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giovedì 31 marzo 2011
mercoledì 30 marzo 2011
Una foglia artificiale che cattura l'energia del Sole
Foto da Wired
Millanta e più anni fa per una serie straordinaria e infinita di coincidenze si sviluppò sulla Terra la prima cellula di vita che per la sua stessa natura si riprodusse e poi si diversificò.
Fu possibile, ed è possibile, perché lassù brilla questa stella che ci dispensa generosamente tutto quello di cui abbiamo bisogno. E la Natura, che di questa vita è il regno che tutti racchiude, si è sempre più perfezionata con vari strumenti perché i doni del Sole siano usati al meglio, come le foglie che catturano la luce con la fotosintesi e la fanno propria.
È di questi giorni la notizia che Il professor Daniel Nocera del Massachusetts Institute of Technology è riuscito a produrre la prima "foglia artificiale" addirittura più efficiente di quelle in natura.
Lo scienziato ha presentato il suo progetto al 241esimo meeting nazionale della American Chemical Society tenutosi in California. Grande più o meno come una carta da gioco, la "foglia" del professore riproduce il processo di fotosintesi clorofilliana delle piante trasformando la luce del sole e l'acqua in energia. Ma con una sostanziale differenza: l'energia prodotta dalla foglia artificiale è 10 volte superiore a quella creata dalla fotosintesi naturale. Grazie al suo ulteriore sviluppo ogni casa del futuro potrebbe riuscire a produrre autonomamente l'energia elettrica di cui ha bisogno.
Mi pongo spesso una domanda oziosa, ma me la pongo comunque specialmente dopo quello che sta succedendo in Giappone. Se tutte le risorse impiegate nella ricerca per lo sfruttamento del nucleare fossero state indirizzate verso il solare a che punto saremmo adesso per suggere nella maniera più redditizia possibile il fiume inarrestabile di luce che la nostra stella emana?
Technorati Tags: foglia artificiale, energia solare, mit, Daniel Nocera, energia nucleare
martedì 29 marzo 2011
Debora Caprioglio olé
Debora Caprioglio
Non sono giorni di contentezza questi per Francesco Pionati, l'eroe. L'eroe a capo della crociata con lo scudo che si è battuto come un leone per dare i numeri al governo e permettergli così di tirare a campare e non di tirare le cuoia che era proprio lì lì.
Ma all'eroe non è stata data la medaglia, non dico d'oro, ma nemmeno di bronzo. E invece la medaglia d'oro, proprio d'oro, è andata a quel Romano, indagato per mafia in attesa di archiviazione, che scalpitava più di tutti dentro il caravanserraglio dei "Disponibili", pardon, dei "Responsabili" o di come cavolo si sono battezzati. Saverio Romano, neoministro dell'agricoltura, ad honorem mi viene da dire perché dovrebbe essere pratico più di tutti dei mercati delle vacche.
E allora al valoroso Pionati è venuta la tristezza ombrosa dei frequentatori di sacrestie e così per farsela passare guardate cosa ti combina. A rappresentare la sua Alleanza di Centro (alleanza?) per le prossime elezioni amministrative in Veneto ha messo Debora Caprioglio, mitica protagonista di "Paprika" di Tinto Brass. Allegria perdio! Che prima o poi qualche sottosegretariato verrà fuori come ha promesso il generoso nano.
Technorati Tags: pionati, alleanza di centro, debora caprioglio, umorismo
lunedì 28 marzo 2011
Il terremoto in Giappone è un castigo di Dio
Roberto de Mattei
Le parole esatte pronunciate dai microfoni di Radio Maria a proposito del terremoto in Giappone sono state queste
Le grandi catastrofi sono la voce terribile ma paterna della bontà di Dio che richiama al fine ultimo della nostra vita. Se la Terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile e dimenticheremmo troppo facilmente che noi siamo cittadini del cielo. Le catastrofi sono i giusti castighi di Dio in quanto alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni.
Già non ci sarebbero state giustificazioni di sorta se la sparata l'avesse lanciata un monsignore talebano seguace di Lefebvre, per lo schiaffo imperdonabile a quel popolo così tragicamente colpito. Ma chi ha pronunciato da invasato la tiritera è Roberto de Mattei, vicepresidente del CNR. Ripeto, ci enne erre, consiglio nazionale delle ricerche, il massimo organismo scientifico d'Italia.
Qualcuno sa dirmi perché gli scienziati di questa comunità, compresi i fisici e i geologi cattolici, continuano a permettere che occupi ancora quella carica un figuro la cui mentalità è rimasta ferma al Medio Evo e per cui Galilei è peggio di Belzebù?
