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lunedì 31 gennaio 2011

Paesaggio


Paesaggio ligure numero 34. Scattata dieci minuti fa. E per essere l'ultimo giorno della merla non fa freddo, ma proprio per niente.


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sabato 29 gennaio 2011

Neologismi che non lo sono

Quando ho letto il termine ho pensato che fosse una parola nuova di conio ed entrata fresca fresca nel vocabolario italiano. A dirla tutta m'è venuta anche una mezza idea che chi l'aveva scritta se l'era inventata di sana pianta perché gli suonava bene. Così sono andato a vedere sullo Zingarelli. Niente, non c'era, ma quel dizionario che ho è di sei anni fa. Per fortuna l'onnipotente Google m'è venuto in aiuto e ho visto che esiste.

La parola è "esfiltrare" e l'ha adoperata Giuseppe D'Avanzo su Repubblica per indicare un'azione del premier in una delle tante scene sotto il torchio dei PM in questi giorni.

Mi sapreste dire a quale azione si riferisce?

Aggiunta, domenica, ore 23.50
Questo aveva scritto D'Avanzo:
"Le telefonate che aveva fatto il premier alla questura di Milano per esfiltrare Ruby" dalle grinfie della polizia.

Complimenti Zicin, sei l'unica ad aver risposto esattamente.


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venerdì 28 gennaio 2011

Ferrara, della serie come tento di rigirare la frittata

"Non è un problema di pubblica moralità. Nel 1968 ci siamo storicamente liberati del «comune senso del pudore», categoria arcigna e censoria dell’Italia anni Cinquanta, e ne lasciamo volentieri gli avanzi ai pm politicizzati e a quella parte della sinistra azionista, incarognita con la bella Italia alle vongole, che li segue triste e avvilita"
Da il foglio di ieri

Il Ferrara, lecchino "intelligente", si arrampica su specchi viscidi per giustificare il postribolo a piovra (puttane, caro Ferrara, puttane, non amore libero che è ben altra cosa) del suo principale.

Lingue biforcute siete, dopo tutta la merda che avete sparso sul Sessantotto e di cui adesso a sproposito vi servite, lingue in sostanza, nel vostro piccolo, negazioniste. Perché travisate, sapendo di travisare, quell'irripetibile periodo storico. Mercenari siete, della penna e di altro. E quando l'incantatore di serpenti non vi incanterà più, domani massimo dopo, vi voglio proprio vedere.

citazione da il foglio presa da Malvino via Luca

giovedì 27 gennaio 2011

Oggi giornata della memoria. Treno dei deportati, Borgo San Dalmazzo (CN)


Borgo San Dalmazzo (CN). Memoriale della deportazione. Sul pavimento sono visibili tutti i nomi dei deportati morti nei campi di sterminio. Mentre i nomi che vedete scritti con le grandi lettere metalliche sono quelli dei pochissimi sopravvissuti.
In alto e in basso i vagoni merci su cui vennero imbarcati gli ebrei.

Il 21 novembre 1943, su questo piazzale vennero ammassate 329 persone, uomini, donne, bambini, che fatti salire sui vagoni merci, furono condotti prima al campo di Drancy presso Parigi e poi ad Auschwitz, dove 311 di loro furono uccisi. Erano ebrei stranieri, in fuga dalla Francia, rinchiusi da due mesi nel campo di concentramento allestito poco lontano.

Il 15 febbraio 1944, altri 26 ebrei furono deportati da questa stazione, diretti a Fossoli di Carpi, da dove sarebbero poi stati inviati ad Auschwitz o Buchenwald. Soltanto due di loro sopravvissero. I nomi di queste persone stanno, tutti in fila come allora, su questo piazzale che li vide partire per l'ultimo viaggio dopo anni di persecuzioni, violenze, umiliazioni. Il nome di chi è tornato è in piedi, a testimoniare la forza di interpellare i passanti e i visitatori con una testimonianza vivente. I nomi sono accostati tra loro a seconda i legami familiari perché fu così che partirono sui vagoni, stretti l'uno all'altro nel tentativo di rassicurarsi al momento di affrontare ancora una volta l'ignoto.

Ogni nome è una rete di legami che è stata lacerata. Di ognuno sono indicati l'età e la provenienza per raccontare quante vite si sono incontrate a Borgo, sospinte da una persecuzione senza confini che l'Europa dell'epoca non seppe e non volle impedire e quanti progetti di vita, molti appena iniziati, sono stati spezzati. Ogni nome è una speranza troncata. Tu che leggi avvicinati. Quei segni di silenzio e di assenza ti diranno quanto male può provocare l'uomo, quando accetta che i diritti di un altro siano inferiori ai suoi.

Testo della targa posta nel piazzale



L'anno scorso in questa occasione parlai del famigerato albergo Regina a Milano, due anni fa misi in evidenza le problematiche dell'attuale Stato di Israele, e nel 2008 pubblicai la toccante storia di due bambini ebrei tenuti nascosti dall'intera popolazione di un paesino ligure di montagna.




Così per la cronaca, ho scattato le foto questo autunno durante il viaggio di ritorno verso la Liguria proveniente da queste terre.


mercoledì 26 gennaio 2011

Il premier, il postribolo, la Costituzione, lo psichiatra



Pubblico il video dove si sente la telefonata di Berlusconi a Gad Lerner durante la trasmissione L'infedele. Molto probabilmente l'avete già visto o addirittura avete assistito alla scena in diretta. Ne hanno parlato un po' tutti.

La domanda è semplice semplice. Esiste forse una norma nella nostra Costituzione che prevede la rimozione del premier per manifesta incapacità di intendere e di volere? Perché mi piacerebbe tanto sentire la diagnosi di uno psichiatra dopo aver analizzato il profluvio di parole sgangherate che il Cavaliere ha rovesciato l'altra sera nell'etere e rimbalzate in quello studio. Mi piacerebbe tanto.

E sia ben chiaro, io sono un seguace di Franco Basaglia e quindi lungi da me l'idea di infilargli la camicia di forza.


grazie Franco

martedì 25 gennaio 2011

Rimettete il CAPTCHA nella cuccia, per favore

http://www.captcha.net/

Era da un po' che avevo in magazzino questo post e mi ha fatto decidere a pubblicarlo senza più alcun indugio quello che ha scritto ieri Robydick. Se volete mettere il banner per questa campagna allora andate sul suo blog e copiate il codice.

Riassumo. Allora il CAPTCHA è quella verifica delle lettere e cifre deformate che bisogna inserire dentro un modulo se, nel nostro caso, si vuole fare un commento. Sto parlando della piattaforma Blogger, e nello specifico del dominio blogspot.com.

Qualche anno fa praticamente nessuno lo adoperava e se ne stava alla catena tra le varie opzioni non prese in considerazione. Poi è cominciato lo spam e allora molti hanno messo al lavoro questo cane da guardia per evitare commenti indesiderati. Qualcuno è arrivato addirittura, e mi sembra francamente eccessivo, ad avere CAPTCHA e moderazione.

Il sottoscritto lo ha adoperato per qualche mese, poi l'ha tolto, e da allora non l'ha più rimesso. Nel frattempo Blogger ha attivato il filtro antispam (lo potete vedere nella sezione "commenti") che è già una bella barriera, anche se non completamente risolutiva. Ogni tanto ricevo qualche commento non pertinente, quasi sempre in inglese, ma poco male è lì.

Quanto tempo ho perso a scrivere queste maledette lettere per commentare sui vostri blog dove avete attivato questo cane da guardia? Tanto, troppo. E anche voi lo avete perso.

