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venerdì 30 settembre 2011

Scilipoti il taoista



D'accordo che il simbolo del tao non è registrato, tipo ®, e se è per questo nemmeno quello della croce. Però... E mi sale l'incazzatura, e per il tao, e per la cristianità, e per lo stato, e per la famiglia, e per questo ridere del bel tomo che sembra prenderci tutti per il culo.

Leggo sul sito "Registrati per evitare la fila all'ingresso" Incredibile. Ci sarà pure la fila? E gente che si picchia per entrare ché dentro non c'è più posto?

mercoledì 28 settembre 2011

Legge bavaglio, ci riprovano ancora questi bastardi



Di nuovo. Ci risiamo. Per salvare il culo flaccido del signor B domani le truppe cammellate unite nella lotta agli ascari traditori cercheranno di far passare una legge che di fatto sarà una spada sulla testa di noi blogger.

Secondo questa nuova disposizione, tutti i gestori di siti/blog saranno tenuti a rettificare ogni informazione pubblicata entro 48 ore dall'eventuale richiesta, fondata o infondata che sia. Capito? Anche se ho detto una cosa vera, e non importa chi la contesta, io devo rettificare. Siamo alla follia.

In assenza di tempestiva rettifica, la sanzione sarà quella di una multa sino a 12mila euro.

Come ho già detto in situazioni simili ben vengano i pos-it virtuali sul web ma ce ne vorrebbero anche di reali attaccati qua e là, perché la maggior parte del "popolo" non sa nemmeno cosa sia il bavaglio. Ho cominciato col portone di casa qui a Milano e proseguo adesso con l'autobus e poi si vedrà.

Intanto domani 29 settembre, in concomitanza con la discussione della legge, in piazza del Pantheon a Roma, dalle 15 alle 18, è indetta una manifestazione organizzata dal Comitato per la libertà e l'informazione e da oltre cento associazioni e da gruppi di attivisti in rete.

Ross
Minerva
Roby
Il cavaliere
Francesco
Daniele
Solleviamoci
mi hanno preceduto.
Segnalatemi altri post sull'argomento che li linko
Sandra
Notizie
Alessio
Speradisole
LeNny
Runner
Liberalvox
Tuttogratis
NonCeLaFaccioPiù
Pino
Il Russo
Tisbe
Elio
Tina
Loretta
Sciura Pina
Adriana



Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano


Ce ne sono un centinaio in giro per Milano. Qualcuno sa dirmi a chi appartengono questi occhi? Come al solito non si vince niente, ma solo un link per il vincitore o i vincitori.

Dopo un po' di risposte metto le foto complete.

Elephant Parade, elefanti per Milano


Soluzione
Ha vinto Ross, complimenti. Devo dire che C.E.G Fausto Ernest avevano dato delle mezze soluzioni. Effettivamente per chi non abita a Milano era parecchio difficile. Cambio anche il titolo al post, che prima era "Occhi sì, ma di chi?".

Si tratta dunque della Elephant Parade, un numero imprecisato (50/80?, se qualcuno lo sa di preciso me lo dica) di elefantini, opere di artisti delle più varie tendenze, che adesso sono piazzati in vari luoghi della città. Quelli che vedete li ho fotografati a San Babila, corso Vittorio Emanuele, piazza Cordusio, piazzale Cadorna e piazza Della Scala.

Una speciale mostra open air volta a salvaguardare la sopravvivenza dell'elefante asiatico che purtroppo è a rischio di estinzione. L'iniziativa nasce quindi con l'intento di raccogliere fondi da devolvere all'Asian Foundation e prevede la possibilità di acquistare le singole statue al termine dell'esposizione. Il tutto tramite un'asta messa a punto da Christie's.

Prima di sbarcare in Italia, l'"Elephant Parade" si è già svolta con successo in altre città europee, Rotterdam, Anversa, Amsterdam e Londra.

Forse qualcuno si ricorderà di un'analoga iniziativa nel 2007, allora però erano vacche.

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano

Elephant Parade, elefanti per Milano









martedì 27 settembre 2011

Ma la bellezza è solo femmina?

La Venere del Botticelli


Fate salve le dovute eccezioni, nella storia dell'arte è sempre e solo la donna a rappresentare la bellezza. Più volte mi sono chiesto il perché.