Aggiornamento 30 marzo
Dal blog di Piergiorgio Odifreddi che dedica un post alla vicenda
Qualcuno sa dirmi perché gli scienziati di questa comunità, compresi i fisici e i geologi cattolici, continuano a permettere che occupi ancora quella carica un figuro la cui mentalità è rimasta ferma al Medio Evo e per cui Galilei è peggio di Belzebù?
Aggiornamento 30 marzo
Dal blog di Piergiorgio Odifreddi che dedica un post alla vicenda
Dal 2004 il ruolo di vicepresidente dell’Ente (il CNR ndr) è ricoperto, per decisione dell’allora (e ora) Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e su proposta dell’allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti, di un candidato sorprendentemente fuori luogo: Roberto De Mattei, professore associato di Storia del Cristianesimo e della Chiesa alla privata Università Europea di Roma, presidente della Fondazione Lepanto, direttore del mensile Radici cristiane, dirigente di Alleanza Cattolica e consigliere del Vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini per le questioni internazionali.
Technorati Tags: roberto de mattei, cnr, creazionismo, radio maria, castigo di dio, terremoto giappone
sabato 26 marzo 2011
I collezionisti
Gli uomini si dividono in due grandi categorie. Quelli che fanno collezioni e quelli che non le fanno. Ne aggiungerei anche una terza. Quelli che dopo averne cominciate alcune e non averne poi curata nessuna hanno rinunciato del tutto a collezionare non importa che. Io appartengo a quest'ultima categoria di ignavi nella materia. Voi?
Stavo tornando qualche ora fa dal Photoshow quando in largo Cairoli mi sono imbattuto in questa manifestazione della Panini che mi ha fatto venire l'idea per il post e ho scattato le foto che vedete. Avessi avuto una fotocamera di cinquant'anni fa avrei prodotto più o meno le stesse immagini. Questo m'è venuto da pensare con ancora davanti agli occhi le ultime meraviglie della tecnologia fotografica.
Technorati Tags: figurine panini, cinquantenario
giovedì 24 marzo 2011
Che il familismo rimanga fuori dalla scuola
Al glorioso liceo Parini di Milano un gruppo di insegnanti ha chiesto il trasferimento. Motivo: non sopportano più l'invadenza di alcuni genitori, che secondo i docenti in fuga sarebbero prodighi di consigli quanto di insulti e minacce.
Sia o non sia eccessiva la suscettibilità dei prof, la questione sollevata è di assoluto rilievo. Riguarda l'autonomia della scuola pubblica, che non è insidiata solamente dalla grettezza ostile del governo, o dal ventilato ingresso di imprecisati "sponsor privati".
Anche la famiglia, che in Italia è un'istituzione meritevole quanto ingombrante, minaccia l'autonomia della scuola nei (tanti) casi in cui i genitori-sindacalisti e genitori-avvocati pretendono di ficcare il naso in faccende come la didattica e la disciplina, e sempre per difendere o giustificare i figli non ancora bamboccioni, ma già - con genitori così - sulla buona strada per diventarlo.
Non so se, sull'argomento, la mia opinione sia rivoluzionaria o reazionaria, ma la famiglia deve stare il più possibile lontana dalla scuola. La scuola è il primo luogo dove i figli sono (finalmente) sottratti alla protezione dei genitori. Siano ottimi o mediocri o pessimi i docenti, è affare dei ragazzi imparare a conoscerli e fronteggiarli, cominciando a prendere le misure della vita. Poiché il familismo italiano non conosce argini né pudore sarebbe bene che qualcuno cercasse di fermarlo almeno sul portone di un liceo.
Michele Serra
L'AMACA di oggi
Sia o non sia eccessiva la suscettibilità dei prof, la questione sollevata è di assoluto rilievo. Riguarda l'autonomia della scuola pubblica, che non è insidiata solamente dalla grettezza ostile del governo, o dal ventilato ingresso di imprecisati "sponsor privati".
Anche la famiglia, che in Italia è un'istituzione meritevole quanto ingombrante, minaccia l'autonomia della scuola nei (tanti) casi in cui i genitori-sindacalisti e genitori-avvocati pretendono di ficcare il naso in faccende come la didattica e la disciplina, e sempre per difendere o giustificare i figli non ancora bamboccioni, ma già - con genitori così - sulla buona strada per diventarlo.
Non so se, sull'argomento, la mia opinione sia rivoluzionaria o reazionaria, ma la famiglia deve stare il più possibile lontana dalla scuola. La scuola è il primo luogo dove i figli sono (finalmente) sottratti alla protezione dei genitori. Siano ottimi o mediocri o pessimi i docenti, è affare dei ragazzi imparare a conoscerli e fronteggiarli, cominciando a prendere le misure della vita. Poiché il familismo italiano non conosce argini né pudore sarebbe bene che qualcuno cercasse di fermarlo almeno sul portone di un liceo.
