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mercoledì 7 dicembre 2011

Le tasse e i cobra

Ci sono fatti che accadono in zone del pianeta da noi distanti che ci fanno sorridere e anche ridere e poi sotto sotto ci fanno forse anche sorgere qualche desiderio di emulazione, visti i tempi che corrono.

Harayia (India nord-orientale). Un incazzatissimo signore di nome Hakkul soffocato dalle tasse si è presentato nell'ufficio governativo dove avrebbe dovuto pagare e ha liberato una dozzina di serpenti velenosi tra cui alcuni micidiali cobra.

C'è il video.

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16 commenti:

  1. Desiderio di emulazione - decisamente quella. Senza indugiare oltre. Da noi ci sono le vipere, e in effetti le saprei anche catturare ;-)

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  2. Più che a chi ce le fa pagare , le tasse, i cobra bisogherebbe infilarli dove stanno quelli che non le pagano (e così ne fanno pagare molte di più a noi). Il nostro livello di tassazione è a livello di Nord Europa, ma i servizi cha riceviamo in cambio, proprio no: sia perché uguale livello di tassazione non significa uguali tasse pagate (non credo che il livello di evasione danese o svedese sia pari al nostro), sia per le disfunzioni nell'erogazione dei servizi, che mirano a soddisfare tutti gli interessi fuorché quelli degli utenti.
    Tra le cose che ha detto Monti, ce n'è una che è evidentissima, ma che nessuno (nessuno tra i potenti, intendo) ha mai evidenziato prima: i costi della politica non sono solo gli stipendi che eroghiamo a questi personaggi, ma anche il frutto di decenni di decisioni mirate alla prossima campagna elettorale e non agli interessi, decisamente più a lungo respiro, della collettività. Fossi più manesco, darei uno schiaffo a chi mi dice: "Negli anni Ottanta sì che stavamo bene!". Io c'ero, e ricordo benissimo COME stavamo bene, con le code di "clientes" agli uffici dei politicanti, ai gadgets più bizzarri distribuiti durante le campagne elettorali, agli incontri e convegni più impensati, adeguatamente forniti di munizioni per bocca...
    Per non parlare delle opere pubbliche più o meno utili (es. ospedali minori, ora pianamente diseconomici, costruiti per preparre la candidatura il regione del presidente della locale USL, eccetera eccetera...) e sempre costose...
    E di tutto il resto: basta guardarci attorno, che le cose in mente ci vengono.
    Chi pensavamo pagasse tutto ciò, dai servizi alla "clientela", ai regali, alle opere? I marziani?
    Adesso ci tocca, purtroppo. I mercati e la finanza sono quel che sono, ma il debito pubblico non lo hanno fatto né i mercati, né la finanza, né l'Europa. Lo abbiamo fatto noi, o meglio, le persone che abbimo messo là, votandole, a fare quello che hanno fatto. Non ce ne siamo accorti?

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  3. avevo sentito di questo signore che comunque ha fatto il giro del pianeta: peccato che qui da noi gli incantatori di serpenti portino il cappuccio nero, i cobra stiano in parlamento e riguardo le tasse è ancora considerato figo quello che non le paga.
    @ceg: sai dove glieli metterei io i cobra a quelli che c'erano fino a ieri ed hanno tassato solo al 4 lo scudo fiscale?

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  4. Sono d'accordo con c.e.g. al 100% e, oltre che agli evasori fiscali, i simpaticissimi cobra li farei recapitare anche a chi ha permesso a generazioni di lavoratori di andare in pensione da quarantenni, dopo una dozzina di anni di "faticosissimo" e "strasudato" impiego statale o parastatale.

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  5. Maistretu8/12/11 06:54

    Monti è l'espressione di quella finanza che ha causato questo sfascio, parte da lontano, lo chiamavano effimero allora, poi si è trasformato in creativo, poi in finanza creativa, quella che ha reso miliardiari chi portava le pezze al culo. questa finanza ultima contrattura di un sistema post capitalistico, incapace, come tutti i sistemi di umana creazione,di sperimentare altri passaggi, priva una parte del mondo dei più elementari diritti, e costringe l'altra quella che fu la culla della società mercantile, ad una regressione di mera sudditanza.
    diritto e cittadinanza non sono più in stretto legame con questo tipo di società, forse, il cobra o il fucile, serviranno a rimodularne una diversa, forse..
    Maistretu