Mi piacerebbe sapere perché lo tenete ancora e non lo rimettete invece nella cuccia.
Se lo volete togliere
Bacheca --> Impostazioni --> Commenti.
All'opzione "Verifica Parole" mettere No.

Pubblico qui sotto una lista, senz'altro incompleta, di blog, di cui avevo preso nota, che non hanno il CAPTCHA. E li prego di dire se hanno inconvenienti per il fatto di avere il cancello aperto. Se ho lasciato indietro qualche blog "libero" me lo dica che lo aggiungo, così come aggiungerò tutti i blog che si vorranno liberare e che spero siano molti. Sarà una liberazione anche per noi e un bel test per Google, proprietario di Blogger, per testare e rendere più efficienti i filtri antispam.

I diari dello scooter
Pensieri cannibali
Licia Titania
Lookandthecity
Zefirina
Toglietevi le scarpe
La vita è sogno
Sono io
Postillanea
Il linkazzo del skritore
Sito dell'ideologia verde
Zen- zero
Corsi e ricorsi...
Giudaballerino
Metilparaben
Giulia Passione
Marcoboh
A sinistra
Goodvalley
Via della Polveriera
«Un, due, tre, VIA»
Ale cava
Estate incantata
Fanfare for the Common Man
Vagamente sonnambula
Gattonero
Cose che dimentico
Diario quasi giornaliero
Giulia Passione
La vita è sogno
Fany-blog
Corsi e ricorsi...
Basket, chitarra e matematica
Ipse dixit
Attaccabottone
Craft-duck
Molto rumore per nulla
Egill- larosabianca
Grace (ma GLAMOUR)( ma CAZZARA SANTA)(ma NANA) torna in VAL GINA da Will (ma GLAMOUR) (ma ETERO)
In punta di penna
Blog di Sara
Isolacometivorrei
Quasiventisette anni e già tre figlie?
Laura Raffaeli
Odori & Profumi
L'angolo di una donna
Gente con le PalleQuadre
Cristiana2011
La Crisi 2009
Rici '86
Sieropositiva splinder

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lunedì 24 gennaio 2011

Ma chi è veramente questa Donazzan che vuole il rogo dei libri?

Chi è la signora che dichiara i nostri libri "diseducativi", pontifica sul "bisogno di buoni esempi, non di cattivi maestri" e chiede ai dirigenti delle scuole del Veneto di mettere al bando centinaia di titoli e – soprattutto – i loro autori? Chi è costei? Fuori dal Veneto si sa solo che è l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione, e che è del PdL. E allora, tanto per cominciare, diamo qualche notizia in più su questa Elena Donazzan: è quella dentro il cerchio

Valdobbiadene (TV) - Commemorazione dei "marò" del Battaglione N.P. della X Mas. Foto senza data né didascalia, tratta da “Littorio”, periodico della Federazione R.S.I. di Treviso, n.7, luglio-settembre 2010.

Anche nel trevigiano la X Mas fu responsabile di rastrellamenti, torture ed esecuzioni di partigiani, persino dopo la Liberazione. L’episodio più noto è l’eccidio di Crocetta del Montello, 28 aprile 1945. Prima di essere uccisi, i partigiani catturati, «nudi fino alla cintola, uno alla volta, venivano posti con la schiena su di un piccolo sgabello e il loro corpo gettato all’indietro, finché il capo non sfiorasse il terreno e fino ad assumere la posizione a bilancia. Poi costoro, sempre a torso nudo. venivano frustati con un nerbo e poi venivano portate delle latte di benzina per sottoporli alla tortura del fuoco. Gli interrogatori cominciavano alle ore venti e continuavano ininterrottamente fino alle tre del mattino ed io sentivo le grida di coloro che venivano interrogati, unite a colpi di pistola.»
(deposizione di Adriano Calabretto al processo contro Junio Valerio Borghese e altri, febbraio 1948).

Ripeto, questa signora è assessore all'istruzione e alla formazione della Regione Veneto. È questo dunque l'inizio della cultura federale all'interno della Serenissima?

Di questa vicenda dei libri aveva parlato anche Ross, il Russo e altri che adesso non ricordo, e mi scuso di non citarli.
da

domenica 23 gennaio 2011

Indignatevi

Un pamphlet intitolato "Indignez-vous!" diventa in Francia un caso editoriale da 600.000 copie (per adesso). In Italia c'è chi si riunisce sotto una nuova bandiera, quella dell'indignazione. Negli anni dell'indifferenza esibita, del cinismo diffuso e dell'individualismo sfrenato sembra ora che questo sentimento riprenda forza nell'animo di molte persone. Cos'è secondo voi? Solo uno sfogo davanti al vuoto della politica, che nel più dei casi rappresenta solo se stessa, o indica una spinta poderosa verso il cambiamento?

Nel libro, scritto da Stéphane Hessel, un ex partigiano di 93 anni, si può leggere a pagina 11 «Il motivo di base della Resistenza era l’indignazione. Noi, veterani di quel movimento, chiediamo alle giovani generazioni di far rivivere gli stessi ideali». Si scaglia contro il divario crescente fra "i molto ricchi" e "i molto poveri", contro "la dittatura dei mercati finanziari", contro l’erosione delle conquiste della Resistenza francese, come un sistema pensionistico solidale e il sistema di sicurezza sociale. Ricorda i Rom buttati fuori dal Paese il più delle volte senza uno straccio di sentenza giudiziaria e la rabbia scatenata dalla politica fiscale di Sarkozy che favorisce i ceti più abbienti.

Ho letto in questo periodo, più e più volte, «Mi vergogno di essere italiano». E proprio dalla vergogna nasce e poi si nutre l'indignazione. Lo sguardo sugli atti ripetuti che ci portano a vergognarci e quindi ad aumentare la nostra indignazione forse genera alla fine la decisione di reagire con risolutezza per ribaltare il presente delle schifezze e delle nefandezze.

«Non è la vergogna che fa le rivoluzioni, tuttavia la vergogna è già una rivoluzione in qualche modo. Se un'intera nazione esperimenta davvero il senso della vergogna è come un leone accovacciato pronto a balzare». Lo disse Karl Marx.


Stéphane Hessel
Da Wikipedia (con alcune mie piccole modifiche)
Famiglia e formazione
Nato da famiglia ebrea a Berlino il 20 ottobre 1917, Stéphane Hessel arriva in Francia nel 1925. La madre pittrice ispira il personaggio di Catherine in Jules e Jim, la storia di una donna amata da due amici che François Truffaut porterà sullo schermo a partire dal romanzo autobiografico di Henri-Pierre Roché. Il padre traduce Proust in tedesco ed è amico di Walter Benjamin. Naturalizzato francese nel 1937, diplomato all'Ecole Normale Supérieure di Parigi nel 1939, Hessel segue i corsi del filosofo Maurice Merleau-Ponty e legge Jean-Paul Sartre.
Durante la Seconda guerra mondiale
È arruolato e poi fatto prigioniero, riesce ad evadere e a raggiungere il generale Charles De Gaulle a Londra. Inviato in Francia nel 1944, è arrestato e deportato al campo di concentramento di Buchenwald, dove nasconde la sua identità per sfuggire all'impiccagione. Evade di nuovo, è riacciuffato, ma salta da un treno e si riunisce alle truppe americane. Dopo la liberazione si trasferisce al segretariato generale dell'ONU. dove partecipa alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Impegno politico e sociale
Nominato "Ambasciatore di Francia" da François Mitterand nel 1981, consacra gli anni della pensione alla militanza in favore dei sans-papiers e della causa palestinese, aderendo alla campagna per il boicottaggio dei prodotti israeliani. Per questo è duramente attaccato dallo storico neoconservatore Pierre-André Taguieff. Promosso nel 2006 grande ufficiale della Legione d'onore.
In tutta la sua vita non ha mai trascurato l'impegno politico: nel 1985, ha sostenuto Michel Rocard; nel 2009 si è presentato nella lista di Europa Ecologia (Europe Écologie), pur restando membro del partito Socialista e oggi sostiene con impegno Martine Aubry di cui è amico.
Il 20 ottobre 2010 esce il piccolo libro (un pamphlet di 30 pagine) Indignez-vous ! (Indignatevi!) che ha venduto nella sola Francia più di 600.000 copie a gennaio 2011, divenendo un vero e proprio caso editoriale e politico.