Poi è successo che ho incontrato il libro "Le sante delle scandalo" di Erri De Luca e qualche risposta agli interrogativi me l'ha data...
[continua su ladri di bellezza]

lunedì 26 settembre 2011

Milano, parcheggi riservati alle streghe

Scope e streghe
Scope e streghe
Milano, largo Cairoli
foto scattate sabato, ieri l'altro

Quando sono passato qui davanti mi sono fermato e mi sono detto: se sono arrivate dovranno pur ripartire, magari per ritornare in quel paese d'origine in cui fui quest'estate. Così ho aspettato un po', ma niente. Forse se la stavano spassando, magari anche un po' brille o anche peggio, a qualche party in coda a una delle tante sfilate di moda, ché Milano in questi giorni è una continua passerella, anche a cielo aperto.

Vi vedo morire dalla curiosità, aspiranti streghe e anche no, di sapere come si fa a volare sul quel mezzo. Ma io non ve lo dico. E non perché sono un bastardinside, ma perché è un segreto che mi ha rivelato Libereso, e segreto deve rimanere. È bellissimo guardare il mondo da lassù a bordo di una scopa. Ce ne sono anche a due posti, ed è ancora più fantastico.

Scope e streghe


Chi volesse mandarmi la propria grafia come avevo proposto QUI ha ancora pochi giorni di tempo, poi pubblico il post.


sabato 24 settembre 2011

Roba da non credere, la Gelmini afferma che esiste un tunnel fra il Gran Sasso e il Cern di Ginevra

Quando ho visto in giro lo screenshot pensavo al solito scherzo, così sono andato sul sito della Pubblica Istruzione e c'è proprio quello che vedete anche voi. Metto il link alla pagina (fin che rimane).

Gelmini, la tua ignoranza, ormai è dimostrato, ha superato ogni limite di in/decenza. E dove sono arrivate a 'sto punto le tue orecchie da somara doc?

visto anche qui e qui.

Aggiornamento, 24 settembre, ore 21.18
Il ministero si è svegliato e precisa, dandosi così una zappata sui piedi e (scusatemi, ma quando ci vuole ci vuole) sui coglioni
L’ufficio stampa del Ministero precisa che, ovviamente, il tunnel di cui si parla nel comunicato di ieri, non è per nessuna ragione intendibile come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente strumentale. Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Alla costruzione di questo tunnel e delle infrastrutture collegate l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente ridicola.


Peccato che questi tirapiedi ignoranti avevano testualmente scritto:
"Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. "

Quando questo sistema di potere cadrà anche per voi lacchè ci saranno le monetine, ma anche altro, statene certi.


venerdì 23 settembre 2011

Marco, l'eterno indeciso




Ricevuta ieri. Ora, anche se sono un po' qua e un po' là, ciò non giustifica il paperacchio dell'indirizzo che di sicuro avrà provocato maledizioni a qualche impiegato delle Poste. E chissà poi dirette a chi, se al mittente o al destinatario.

Non c'è niente da fare, Marco è fatto così. Prima di imboccare la via definitiva ha sempre mille dubbi sulle opzioni delle strade laterali che si potrebbero prendere.

Pubblico questa cosa minuscola della mia esistenza, parlo della cartolina, perché ne ricevo sempre meno. A parte l'amico, il caro amico in questione, me le manda sempre Silvano Littardi, che è spesso e volentieri in giro per profondi e densi viaggi culturali. E poi Chiara Gregoretti che di viaggi ne fa solo uno l'anno, ma lungo, e le varie tappe mi arrivano direttamente a casa in fotocolor. E anche Valentina Origgi che non manca mai di spedirmi qualche splendida riproduzione artistica dalle varie mostre per l'Europa.

Ne approfitto quindi per chiedervi se voi di cartoline ne ricevete ancora.



giovedì 22 settembre 2011

Tutti a timbrare banconote, forza



Sarebbe bello, e avrebbe anche l'atmosfera e il significato di una performance artistica, predisporre banchetti in giro dove la gente che passa si fa timbrare le banconote come quella che vedete.

La foto non è mia (io l'ho un po' ottimizzata) ma arriva da Google+, e le parole di Susanna che l'accompagnano sono queste:
"Non potete immaginare cosa mi è successo oggi! Faccio bancomat e... guardate che banconota mi è uscita!!! Ho troppa stima di questi 50€!"

