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giovedì 23 maggio 2013

Genitori che inseguono figli

Mamme e papà ansiosi fanno carte false per poter controllare i loro figliuoli. Carte false vere, non metaforiche, perché entrano in Facebook con identità fasulle e poi chiedono l'amicizia ai pargoli per vedere cosa combinano.

Ma qualcuno si è accorto del trucco e come l'influenza la notizia di questi gendarmi sotto mentite spoglie è dilagata. Così adesso è iniziato un fuggi fuggi verso Twitter, tanto che ormai i cinguettii degli implumi hanno superato quelli che le piume ce l'hanno e anche le stanno perdendo.

Fino a che questi genitori si accorgeranno della fuga e andranno a rincorrerli anche là. E allora? E allora forse qualcuno si inventerà un social network blindato, solo per adolescenti. Non saprei dire come, ma la fantasia è grande. Subito dopo le azioni di Facebook avranno un tracollo.

Eravamo nomadi al tempo della pietra, sempre a caccia di animali da infilzare e a stupefarsi della varietà degli orizzonti. Poi ci fermammo a coltivare la terra, a costruire città, a tracciare confini. Ma quella primordiale scintilla del non potere stare mai fermi ha sempre covato sotto la cenere dei secoli e delle generazioni. Adesso questo nomadismo si sta rinvigorendo in varie forme, soprattutto psichiche, e ribaltamenti di ruoli.


14 commenti:

  1. Passata la moda dei sòscial nètuorc e crollati i medesimi come un castello di carte - ciò non più tardi del 2020 - i bimbiminkia (adolescenti e adulti: sempre bimbiminkia sono) si inventeranno qualcos'altro.

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  2. è un momento difficile quello che viviamo, ancora pochi elementi a disposizione, facciamo fatica ancora oggi a capire le grandi trasformazioni sociali del dopoguerra. Possiamo immaginare, fare delle supposizioni, ma è difficile dare giudizi.. si noi qui, in queste terre pasche, viviamo guardando i peschi fiorire, i ciliegi senza ciliegie, la terra fradicia e ci concediamo un pò di web, ma chi non ha altro che vedere il muro spoglio che hai di fronte.. cosa gli rimane in questo scorcio di tempo imbastardito..magari un magaglio e un fazzoletto di terra, ma la terra è bassa si sa..

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  3. Ho cestinato un post in fieri dopo aver letto il tuo. Unicamente per giocare su FB ho aperto un profilo con l'immagine del protagonista (maschile) di una delle varie TV che seguo. Attenzione, un personaggio e non l'attore... Ebbene, in una sorta di torneo di carte, una ragazzina - come se stesse dialogando con il personaggio - nella chat che si apre durante la partita mi ha chiesto di dove sono, quanti anni ho, se le davo l'amicizia e menate del genere...

    Alberto, mi sono spaventata pensando all'influenzabilità e alla fragilità di quella raggazina: e se fossi stata un porco schifoso che se la rimorchia sul web? Non ho figli, ma suppongo che - se ne avessi - anch'io ricorrerei a quel sotterfugio per controllarli.

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    1. Non serve a nulla controllare i figli di nascosto perchè se vogliono ti fregano. Serve invece educarli fin da piccoli ad un uso consapevole dei mezzi che la moderna tecnologia ci offre. In questo modo sapranno difendersi da soli che è molto più importanti in quanto i genitori non possono (e non devono) essere onnipresenti.

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  4. A volte una cosa negativa può avere effetti collaterali positivi: chissà mai che i ragazzi, dopo aver abbandonato ("grazie" a questa ossessiva invadenza dei genitorozzi) prima Fessobukko, poi Cippicippi, poi il nuovo Brufol-Sorcial che ipotizzi tu ecc, non reimparino a prestare attenzione soltanto a persone reali, ai loro visi, ai loro occhi, alle loro parole, ai loro sorrisi, e non si affranchino da questo delirio chiamato "born digital" da chi vuole le loro anime, e che in verità rischia di renderli soltanto dei robottini tecnoglioniti... (pronti a sostituire il Linguaggio e la Scrittura, frutto di milioni di anni di evoluzione, prima col ritorno al geroglifico, poi col visual-touch, poi col grugnito, poi col pensiero di grugnito occhialuto...)

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  5. non so magari se noi "adulti" ascoltassimo e parlassimo un po' di più i ragazzi forse nn andrebbero a rifugiarsi troppo nelle tecnologie, non è facile sia chiaro, la vita di oggi è talmente frenetica che nn si contano i minuti liberi, ma lavorando con i ragazzi mi sento di dire che forse hanno bisogno, in alcuni casi, di più ascolto

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    1. E soprattutto necessiterebbe che noi genitori riuscissimo a capire il loro modo di comunicare per inserirci nella loro comunicazione.

      Con mio figlio di 14 anni sono "amico FB" e da lì tasto il polso della situazione (e qualche volta in chat lo mando a studiare, ihihih!), poi torno nella mia figura di padre e lo ascolto e lo aiuto a trovare la sua via. Con un adolescente occorre trovare tutte le vie possibili!