venerdì 21 gennaio 2011

Istigazione alla pedofilia


Queste foto fanno parte di un servizio apparso su Vogue di dicembre e ritraggono tre bambine di sette anni, ripeto sette anni, negli atteggiamenti che vedete. Ditemi se queste immagini possono avere una pur minima giustificazione redazionale nella più famosa rivista di moda del mondo se non quella di vendere prodotti sdoganando di fatto la pedofilia e giocando di brutto su un'ambiguità senza veli.

Ha tirato fuori la questione El Mundo. Ora la proprietà della casa editrice, la Condé Nast, ha dato il benservito alla direttrice Carine Roitfeld, e sembra che questa rimozione sia dovuta alle lamentele di Bernard Arnault patron del gruppo del lusso LVMH, che avrebbe minacciato di ritirare i suoi investimenti pubblicitari se non si fossero presi provvedimenti sul caso.

Ci hanno provato, ci proveranno ancora. Così come fanno sfilare ormai modelle bambine che ancheggiano come le grandi e che nelle pose degli scatti fotografici occhieggiano malizia che qualcuno ha loro messo in corpo.

La lobby degli orchi si fa sempre più potente e invadente, ne consegue che la favola di cappuccetto rosso è tutta da riscrivere, daccapo.





giovedì 20 gennaio 2011

E adesso la prossima volta...

Berlusconi bacia la mano al papa

E adesso la prossima volta per farsi perdonare cosa gli bacerà? La pantofola? O non ci sarà una prossima volta?

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martedì 18 gennaio 2011

Pane al pane e vino al vino

Quando si vuole dare il giusto peso alle parole non si dice cacca ma merda, non si dice sedere ma culo. Non si dice prostituta ma puttana, e puttaniere chi le frequenta. Vedo, almeno sui giornali che leggo (la tv non la guardo in questi giorni) che un leggero passo avanti è stato fatto per arrivare alla parola giusta delle note vicende, perché da escort si è passati a scrivere prostituta. Un ulteriore passo deve essere fatto per ridare precisione alla ricchezza della nostra bella lingua: e allora vorrei vedere questo titolo in prima pagina su tutte le colonne disponibili "Il Cavaliere è un Puttaniere", che suonerebbe anche bene.

E sia ben chiaro, senza nessun significato offensivo. Come pura constatazione.

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domenica 16 gennaio 2011

Laboratorio internazionale sul paesaggio

La Liguria di Ponente ha valli e colline che dalle Alpi scendono al mare, dove sovente si inalberano in rocce e picchi. Il tessuto geologico è sempre evidente: pietre, muri a secco, altopiani di sole e di stelle. I pendii sono scoscesi, scalinate di terrazze; i torrenti, ripidi; i crinali, erosi dalla luce. Di giorno, l'azzurro torbido dei monti risponde a quello più freddo dei marosi. Cézanne diceva che in natura predomina il grigio, ma qui è l'azzurro a far da padrone, lo si vede dappertutto, varia col vento (dall'opale al cobalto), lo si sente persino nel suono delle campane.
Francesco Biamonti






Giornata piena ieri, tra utopie di un mondo nuovo possibile e povere realtà del presente. A San Biagio per questo laboratorio internazionale sul paesaggio, sala delle rose stracolma e pure stracolma la sala attigua. Giornate di quelle che lasciano una traccia perché senti parole che segnano e rendono chiari concetti che prima avevi dentro di te nebulosi.

Dirò solo una cosa delle tante che sono venute fuori. Noi umani di questi secoli non vogliamo più bene alla Terra, né alla terra né al mare. L'amavamo, la rispettavamo, provavamo gioia a contemplarla. Poi a un certo punto non l'abbiamo più amata, abbiamo cominciato a depredarla e deturparla. Una nuova storia d'amore deve ricominciare, una nuova storia d'amore e di bellezza deve ricominciare come ultima ancora di salvezza per il futuro della nostra specie.

Sono stato contento di rivedere Gianluigi, Loretta, Valerio, Corrado, Gian Carlo, Enzo, Ariodante, Erino, Fulvio, Pia, Germana, Italo, Matteo, Laura, Giuseppe, Sergio, Giorgio. Maristella, Marco, Giovanna, Claudio e tutti gli altri, che mi scuseranno, di cui adesso non mi sovviene. Aspettavo anche Gian Marco, che così avrei potuto conoscere finalmente di persona, ma non s'è fatto vedere. Pia ha scritto un bel post sull'argomento.

Oggi qui è una giornata splendida, così come anche ieri. Adesso esco a succhiarmi un po' di sole perché ne ho proprio bisogno.


Serge Latouche e Giuseppe Conte

sabato 15 gennaio 2011

Patrizia Valduga

2.
"Tu mandali a dormire i tuoi pensieri,
devi ascoltare i sensi solamente;
sarà un combattimento di guerrieri:
combatterà il tuo corpo e non la mente."

8.
Ora lo sai: ho bisogno di parole.
Devi imparare a amarmi a modo mio.
È la mente malata che lo vuole:
parla, ti prego! parla, Cristoddio!

35.
Terra alla terra, vieni su di me:
voglio il tuo vomere nella mia terra,
fiorire ancora traboccando e
offrire il fiore a te, mio cielo in terra.

45.
Da nervi vene valvole ventricoli
da tendini da nervi e cartilagini
papille nervi costole clavicole...
In spasmi da ogni poro mi esce l'anima.

49.
Dal mio martirio viene questa pace,
questa pienezza dalla tua rapina...
A tutto ciò che non ha nome e tace
sento l'anima mia farsi vicina.

100.
"Vuoi che tutto finisca e niente duri?
che ognuno vada a fare i fatti suoi?
stacco il telefono, chiudo gli scuri:
e che la notte ricominci! Vuoi?"



da
Cento quartine e altre storie d'amore
Einaudi, 1997


Patrizia Valduga
Castelfranco Veneto 1953


venerdì 14 gennaio 2011

È il momento di sognare

di Fares Mabrouk

Siamo soli, nella rabbia e nell´inquietudine, contro un regime che si sbaglia di secolo e di Paese. Nessun partito politico, né organizzazione o associazione, né alcuna figura dell´opposizione o di partito può rivendicare questa rivolta dei tunisini, né dirsene iniziatore. La rivolta viene dal popolo e gli appartiene. Questo popolo che certi ritenevano al guinzaglio dà una lezione alla sua classe politica e al mondo.

È compito dell'élite del nostro Paese rispondere all´appello e immaginare il futuro. Dobbiamo costruire i nostri modelli politici, economici, sociali e culturali. Dobbiamo dimostrare al mondo cos´è una democrazia araba. Sognare una Tunisia, portatrice di speranza per tutti.