Proposte?

mercoledì 21 settembre 2011

Polizia o carabinieri?

Milano, stazione Centrale

Mettiamo che scenda dal treno e mi rubino la valigia o il portafogli, sfiga poi delle sfighe, anche tutti e due gli effetti assieme, dove vado a far denuncia? Dalla polizia o dai carabinieri? Ditemi voi in base a cosa scelgo l'una o gli altri.

Fuori di scherzo, perché nell'ultima manovra non hanno per niente manovrato per eliminare doppioni, e tripploni e anche tettroni di uffici che spesso si pestano i calli a vicenda?
Faccio un solo esempio. E' mai possibile che esistano squadre di sommozzatori della polizia, dei carabinieri, della finanza, dei pompieri e forse anche dei forestali? E' mai possibile?

No, è meglio, per dirne una, diminuire i servizi sociali che toccare certi interessi costituiti.

domenica 18 settembre 2011

Un'associazione contro la chiusura del cinema Cristallo di Dolceacqua

cinema cristallo dolceacqua

cinema cristallo dolceacqua


Chi di voi, correggo chi di noi, non si ricorda di un cinemino che adesso non c'è più? Di un cinemino dove si andava con i primi amorazzi, dove forse si è dato il primo serio bacio?

Quasi tutti spariti, sia nei piccoli centri che nelle grandi città, fagocitati dalle multisala estranianti. Resistono qua e là, mosche bianche, questi locali un po' demodé testimoni di un passato recente. Come il Cristallo di Dolceacqua, che però a giugno di quest'anno sembrava anche lui avere i giorni contati.

Così una congrega di appassionati si è riunita in una associazione culturale, "Oltre il Cristallo" (attualmente siamo oltre 130), con lo scopo di continuare a far vivere quel cinema messo in piedi da don Nanni nel 1971. Non si è tanto ingenui da non sapere che non si può vivere di soli film, e quindi lo spazio dovrà essere multifunzionale racchiudendo in sé tutto ciò che è cultura, e anzi partire da qui per estendere avvenimenti anche sul territorio, come buona semenza.

Ecco intanto la prima manifestazione di riapertura, venerdì 23 settembre. Si tratta di una ricca serata incentrata su Jim Morrison e i Doors. Lettura di poesie e concerto del gruppo Insert Coin faranno da cornice alla proiezione del nuovo lungometraggio di DiCillo “When you’re strange”, presentato recentemente (luglio scorso) al pubblico – voce narrante Morgan. Inizio spettacolo ore 21,15. L’entrata è di 7€ (6€ per i soci dell’Associazione “Oltre il cristallo” ai quali verrà consegnata, nell’occasione, la tessera di socio).
Seguirà, nel week end, la programmazione commerciale per i più giovani con la proiezione di “Kung Fu Panda” . Orari: Sabato ore 15,00 – 16,30 – 21,15; Domenica ore 21,15

amicidelcristallo@rocketmail.com

cinema cristallo dolceacqua

cinema cristallo dolceacqua

Ringrazio Pierangelo Andrighetto che mi ha aperto le porte per scattare le foto.


cinema balbo dolceacqua
L'insegna storica del cinema Balbo a Dolceacqua

A Dolceacqua esisteva anche un altro cinema, lo storico Cinema Balbo, in funzione dal lontanissimo 1905, uno dei primi della provincia di Imperia, chiuso nel 1975.

Racconto una scenetta che mi è stata riferita
. Un tempo le pellicole che si ricevevano dal distributore erano in vari spezzoni (le pizze) che venivano poi riuniti per la proiezione. Qualche volta, qualche rara volta era successo che lo spezzone del finale era così rovinata da non essere proiettabile o addirittura mancante. E allora Ubaldo Balbo saliva sul palcoscenico e con la sua voce tonante "Adesso come va a finire ve lo racconto io". Altri tempi, altri tempi davvero.