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  6. La finanza ha certo molte colpe sull'andazzo generale del mondo, ma attribuirle la colpa del debito pubblico italiano è lo stesso che attribuire i guai giudiziari di Berlusconi ai "comunisti".
    Viviana ha ricordato certi pensionamenti precosi, che ben conosco anch'io: ricordo beniussimo un amministratore comunale della mia zona, che al'epoca inizio anni Novanta) andòà in pensione dalle ferrovie prima di compiere i 40 anni (di età) con 34 anni di servizio. E come lui tanti altri, "parcheggiati" da un certo modo di fare politica non nell'interesse collettivo. Ma chi li ha pagati i contributi di quelle pensioni, e chi ha pagato e paga quelle pensioni? Non è stata la finanza a fare queste operazioni disinvolte, né a dilapidare inutilmente (o meglio, per l'utilità di alcuni) il denaro di tutti.
    Finché continuiamo a dire che tutta la colpa è di Berlusconi (e non di chi, dall'altra parte politica o prersunta tale, lo ha diretamente o indirettamente favorito) o delle banche (che pure suscitano in me una forte repulsione istintiva, quasi fossero un inferno contemporaneo), di strada ne faremo ben poca.
    Una volta, tutto quel che andava male era dovuto alle "tigri di carta dell'imperialismo americano", poi i libri di Tiziano Terzani ci hanno mostrato una realtà un po' più complessa, con grandi problemi anche in Cina, in Vietnam, in Russia, dove non comandavano gli imperialisti...
    Ogni giorno vedo, attorno a me, quel che è diventata la degenerazione della politica, purtroppo non solo nel PDL... è in questo schifo, che però costa ai cittadini non poco, la finanza non c'entra nulla.

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  7. Non sarebbe una brutta idea, ma ho paura per i poveri cobra, sarebbero capaci di tassare anche loro. Sono poi completamente d'accordo con c.e.g. su quello che dice. E' vero che sono stati fatti dei lavori inutili negli anni 80, ma penso che la gente ne abbia nostalgia soprattutto perché si trovava lavoro.
    Ciao a tutti due.

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  8. Se un cobra morde un politico italiano, muore il cobra...

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  9. Maistretu9/12/11 08:27

    si andava in pensione perchè era giusto godersi un poco di vita, oltre al tempo del lavoro subordinato, un tempo non scandito dalle sveglie, dai turni di notte, dai ritmi della produzione, dai fumi e dai rumori, spesso il lavoratore che per 37 anni aveva "dato" in tutti i sensi, spesso non riusciva a ritrovare un ritmo diverso, e spesso alla fuoriuscita dal luogo di lavoro si accompagnavano forme di depressione.. forme di incapacità di trovare altri modi di vivere e socializzare. noi purtroppo vediamo quello che ci fanno vedere, viziati da una profonda ignoranza e disumanizzazione, ma le cose stanno diversamente, il tempo del non lavoro non è solo un diritto ma è anche una medicina, nella seconda metà degli anni settanta una indagine della CGIL ferrovie con l'università di Padova accertò che i macchinisti avevano una vita media non oltre 65- 67 anni. quanti di noi lavoratori per le proprie mansioni hanno dovuto sopportare turni in terza, sveglie a tutte le ore, pasti a ore impossibili ecc. giradiamo i lavoratori dell'acciaio delle carpenterie leggere e pesanti quanti sono deceduti per mesotelioma..prendiamo atto che non abbiamo più quella cultura operaia e quel senso di appartenenza ed allora vediamo solo il pensionato baby...
    Maistretu