Michele Serra
L'AMACA di oggi
Visto che questo blog è anche seguito da parecchi e parecchie insegnanti o ex mi aspetto la loro opinione.
Aggiornamento, 25 marzo
Prof insultati, ispezione al Parini
Technorati Tags: familismo, bamboccioni, michele serra, l'amaca
mercoledì 23 marzo 2011
Dove siamo finiti noi pacifisti?
La domanda prima di porla a voi l'ho posta a me stesso e non ho trovato una risposta che mi desse anche una pur minima soddisfazione perché la mia coscienza non ammette ambiguità. Dove siamo dunque finiti noi pacifisti? Che forse ci sono cacciabombardieri "buoni"?
Tags: guerra, libia, bandiere della pace, pacifismo
lunedì 21 marzo 2011
Liguria, paesaggio verticale
Apricale (IM) - Scattata dal "Bar dei tarocchi"
Ed ecco le fatiche fatte sante, ed ecco... Le fatiche! Lavoro tenace, lavoro rude, lavoro anche di notte. E qui non v'è aratro, qui non v'è ordigno, qui i solchi si fanno a colpi violenti di bidente, uno dopo l'altro, duri, violenti rompendo il terreno compatto e argilloso. Terreno avaro, terreno insufficente su roccia a strapiombo, terreno che franerebbe a valle e che l'uomo tien su con grad'opera di muraglie e terrazze. Terrazze e muraglie fin su dove non cominci il bosco, milioni di metri quadri di muro a secco che chissà da quando, chissà per quanto i nostri padri, pietra per pietra, hanno con le loro mani costruito. Pietra su pietra, con le loro mani, le mani dei nostri padri per secoli e secoli, fin su alla montagna! Non ci han lasciati palazzi i nostri padri, non han pensato alle chiese, non ci han lasciata la gloria delle architetture composte: hanno tenacemente, hanno faticosamente, hanno religiosamente costruito dei muri, dei muri a secco come templi ciclopici, dei muri ferrigni a migliaia, dal mare fin in su alla montagna! Muri e terrazze.
Giovanni Boine
Giovanni Boine
È la seconda volta che pubblico questo testo. La prima fu QUI a corredo delle fotografie di quelle terrazze al massimo aspre e scoscese.
Malgrado tutto quello che sta succedendo sulla sua superficie e anche un po' sotto la sua pelle la Terra gira ancora, e siamo appena passati, come succede ogni anno dalla notte dei tempi, nell'equinozio di primavera. Dovrebbe essere il giorno giusto per dichiarare, e poi però anche dimostrarlo con i fatti, tutto il bene che le vogliamo a questa nostra Grande Madre.
Malgrado tutto quello che sta succedendo sulla sua superficie e anche un po' sotto la sua pelle la Terra gira ancora, e siamo appena passati, come succede ogni anno dalla notte dei tempi, nell'equinozio di primavera. Dovrebbe essere il giorno giusto per dichiarare, e poi però anche dimostrarlo con i fatti, tutto il bene che le vogliamo a questa nostra Grande Madre.
domenica 20 marzo 2011
E se la Libia non avesse il petrolio?
La domanda è quasi retorica, almeno dal mio punto di vista. Questa guerra è stata scatenata per difendere le vite dei civili come è sbandierato nei comunicati ufficiali o per difendere invece gli interessi sugli idrocarburi che hanno in Libia gli attaccanti? Fermo restando che Gheddafi è un dittatore da abbattere e che i rivoltosi sono da difendere, quanti altri dittatori nel mondo sarebbero da buttar giù e i loro Paesi da bombardare?
C'è qualcosa di nuovo nell'ipocrisia dei nuovi conquistatori. In Iraq si era andati per esportare la democrazia con i risultati che poi s'è visto. Qui adesso la scusa è umanitaria. Chissà quale sarà il motivo del prossimo bombardamento, magari in uno Stato africano ricco di giacimenti di uranio che ormai ha raggiunto il picco dell'estrazione.
Tags: libia, bombardamenti, insorti
sabato 19 marzo 2011
Sky e il calzolaio con le scarpe rotte
Il bar Sky alla stazione Centrale di Milano
Una volta dalle mie parti si diceva che i calzolai andassero in giro con le scarpe rotte, per significare che gli artigiani, tutti e non solo i ciabattini, il lavoro lo dedicassero quasi essenzialmente agli altri e poco a se stessi.
Lo ammetto che il paragone è un po' tirato per i capelli ma d'istinto m'è venuto alla mente il vecchio detto quando ho notato lo schermo della foto.