Ma per far questo, due condizioni sono indispensabili. Dobbiamo riappropriarci del diritto di parola cui non avremmo mai dovuto rinunciare. L´altra condizione è stipulare come in un contratto il rapporto fra i tunisini e la loro élite politica. Quest'ultima deve essere al nostro servizio, e non viceversa. Per non vanificare i sacrifici, è urgente sognare la Tunisia di domani. Sogniamo!

da facebook



Con le centomila differenze e i centomila distinguo anche noi dovremmo "stipulare come in un contratto il rapporto fra noi e la nostra élite politica. Quest´ultima deve essere al nostro servizio, e non viceversa."

I Tunisini cominciano a sognare, forse noi abbiamo finito.


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giovedì 13 gennaio 2011

Homo italicus devolutus



da via

Il mio primo computer

Olivetti M111 del 1989 perfettamente funzionante. Foto scattata nell'estate del 2009 nella casa di Isolabona dell'amico scrittore Marino Cassini. Ero lì per ritrarlo.

Come avevo detto inserisco i commenti fatti al post La soffitta digitale. È un bel variegato campionario di iniziazione. Se qualcuno si vuole ancora aggiungere io sono qui.


Stefania
Cominciai ad utilizzare i computer nel 1989 uscita da scuola.
Non ho molta memoria in merito, ma sicuramente si lavorava in dos e il pc un IBM.
E' passato più di un ventennio.
:(

nick the old
1986. Atari 1040.
Processore Motorola 68000.
512 KByte di RAM.
Sistema operativo Atari TOS che si doveva caricare ad ogni avvio da dischetto.
Senza hard disk (l'anno dopo ne comprai uno esterno da 4 mega).
Aveva ingresso e uscita midi incorporate, e per me che lo usavo per far musica andava più che bene.

Giovanna
Mi sa che il mio primo contatto con il mouse, che non "mi rispondeva" (ah, l'imbranata!), risale al '96
In totale... sono al 4° PC! Tutti windows, da W95, no Mac :-(
E poi ricordo solo che il primo aveva secondo me poco spazio su disco e cancellavo continuamente per pulire... pure file di sistema!
Così adesso puoi/potete sorridere un po' :-))
ciao!

Ross
Anno 1996. Sistema operativo Windows 95. Del pc non ricordo nessuna caratteristica, se non che paragonato a quelli di oggi sembrava uno scatolone, e che quando fu rimpiazzato da uno nuovo andò in regalo alla biblioteca del paese.
Ora che mi ci fai pensare, un po' mi manca. Specialmente per il gioco di James Pond 2, che adoravo, e che non ha mai più funzionato sui pc successivi... Ne conservo una demo riammodernata, in memoria del mio battesimo informatico da bambina, ma non è la stessa cosa. :)

marcoboh
io cominciai nel 1986, su un pc di mio fratello col dos.
il mio primo pc di proprietà fu un 486 con windows 3, nel 1990.
al lavoro ho usato anche i mac classic ii, e un'infinità di pc.
oggi ho un macbook con OSx10.4 del 2007: sto pensando ad aggiungere ram e a passare al 10.6.

Sileno
Ho cominciato nel 94 con un 286 dismesso da un'organizzazione, poi ho acquistato un 486 con win3 e 4 mega di Ram che dopo 3 pagine si impallava, conservo ancora i dischetti Dos.

Gians
Ricordo solo che era un 286 dell'84. Mi fu regalato quasi già inutilizzabile. La mia vera esperienza su internet nasce con un pentium 4 del 90.

Vincenzo Cucinotta
Come temevo, sono stato tra i primissimi, computer NorthStar, anno 1979, e i motivi sono ahimè anagrafici ed anche professionali (università, scienze sperimentali).

ReAnto
Ho iniziato nel 1983 col vic 20 :) poi commodore 64, poi Amiga 500, e poi il mio primo pc mi pare un 386... non ricordo, mi ricordo che ci girava windows 95 :( ahimè..

Bl@ster
Toshiba Satellite con Windows 95 :)

Giulio GMDB©
Il primo PC l'ho comprato nel 1993 (escludendo il Commodore64) ed era un Compaq 386 con 4 mb di ram e 120 mb di HD, sistema operativo Windows 3.1.
Poi nel 1997 ho fatto il primo abbonamento ad internet. Il primo anno c'era solo il modem a 38k per poi passare a quello a 56k (che sembrava già una scheggia in confronto).
Nel 2001 è finalmente arrivata l'ADSL e lì è veramente cambiato il modo di navigare.
Sempre avuto PC di tutti i tipi, mai Mac. I migliori SO sono stati Win 3.1 e l'attuale Win XP pro (in attesa di fare fra poco un upgrade a Win7). Il peggiore in assoluto Win 95: un incubo :-)

ArMyZ
Il primo era il commodore 64 con il mitico registratore bianco con counter (ricordo ancora il "press play on tape") ed ero in prima media (1982). Il primo "ibm compatibile" come si diceva all'epoca risale al 1985 con processore V20 con scheda turbo (compatibile 80186). Mi ricordo che costò, assemblato, 3,5 milioni (spesa maggiore fu per la scheda video ed il monitor philips). Ancora un grazie ai miei che, perplessi, affrontarono la spesa :)

Fausto
Il primo computer "compatibile IBM" (perché l'originale costava troppo) l'ho comprato ad aprile del 1986, aveva un microprocessore Intel 8088, non aveva hard disk ma solo due floppy disk da 5 pollici e 1/4 da 360Kb (attenzione bene a non confondere i Kb con i Mb o i GB!) e 256Kb di memoria RAM, al prezzo STRATOSFERICO di 2.800.000 lire più 1.000.000 di lire per una stampante a 9 aghi! (all'epoca il mio stipendio era di circa 500.000 lire, quindi era l'equivalente di quasi otto mesi di lavoro, fate il conto cosa comprereste oggi con l'equivalente di otto mesi di stipendio! Il sistema operativo era l'MS-DOS 2.0.
Dopo qualche mese ho speso 1.000.000 per aggiungere un hard disk da 20Mb e portare la memoria RAM a 640 Kb (il massimo allora supportato del sistema MS-DOS), ho ancora il PC in cantina a Soldano e conservo ancora le ricevute di chi me lo ha venduto (scritte a mano con la stilografica su carta intestata).
Aggiunta
Se contano proprio tutti allora il primo in assoluto è stato un Texas Instruments TI-99/4A nel 1982, sostituito quasi subito (lo stesso anno) con un Sinclair ZX Spectrum che si collegava al registratore a cassette sulle quali registrava i programmi e i dati, per passare poi nel 1984 al più potente Sinclair QL che registrava su microdrive e aveva ben 128k di RAM (quasi come un PC!), per approdare infine nel 1986 a un PC "vero" come scritto nel precedente post, da allora ho passato tutti i sistemi operativi e microprocessori, attualmente il più moderno che ho a casa è un Intel CoreDuo2 con Windows XP, ma ho anche un netbook con Linux e lavoro ancora con un "vecchio" Pentium III comprato a gennaio 2000 con Windows 98.

Daniele

Ricordare le caratteristiche è dura... se va bene giusto i modelli.
1) 1984 Commodore Vic20
2) 1985 Commodore 64
3) 1988 Atari (non ricordo il modello ma era fantastico... ci emulavo il System del Macintosh)
5) 1990 Apple Machintosh SE/30 68030 (comprato usato per una cifra comunque spropositata per allora)
6) 1994 Apple Mac LC... (non ricordo il modello ma mi pare avesse un 68040 "light")
7) 1995 Apple Powerbook 150 (motorola 68030?)
8) 1997 Apple PawerMacintosh G1 (non ricordo il modello, era sui 300GHz, meravigliosamente "black" e finalmente di nuovo "all in one")
9) 2001 Apple IMac G3 (l'ultimo modello, sui 700/800 GHz)
10) 2007 Apple IMac Intel Core2 2GHz
11) 2009 Apple Macbook White Intel Core2 2GHz
Tralascio i vari Winzoz che mi hanno costretto a usare in ufficio dal 1992 ad oggi.

gturs
hahaha, questo che uso è il mio primo pc e spero duri ancora per molto!!!
È un windows con xp.

