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giovedì 22 dicembre 2011

Buone feste

A Leone Werth

Domando perdono ai bambini di aver
dedicato questo libro a una persona grande.
Ho una scusa seria:
questa persona grande è il miglior amico
che abbia al mondo.
Ho una seconda scusa:
questa persona grande può capire tutto,
anche i libri per bambini;
e ne ho una terza: questa persona grande
abita in Francia, ha fame, ha freddo
e ha molto bisogno di essere consolata.
E se tutte queste scuse non bastano,
dedicherò questo libro al bambino
che questa grande persona è stato.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano).
Perciò correggo la mia dedica:

A Leone Werth
quando era un bambino
buone feste



martedì 20 dicembre 2011

L'articolo 18 non è né un totem né un tabù, è un diritto

Si intende a fatica (la materia è complicata) che l'antipatia per il famoso articolo 18, quello che limita la libertà di licenziare, è motivata dal desiderio di rendere più fluido e più "moderno" il mercato del lavoro. Meno obblighi e meno regole, e tutto funzionerà meglio.

Ora, a parte che precedenti deregulation promisero prosperità diffusa e finirono invece per approfondire differenze di classe; e dunque si è legittimati a drizzare le antenne ogni volta che risuona la formula "meno regole"; viene da osservare che la libertà di licenziare può funzionare da frustata benefica a patto che l'offerta di posti di lavoro sia brillante e magari in aumento, tanto che il licenziato, appena uscito dal portone della sua azienda, possa bussare al portone di fronte per trovare un nuovo impiego.

Ma in recessione, e con una lunga coda di ragazzi che aspettano lavoro, che risultato può mai dare, se non quello di ingrossare l'esercito dei disoccupati? E in un momento in cui il principale problema, per il governo, è cercare di tenere fede almeno in parte alla promessa di equità, c'era proprio bisogno di tirare in ballo il povero articolo 18, che è uno dei pochi drappi laceri e gloriosi che il mondo dei salariati può ancora sventolare sopra le macerie della propria sconfitta?

Michele Serra
L'amaca di oggi


lunedì 19 dicembre 2011

Milano, sconti contro la crisi, blitz in vari negozi



Bisognava vedere ieri la baraonda successa alle casse della Fnac di via Torino, della Feltrinelli-Ricordi in piazza Duomo e della Decathon in largo Cairoli. Clienti che pretendevano lo sconto e cassiere a ripetere che su quei prodotti bisognava pagare il prezzo pieno.

Era il risultato di uno scherzo serio firmato da una serie di collettivi ( Zam – Zona autonoma Milano, Rete Studenti Milano, Collettivo Lambretta, LabOut Milano, Milano in Movimento) che per rimarcare ancora di più gli effetti della crisi avevano appiccicato su libri, dischi, dvd, articoli sportivi e gadget vari adesivi rossi con massicci "sconti anticrisi" del tutto fasulli. E anche appiccicato il volantino che vedete in fondo all'entrata dei negozi.

"La fantasia al potere", com'era lo slogan di quei tempi là, non c'è andata, al potere. E non avrebbe potuto andarci. Esiste forse un potere fantastico? Ma mettere fantasia nelle lotte, anche in quelle per aprire le coscienze che in questi ultimi tempi non hanno fatto altro che ottundersi, è sempre stata l'aria che mi ha fatto respirare e dunque vivere.




Da Milano_in_movimento

sabato 17 dicembre 2011

Il design assurdo

Ieri, nel tardo pomeriggio, in un bar del centro di certe pretese, ho avuto da dire. Eravamo lì per un aperitivo, e ce li portano questi aperitivi in quattro bicchieri quadrati, proprio quadrati, con gli angoli a 90 gradi, appena appena smussati da un leggerissimo arrotondamento. Il cameriere, che aveva sentito il mio forte "Ma che cazzo! che labbra bisognerebbe avere per bere da questi?" e avevo accompagnato la domanda alzando il bicchiere al cielo, "Scusi signore, forse lei non lo sa, ma è una creazione di... " e mi aveva sussurrato il nome di non so quale designer giapponese. Non ho replicato, tanto non valeva, replicare voglio dire.

Voi non sapete quante volte mi è capitato nei posti più svariati osservare oggetti che avrebbero dovuto essere di uso quotidiano e che a usarli ti avrebbero complicato parecchio la vita, che per quanto riguarda a complicazioni già basta e avanza per se stessa.

Un esempio: questo che vedete. Per me un mostro di ibrido che di più non si potrebbe. Lo chef che lo ha inventato, che pare sia un cuoco molto trendy, lo ha chiamato passpartout. Con ciò, facendo anche uno sgarbo a una bella parola.

venerdì 16 dicembre 2011

Tiscali si è comprata Telecom e nessuno ne sa niente?