Piccola grande storia
del Cinema Cristallo


I PRIMORDI
Prima del 1971 c'erano ben due sale di proiezione a Dolceacqua. L’insegna di una delle due, il cinema Balbo, è ancora visibile nella via principale. L'altra, che è confluita successivamente nel Cinema Cristallo, era curata da una figura già allora carismatica e piena di energia, quella di Don Angelo Nanni, parroco dalla lunghissima attività a Dolceacqua, ma anche artista, ceramista scultore, decoratore e vignaiolo, oltre che molto attento a coinvolgere i giovani intorno ad un divertimento davvero partecipato, curando eventi anche in vallata e oltre (proiezioni all'oratorio di Isolabona e nelle colonie sul mare, in particolare a Bordighera).
Il contesto, tutto sommato, era molto vicino a quello rappresentato nella prima parte del film "Nuovo Cinema Paradiso". In quell'epoca le televisioni erano ancora poche e spesso venivano viste collettivamente, come succede ora con gli eventi sportivi.

I LOCALI
Sul luogo dove oggi sorge il cinema c'era un orto parrocchiale. Don Nanni vendette alcune proprietà di famiglia per costruire l'immobile allo stato grezzo e vi dedicò, poi, con l'aiuto di molti volontari tra cui i giovanissimi fratelli Andrighetto, Nino Coco e Antonio Viscech, moltissime ore serali, anche fino a notte inoltrata, per arredarlo e rifinirlo.
Le sue doti artistiche gli permisero di dare più di un tocco di originalità, realizzando a mano le centinaia di formelle di ceramica della cornice alta, i bassorilievi della platea e della biglietteria, le lanterne di ferro battuto stile veneziano che contribuiscono all'atmosfera raccolta e il tronco d'albero (utilizzato anche come porta-manifesti) che caratterizza la biglietteria.
Si pensi che la facciata, interamente decorata in ceramica e mattoni, è vincolata dalla Sovrintendenza!

LA DOTAZIONE TECNICA
Sempre all'avanguardia. Il cinema Cristallo è tra le prime 100 sale in Italia a dotarsi del sistema Dolby. Il primo schermo fu sostituito dall’attuale, all'epoca tra i migliori e con alte prestazioni, aumentando, naturalmente il flusso degli attuali spettatori.

QUALCHE CENNO SULL’ATTIVITA'
L'attività nel nuovo locale, che conta 220 posti, inizia nel 1971. Alcuni dettagli sono ancora da sistemare, ma viene proiettato subito un film a colori: Robinson nell'isola dei corsari, film in tecnicolor degli anni ‘60 la cui locandina originale è esposta all'ingresso.
Da quel momento, le proiezioni sono quotidiane, a volte si arriva perfino a proiettare due film in un giorno e la partecipazione di pubblico è molto alta, tra le novanta e le cento persone a proiezione!
Già dopo due anni le prime difficoltà: il 16 mm (passo ridotto), di cui iniziano a mancare i film in catalogo, dopo molti anni di onorato servizio va in soffitta con l'introduzione del 35 mm. Nonostante l'immenso sforzo, si riesce con gli incassi del cinema, i contributi e i proventi dell'attività di ceramista di Don Nanni ad acquistare il nuovo proiettore, che permetterà quindi di mantenere la sala all'avanguardia. E' il 1972.
La citata attività di ceramista (il laboratorio è posto sopra al cinema) non è secondaria. Don Nanni è infatti il primo parroco autorizzato dal Vaticano a servire messa in calici di ceramica. Ne realizza uno di pregevole fattura e a Lourdes gliene ordineranno ben quattrocento, che saranno poi consacrati in una funzione da lui stesso officiata. Tale attività, quindi, insieme agli incassi del cinema e a qualche contributo ha sempre permesso l'equilibrio economico.
Ma torniamo alla vita del nostro cinema: i film devono essere contrattati in una prima fase a Genova, dove ci si reca personalmente ogni quaranta giorni per assicurarsi almeno tre titoli, ma non prime visioni! Nei primi tempi, infatti, si doveva attendere in media ben diciotto mesi per ottenere un film! Per fortuna la distribuzione migliora e i tempi scendono a tre - quattro mesi (rispetto agli attuali venti - trenta giorni).
1975 - Un piccolo grande scandalo. Una tempesta in un bicchier d'acqua: viene proiettato il film Romanzo Popolare con Ugo Tognazzi ed Ornella Muti. l "mal pensanti" dell'epoca gridano allo scandalo e la voce arriva fino in ambienti genovesi e ha risalto sul giornale scandalistico dell'epoca "Abc", per poi spegnersi velocemente, così come era nato .