Stamattina ero nel bar Sky della stazione Centrale di MIlano dove avevo appuntamento con un amico. Entrambi partivamo, ma lui per Venezia e io per la Liguria. Nei venti minuti che siamo rimasti lì non c'è stato verso di vedere un solo fotogramma, e a tratti appariva la scritta assenza di segnale.
Forse sarà una maldestra combinazione ma era così anche quindici giorni fa quando passai per prendere lo stesso treno. Ma proprio al bar di casa Sky? Che di segnali dovrebbe intendersi, e non tanto di quelli terrestri ma degli altri, quelli che piovono dai satelliti che navigano il cielo.
[Chiedo perdono alla graziosa cameriera che quando mi ha visto con la fotocamera, che non è proprio una Minox, mi ha gentilmente avvertito che era proibito fotografare. Lo dico per scusarla eventualmente con i suoi superiori, ché la foto l'ho scattata di soppiatto.]
venerdì 18 marzo 2011
La disinformazia della Struttura Delta
Milano - Manifesti della fantomatica "Associazione dalla parte della democrazia"
Vladimir Putin alto in grado nel Kgb se ne intendeva di disinformazia, che quel servizio segreto aveva portato a livelli raffinatissimi. Disinformazia in russo, più banalmente disinformazione in italiano, è quel metodo subdolo, tipico delle barbe finte, di mischiare notizie vere a notizie false per creare confusione nella testa della gente. E' una definizione quella che ho dato di estrema sintesi perché all'atto pratico il polverone viene generato da una sventagliata di pallottole variegate.
Ora Putin è amico del Belusca, e io sono un maligno.
Ve li ricordate i manifesti che avevo pubblicato, sempre a firma di questa fantomatica "Associazione dalla parte della democrazia"? Però là il colore e tutto l'impianto rimandavano facilmente al Pdl. Adesso per aumentare il polverone si è saliti di un gradino nella disinformazia, e il colore da azzurro è diventato rosso, proprio come quello preferito dai "comunisti" nominati ancora ieri dal Cavaliere con la sua solita eleganza.
Ho detto che sono un maligno, e quindi la malignità è che il Vladimir abbia fornito al Silvio qualche agente segreto disoccupato specialista in provocazioni, e che questi mestatori di professione stiano rimestando. E se così è si faranno ancora sentire.
Le elezioni per il sindaco qui a Milano sono temute dal Cavaliere non più invincibile, e un'eventuale sua sconfitta rappresenterebbe un vento nuovo su tutto il Paese. Questa città, nel bene e nel male, ha sempre anticipato i tempi che poi sono diventati dell'Italia tutta.
Technorati Tags: disinformazia, disinformazione, associazione dalla parte della democrazia, giustizia
giovedì 17 marzo 2011
I 150 anni dell'Unità d'Italia
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Dante Alighieri (Purg. 6 - 76,78)
Saranno oggi vagonate e vagonate di retorica, una fra le cose che al massimo odio perché la retorica tradisce la storia trasformando i fatti in leggenda ed edulcora il presente con melassa di sentimenti posticci. Poi domani chi s'è visto s'è visto, e ammutolite le fanfare si ritorna alla triste realtà di una nazione allo sbando. Però, proprio perché non si dica in giro che sono di legno, o ancora peggio di pietra, o peggio del peggio che non sono un patriota (eh, eh), ho fatto anch'io la mia parte di bravo italiano e ho attaccato un piccolo tricolore alla casetta di campagna.
Technorati Tags: centocinquantenario dell'unità d'italia
mercoledì 16 marzo 2011
La lista (non più) segreta dei 45 siti nucleari italiani
I parlamentari del Pd che si occupano del Dossier nucleare hanno presentato una serie di interrogazioni sull'argomento rivelando l’elenco dei siti in cui potranno sorgere le centrali e che il governo ha tenuto fin qui rigorosamente segreti.
Ora i senatori, i deputati, i consiglieri regionali provinciali comunali di quelle zone e che appartengono al Pdl e alla Lega potrebbero chiedere lumi agli alti dirigenti dei loro rispettivi partiti. Una volta che questi lumi hanno avuto sarebbero nella condizione di illuminare a loro volta i propri elettori che salterebbero su dalla gioia per la notizia.
Ma come si fa a pretendere coraggio dai vigliacchi e verità dai mendaci? Come si fa?
Piemonte
1. la zona lungo il Po, da Trino a nord di Chivasso (Vercelli).
