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venerdì 3 ottobre 2014

I numeri segreti del Pd

Pubblicamente non lo dicono ma i numeri sono questi. In un anno il Pd ha perso 400.000 iscritti che adesso sono ridotti a 100.000, 5 volte meno del 2013 quando i tesserati erano 539.354. In Sicilia, Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna il tesseramento non è nemmeno partito e siamo a ottobre. In Campania nel 2013 erano 70 mila gli iscritti, oggi le tessere si possono calcolare nell'ordine delle centinaia, nemmeno delle migliaia. A Torino e provincia gli iscritti erano 10 mila lo scorso anno, oggi sono appena 3000; a Venezia 5500 nel 2013 oggi 2000. In Umbria da 14 mila si è arrivati a meno della metà. Un dato molto interessante non mi è dato sapere: l'età media di questi militanti.

È un mutamento genetico del partito che ha perso in maniera definitiva le sue radici. E chissà adesso come tutta la macchina potrà funzionare visto il progressivo venir meno del finanziamento pubblico (per quest'anno saranno 12,8 milioni).


13 commenti:

  1. Per il finanziamento io la risolverei così:
    fase 1 - primarie una volta al mese con versamento obolo di 2 euro ogni volta che si va a votare
    fase 2 - una volta che la gente si sarà stufata di tutte 'ste primarie, organizzare ronde che girano la mattina presto del primo gennaio a dare il buon anno pretendendo il conquibus per il bell'augurio

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    1. @Angelo
      Mi sa che al posto del conquibus si beccano qualcos'altro.

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  2. non ditelo a Renzi perché lui ha il consenso....

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    1. @Ernest
      Più aumentano i consensi più diminuiscono gli iscritti. E non è un paradosso.

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    2. anche perché è votato da quelli di destra che chiaramente non si iscrivono...

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  3. ...e se non la smettono di fare i pagliacci e i ciarlatani questi numeri caleranno ancora.

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    1. @Aldo
      Mi sa che degli iscritti se ne sbattono. Il problema saranno i soldi.

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    1. @Massy
      Visto il trend mi sa che continuerai a godere.

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  5. I renziani dicono che va di lusso così. Hai letto l'articolo di Piero Raffa sull'Huffington Post? Il tesseramento va abolito! Basta con questo aggrapparsi "alla nostalgia del tempo che fu, con il pensiero che corre ai vecchi tempi: alla ditta, al partito solido, al presunto radicamento sul territorio. Alle emozioni trasmesse dal panino con la salamella alle feste dell'Unità. Si rischia di rimpiangere, tra l'altro, un passato non proprio glorioso..." Bisogna "tentare di essere razionali, constatando che la struttura del partito si sta fisiologicamente adeguando ai cambiamenti della società di cui fa parte." E per i soldi come si fa? No problem: per i soldi "si troveranno altre forme di contribuzione, simbolicamente meno vincolanti." Capito? :D

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    1. @Cri
      Vincenzo Visco ieri sera a otto e mezzo su La7
      "Di questo passo diventerà un partito dove gli iscritti saranno i soli professioniisti della politica, e questo sarà un disastro". Adesso vado a vedere l'articolo di Piero Raffa. Buona domenica.

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  6. Non credo affatto nella così detta "evoluzione dei tempi". Piuttosto, sono convinto che anche questo sia un regalo dell'ultimo ventennio vissuto assorbendo la mentalità tipica del berlusconismo.

    Ciao Alberto e buon fine settimana. Non è un caso che ero e sono ancora contrario all'abolizione del finanziamento ai partiti, come tanti invece reclamano. Compresi i pentastellati e questa sottospecie di brutta rappresentazione di un partito di centrosinistra.

    Semmai, il contrario: io cittadino-elettore finanzio il partito, con modalità che vanno riviste ovviamente e, soprattutto, sapendo che i partiti devono rendicontare ogni centesimo di quello che spendono. Sapendo che se fottono, vanno in galera e non mettono più piede in un'aula del Parlamento.

    Il finanziamento deve essere legato al cittadino elettore e solo a lui perché più quest'ultimo si allontana dal partito (e dalla politica) più il partito dipenderà dei così detti "poteri forti" e non farà il mio interesse. Infatti, già da tempo non fanno più il nostro interesse.

    Loro, i partiti, i conti se li sono fatti bene e, infatti, non si scompongono affatto se il cittadino-elettore è sempre più lontano dalla politica. Hanno sistemato molto bene le cose e che noi si voti oppure no, che noi ci si interessi alla politica oppure no, che noi ci si tesseri oppure no, per loro non cambia nulla.

    L'ennesima porcata di legge elettorale, ne è la riprova. L'ennesimo affidarci al "leader" che oltre che raccontare balle ci propina fumo per il cervello, è l'altra prova che i partiti hanno capito bene come fotterci, facendo sicuramente a meno del nostro "obolo"!

    E concludo come solitamente concludo già da tanto tempo: abbiamo la politica che meritiamo.

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    1. @Carlo
      La democrazia si sta sempre più restringendo e ai più non sembra fregargliene molto.

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