Tina
Azz... sei il secondo che pone la domanda... primo impatto nel 1981 per lavoro, il centro operativo veniva chiamato CED.
Il primo PC che ho comprato, un 286nel 1991 win95, trasformato poi in 386, ora esiliato in Sardegna assieme al primo PC pentium con win98 il peggior sistema che abbia mai usato, sempre per lavoro nel 1991 ho cominciato a usare AS400 e una lunga serie di pacchetti gestionali aziendali, oggi mi ritrovo con due Pentium a rete fissa, un notebook regalatomi due anni fa che è una bomba e un portatile ultima generazione regalatomi per Natale, ho preteso che tutte e quattro le creature fossero dotate di Office 2003, XP e se dite che sono datata me ne sbatto, per me il dopo Office 2003 è solo confusione.
Il primo PC il 286 era dotato del sistema Win 3.1 ho ancora i floppy ;-))

enrica
Il mio primo computer era un MAC nel 1988 ma non ricordo più che modello fosse....

Daniele Verzetti il Rockpoeta®
Assolutamente mac 9.1 se non ricordo male. il mac é straordinario.
Era il 2001. Prima usavo computer di altri ed anche per lavoro ma a casa no perché i videogiochi non sono mai stati una mia passione e mi interessava soprattutto la rete e scaricare musica. Quando queste esigenze richiesero una soddisfazione più concreta, il mac é stata la soluzione più "logica" :-)))

Bastian Cuntrari

Il mio primo Mac è stato il Mac 475 (o Performa o Quadra)... credo nel '93/'94. Che nostalgia! E quante volte ho sudato freddo quando sul monitor mi appariva la bomba con la miccetta!

pollywantsacracker
cacchio,
mia mamma regalò a me e a mio fratello un compaq presario con windows 95, e mi pare fosse tipo il 96, aveva il modem integrato perchè lei si immaginava che un giorno l'avremmo usato per internet e invece spese tipo qualche milione e noi ci giocavamo a memory.
invece al liceo, le prime e uniche lezioni di pc erano sul turbo pascal: era il 98 ed era già grandemente sorpassato. ad oggi non so ancora cosa sia. del resto non so neanche bene cosa sia un processore...fiùffiù.

Yoghi
1981 : Apple II e PET Commodore a scuola in Francia
1982 : Sinclair ZX81 con 1 ( ? ) kB di memoria da collegare alla televisione
Il mio primo computer è stato un Mac Classic acquistato nel 1991 ( tuttora funzionante ).
Ho poi una piccola collezione di Mac tra cui
Mac LC , Quadra 660 AV , Power Mac 8500 , Mac Mini ( col G4 ! ).
Mi manca l' SE/30 !!!

Pia
Ha fatto tutto Vanni, io ho trovato la pappa bella pronta: chiavi in mano, mi sono seduta e sono partita chiedendo ogni cosa a lui. Circa 15 anni fa, altri dati non li so.

Ino
1993
P.C. olidata 386 4 Mb di Ram
Cpu 33 Mhz. disco 120 Mb.
Dos 6 Win 3.1 Programmi: Lotus1.2.3.,Framwork, Word.
Ricordo che la Cpu non si poteva cambiare, ma era fissa e che solo dopo l'avvento del 486 si potevano cambiare.
Internet 2 anni dopo pagando un abbonamento a Italia On Line con Modena 14.400 kb.
Salù

Virginio
1980. Apple IIe, 128 K. Disco rigido? magari! Lusso sfrenato, due unità floppy da 5", 180 K... Era gà quasi un mostro.

diegob
mac plus, 1987

amatamari©
1997 Primi passi... un corso organizzato da una scuola: era una scatola bianca con la mela
:-)
1998 Un assemblato con windows
2006 Un portatile toshiba con win
2010 Imac - sono tornata al mio primo amore!
:-)

skip
1995.Se ricordo bene era un pentium 100 con windows 95.

stellarossa.
1998 Portatile Mac,bianco e arancione,lo uso ancora.
2001 La palla Mac,ancora in uso in campagna
2009 questo qui che è I Mac 11.1, qualsiasi cosa voglia dire..
Posso essere più precisa se vuoi ma non adesso.
Non ho mai usato PC, ho solo provato con il Vajo di miomarito e….NO Grazie, la vita è corta e non vorrei sprecarla più di quanto non sia costretta a fare.

architalo
Caro Alberto,
grazie per il ricordo.
Ha richiamato alla mia memoria il primo mio accesso a computer e stampanti.
Avevo fatto una pazzia: anche io nel 1989, tutti insieme avevo acquistato un SE/30 da 2 MB di RAM e con HD da 40MB (!) che con la tastiera costava 8.850.000 lire, il suo modello di base, il PLUS, con 512 di memoria RAM se non sbaglio e senza HD, che assieme ad Appletalk costavano 3.585.000, e che non ho mai usato personalmente in quanto era destinato ad un mio collaboratore, ed una stampante Mac ad aghi, quella di formato grande, per modulo forato lateralmente, la LQP a margherita, che insieme al kit di collegamento costava 2.300.000 lire, con cui avrei stampato i miei progetti. Perciò un capitale, 14.735.000, con il quale avrei potuto comprare un modello d'auto di categoria ben superiore a quella che usavo allora.
Naturalmente sono andato a ricercarmi le fatture in archivio.
Avevo tenuto, spento, il mio SE e impedito al mio collaboratore di utilizzare il suo fintantoché non avessi iniziato io ad accedere a quel mondo, per me affascinante ma ostile.
Solo dopo oltre tre mesi, raccogliendo tutte le mie forze morali, l'ho acceso.
E non ho più smesso. Sempre con il MAC, modello dopo modello.
Mah.
Ciao.
Italo

dac4856
Osservo che nessuno cita Linux come sistema operativo. Voglio invitarvi a provare Ubuntu 10.10: meraviglioso! Tutto open source. Il PC diventa godibilissimo e, soprattutto, molto facile da usare. I virus saranno un ricordo e pure i rallentamenti di sistema. Una diversa filosofia di approccio al computer.
Per il passato, anch'io ho iniziato con Commodore64, poi Win3.3, Win 95 ....; ancora oggi utilizzo XP come secondo sistema operativo accoppiato ad Ubuntu.

Tullix

Dopo gli orribili IBM compatibili con DOS usati in libreria per contabilità e gestione, il primo computer tutto mio è stato, nel1997 un Macintosh Performa 5400 ("Nerone") con processore PowerPC 603e da 160 MHz, 136 MB RAM, HD da 1,6 GB, con sintonizzatore TV e System 7.6. Era bellissimo, compatto, nero, quando tutti i pc erano beigiolini. Sostituito l'anno dopo con l'iMac Bondi Blue Rev. B e nel 1999 con l'iMac DV SE Tangerine. Poi recuperati Apple II, Macintosh Classic, Macintosh II, Macintosh LC Ii, Power Mac G4 Quick Silver, Power Mac G5 e Power Book 140, Power Book G3 Series (Wall Street) e Power Book G4 17 pollici. Tutti funzionanti, ovviamente. Attualmente uso, oltre al Power Mac G5 come server e per registrare dalla TV, un iMac5,1 con Intel Core 2 Duo da 2 GHz 1GB RAM e 160 GB HD con Mac OS 10.6.6 più Windows XP e Ubuntu 10,10. Uso anche, poco, due PC con Windows 7 e alcune distribuzioni Linux a rotazione. Il tutto ovviamente in LAN con NAS e tutti gli accessori che si possono attaccare. C'è anche un Flybook con Windows XP e Ubuntu e un Palm IIIc (oltre all'iPhone 3).