Cinque minuti fa ho avuto necessità di cercare un numero di telefono e all'url www.paginebianche.it mi è apparsa questa schermata. E mi è sembrato come se il sito della Fiat fosse circondato dalla pubblicità della Volkswagen. Non proprio così, perché Tiscali rispetto al colosso Telecom è un animale di taglia mingherlina, ma insomma avete capito.

Qualcuno potrebbe svelare l'arcano?

giovedì 15 dicembre 2011

Time - The protester

La copertina di Time con la Persona dell'anno

Per Time la Persona dell’Anno 2011 non è una singola figura ma “The Protester”, il contestatore. Qualcosa di grosso s’è risvegliato, partito dal venditore di frutta tunisino che si è dato fuoco e ha incendiato il Medio Oriente con le conseguenze note a tutti. E poi gli Indignados, Occupy Wall Street, un mondo, milioni di persone, in movimento con una nuova coscienza: basta con le ingiustizie, più dignità, più tolleranza, più civiltà.

Mi chiedo, e non so rispondermi, se questo vento sia solo uno zefiro d'annata, e poi al prossimo giro chissà Time cosa mai metterà in copertina, oppure se sia l'inizio di un uragano non controllabile, nemmeno dagli attuali padroni della Terra.

Moi chiedo e non so rispondermi.

mercoledì 14 dicembre 2011

Poi i bei tempi finiscono, ma...

Berlusconi e Minzolini
Berlusconi e Minzolini

Poi i bei tempi finiscono, ma intanto ci si è parato il culo. Se il culo non se lo parano i leccaculo chi altri?

Leggete, leggete.


Dal blog di Alessandro Gilioli

Gli inflessibili

Guardate che la vicenda Minzolini è fantastica. No, dico davvero: è fantastica.

Da dieci anni ci spiegano in coro che dobbiamo essere tutti licenziabili, tutti flessibili, cos’è questa incrostazione novecentesca del posto fisso. Ce lo spiegano un po’ tutti – anche nel Pd – ma più di tutti ce lo strillano i liberisti del Pdl (Sacconi e Brunetta in testa): cioè proprio quelli che hanno messo come direttore del Tg1 Augusto Minzolini.

Già, ma con che qualifica hanno assunto Minzolini in Rai? Leggere, per credere, la sua memoria difensiva: «Caporedattore con funzioni di Direttore». Cosa vuol dire questo? Semplice: che con quel bel contrattino, Minzolini non è licenziabile dalla Rai. Per sempre. Per sempre si potrà tenere la sua retribuzione di 550 mila euro lordi l’anno, che fanno più di 22 mila euro netti al mese, per tredici mensilità, ovviamente a spese di chi paga il canone.

Come noto, infatti, in base al contratto dei giornalisti sono licenziabili senza giusta causa o giustificato motivo soltanto i direttori e i vicedirettori. In questi casi, basta la fine del «rapporto fiduciario» con l’editore per porre termine a un contratto, con il pagamento di una penale pari a un certo numero di mensilità.

Invece, Minzolini, ciccia. Era il direttore, di fatto e senza il minimo dubbio, come ci ha ricordato più volte con i suoi editoriali. Ma non di diritto, almeno non formalmente. Quindi è illicenziabile. Infatti adesso, male che gli vada, lo sposteranno a Parigi o a New York. Dove oltre al suo stipendio da nababbo, avrà in più anche l’alloggio di servizio.

Questa è la flessibilità della destra italiana, o forse più in generale dei padroni del vapore di questo Paese: deve valere solo per gli altri, possibilmente per chi arriva in mutande alla fine del mese. Per i potenti, invece, si arriva a truccare un contratto pur di garantirgli il posto a vita.

martedì 13 dicembre 2011

Il palco crollato per il concerto di Jovanotti: «È la giustizia divina»

«Ricorderete che una settimana fa, Fiorello si esibì con il suo penoso "salvalavita Beghelli", alludendo e facendosi apostolo del profilattico, dunque incoraggiando via etere il libertinaggio sessuale, quindi il peccato mortale? Bene, in quella circostanza, Fiorello ebbe come partner proprio Jovanotti, colui il quale avrebbe dovuto esibirsi a Trieste. Dio non manda certamente il male che non vuole. Dio non chiede sofferenze agli umani, ma si ribella e acconsente ...

... acché Satana ci metta alla prova.

Una specie di "catechismo del male", giusto percorso spirituale, che ogni uomo deve affrontare al fine di santificare la propria vita, mediante fortezza e virtù.

Una positiva conseguenza del crollo è stata la sospensione del concerto di questo menestrello del vietato vietare, del tutto è permesso, della vita sregolata e dell'incitamento ad ogni scompostezza esistenziale.

Da questo e solo da questo punto di vista, esiste una giustizia divina che si oppone alla volgarità ed al libertinaggio senza censura, anzi, avallato da nomi noti che, così facendo, si fanno portatori di voce del Maligno.»