2. la zona intorno alla Dora Baltea a sud di Ivrea (Biella)
Lombardia
3. la zona a nord di Voghera lungo il Po (Pavia)
4. la zona a sud di Mantova lungo il Po
5. la zona a sud di Cremona lungo il Po
Veneto
6. la zona a sud di Legnago fra Adige e Po (Rovigo)
7. la zona del delta del Po (Rovigo)
8. la zona della foce del Piave (Venezia)
9. la zona costiera al confine con il Friuli (Venezia)
Friuli Venezia Giulia
10. la zona costiera al confine con il Veneto (Udine)
11. la zona lungo il Tagliamento tra Spilimbergo e Latisana (Udine-Pordenone)
Emilia Romagna
12. La zona costiera a nord (Ferrara e Ravenna) e la meridionale fino a Rimini
13. La zona a nord di Fidenza fra Taro e Po (Parma)
Toscana
14. Isola di Pianosa (Livorno)
15. la zona costiera a nord di Piombino fino a Cecina (Livorno)
16. la zona a sud di Piombino fino a Follonica (Grosseto)
17. la zona costiera di Grosseto e la zona a nord e a sud del Monte Argentario (Grosseto)
Lazio
18. la zona costiera di Montalto di Castro (Viterbo)
19. l’area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte (Viterbo)
20. l’area costiera di Borgo Sabotino (Latina)
Campania
21. Foce del Garigliano (Caserta)
22. Foce del Sele (Salerno)
Calabria
23. area costiera di Sibari (Cosenza)
24. la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cosenza.
25. la zona costiera ionica vicino alla foce del Neto (Crotone) a nord di Crotone (Marina di Strongoli, Torre Melissa, Contrada Cangemi, Tronca).
26. la zona costiera ionica in corrispondenza di Sella Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli (Catanzaro)
Molise
27. la zona costiera meridionale alla foce del Biferno (Termoli)
Puglia
28. zona costiera al confine con la Basilicata (Taranto)
29. zona costiera a nord del promontorio del Gargano in prossimità di Lesina (Foggia)
30. zona costiera del Golfo di Manfredonia (Foggia)
31. la zona costiera ionica a nord di Porto Cesareo (Lecce)
32. la zona costiera ionica a sud di Gallipoli (Lecce)
33. la zona costiera adriatica a nord di Otranto (Lecce)
34. la zona costiera a sud di Brindisi (Lecce)
35. la zona costiera in corrispondenza di Ostuni (Brindisi)
Basilicata
36. tutta la costa ionica della regione
Sardegna
37. foce del Flumendosa (Cagliari)
38. costa orientale a sud del Golfo di Orosei (Nuoro)
39. costa orientale a nord del Golfo di Orosei (Nuoro)
40. zona costiera sud tra Pula e Santa Margherita di Pula (Cagliari)
41. costa occidentale zona costiera a nord e sud del Golfo di Oristano (Oristano)
Sicilia
42. zona costiera intorno al comune di Licata (Agrigento)
43. la zona costiera tra Marina di Ragusa e Torre di Mezzo (Ragusa)
44. la zona costiera intorno a Gela (Caltanissetta)
45. la zona costiera a sud di Mazara del Vallo (Trapani).
Ora i senatori, i deputati, i consiglieri regionali provinciali comunali di quelle zone e che appartengono al Pdl e alla Lega potrebbero chiedere lumi agli alti dirigenti dei loro rispettivi partiti. Una volta che questi lumi hanno avuto sarebbero nella condizione di illuminare a loro volta i propri elettori che salterebbero su dalla gioia per la notizia.
Ma come si fa a pretendere coraggio dai vigliacchi e verità dai mendaci? Come si fa?
Piemonte
1. la zona lungo il Po, da Trino a nord di Chivasso (Vercelli).
2. la zona intorno alla Dora Baltea a sud di Ivrea (Biella)
Lombardia
3. la zona a nord di Voghera lungo il Po (Pavia)
4. la zona a sud di Mantova lungo il Po
5. la zona a sud di Cremona lungo il Po
Veneto
6. la zona a sud di Legnago fra Adige e Po (Rovigo)
7. la zona del delta del Po (Rovigo)
8. la zona della foce del Piave (Venezia)
9. la zona costiera al confine con il Friuli (Venezia)
Friuli Venezia Giulia
10. la zona costiera al confine con il Veneto (Udine)
11. la zona lungo il Tagliamento tra Spilimbergo e Latisana (Udine-Pordenone)
Emilia Romagna
12. La zona costiera a nord (Ferrara e Ravenna) e la meridionale fino a Rimini
13. La zona a nord di Fidenza fra Taro e Po (Parma)
Toscana
14. Isola di Pianosa (Livorno)
15. la zona costiera a nord di Piombino fino a Cecina (Livorno)
16. la zona a sud di Piombino fino a Follonica (Grosseto)
17. la zona costiera di Grosseto e la zona a nord e a sud del Monte Argentario (Grosseto)
Lazio
18. la zona costiera di Montalto di Castro (Viterbo)
19. l’area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte (Viterbo)
20. l’area costiera di Borgo Sabotino (Latina)
Campania
21. Foce del Garigliano (Caserta)
22. Foce del Sele (Salerno)
Calabria
23. area costiera di Sibari (Cosenza)
24. la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cosenza.
