venerdì 20 aprile 2007
Ho Chi Minh a Milano
Ho Chi Minh
Spentosi l'eco della "rivolta" nel quartiere cinese a Milano, anche se i problemi che l'hanno generata permangono, parlo di una curiosità. A non più di trenta metri da questo quartiere, in via Pasubio, angolo via Maroncelli, c'è questa lapide che testimonia i soggiorni milanesi di Ho Chi Minh.
Ma l'epigrafe non è esaustiva. La tradizione popolare dice che il grande vietnamita lavorasse come cuoco nella trattoria che vedete dove appunto è affissa la lapide.
La cosa è del tutto plausibile, perché nel 1915 a Londra all'hotel Carlton il grande vietnamita era diventato chef pasticciere sotto la guida del famoso cuoco Auguste Escoffier. Che poi si fosse stabilito in quella parte della città dove abitavano dei suoi quasi connazionali vien da sé.
Le prime presenze di cinesi prevalentemente provenienti dal distretto di Qingtian, risalgono agli anni Venti, quando alcuni giovani uomini giunsero in città dalla Francia in cerca di nuovi sbocchi per le proprie attività di commercianti ambulanti. Negli anni successivi alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese i flussi migratori dallo Zhejiang meridionale si affievolirono notevolmente: la Cina di Mao divenne virtualmente un paese chiuso, al punto che per molti cinesi parenti di emigranti divenne difficile anche solo mantenere contatti epistolari con i loro congiunti all'estero.
Fu soltanto con l'avvio della nuova politica di "riforma e apertura" (gaige kaifang) inaugurata da Deng Xiaoping a partire dal 1979, che le catene migratorie ripresero vigore, inaugurando una nuova fase nelle migrazioni dalla Repubblica Popolare verso altri paesi.
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Grazie Alberto. Sono capitata per caso sul tuo blog (next di blogger). Immagina che abito lì vicino e non lo sapevo. Questa sera, dopo il lavoro ho fatto un giro un po' più lungo e sono passata da via Pasubio.
RispondiEliminaAvete mai provato la cucina vietnamita? A me una volta è bastata, mentre la cucina cinese (han, prevalentemente cantonese o della Cina del nord) continua ad allettarmi. Ce lo vedo un rivoluzionario col tovagliolo sul braccio, che dice al cuoco "Plesto, un gandao pel la tavola tle". Mi fa venire in mente un bello e decisamente malinconico film russo, con Marcello Mastroianni come protagonista: "Oci Ciornie", di Nikita Mikhailkov. Un architetto italiano che, "per viltade", non ha più cercato la donna che amava, e questa, anni dopo, lo ritrova cameriere (maltrattato) sulla nave dove lei è in crociera... Un personaggio molto russo, con tutta la sua ignavia oblomovesca, la sua sofferenza da umiliato e offeso e la sua amara malinconia cechoviana, ma una delle migliori interpretazioni del nostro Marcello. Pari forse solo a quella di Pereira, nel film dal romanzo di Tabucchi.
RispondiEliminaGrazie, no sapevo prima che la casa il grande presidente Ho Chi Minh aveva soggiornato. Io andrò vedere la casa
RispondiEliminainteressante!
RispondiEliminann lo sapevo!
ma sono scusata...nn sono di Milano!!
Buona serata Alberto
azzurra