato dalla mafia albanese. Un intervento rivelatosi almeno inopportuno, insomma.

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  23. Parte 2)

    Dell'Iraq non vale nemmeno la pena di parlare: Bush ci ha raccontato la menzogna delle armi, che Saddam in realtà non aveva.
    Mi sento assai meno sicuro sull'Afghanistan. I talebani li abbiamo organizzati, addestrati e armati noi occidentali, in funzione antisovietica, negli anni Ottanta. Insomma, è un regalo che agli afghani abbiamo fatto noi. Certo che sono dei fanatici (e che distruggono le opere d'arte, ecc.), ma allora ci andavano bene proprio per quello. Possiamo adesso lavarcene le mani e dire: se la sbroglino tra di loro, lasciando la popolazione locale in balia di questa gente (che sarà anche parte di quella popolazione, ma non mi sento di dire che la rappresenti tuttta, e nemmeno la maggioranza)? Certo, come annotava Nicolas Bouvier, in giro da queste parti nell'ormai lontano 1953, "Ci sarebbero meno fondamentalisti se ci fossero meno pance vuote". Ma noi sulle pance vuote e sui fondamentalisti ci abbiamo giocato e speculato. Possiamo adesso (ora che non ci servono più, ed anzi non avendo più il nemico russo se la prendono con noi) chiamarcene fuori e andarcene via, senza problemi di coscienza, anche se i nostri soldati lì ci lasciano la pelle?

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  24. Parte 3)

    Gheddafi, poi. Anche con lui abbiamo flirtato. Ci faceva comodo, certo, per tanti motivi. Sapevamo com'era, come lo sapevamo dei Talebani. Anche Hitler per certi versi faceva comodo, come baluardo dell'Occidente contro la Russia (non a caso, dopo la guerra, tanti nazisti sono stati "riciclati" dagli americani, a cominciare dal costruttore di missili Von Braun). Ma adesso? Quest'uomo sta bombardando la popolazione che non lo vuole più. Mi rendo conto che le Potenze prediucano bene e razzolano male (lo ha detto persino Bossi: "Americani e francesi sono molto bravi a parlare di democrazia e a fare i loro interessi, noi invece siamo molto bravi a prenderlo in quel posto"). Però, che facciamo? Ci rimettiamo alle diplomazie, che convincano Gheddafi a deporre le armi e ad andarsene? Guardandoci nelle palle degli occhi: ci crediamo davvero mentre lo diciamo? Mi viene in mente lo scrittore Jean Giono (quello dell'uomo che piantava gli alberi). Fu, giovanissimo (era nato nel 1896), soldato in trincea durante la prima guerra mondiale. Divenne, per questo, un pacifista convinto. Nel 1939 fu arrestato per aver strappato i manifesti della mobilitazione generale contro la Germania. Dichiarò allora: "Lasciatemi andare da Hitler, che lo convincerò io a non fare la guerra". Lui ci credeva, ma noi? Possiamo affermare, in buona fede, che avesse ragione?
    Come sarebbe finita se gli avessero dato ascolto?
    Personalmente, sono un "mite", nel senso bobbiano del termine. Sono incapace di concepire l'abuso e la violenza come metodi di confronto. L'esperienza (anche qui dentro, se ben ti ricordi...) mi ha però insegnato che non si può giocare ostinandosi a usare solo i dadi buoni contro chi usa i dadi truccati, non si vince mai. Non si può dialogare con chi non ascolta. Non si può usare solo la diplomazia contro chi usa solo le armi. Mi si citerà Gandhi e la non violenza. Certo, ma Gandhi usava la non violenza - o resistenza passiva - per scardinare delle regole impositive assurde, che si palesavano tali nel momento in cui venivano disattese. Qui il caso è diverso. Stamo tutti fermi, tempestiamo Gheddafi di telefonate e di dispacci, e intanto i suoi aerei e i suoi carri schiacciano Bengasi, ammazzano tutti gli oppositori e gli ridanno il controllo su tutto il paese, a spese della popolazione. E poi? Una volta finita così questa partita, cosa avremo ottenuto? Gli boicottiamo il petrolio? Qualcuno che lo compra, perché ne ha bisogno, ci sarà sempre. Qualcuno senza troppi scrupoli che gli venderà armi ci sarà sempre. Gli facciamo un embargo di merci? Il regime avrà sempre e comunque agiatezza, e la popolazione disagi, finchè i disagi diverranno tali che la popolazione si ribellerà nuovamente, e allora si ricomincerà da capo.
    Non so, i principi generali sono sempre una gran cosa, ma poi ci si trova a doverli ricondurre alla dura realtà, che è invece una cosa assai meno grande, purtroppo (l'utopia è bella, ma tieni conto che "Utopia" in greco significava "non luogo": un posto che non c'è, insomma). Ossia, se si vuol lavorare, non si può evitare di sporcarsi le mani, temo. Come si diceva una volta, "chi va al mulino si infarina".

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