Da ragazzo ero tanto ma tanto invidioso del fatto che nei film americani ci fossero questi ghetti con le rispettive mafie multicolori e che l'eroe di turno potesse fare a pistolettate o a sciabolate o botte a colpi di kungfu o la qualsiasi mentre a me toccava solo la banale periferia popolata di pugliesi e siciliani, tanti sosia di Abatantuono.
Ecco, finalmente stiamo arrivando al Mondo Nuovo e anche a Milano abbiamo la nostra "Chinatown", abbiamo i nostri raccoglitori di cotone dell'Alabama, eccetera. Certo, la scala è ridotta, un po' come i butteri coi cowboy di Buffalo Bill ma meglio che niente.
Vi potrei dire che siete provinciali patologici ma è una di quelle cose che o ci arrivi da solo o non ci arrivi.
@Anonimo Noi possiamo anche essere dei provinciali patologici ma tu sei ignorante, nel senso che ignori che qui a Milano il quartiere cinese esiste da un secolo.
Bravo, hai capito il punto. Ai tempi di Dannunzio c'erano le "cineserie", l'Oriente esotico che ispirava le avventure di Salgari e faceva immaginare certi vizi sconosciuti, cosi come accadeva già in età classica.
Ma a nessuno veniva in mente di sovrapporre la Cina all'Italia, che l'esotico diventasse "normale", come andando al circo a nessuno veniva in mente di volere essere come la donna barbuta o l'orso ballerino.
Al contrario di oggi, che a Milano si organizzano quei simpatici eventi che servono a rinforzare l'idea che Milano sia "multietnica", che a fianco al Duomo mezzo gotico e mezzo neoclassico ci puoi mettere le palme o il minareto o, per venire all'oggetto, una pagoda anche se per qualche ragione ignoriamo che la Cina è un paese comunista e bisognerebbe metterci un posterone di Marx, Engels e Mao.
Ti faccio una domanda, Alberto. Dimmi cosa rimane dell'Italia una volta che abbiamo cancellato la "italianità", una volta che Milano non è più Milano ma una cittadina del "mondo" dove trovi esattamente le stesse cose che trovi in qualsiasi altro posto. Cosa abbiamo da vendere una volta che il turista che viene a Milano trova lo stesso kabab e gli stessi involtini primavera e la stessa pizza che trova a Oslo o ad Adelaide. Cosa rimane una volta che invece delle tintorie e delle filande lombarde abbiamo quelle cinesi.
Non capisco dove sia la festa nel venire semplicemente cancellati.
Un viaggio spazio temporale
RispondiElimina@amanda
EliminaTemporale fino a un certo punto... i telefonini...
Ma c'era una festa?
RispondiElimina@Francesco
EliminaIl loro capodanno.
Bello!che eleganza!
RispondiElimina@Sara
EliminaPer l'eleganza abbiamo tutto da imparare.
Da ragazzo ero tanto ma tanto invidioso del fatto che nei film americani ci fossero questi ghetti con le rispettive mafie multicolori e che l'eroe di turno potesse fare a pistolettate o a sciabolate o botte a colpi di kungfu o la qualsiasi mentre a me toccava solo la banale periferia popolata di pugliesi e siciliani, tanti sosia di Abatantuono.
RispondiEliminaEcco, finalmente stiamo arrivando al Mondo Nuovo e anche a Milano abbiamo la nostra "Chinatown", abbiamo i nostri raccoglitori di cotone dell'Alabama, eccetera. Certo, la scala è ridotta, un po' come i butteri coi cowboy di Buffalo Bill ma meglio che niente.
Vi potrei dire che siete provinciali patologici ma è una di quelle cose che o ci arrivi da solo o non ci arrivi.
@Anonimo
EliminaNoi possiamo anche essere dei provinciali patologici ma tu sei ignorante, nel senso che ignori che qui a Milano il quartiere cinese esiste da un secolo.
Bravo, hai capito il punto. Ai tempi di Dannunzio c'erano le "cineserie", l'Oriente esotico che ispirava le avventure di Salgari e faceva immaginare certi vizi sconosciuti, cosi come accadeva già in età classica.
EliminaMa a nessuno veniva in mente di sovrapporre la Cina all'Italia, che l'esotico diventasse "normale", come andando al circo a nessuno veniva in mente di volere essere come la donna barbuta o l'orso ballerino.
Al contrario di oggi, che a Milano si organizzano quei simpatici eventi che servono a rinforzare l'idea che Milano sia "multietnica", che a fianco al Duomo mezzo gotico e mezzo neoclassico ci puoi mettere le palme o il minareto o, per venire all'oggetto, una pagoda anche se per qualche ragione ignoriamo che la Cina è un paese comunista e bisognerebbe metterci un posterone di Marx, Engels e Mao.
Ti faccio una domanda, Alberto.
Dimmi cosa rimane dell'Italia una volta che abbiamo cancellato la "italianità", una volta che Milano non è più Milano ma una cittadina del "mondo" dove trovi esattamente le stesse cose che trovi in qualsiasi altro posto. Cosa abbiamo da vendere una volta che il turista che viene a Milano trova lo stesso kabab e gli stessi involtini primavera e la stessa pizza che trova a Oslo o ad Adelaide. Cosa rimane una volta che invece delle tintorie e delle filande lombarde abbiamo quelle cinesi.
Non capisco dove sia la festa nel venire semplicemente cancellati.
Forse un carnevale in costume o il set di un film.
RispondiEliminaCiao fulvio
@fulvio
EliminaCome ho detto a Francesco, il loro capodanno.
la foto (bella) però non può essere attuale. scattata in via sarpi?
RispondiEliminabuon giorno
@antonypoe
EliminaScattata in viale Montello, contiguo a via Paolo Sarpi.
Ma che meraviglia!!
RispondiEliminaHa ragione Cri: che meraviglia!
RispondiElimina@Cri @Sabina
RispondiEliminaOh sì, meraviglia.
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