L'ARCHIVIO FOTOGRAFICO
Sono in corso ricerche di archivio per documentare i primi quattro decenni di attività.

ELEMENTI CHE HANNO DETERMINATO LA CRISI
Il moltiplicarsi delle possibilità di svago, la maggiore mobilità, la televisione tradizionale prima e quella digitale poi hanno portato un po' dappertutto al ridimensionamento del numero di cinema funzionanti.
Dal 1981, con la chiusura delle due sale, la città di Ventimiglia di 25.000 abitanti, rimane senza cinema per oltre 20 armi. La recente riapertura del Cinema- Teatro, avvenuta pochi anni fa, aumenta la concorrenza vicina.
Un complesso sistema di distribuzione, che privilegia le grandi sale, impedisce una programmazione di medio termine sul circuito commerciale e addirittura, per improvvisa modifica della disponibilità dei film più visti, a favore delle grandi città, si è costretti a riprogrammare, pur arrivando a proiettare le prime visioni dopo una - due settimane al massimo.
Anche la qualità di molti film commerciali, spesso provenienti dagli Stati Uniti, che si riduce progressivamente è probabilmente causa della progressiva disaffezione. Continuano tuttavia a suscitare interesse le commedie provenienti dagli Usa.
Ma la lenta discesa è inesorabile e non permette più di accantonare somme per interventi straordinari.
Una discesa a dir il vero non costante, con alcuni film anche italiani che riscuotono un discreto successo, o in occasione di colossal come Avatar di Cameron o la serie di Il signore degli anelli, preceduti da una grande promozione, o il riuscito esperimento di recenti e ben organizzate rassegne.
Bisogna risalire tuttavia alla proiezione del film Titanic per rivedere la sala davvero gremita, fino al limite delle sue capacità.
Nel 2009 si spegne il fondatore, che tuttavia ha continuato fino alla fine ad aprire il cinema e ad assicurare il servizio di biglietteria.
La necessità di modifiche all'impianto di riscaldamento, i costi stessi del gasolio, ma soprattutto l'affacciarsi della necessità di un rilevante investimento per passare al sistema digitale, ha posto una pesante ipoteca sul futuro del cinema. Attualmente, infatti, il 60% dei titoli è ormai distribuito su digitale e il tradizionale supporto a 35 mm sopravviverà non oltre la metà del 2013.
Due anni di tempo al massimo, quindi, per rilanciare la sala, far quadrare i conti,


UN’IPOTESI PER IL RILANCIO
Alcuni conguagli giunti ad appesantire i conti, l'impossibilità per la Curia e per gli Enti Pubblici oggi in forte difficoltà finanziaria e la scarsa risposta da parte dell'utenza, avevano di fatto già condannato il cinema. Qualcosa tuttavia è scattato. Nel corso di poche riunioni, l'ipotesi di chiudere per sempre un'avventura così significativa ha stimolato uno scatto d'orgoglio per garantire la possibilità per tantissime persone della vallata, turisti di passaggio e soprattutto per i cittadini di Dolceacqua di continuare a godere a chilometri zero di una serena serata di svago, magari preceduta o seguita da una piacevole sosta presso uno dei numerosi ristoratori vicini. Un risveglio di attenzione in ricordo del fondatore e per rispetto degli operatori da sempre non retribuiti, attenzione che non può andare perduta, ma che deve anzi essere rafforzata e consolidata in un soggetto completo (associazione, cineforum e circolo culturale) che rilanci attraverso le nuove tecnologie e le moderne possibilità di interagire attraverso la rete, un rinnovato interesse per tutte le proposte culturali, con un coinvolgimento dal basso. Il collegamento con le persone attive, con le altre associazioni e gli Enti e con tutta la vallata, per affiancare al canale tradizionale una serie di attività didattiche con le scuole e per diverse fasce di età, l'organizzazione di rassegne, dibattiti, proiezioni di documentari fino ad arrivare a film in lingua straniera permetterà quell'indispensabile e costante interesse senza il quale l'investimento finanziario, pur reperendone i fondi, non avrebbe senso. Solo la presenza di un pubblico darà senso all’introduzione del digitale e delle nuove opportunità che esso offre (allargamento ad altri canali di distribuzione, eventi sportivi e musicali di livello).Ma il progetto parte dal Cinema anche per tentare di andare oltre. Per la socialità, per lo stare insieme, per il confronto tra le persone, stimolati nel dibattito magari proprio dalla proiezione, per il superamento della solitudine dei Tempi Moderni ben rappresentati da Chaplin molto tempo fa, ma ancora attualissimi.

