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sabato 26 novembre 2011

Konstantinos Kavafis

In una grande colonia Greca nel 200 a.C.

Non c’è il minimo dubbio, è palese
che le cose non vanno bene in questo Paese.
Benché tiriamo in qualche modo avanti,
è forse giunto il tempo, come pensano tanti,
di far venire un Gran Riformatore.

Ma qualcosa è d’ostacolo all’impresa:
questi Riformatori hanno pretesa
di fare grandi storie di ciascuna
cosa (poterne fare a meno, che fortuna!).
Sopra questioni di nessun valore
fanno indagini, lunghe inquisizioni,
piani di radicali modificazioni,
e d’attuarli senza remore hanno cura.

Hanno poi una tendenza al sacrificio:
"A quel possesso rinunziate: lo dovete!
La vostra occupazione è malsicura.
Certo, tali possessi recano pregiudizio.
Dovete rinunziare a quest’entrata
e a quest’altra, alla prima strettamente legata,
e a questa pure, che da quelle è derivata.
Sono essenziali, si. Ma che volete?
Responsabilità ne vengono, e non liete".

E quanto più procedono, eccoli reperire
Cose e cose superflue, che vogliono abolire.
Sopprimerle, peraltro, è cosa dura.

Partono, se Dio vuole, fatta l’opera attesa,
dopo avere fissato e potato (in contanti
ricevono un compenso giusto, come d’intesa):
vedremo adesso cosa resta, dopo
l’intervento chirurgico saggio e risolutore.

Forse non era il tempo. Via, non siamo zelanti
oltre misura! È un rischio la fretta, nelle imprese.
E dei provvedimenti prematuri ci si pente.
Sono molte le cose storte, ahimè nel Paese:
ma di perfetto, al mondo, non c’è niente.
E dopo tutto, via, tiriamo avanti.


Konstantinos Kavafis
Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863
Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1933


8 commenti:

  1. @Alberto è del 200 a.C. eh?
    Avessimo sbagliato tutto e capito na mazza di come gestirci e/o farci gestire?

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  2. Kavafis è pieno di queste chicche, dal Re Demetrio ad Aspettando i Barbari (pensate ai leghisti, cosa giustificherebbero la propria esistenza senza i presunti "barbari": "E adesso cosa faremo senza barbari? Quella gente era una soluzione, dopotutto" conclude il poeta) a questa, su certi "spin doctors" dalla varia disponibilità politica, dei quali si è parlato in passato anche su questo blog....

    CI AVESSERO PENSATO

    Sono ridotto povero e randagio.
    Questa città fatale d'Antiochia
    m'ha divorato tutto:
    fatale, con la sua prodiga vita.

    Sono giovane, e d'ottima salute.
    E poi posseggo il greco a meraviglia
    (a menadito Platone, Aristotele,
    e oratori, e poeti, e checchessia).
    Di cose militari ho qualche idea,
    e amicizie tra i capi mercenari.
    Sono piuttosto addentro nell'amministrazione.
    L'altr'anno, sono stato sei mesi ad Alessandria:
    conosco (è sempre utile) le cose di laggiù:
    le canagliate, i piani del Malfattore, eccetera.

    Per tutto questo, credo d'essere indicato
    pienamente a servire il mio Paese,
    la mia patria diletta, la Siria.

    Qualunque sia il lavoro che m'affidino
    cercherò di giovare al Paese. Il mio proposito
    è questo. Se m'intralciano però coi loro metodi
    - la conosciamo quella brava gente (sorvoliamo) -
    se m'intralciano, ebbene: la colpa non è mia.

    Io mi rivolgerò prima a Zabina,
    e, se quell'imbecille non m'apprezza,
    andrò dal suo rivale, andrò da Gripo.
    E se neppure lui mi vuole (quell'idiota),
    me ne vado da Ircano dritto dritto.

    Mi vorrà pure, uno di loro tre.

    La mia coscienza è in pace,
    quanto all'indifferenza della scelta.
    Rovinano la Siria tutti e tre.

    Sono un povero diavolo. La colpa non è mia.
    Un uomo disgraziato, che cerca di sbarcare
    il lunario. Ci avessero pensato, i sommi dei,
    a farne un quarto, onesto.
    Mi mettevo con lui, con gran piacere.

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  3. il fatto è che questo paese è solo un immenso merdaio, difficile fare le dovute differenze, in passato era più semplice, i semplici si accontentavano della loro semplicità, i politici di allora ne erano, in qualche modo, l'espressione. questo discorso valeva almeno per la mia parte, il PCI ed una sinistra diffusa,e il discorso valeva anche per una buona parte della DC, una Politica in buona parte onesta e sensibile ai bisogni, non piegata alla finanza ed ai suoi crimini. O

    ggi registriamo che di quella storia non resta più niente, oggi quella "casta", quell'infame coagulo di interessi trasversali è il vero ed unico nemico da sconfiggere, forse la nuova "Resistenza" partirà da li. Ricordi Alberto l'anno scorso quando sul blog intervenne Velardi? uno di quelli che entrarono al governo nel 1998, uno di quelli che aveva le pezze al culo...altro che Polis..
    Maistretu

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  4. Ecco, Velardi è proprio uno che potrebbe essere "l'io poetico" di Ci avessero pensato...

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  5. La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione. Chi l'ha detto? Platone, attorno al 400 a.C., mese più mese meno.

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  6. Ci evolviamo meno di quello che si crede..

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