Titus Bresthell

1995, 286, dos. Lo accendevo e c'erano 10 giochi preimpostati, poi 386, 486 e via dicendo.

copyman
1992 - Dopo un primissimo approccio al PC su un Olivetti M24 (cpu Intel classe x286) ho iniziato a lavorare su un Macintosh Classic (processore Motorola 68k a 8 MHz, 4 MB RAM, HD 40 MB, System 7.0.1) che ho abbandonato solo nel 1998. Ho messo le mani su quasi tutti i modelli Apple degli anni 90.
A casa ho usato per anni un LC475 con System 7.6.5 collegato a Internet via modem esterno a 33,6 kbps, sostituito nel 2003 da un iMac G3 graphite 400 MHz dismesso dall'ufficio che ho "convertito" a OSX solo nel 2007.

Dalle8alle5

Il mio primo computer risale al settembre 1973.
Era un IBM e ce l'avevo in comodato d'uso insieme a 25 altri giovani e ardimentosi pionieri, guidati da un abile maestro. Il computer occupava circa 30 mc ed era piazzato in un locale al 3° piano dell'ITC Verri di Milano, insieme a perforatori e selezionatrice, più tre giganteschi nastri di salvataggio dati.
Ancora adesso ho un tamburo di perforatrice - dono sempre dell'IBM - che funge da portapenne.

il monticiano
Non so che "bestia" è il mio pc che ho deciso di chiamare Pasquale ed è entrato in casa mia, regalatomi da mio fratello più grande, nel 2006.
Non ho la minima idea quali funzioni abbia, io vado a naso, ma mi fa incavolare quando si blocca o fa i capricci.

Scott Fitzgerald
1986 - Pc 128 Olivetti (128 Kbyte di Ram, Visual Basic ecc)
1992 - Amiga 1200 (1,2 Mega di Ram, no HD)
1996 - Pentium I (133 Mhz, 16 Mb Ram, 1,2 Giga di Hard Disk, monitor 14" CRT); windows 95
2002 - Intel Celeron 1,2 Ghz, 40 Gb HD, 256 Mb Ram); Windows ME
2004 - AMD AThlon XP 2800+, 1Gb RAM, Scheda video ATI Radeon XP 9800, 80Gb HD;
Windows XP
2006 - Laptop HP, AMD Sempron 3000+, 120 Gb HD, 1 Gb RAM, scheda vide ATI 256 Mb; UBUNTU Linux (varie versioni)


chit
Il mio primo pc? ... vediamo, anno 1983, scuola ITCS G.Sommeiller di Torino (a casa i pc erano un lusso troppo grande ndr), Ibm370/115 (http://www-03.ibm.com/ibm/history/exhibits/mainframe/mainframe_PP3115.html), funzionava a schede, come linguaggi gestiva l'assembler e un'embrione di Cobol.
I dischi fissi erano 'removibili' e sembravano le attuali pietre del curling, sia come forma che, soprattutto, come peso!?!? :-)

luposelvatico
Ho iniziato il triennio da perito informatico nel 1978, ed ho avuto l'onore (a scuola) di conoscere e programmare una macchina mito, l'Olivetti P101! Poi il più avanzato P6060 e l'Apple II, mentre a casa si smanettava su Sinclair Spectrum e Commodore 64 e Vic 20.
Ricordo poi, al lavoro, i primi IBM PC e XT, un avveniristico (per i tempi) Apple Macintosh, e poi Olivetti M20 ed M26...ma ormai siamo quasi ai tempi nostri:-)))

MarLor_58
Sinclair ZX Spectrum nel 1986 mi pare (collegato al registratore a cassette!!); poi nei primi anni '90 Olivetti 286 sul lavoro..... è preistoria informatica!!



Inserisco anche i commenti al post fatti su FriendFeed

- un mac nel 1993. - Galatea

- urka... vabbè, siamo alla preistoria. il primo PC credo sia stato un Vic 20. - Max Uggeri | iRev

- pentium2... gennaio '99 se non ricordo male (un mese prima che uscisse il 3) - Marco- Ah

- be', ma conta anche il vic20? - Galatea

- Un Commodore 64 nel 1980? Non mi ricordo. Mi sa che era tipo il 1984/5 - RoBji che_cucino?

- C64 poi salto generazionale ad un P100 - sciack

- Un portatile Compaq nel 1999. - Knef

- lambda 8300, 1982/83 circa - fabriziovenerandi

- commodore 16, poi il 64 - Monique

- @Galatea conta tutto - Alberto Cane

- allora un vic20 che mio cugino non sapeva usare. - Galatea

- zx spectrum e se uno prima che non ricordo, era una scatoletta quadrata, forse zx1 ma non me lo ricordo proprio - wolly

- trovato, zx81 - wolly

- Un 486SX25 con ben 2MB. Win3.1 e Dos6.2. - Daniel Londero

- vorrei precisare che il Vic 20 è durato circa due giorni: l'ho smontato e poi mio padre - intuendo che forse avevo qualche talento nascosto con l'informatica - mi ha omaggiato di un Commodore 64 dopo che gli ho detto "babbo, è una chiavica". :D - Max Uggeri | iRev

- vic20 - ReAnto

- commentato sul blog ma ho toppato l'anno :) Il Nec V20 l'ho avuto nel 1984, non 85 :) - ArMyZ e S.elene

- ZX Spectrum nell'83 credo, forse prima, poi sono stato omaggiato del C16. Poi C64, ma la luce l'ho vista con l'Amiga 500 - DvD

- macintosh classic, 1991 - MceciliaA

- Commodore 64,1986 - Gabriele Corrieri

- Vic 20. Ma ero piccola piccola, eh? - Raflesia

- Olivetti M15, 1989 - luisa capelli

- 1986 IBM3270 in ufficio...ricordo ancora qualcosa del linguaggio DOS... poi venne Windows..facile ma deprimente per i ragionamenti.. - Stefania Spada

- un pc con processore 286 o 386, non ricordo. ce li siamo fatti tutti fino ai pentium vari. ero alle elementari, quindi prima del novanta - bezdomnyj82

- il PC di Nuova Elettronica nel 1979 (o 1978?), altrimenti il clone Apple ][ nel 1980. - .mau

- Olivetti M20, data imprecisata. Poi la svolta: Macintosh Classic, 1991. - Luca Sofri

- Olivetti M20 pure io... PCOS a manetta... Poi Vic20. Primi anni '80. (o forse il contrario, prima vic20 e poi M20, che era di papà, a dirla tutta) - Matteo Balocco

- zx81, commodore 64, olivetti m24 in sequenza cronologica - mizi@joindiaspora.com

- L'Apple IIe dei miei genitori... anni '80. Siamo veramente alla preistoria, eh... - Alessandro Arcuri

- MSX2, cosa che mi ha tagliato fuori da tutti i giri degli amichetti dotati di commodore64. poi il vuoto pneumatico, fino a un 486DX66. - cartaphilus di prestigio

- commodore 64 nell'89 (o forse era l'88?) - Demo - il BoyScout

- Apple II di un amico nel 1980 (ci programmavo in logo) poi uno Spectrum mio nel 1982. - mattiaq