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  6. Io sono "amica" dei miei figli su FB, con l'espresso divieto di commentare, interagire, "piacciare", da parte della femmina, e un assoluto disinteresse da parte del maschio. L'ho fatto perché mi è venuto spontaneo, visto che il profilo me l'avevano aperto loro, non certo per controllarli (anche perché visionando i link non si controlla niente, per sperare di esercitare una funzione di spionaggio passabile occorre leggere i messaggi privati e dunque essere in possesso della loro password: e conosco genitori che ce l'hanno): loro sono inseriti in una lista virtuale che comprende anche tutti i miei contatti loro compagni ed ex compagni di scuola che praticamente non apro mai (sono gli amici, presso cui sono popolarissima, spesso, a leggere me, ed a "taggarmi").
    Ad ogni modo vicende come quella del ragazzo diciassettenne di Genova che ha atrocemente sorpreso i genitori, che credevano di avere un figlio senza segreti per loro, sparandosi in bocca, danno la misura del patetico fallimento di ogni illusoria strategia di controllo dei figli che non sia un dialogo concreto, fatto de visu, strenuo, instancabile (e manco quello basta, come forse non è mai bastato). Correre appresso ai figli sul web è un pericoloso surrogare e abdicare alle proprie responsabilità di tutore, educatore e genitore. In realtà sin dall'avvento dei cellulari si sono allentate a dismisura le maglie del permissivismo familiare: ragazzine di tredici anni stanno fuori fino alle ore piccole d'estate e d'inverno perché le loro madri hanno l'illusione che siano tutelate e protette essendo a portata di squillo; i figli godono di una libertà pressoché illimitata che li ha resi piccoli adulti anzitempo, e i genitori, dal canto loro, si sono disimpegnati, regredendo ad adolescenti, sicché si assiste spesso ad un pernicioso rovesciamento dei ruoli.
    Aggiungiamoci pure che l'esser nati attaccati ad un pc ha irrimediabilmente mutato i circuiti neuronali dei ragazzi di oggi. Se si pensa all'infanzia e adolescenza di un odierno cinquantenne (me, ad esempio), senza pc, senza cellulare, senza DVD, persino senza videoregistratori, sembra di star evocando ere preistoriche. Questi ragazzi non sanno cos'è la noia, la calma, la quiete. Vivono in un mondo costantemente pregno di stimoli, piovono loro addosso da tutte le parti, impediscono loro reazioni che non siano riflessi immediati, non si fermano mai a riflettere, non ne sono più capaci, semplicemente. Lo vado ripetendo dappertutto, ormai è dibattito aperto sul fatto che siamo entrati in un periodo assiale, uno di quelli che cambia il corso della storia dell'umanità. Purtroppo, bello o brutto che sia, dobbiamo farci i conti, perché indietro non si torna più. Le cose sono cambiate in modo irreversibile.

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    1. Condivido anch'io.
      Sin in tenera età i bambini subiscono un bombardamento di immagini, stimolanti sì ma non sempre decodificate e filtrate nel significato. Del resto anche i cartoni animati di oggi spesso non hanno una trama, per cui per loro è difficile riuscire a raccontarli. Dalla tv al pc il passo è breve, solo che il pc richiede interattività e un uso consapevole e - posso dire?- anche prudente.
      Oggi ci sono per i ragazzi tante opportunità di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, ma di fatto approfondiscono poco. I socialcosi spesso servono a "testimoniare" a ritmo frenetico, a volte ossessivo, la propria presenza più che a condividere riflessioni e ad analizzare. Non a caso oggi i ragazzi hanno grande difficoltà a strutturare un testo scritto.A mio parere, da questo vortice sono travolti anche gli adulti che diventano "adolescenti dipendenti".
      Il cosiddetto genitore "elicottero" potrà riuscire fino a un certo punto a vigilare dall'alto sulla prole.
      Della serie: speriamo che ce la caviamo! :)

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  7. Non mi è mai piaciuta l'idea di "spiare" le figlie, non l'ho mai fatto e mai lo farò... Con i figli bisogna instaurare un dialogo, cercare di insegnare loro cosa è giusto e cosa non lo è e poi anche fidarsi.

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    1. E le radici di tutto questo si concimano FINO DALLA PRIMISSIMA INFANZIA e, con pazienza, giorno per giorno. Non sembra ma poi i frutti vengono, almeno quasi sempre . E buoni, non marci.

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  8. Adesso quando verrete sul mio blog farò un bel controllino al vostro indirizzo IP, chissà che dietro ai vostri avatar non si nasconda il mio paparino 75enne... :D

    Spiare i figli è di cattivo gusto, comunque. Malsano desiderio di controllo, nient'altro.

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  9. Non mi piace faccialibro e non mi piace il cinguettio, mi domando sempre più spesso, se stanno tutto il loro tempo libero a scambiarsi messaggi informatici, il tempo di relazionarsi tra loro in maniera fisica dove lo trovano?

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