Associazione Amici del Cinema “Oltre il Cristallo”
amicidelcristallo@rocketmail.com


venerdì 16 settembre 2011

Il tempo urge

Mancano esattamente quindici giorni alla chiusura della raccolta firme per il referendum contro quella porcata dell'attuale legge elettorale.

Ieri si è arrivati a 435.000, ma per essere sicuri bisogna superare in bella larghezza le 500.000.

Mi sembra superfluo aggiungere altro. Sapete voi quel che si deve fare.

Potete firmare presso il vostro comune di residenza (segreteria generale) oppure a uno dei banchetti presenti sul territorio. QUI la mappa.

giovedì 15 settembre 2011

Che "la Repubblica" si inventi le lettere dei lettori?

Seguite. Ieri ho letto su Repubblica nella sezione lettere a pagina 30 quanto segue
In giro con alcuni amici durante una uscita in bicicletta veniamo fermati da una pattuglia di uomini in divisa grigio-verde. Dopo un rapido sguardo alle nostre maglie e alle varie scritte, si inizia con la richiesta di documenti e con la compilazione dei verbali. Stiamo facendo pubblicità chi a una banca, chi a un negozio, chi a un rivenditore di materiale per edilizia e su quella pubblicità non abbiamo versato la relativa imposta. Alle nostre rimostranze ci fanno notare che su tutti i calendari che si appendono al muro, in piccolo, c'è sempre l'avvertenza che l'imposta sulla pubblicità è a carico di chi li espone al pubblico. Se si iniziano a multare i cicloamatori per raggranellare anche quegli spiccioli vuol proprio dire che sono sparite anche le residue speranze di salvarci.
Giulio Bertinotti
g.bertinotti@libero.it


La notizia c'era tutta, di quelle che piacciono a me. Poi ci ho un po' ragionato. Ma allora tutti quelli con la maglietta CocaCola o grappa Nonino o preservativi Hatù sono passibili di multa? Pur nel mondo sbilenco in cui ci tocca sguazzare sinceramente mi sembrava un'eventualità del tutto recondita, anche tenendo conto che nel Belpaese di norme ne esistono tante tante ma poi vengono fatte rispettare secondo la volubilità del momento e degli umori. Così ho mandato all'autore della lettera questa email
Gentile Giulio,
ho letto la sua disavventura stamani su Repubblica. Mi piacerebbe darle risalto sul mio blog ma la notizia sarebbe ben più corposa se avesse allegato il verbale, naturalmente con tutti i dati identificativi cancellati. Che ne dice?
A presto

Alberto Cane
http://albertocane.blogspot.com/


Peccato che mi sia ritornata indietro. Tre volte spedita, tre volte respinta. E ho provato anche senza il punto.
These recipients of your message have been processed by the mail server: g.bertinotti@libero.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)
In pratica destinatario sconosciuto.

Adesso vorrei sapere da voi due cose. Primo, è verosimile che dei finanzieri (la divisa grigio-verde ce l'hanno loro) emettano dei verbali per il suddetto motivo? Secondo, in subordine dopo una risposta negativa, è possibile che la lettera sia frutto della fantasia ballerina di qualche redattore giusto per tappare i buchi di questo periodo di stanca post feriale?


martedì 13 settembre 2011

La pagliacciata dei ministeri a Monza si fa seria

Monza - Le targhe (fasulle?) delle sedi decentrate dei ministeri a villa Reale

Ve li ricordate i colpi di grancassa e gli squilli di tromba con cui i leghisti annunciavano, come fosse un evento epocale, l'apertura a Monza di sedi distaccate di alcuni ministeri, applauditi anche da qualche emerito idiota del Pdl?

Bene. La data in cui si dovevano aprire i battenti di quegli uffici, il primo settembre, è arrivata, ma quei battenti sono rimasti desolatamente chiusi al pubblico. E allora giù i leghisti a spiegare che erano stati travisati (Cavaliere docet), che non del primo settembre si trattava ma di settembre, così in generale, senza una data precisa. E bravi arrampicatori di specchi, fatevi assumere al circo, pagliacci giocolieri e funamboli nello stesso tempo.