- 386 con 8 mega di ram, anno 1991 - Isola Virtuale

- 286 20Mhz 1MB ram 40 MB di HD, anno 1989 - Giorgio Alcontrario

- un Commodore64C nel 1980qualcosa (ero piccolo...). Ogni tanto giocavo con l'M24 di papa' a lavoro o con il suo portatile un T2000Sx, un 8086 con 1Mb di memoria (volatile, il dos 3.0 doveva essere reinstallato ogni volta che toglievi la batteria :). Nel '96 un Pentium 75 Mhz, 8Mb di RAM, 500Mb di hd, era il famigerato corner della Packard Bell, piu' volte vincitore nella categoria peggior case della storia (http://www.geeksugar.com/10-Wors...). - Emme Ci

- Philips MSX (1), 1989 - Enrico Pascucci

- Un 80286 con ben 20, ripeto: ben 20mb di hard disk, e un monitor 14" a colori, che peperonava gli occhi in un batter d'occhio. Correva l''87. Mi ci trovai installato anche un programmino che sembrava interessante, perché mostrava i contenuti tramite finestre. Si chiamava Windows 2. Lo feci vedere a un amico smanettone, perché aveva anche un programma di scrittura che era astrogalattico, rispetto a quelli per DOS, una sorta di nonno/papà di Word. Mi disse che era interessante questo Windows, ma che non aveva futuro quel programma lì. - Maurizio Nicosia

- IBM PS/2 con OS2, nel 1989. È ancora tutto in soffitta, compresa la gigantesca stampante ad aghi. - Smb3M

- Commodore 64 nell'84, Amiga 500 nell'88 (o era l'87?), Amiga 1200 nel 90 poi ho scoperto Fidonet e nel 94-95 son passato ad un 386. L'Amiga mi manca ancora. Ah, da questo novembre sono il fiero possessore di un iMac. - Nervo

- non era il primo pc, ma ancora ricordo il mio Amiga 1200 con processore 68060 in cui il mac os8 girava più veloce che nel vero mac ;) - mizi@joindiaspora.com

- Amiga 500 nel 1991, ma praticamente l'ho usato come consolle, altrimenti Pentium 166MMX nel 1998. - Giovanni ~ Quacos

- C=16 dopo una settimana scambiato con un C=64. AD 1984 - GeekQueer

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mercoledì 12 gennaio 2011

La voglia di "ad personam" dilaga

Alberto Zangrillo

Alberto Zangrillo che lavora al San Raffaele di Milano è il medico personale di Berlusconi. Succede che il figlio primogenito di Zangrillo per cui il padre stravede non superi l'esame di ammissione a Medicina.

E allora Zangrillo, sull'ultimo numero di Ok salute se la prende con questi esami, che sono iniqui, che sono sbagliati, che non hanno alcun senso, che dovrebbero essere aboliti.

Ecco una delle tante sfaccettature del meraviglioso berlusconismo, dell'«ad personam» su misura di ogni esigenza individuale diffuso nell'aura che circonda il Cavaliere e che imbeve tutti quelli che la respirano. Non sarà facile diradarla.

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martedì 11 gennaio 2011

Senza fissa dimora


Sapete tutti del piccolo Devid morto a Bologna per il freddo. Il papà e la mamma non avendo un tetto vagavano per la città.

Ma quante sono in Italia le creature in simili condizioni?
«Per ora» spiega Paolo Pezzana, presidente della "Federazione Italiana organismi per persone senza dimora", «valutiamo tra i 50 e i 70mila limitandoci ai senzatetto veri e propri e agli ospiti dei centri di accoglienza. Ma la stima arriva a 100mila, comprendendo coloro che vivono in baracche e bidonville.»

Ne conosco due di senza dimora, nel senso che li conosco da quando la dimora l'avevano. Ogni tanto li incontro e forse si ancorano al fatalismo che li contraddistingue per non cadere nella disperazione. Fatalismo ma non resa, perché qualche giorno fa Cesare, e gli amici di Milano sanno a chi mi riferisco, ha tenuto una vera lectio magistralis sulla vita con in mano una bottiglia di vino. Eravamo sulla 56, quando ha cominciato a parlare la gente era un po' infastidita. Ma poi quella voce, aveva anche cantato nel coro della Scala, che ci buttava in faccia le tante miserie del tempo presente a poco a poco prese tutto il mezzo, e quando finì di parlare, che eravamo ormai a Loreto, partì un applauso scrosciante e a lui vennero le lacrime.

Nell'aprile del 2009 ero andato a conoscere (date un'occhiata al post) un blogger homeless che gira l'italia in bicicletta e che presentava il suo libro "Via della casa comunale n. 1" allo spazio S.O.S. nel sottopasso Tonale–Pergolesi, dentro la stazione Centrale, rifugio diurno di vite dalle rotte complicate.

Ecco lì, nelle tre ore che sono rimasto, mi son reso conto di una cosa. Si parla tanto di futuro. Per un senza dimora il futuro non è il domani, ma l'oggi. Perché il suo tempo davanti si ferma a dove la prossima volta mangerà, a dove dormirà. Non riesce e non potrebbe vedere oltre.

Qualcuno tra voi ha forse letto Senza un soldo a Parigi e a Londra di George Orwell?


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domenica 9 gennaio 2011

La soffitta digitale


Martedì scorso, arrivato a Milano dal paesello, mi sono accorto che avevo dimenticato l'alimentatore del Vaio che mi porto avanti e indietro. Sono più di dieci anni che vado e vengo con notebook, netbook, powerbook, ed è la prima volta che succede. Poco male, ho pensato, tanto ho altri computer. Ma poi m'ha preso un'idea.

E così ho tirato fuori da un armadio un vecchio iMac del 1999 che da dieci anni non usavo, ho collegato il modem dell'adsl all'ethernet e l'ho acceso. E m'è apparsa la schermata che vedete, col sistema operativo 9.1. Accedere a internet è bastato un attimo, ma la navigazione è stata quasi impossibile con la versione 5.1 di Explorer per Mac, forse il peggior browser mai progettato, che non supporta quasi i css, essendo allora, secondo un deprecato andazzo, quasi tutta la grafica delle pagine costruita con le tabelle.

E poi ho girato in qua e in là nel disco e mi sono venute in mano, lo dico così per dire, testi completamente dimenticati e foto che credevo ormai perse e poi programmi e programmini che hanno fatto il loro tempo. È pur vero che prima di appendere un computer al chiodo faccio il backup e sistemo il tutto su un server, ma poi chi va più a vedere in quel posto?

Ma la sorpresa l'ho avuta lanciando il programma di posta, l'Outlook Express 5 per Mac. Più che sorpresa un tuffo nelle email di 10 e più anni fa. E non vi dico. Gente di cui ho perso completamente i contatti mi sono sfilate davanti una ad una. E mi sono apparsi davanti, rileggendo quello che ci scrivevamo, anche i due amici che non ci sono più.

Chissà accendendo i vecchi LC, in pensione da ormai vent'anni, cosa mai mi potrà apparire sotto la polvere digitale accumulata sui bit rimasti inattivi per tutto questo tempo. Quando allora la posta elettronica non viaggiava ancora su internet, che era di là da venire, ma attraverso le BBS.

E allora perché non mi dite in che anno avete cominciato ad adoperare il computer e possibilmente il modello il sistema operativo e altre indicazione che volete, tipo RAM, capienza hard disk e CPU? Poi farò un post apposito coi vostri link.

Comincio io. Tralascio i mastodonti che ho adoperato negli anni Ottanta (tipo l'Hell Chromacon, per la grafica e la fotografia professionale, che aveva la sua bella stanza a temperatura e umidità controllate) e parlo del primo PC che poi era un Mac.