Dal sito Pontifex.it

Non ho commenti da fare.


lunedì 12 dicembre 2011

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Milano, piazza Duomo

Non mi risulta esista un'applicazione che permette di scrivere dentro una finestra bianca del browser con il mouse o molto meglio con la tavoletta grafica. Fosse esistita tutto sarebbe stato più semplice quella volta là.

Per analogia dal virtuale al reale il pensiero m'è venuto ieri mattina mentre scattavo le foto, e pensavo alla liberatoria follia di una città tappezzata di postazioni come queste, a tema, ma anche senza tema alcuno, nella libertà più completa.

E già mi vedevo la mamma col suo bambino che si fermavano, e ognuno scriveva quello che gli frullava, e mi vedevo anche che scrivevano quello che gli frullava un operaio uno studente una prostituta un disoccupato un turista e tutti gli altri. Fantasmagoria di insulti e desideri, di amore e odio.

Chi timidamente, quasi di nascosto, con un pennarello fine e lettere piccole, chi senza alcun timore, con ostentazione, adoperando un pennarellone che vergava lettere visibili da venti metri.

Se così fosse, se una città del genere esistesse, voi, voi vi fermereste a scrivere? E cosa?

Milano, piazza Cordusio




Oggi è il 12 dicembre (le foto). Per non dimenticare mai.


sabato 10 dicembre 2011

Non vado per mercatini



Che poi, visto il bel tempo e la temperatura mite, sarebbe una pacchia girare tra le bancarelle anche solo per curiosare, ché qualcosa di curioso si trova sempre. Basta averne voglia. E quest'anno, com'è come non è, voglia non ne ho. Non so voi.

In compenso qualche settimana fa assieme a un vicino un mercatino l'abbiamo steso nel giardino di casa qui a Milano, senza venditori né compratori. È successo che ho allestito all'aperto una sala di posa e lui ha tirato fuori tutti gli oggetti antichi che ha e che sono una miriade, e poi uno per uno li ho fotografati.

Pubblico questo e vi chiedo cos'è. Quando poi darò la risposta ne metterò altri.

Aggiunta, mezzodì dell'11 dicembre
Ecco la risposta


Si spinge il pomello e viene fuori la sigaretta contemporaneamente alla rotazione dell'uccello che la afferra. Ha risposto giusto Laura (si può sapere da dove scrivi?) e poi gli altri che si sono accodati. Ringrazio tutti, anche per le spiritosaggini, e in particolar modo il figlio di 6 anni di LGO, che se crede gli darà un bacino da parte mia.

È un po' che vorrei fare una specie di rubrica con cadenza fissa di oggetti che scompaiono. Oggetti che abbiamo usato e che adesso sono andati in disuso. Che ne dite?


Come detto inserisco altri oggetti

Arcolaio

Macinino


Il vicino mi dice che è un aggeggio per fare matasse di lana, ma io ho qualche dubbio e non capisco come funzioni.

mercoledì 7 dicembre 2011

Le tasse e i cobra

Ci sono fatti che accadono in zone del pianeta da noi distanti che ci fanno sorridere e anche ridere e poi sotto sotto ci fanno forse anche sorgere qualche desiderio di emulazione, visti i tempi che corrono.

Harayia (India nord-orientale). Un incazzatissimo signore di nome Hakkul soffocato dalle tasse si è presentato nell'ufficio governativo dove avrebbe dovuto pagare e ha liberato una dozzina di serpenti velenosi tra cui alcuni micidiali cobra.

C'è il video.

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domenica 4 dicembre 2011

Spirale



La forma ipnotica per eccellenza. Un disegno, un grande quadro, una immensa scultura, in cui l'artista ha usato le pietre come matite, la terra e l'acqua come colori, il cielo e l'orizzonte come il...
[continua su ladri di bellezza]

giovedì 1 dicembre 2011

Baci proibiti sulla tomba di Oscar Wilde




Il primo fu tanti anni fa. Un'ammiratrice (forse già arrivata lì con quell'intento o forse spinta sul momento da un trasporto fulmineo) lasciò un bacio col rossetto sul sepolcro parigino dove riposa Oscar Wilde assieme all'amante Robert Ross.

E poi venne il diluvio. Di baci. Pellegrine in visita allo scrittore adorato hanno continuato a lasciare il segno del loro passaggio, e chissà con quali fremiti hanno impresso quelle loro labbra.

Baci su baci, rossetto su rossetto, la lapide era diventata una coltre di pigmenti varianti dal rosso al marrone. Così è arrivato il restauro, finito in questi giorni, e con esso una bella lastra di cristallo che impedisce il contatto diretto con quelle pietre. Purtroppo non ci è dato sapere quale mai aforisma abbia tirato fuori lo scrittore irlandese che dimora di là dal vetro.

Detto fra noi, io non sono mai andato matto per Oscar Wilde.