Attenzione però. Ieri quelle stanze si sono aperte e sapete per cosa? Per una riunione della Lega, presenti Bossi, Calderoli e dodici presidenti di Provincia del Carroccio, incazzati perché vedono il loro cadreghino pericolante. Riunione cioè di un partito in una sede istituzionale. Quando mai si era visto?

Potrebbe anche darsi l'ipotesi che l'affitto di quelle stanze lo paghi la Lega, e in questo caso dovrebbero intervenire senza indugi la Prefettura e i carabinieri per togliere le targhe false e fasulle che indicano quel luogo come sedi di ministeri.

Quando questo governo cadrà una parte di monetine sarà riservata anche a loro. Statene certi. Oh sì.

lunedì 12 settembre 2011

Nuove castità

Milano, via Padova. Scattata ieri, pardon oggi, alle 0.34

E adesso che qualcuno mi spieghi il messaggio.

sabato 10 settembre 2011

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Le foto sono © Alberto Cane

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso


"L’ultima cena globalizzata | Global Last Supper" è il titolo della mostra che Milano ospita a partire da oggi nella corte interna di Palazzo Reale. L’installazione, visibile fino al 2 ottobre 2011, è stata realizzata dallo scultore Antonio Paradiso (Santeramo, 1936) con i resti delle Twin Towers crollate nel tremendo attentato dell’11 settembre 2001.

Venti tonnellate di lamiere contorte, sbarre e putrelle d’acciaio, deformate dal calore e dall’impatto dei due voli contro il World Trade Center, sono state rimodellate secondo il progetto artistico dello scultore pugliese dopo essere giunte in Italia nel dicembre 2010.

Ma sentiamo dallo stesso artista la genesi dell'opera

Antonio Paradiso
Tutto è nato da un articolo di Federico Rampini su Repubblica nel 2009. Diceva che la Port Authority di New York autorizzava la cessione delle macerie delle Torri Gemelle, raccolte nell'hangar 17 dell'aeroporto JFK, a città, artisti e fondazioni che ne facevano richiesta. Non ne sapevo nulla di più. Decisi di partire per New York per informarmi.

Appena arrivato sono andato direttamente all'hangar dove due custodi gentilissimi mi hanno spiegato quale era l'iter. La commissione internazionale che selezionava le richieste da tutto il mondo era molto severa. Io non ci speravo, e invece dopo sei mesi mi hanno chiamato. Unico italiano. Le domande in concorso erano novemila, le richieste accolte quaranta.

Entrare in quell'hangar è stata un'emozione fortissima. Ci sono rimasto due ore. C'era anche lo scheletro ricomposto del jet che si era schiantato sulle torri, andrà nel museo di Ground Zero. e la centralina ancora intatta dell'ascensore di una torre. Volevano darmi solo un pezzo ma io ho detto che c'erano anche le fondazioni e alla fine ho avuto 200 quintali di acciaio, 24 pezzi tra sbarre, putrelle lamiere.

Avevano la funzione di sorreggere la struttura, ma nell’hangar riposavano orizzontali, imitando le anime di chi con loro ha lasciato la vita.

L’ultima cena globalizzata o contemporanea è lo tsunami economico mondiale tra economie emergenti in cerca di assestamento. Il Cristo della nuova ultima cena non è uno, ma sono tremila morti, che lanciano un monito, un avvertimento per l’intera umanità

Toccare questi acciai è toccare polvere di morte, è un'esperienza molto forte, un messaggio potente. Avvicina emotivamente le persone a comprendere questa tragedia. Alcuni tremano nello stesso modo in cui ho tremato io nell'hangar 17.


Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso


Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso

Ultima cena globalizzata - Antonio Paradiso


Esposte nella saletta a piano terra della corte interna di Palazzo reale, settanta fotografie documentano la storia di questa esposizione, i viaggi dell’artista e del materiale e i progetti della scultura.

Una sezione speciale della mostra è dedicata alle “Ascensioni 2011”, serie di opere realizzata con parte del materiale recuperato dall’hangar 17, meno monumentale perché per esse l’artista ha utilizzato i pezzi più piccoli che ha portato da New York; ugualmente potente, tuttavia, per significato e valenza evocativa.