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  10. Come ho già raccontato precedentemente nel blog, sono stato duramente toccato nella mia famiglia sia dalle lavorazioni cancerogene (mia madre, che è mosta quando avevo poco più di due anni per un tumore dovuto con ogni probabilità ai solventi delle colle per scarpe che usava in fabbrica) sia dagli incidenti sul lavoro (lo zio che mi aveva "adottato" - un militante del mitico, per me, PSIUP di Vittorio Foa - che faceva il camionista, morto alla Montecatini di Spinetta per un getto di acido solforico - morte spaventosa - quando io avevo otto anni). Posso garantire che è brutto per chi se ne va, ma è anche più brutto per chi si ritrova la casa vuota delle persone che gli volevano bene, con le opportunità nella vita amputate, ecetera eccetera.
    Quanto alle ferrovie, c'erano certo dei macchinisti che lavoravano tanto, ma c'erano anche tanti e tanti altri (posso fare nomi e cognomi, nella mia provincia) piazzati lì da quella che qualcuno chiamò la "sinistra ferroviaria" per garantire loro uno stipendio mentre facevano politica, o quel che era. Questi personaggi si sono affaticati ben poco, diciamolo pure, e sono andati in pensione con pochi contributi effettivi ma con tanti contributi figurativi (che qualcuno ha pagato, come pure la pensione).
    Ripeto, se non si ammettono queste storture, son si avrà mai l'autorità morale per rimproverare quelle altrui, e ti chiuderanno la bocca con un "guardate cosa vete fatto voi". Come un certo consigliere dell'IDV, che dopo aver fatto assumere moglie e figlio da enti e società amiche, andò una volta ad una riunione di un'altra società pubblica e, alzando il dito minacciosamente, disse con un sonoro tono censorio: "Avete assunto nella società parenti e amici dei vostri politici di riferimento", al che qualcuno della società gli replicò: "Fossi in lei, non toccherei questo argomento...".

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  11. Sottoscrivo i tre interventi di C.E.G.

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  12. Maistretu9/12/11 17:51

    caro c.e.g
    ti potrei fare un lungo elenco di personaggi, da me incontrati nel corso dei miei 34 anni di macch.fs, non è questo il problema, almeno credo io. I pensionamenti baby scandalosi, furono uno scambio ben tollerato per tanti anni dai bassissimi salari e da una fortissima mobilità sud nord, perciò molti lasciavano per andare a fare un altro lavoro e altri ritornavano al sud. certo la pensione, molti dovettero reinventarsi un lavoro perche percepiscono oggi una miseria. le compiacenze furono molte, destra e sinistra sindacati e forze sociali, solo nel 1992 e poi nel 1995 si pose fine a questo scandalo. oggi a fronte di un drastico taglio di oltre un miliardo al trasporto pubblico locale si profilano oltre seimila esuberi in qualifiche difficilmente ricollocabili per età e per mancanza di lavoro. molti erano in dirittura di arrivo con la riforma Dini, 40 anni di contributi (io 41) si ritroveranno senza prospettive. e questo vale per tutti i lavoratori, i 40 anni, visto che paghiamo i contributi INPS più alti dell'area euro, erano sufficienti, anche perchè il tempo del non lavoro è un diritto. voglio ricordarti che la prima mutua Italiana nacque a Milano nel 1872 quella dei fuochisti e macchinisti la Cesare Pozzo, perciò si abbia il coraggio di andare a toccare quelle rendite da non lavoro, lotta dura all'evasione attraverso la presunzione del reddito, la tracciabilità sotto i 500 euro, il catasto unico e le pensioni come quella di Amato oltre 600 mila euro e le reversibilità da capogiro quelle dove le mettiamo?
    Maistretu

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  13. Ma quanto doveva essere inc******??!!
    ---Ciao...torno dopo un assenza forzata...accidenti a blogger!!

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  14. @ Maistretu

    Non metto in dubbio la buona fede di tanti lavoratori delle ferrovie seri, né la necessità, da parte di alcuni, di arrotondare gli scarsi stipendi. D'altronde, lo stesso succedeva anche alla Montecatini, come si racconta nei bei libri dedicati da Don Luisito Bianchi (uno dei "preti operai", mal visti dalle Curie, della fine degli anni sessanta) alla sua vita di fabbrica, "Come un atomo sulla bilancia" e "I miei amici", ed. Sironi.
    Ma dei ferrovieri "in prestito" cui alludevo io, uno è andato dopo la pensione (certo, per "arrotondarla"...) visto che aveva quarant'anni, a gestire in Bulgaria affari di dubbia natura, dopo aver lasciato un bel buco nel suo Comune, dovuto ai debiti contratti nei confronti delle F.S. per il rimborso di tutti i suoi "mandati amministrativi"; l'altro è diventato anche senatore, è stato coinvolto in Tangentopoli e quindi è scappato a Santo Domingo a convivere con una quindicenne locale...
    Non sono esattamente dei poveri lavoratori sfruttati, insomma... e sono solo due esempi, che però rappresentano una situazione diffusa e, purtroppo, emblematica.
    I lavoratori e i militanti onesti, certo, sono un'altra cosa.

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  15. Ha dato proprio di testa il signore :-)

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