25. la zona costiera ionica vicino alla foce del Neto (Crotone) a nord di Crotone (Marina di Strongoli, Torre Melissa, Contrada Cangemi, Tronca).
26. la zona costiera ionica in corrispondenza di Sella Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli (Catanzaro)
Molise
27. la zona costiera meridionale alla foce del Biferno (Termoli)
Puglia
28. zona costiera al confine con la Basilicata (Taranto)
29. zona costiera a nord del promontorio del Gargano in prossimità di Lesina (Foggia)
30. zona costiera del Golfo di Manfredonia (Foggia)
31. la zona costiera ionica a nord di Porto Cesareo (Lecce)
32. la zona costiera ionica a sud di Gallipoli (Lecce)
33. la zona costiera adriatica a nord di Otranto (Lecce)
34. la zona costiera a sud di Brindisi (Lecce)
35. la zona costiera in corrispondenza di Ostuni (Brindisi)
Basilicata
36. tutta la costa ionica della regione
Sardegna
37. foce del Flumendosa (Cagliari)
38. costa orientale a sud del Golfo di Orosei (Nuoro)
39. costa orientale a nord del Golfo di Orosei (Nuoro)
40. zona costiera sud tra Pula e Santa Margherita di Pula (Cagliari)
41. costa occidentale zona costiera a nord e sud del Golfo di Oristano (Oristano)
Sicilia
42. zona costiera intorno al comune di Licata (Agrigento)
43. la zona costiera tra Marina di Ragusa e Torre di Mezzo (Ragusa)
44. la zona costiera intorno a Gela (Caltanissetta)
45. la zona costiera a sud di Mazara del Vallo (Trapani).
Technorati Tags: centrali nucleari, siti
martedì 15 marzo 2011
Uno spot della Pontificia Università Lateranense fatto con i soldi della scuola pubblica
Il Ministero dell'Istruzione insieme all'Ufficio scolastico della Regione Lazio ha organizzato e finanziato una giornata per l'orientamento degli studenti delle classi quinte di tutta la regione che si è svolta ieri.
Udite, udite. I ragazzi, 5000, sono stati caricati su 100 pullman e portati al Santuario del Divino Amore dove si è svolto il convegno che si è concluso allegramente, dopo il pranzo gentilmente offerto dalla Gelmini, con un musical della Star Rose Academy (Accademia di spettacolo delle suore Orsoline) e poi con una messa-spot celebrata da don Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense.
Non mi è dato sapere quanto sia costato tutto ciò.
La prima pagina della circolare inviata dal ministero dell'Istruzione ai dirigenti scolastici
Technorati Tags: Santuario del Divino Amore, Pontificia Università Lateranense
Udite, udite. I ragazzi, 5000, sono stati caricati su 100 pullman e portati al Santuario del Divino Amore dove si è svolto il convegno che si è concluso allegramente, dopo il pranzo gentilmente offerto dalla Gelmini, con un musical della Star Rose Academy (Accademia di spettacolo delle suore Orsoline) e poi con una messa-spot celebrata da don Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense.
Non mi è dato sapere quanto sia costato tutto ciò.
La prima pagina della circolare inviata dal ministero dell'Istruzione ai dirigenti scolastici
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lunedì 14 marzo 2011
Il trattato italo-libico
Dopo i giorni delle battaglie vincenti, delle passioni, dei morti, delle conquiste di città e territori, e un Gheddafi che ci appariva come un pugile suonato, sembra che in Libia le sorti della rivolta siano adesso quanto mai incerte.
Alle dichiarazioni di Obama, Sarkozy, Cameron, non è seguito alcun fatto concreto per aiutare la resistenza armata al regime.
La domanda è semplice semplice. Nella malaugurata ipotesi che il Colonnello riconquisti Bengasi e riprenda il controllo del Paese, il trattato italo-libico che il sulfureo La Russa aveva detto essere sospeso verrà di nuovo ripristinato? E il governo andrà a Tripoli in pellegrinaggio a cospargersi il capo di cenere?
Alle dichiarazioni di Obama, Sarkozy, Cameron, non è seguito alcun fatto concreto per aiutare la resistenza armata al regime.