Queste sculture, che sintetizzano in astratto il volo di una colomba, esprimono un’aspirazione spirituale che si eleva in senso verticale per portare a tutti un forte messaggio di spiritualità . “Esprimono, al di là della morte, il rinnovamento degli esseri e la continuità della vita”.


giovedì 8 settembre 2011

Scrittura in corsivo addio?



Qui sopra la mia scrittura, o grafia o calligrafia che dir si voglia. Unica al mondo, solo mia, come le vostre sono solo vostre. Ma chissà se una caratteristica così particolare della nostra unicità potrà ancora essere patrimonio delle nuove generazioni.

Negli Stati Uniti già da anni i bambini usano lo stampatello e nessuno ha mai avuto niente da obiettare ma in Germania la decisione della città di Amburgo di abolire quest'anno l'insegnamento del corsivo nelle elementari ha scatenato un violento putiferio.

Da una parte i difensori dello scrivere fluido, in cui le lettere collegate tra loro aiuterebbero gli scolari ad affinare le loro capacità motorie, dall'altra i detrattori che ritengono ormai questo tipo di scrittura obsoleto, e tante volte trasformato nell'età adulta in un incomprensibile geroglifico.

Ce n'è per aprire un bel dibattito. Da voi mi basterebbe sapere se scrivete ancora a mano e che rapporto avete con la vostra scrittura. Vi piace, non vi piace?

E in ultimo, che ne direste se facessi un post con tutte le nostre grafie, qualche riga, che potreste mandarmi come allegato a una email?

Aggiunta, 9 settembre
Marco Luigi (moleskine a quadretti come la mia?) Gian Luca mi hanno inviato a tambur battente le loro grafie, adesso aspetto le vostre (bastano poche parole). Se il caso manderò qualche sollecito, così tanto per ricordare, senza fare alcuna pressione, ci mancherebbe. Anche perché m'è parso da qualche commento che forse qualcuno ha una specie di ritrosia a rendere pubblica la propria scrittura come altri hanno ritrosia a pubblicare la propria foto. Ma la mia "intuizione" potrebbe essere del tutto campata in aria. L'email la trovate nel profilo. Va da sé che tutti verrete linkati, come sempre faccio in casi del genere.

Off Topic
Parecchi via email mi stanno chiedendo se Andrea Cane è un mio parente. No, non lo è, anche se mi piacerebbe che lo fosse.


martedì 6 settembre 2011

Tra i druidi

Bajardo

Bajardo

Bajardo
Iolanda. Il 10 0ttobre anni 101

Ieri qui è stata una meravigliosa giornata settembrina. Luce che comincia a essere radente ma ancora calda di sole.

E oggi, fino ad ora, è ancora così. Domenica invece il tempo era come potete vedere nella prima foto. Ero salito lassù, assieme ai parenti, per un pranzo di fine estate, ché le scuse per del buon cibo sono sempre pronte.

Lassù è Bajardo tibetano, mille metri sul mare, il comune più alto della Liguria, alle spalle di una Sanremo ormai cellophanata nella sua falsa facciata dell'apparenza effimera e smemorata.

Lassù è patria dei druidi (e chi mi conosce sa cosa dico), lassù è la negazione del tempo rappresentata da René Ausenda nella meridiana implosa (QUI e QUI), lassù abita la fata che mi ha stregato.

La vacanza finisce domani.

Bajardo

Bajardo


Bajardo


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venerdì 2 settembre 2011

Paese di merda


Sono al paesello. Niente tv, un po' di radio, e collegamenti alla rete sporadici. Solo giornali. Quindi stamattina, quando prendevo il caffé nel dehors del bar Piombo assieme ai soliti amici, ho sobbalzato quando a pagina quattordici di Repubblica ho letto il titolo che vedete e m'è venuta l'idea di attaccare la suddetta pagina a una delle varie bacheche del borgo. Ho chiesto del nastro adesivo ma nel locale non ne avevano. Così mi sono avviato verso casa, che è lì a due passi, dove di nastri adesivi ne ho una varietà. Ma quando sono passato sul ponte ho visto che qualcuno (chi?) mi aveva preceduto nell'idea.

Non possiamo toccare il fondo, perché una volta toccato se ne apre un altro, ed è un continuo sprofondare.

La vacanza continua.