Anno 1989. Macintosh SE/30. RAM 4MB. CPU 16 MHz. Disco 40MB. SO System 6.0.3.

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sabato 8 gennaio 2011

Il famiglio Alfonso Signorini

Alfonso Signorini

Michele Serra sull'«amaca» di oggi con una parola desueta definisce Alfonso Signorini "il famiglio di Berlusconi". Leggo sullo Zingarelli alla voce famiglio "Domestico, servo, birro". Qui anche altro.

Il giornalista infilza il Signorini col fioretto che è sempre un'arma elegante (ossimoro) ma micidiale. Che adesso, per favore, qualcuno di voi non sguaini il rude spadone adoperando come fendenti parole tali da farmi arrivare lettere dall'avvocato del suddetto Signorini.

Se proprio volete potrebbe essere un bell'esercizio di stile con perifrasi a altre figure retoriche. In mancanza di creatività possono anche essere usati asterischi punti e linee a sostituire vocali e consonanti.

Un'ultima cosa volevo dire. Ci sono servi e servi. Un maggiordomo, di quelli che abbiamo visto in tanti film, conserva ancora, pur servendo, la sua dignità e ci risulta anche simpatico per l'ironia schietta. Invece un cameriere che si genuflette fino a leccare le scarpe e anche il resto del suo padrone merita tutto il nostro disgusto.

venerdì 7 gennaio 2011

Bruciori di stomaco

È da alcune settimane che dalle tv ci martellano con spot che pubblicizzano medicinali della tale e della tal altra casa farmaceutica contro i bruciori di stomaco. Anche sui giornali, spazi e spazi degli stessi prodotti. Prima nelle pagine interne e dopo Capodanno anche box in prima pagina di quotidiani nazionali (Corriere e Repubblica).

Ora potrebbe darsi che sia esplosa un'epidemia di questi bruciori di stomaco e che io non ne sappia niente perché me la sono scampata, e allora mi tocco dove sapete. Ma potrebbe anche essere che...

E da questa seconda ipotesi che è la più probabile, anzi quasi certa, si potrebbe aprire un dibattito.

martedì 4 gennaio 2011

Storie di cormorani e gabbiani


Ero partito con uno scopo (e l'avevo detto anche a Roberta incontrata casualmente sul ponte): fotografare i cormorani, quella tribù di uccelli che ormai da svariati anni viene a svernare nella val Nervia, nell'estremo Ponente ligure, e di cui avevo già parlato in maniera provocatoria tre anni fa. Non era una semplice foto, pur se bella fosse venuta, che volevo fare, ma l'immagine che mi sarebbe piaciuto mettere nel sacco avrebbe dovuto documentare uno di questi famelici volatili col pesce nel becco appena catturato e intento a buttarlo giù nello stomaco.

Niente. Questi giorni di luce afona, muta e sorda all'iride, quasi deprimente, mi hanno tolto l'estro e l'energia e la pazienza, soprattutto la pazienza di aspettare l'attimo. E i cormorani, neri come la pece, maledetti, appollaiati su massi in mezzo al torrente in attesa della preda sembrava mi facessero cucù. Così un gabbiano soletto arrivato dal mare mi ha visto sconsolato e ha volato per me. Grazie Jonathan Livingston. Qualcuno di voi ha letto delle sue acrobazie descritte da Richard Bach, che oltre ad essere un nipote del musicista è anche un pilota?

A proposito, voi non sapete che sono stato lì lì per prendere il brevetto di volo. Ma forse è meglio che non parli di questa storia perché poi ne tirerebbe dietro di sé un'altra e un'altra ancora. E quando si raccontano solo vicende del passato vuol dire ormai che si è finito di vivere.

Fra qualche ora riparto per Milano.





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lunedì 3 gennaio 2011

Laboratorio internazionale sul paesaggio



 
Associazione Amici di Francesco Biamonti
Comune di San Biagio della Cima
Regione Liguria
Provincia di Imperia


Laboratorio Internazionale sul Paesaggio
Memoria Percezione Rappresentazione
Salvaguardia Progettazione territoriale


San Biagio della Cima
Centro Polivalente “Le Rose”
15 gennaio 2011

Ore 9,00
Saluti delle autorità e Apertura dei lavori: Massimo Salsi (sindaco di San Biagio), Corrado Ramella (Presidente dell’Associazione “Amici di Francesco Biamonti”), Massimo Quaini (Università di Genova).

Ore 9,30
Prima sessione
Cos’è oggi il paesaggio? Approcci teorici.
Introduzione: Paola Polito

Luisa Bonesio (Università di Pavia), Il paesaggio da rappresentazione a luogo dell'abitare
Jacques Fontanille (Università di Limoges), Le ciel, la terre et l'eau : exercice pratique de sémiotique du paysage

Ore 10,45

Pausa caffè (15 min.)

Serge Latouche (Università di Parigi XI), La decrescita come progetto politico urbano/paesaggistico
David Le Breton (Università di Strasburgo), Le paysage et le marcheur : quelques réflexions anthropologiques

Ore 12,15

Dibattito. Moderatore: Alberto Roncaccia (Università di Losanna). Animatori: Matteo Meschiari (Università di Palermo), Vittorio Coletti (Università di Genova)

Ore 13,00
Buffet-degustazione di prodotti locali offerto dai Comuni di San Biagio della Cima, Soldano, Perinaldo

Ore 15,00
Apertura dei lavori pomeridiani: Saluto e testimonianza dei sindaci di Perinaldo, Soldano, San Biagio della Cima (IM)

Seconda sessione
Attraversare il paesaggio: memorie, esperienze, progetti.
Introduzione: Massimo Quaini

Giorgio Bertone (Università di Genova), Riflessioni sulla Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000)
Roberta Cevasco (Università del Piemonte Orientale), La “rugosità” del paesaggio: il punto di vista dell'ecologia storica

Ore 16,30
Pausa caffè (15 min)

Giuseppe Conte (Scrittore), Paesaggio, memoria, epifania
Luisa Rossi (Università di Parma), La Mappa e il Paesaggio: una "liaison dangereuse"

Ore 17,45
Dibattito. Moderatore: Alberto Magnaghi (Università di Firenze). Animatori: Matteo Meschiari, Vittorio Coletti

Da un’idea di Paola Polito (Università di Copenaghen)
Comitato scientifico:
Paola Polito, Massimo Quaini, Corrado Ramella

Il Laboratorio sul paesaggio rientra nell’ambito delle manifestazioni per il decennale della scomparsa di Francesco Biamonti



domenica 2 gennaio 2011

Il bunga bunga istituzionale

Al sindaco di Ventotene è venuta l'idea di invitare i ragazzi e le ragazze dell'isola ad una grande cena la scorsa notte a spese del Comune nel locale di proprietà del vicesindaco e gestito dall'assessore al Turismo.

Al momento del brindisi finale il sindaco annuncia una sorpresa. Nel locale si abbassano le luci e compaiono due spogliarelliste brasiliane (assoldate dalla cooperativa che svolge per il Comune i servizi di assistenza agli anziani) che si esibiscono a suon di musica denudandosi tra gli invitati.

Cala il gelo, e tutti i ragazzi, nessuno escluso, abbandonano il locale. Ad una giovane che manifestava apertamente il suo dissenso il sindaco ha persino detto che la prossima volta assolderà anche spogliarellisti maschi. Il modello bunga bunga è dunque sbarcato a Ventotene con tutto il suo tragico squallore. Solo un dubbio rimane: con quali soldi sono state pagate le spogliarelliste?

Laura Aiello
Ventotene

lettera sulla Repubblica di oggi