La domanda è semplice semplice. Nella malaugurata ipotesi che il Colonnello riconquisti Bengasi e riprenda il controllo del Paese, il trattato italo-libico che il sulfureo La Russa aveva detto essere sospeso verrà di nuovo ripristinato? E il governo andrà a Tripoli in pellegrinaggio a cospargersi il capo di cenere?
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domenica 13 marzo 2011
Costituzione Day, Milano
Nei 150 anni della sua unità, l'Italia, al prezzo di tanto sangue, è riuscita a darsi una sola vera e grande patria: la Costituzione antifascista. Le altre patrie, proclamate nel tempo, prima, dopo, e durante il Fascismo, sono state piccole, miserabili e anche funeste.
Questa Costituzione, come ben sapete, è sotto tiro da una banda di criminali al potere che hanno l'appoggio di una parte obnubilata del popolo italiano. Proprio come lo era quella parte che inneggiava isterica nelle piazze a Mussolini.
C'è un'altra parte del popolo italiano, preferisco chiamarli cittadini, che cerca di opporsi a questo sfregio che la "patria" sta subendo, e che ieri è scesa in cento piazze.
Questa Costituzione, come ben sapete, è sotto tiro da una banda di criminali al potere che hanno l'appoggio di una parte obnubilata del popolo italiano. Proprio come lo era quella parte che inneggiava isterica nelle piazze a Mussolini.
C'è un'altra parte del popolo italiano, preferisco chiamarli cittadini, che cerca di opporsi a questo sfregio che la "patria" sta subendo, e che ieri è scesa in cento piazze.
Ross, ci dovremmo sentire più spesso, ché se ci fossimo sentiti avremmo potuto fare un post in comune.
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venerdì 11 marzo 2011
«Gesù separò religione e politica»
Ma con quale impudenza Benedetto XVI nel suo nuovo libro, "Gesù di Nazaret", presentato ieri in pompa magna, può fare diventare la frase del titolo una chiave di volta del suo ragionamento?
La riporto per esteso «Gesù ha realizzato un distacco della dimensione religiosa da quella politica, distacco che ha cambiato il mondo».
Con quale impudenza, lui che oltre a essere il capo spirituale del cristianesimo cattolico è rimasto l'unico re assoluto del mondo occidentale, con i suoi principi che chiamano cardinali, con i suoi ambasciatori sparsi per il mondo che chiamano nunzi apostolici? Con le sue ingerenze continue negli affari degli Stati, e non parliamo del nostro di Stato, dove deborda senza più un minimo di resistenza da parte di una classe politica a cui ormai hanno sgusciato la spina dorsale.
Con quale impudenza? Lui e tutti i suoi predecessori che hanno riunito, quasi sempre con le armi, quello che Gesù aveva separato.
Technorati Tags: benedetto xvi, papa ratzinger, gesù di nazaret
giovedì 10 marzo 2011
Telefona? Ohibò!
Qui sotto pubblico il ritaglio di un articolo uscito ieri su Repubblica (pagina 57) a firma Nello Ajello, uno dei giornalisti storici del quotidiano. È la cronaca di quello che si svolse a Parigi il 9 marzo del 1861, e fa parte di un rubrica sul Risorgimento. Vedete la parola che ho sottolineato. Vi quadra?
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martedì 8 marzo 2011
Tre donne italiane fra le vittime del rogo di cent'anni fa, l'8 marzo del 1911
Ci sono voluti cent'anni, ma alla fine anche le ultime vittime rimaste ignote per tutto questo tempo hanno adesso un nome. Fu un disastro gravissimo che sconvolse New York e tutta l'America, sia per il numero dei morti, 146, 129 donne e 17 uomini, che per la modalità con cui si generò.
La Triangle Waist Company, una fabbrica di tessuti che occupava gli ultimi piani di un palazzo che ancora oggi si affaccia su Washington Square, teneva chiusi a chiave i lavoratori perché non abbandonassero il loro posto di lavoro. Quando l'incendio divampò, manco a parlarne di sistemi di allarme, e le scale antincendio logore crollarono subito. Pochissimi si salvarono. Sessantotto operaie si gettarono nel vuoto per sfuggire alle fiamme. Sei corpi carbonizzati non poterono essere riconosciuti e furono seppelliti in una tomba comune nel cimitero di Evergreens a Brooklyn.
Adesso, dopo cent'anni, grazie a Michael Hirsh, che si era appassionato a questa vicenda quando aveva scoperto che una delle vittime (Lizzie Adler, rumena, 24 anni, aveva vissuto nel suo stesso edificio) ogni corpo ha un volto un nome una storia. Per quattro anni ha rincorso con tenacia ogni singola traccia, anche minima, di quei sei miseri resti ed e riuscito a ricomporre i loro vissuti.
Max Florin, russo, 23 anni, che i genitori in un annuncio su un giornale speravano vivo "ma che impazzito dal dolore vagasse smarrito per la città". Poi cinque donne. Dore Evans, 18 anni, russa anche lei, Faiga Resnik, ucraina, lavorava in fabbrica da soli due giorni. E le tre italiane. Maria Giuseppa Lauletti, vedova siciliana con cinque figli piccoli. Josephine Cammarata, siciliana anche lei, di 18 anni, che avrebbe dovuto sposarsi di lì a qualche giorno. Concetta Prestifilippo, 18 anni, che ha una discendente, Christine, che si commuove a sentire la storia di questa sua antenata fino ad ora per lei sconosciuta.
Per la prima volta, oggi, in una cerimonia pubblica, tutte le vittime, saranno ricordate per nome, una per una, senza lacune.
La Triangle Waist Company, una fabbrica di tessuti che occupava gli ultimi piani di un palazzo che ancora oggi si affaccia su Washington Square, teneva chiusi a chiave i lavoratori perché non abbandonassero il loro posto di lavoro. Quando l'incendio divampò, manco a parlarne di sistemi di allarme, e le scale antincendio logore crollarono subito. Pochissimi si salvarono. Sessantotto operaie si gettarono nel vuoto per sfuggire alle fiamme. Sei corpi carbonizzati non poterono essere riconosciuti e furono seppelliti in una tomba comune nel cimitero di Evergreens a Brooklyn.
Adesso, dopo cent'anni, grazie a Michael Hirsh, che si era appassionato a questa vicenda quando aveva scoperto che una delle vittime (Lizzie Adler, rumena, 24 anni, aveva vissuto nel suo stesso edificio) ogni corpo ha un volto un nome una storia. Per quattro anni ha rincorso con tenacia ogni singola traccia, anche minima, di quei sei miseri resti ed e riuscito a ricomporre i loro vissuti.
Max Florin, russo, 23 anni, che i genitori in un annuncio su un giornale speravano vivo "ma che impazzito dal dolore vagasse smarrito per la città". Poi cinque donne. Dore Evans, 18 anni, russa anche lei, Faiga Resnik, ucraina, lavorava in fabbrica da soli due giorni. E le tre italiane. Maria Giuseppa Lauletti, vedova siciliana con cinque figli piccoli. Josephine Cammarata, siciliana anche lei, di 18 anni, che avrebbe dovuto sposarsi di lì a qualche giorno. Concetta Prestifilippo, 18 anni, che ha una discendente, Christine, che si commuove a sentire la storia di questa sua antenata fino ad ora per lei sconosciuta.
Per la prima volta, oggi, in una cerimonia pubblica, tutte le vittime, saranno ricordate per nome, una per una, senza lacune.
lunedì 7 marzo 2011
"Passodopopasso" verso Auschwitz
Mentre scrivo hanno già percorso la tappa di oggi, Carpi-Fossoli di cinque chilometri, invece ieri era più lunga, Modena-Carpi di 21,7 chilometri. Ieri la parola era acconsentire, oggi è buio.
Partiti il 15 febbraio da Borgo San Dalmazzo (CN) arriveranno ad Auschwitz il primo maggio. Sono due attori di teatro e un musicista, a cui si aggregano durante le tappe accompagnatori occasionali, che stanno ripercorrendo il viaggio del "Trasporto numero 8" di cui parlai QUI (foto del memoriale). È il tragitto che nel '44 fecero 26 ebrei deportati proprio da Borgo. Solo due si salvarono.
Sono 1913 chilometri che il piccolo gruppo "Passodopopasso" conta di coprire a piedi in 76 giorni attraverso l'Italia, l'Austria, la Repubblica Ceca e la Polonia.
Li si può seguire in diretta sul sito viaggioadauschwitz.com che vale assolutamente la pena visitare. Si può suggerire una parola che serva a conservare quello che è stato, si può mandare anche una cartolina con un semplice ciao.
sabato 5 marzo 2011
E disse - Erri De Luca
Era finita l'opera, ma a completarla e darle perfezione ci voleva la settima, che in musica si chiama dominante. Il mondo era stato creato con un arrangiamento musicale, le sue regole rispondono alla combinazione di tempi, toni, diesis e bemolle. La coppia ultima nata intendeva le più vaste frequenze, il basso continuo del creato.
Quella sera il mondo s'interruppe, come un principio di sordità all'orecchio. Succede anche a chi passa alla penombra da una forte luce. Lentamente distinsero il silenzio del primo shabbàt del mondo. Era bonaccia a mare, la pagliuzza che non tremola più, il vapore che sale dritto dalle narici dei bufali, i loro occhi tranquilli: anche per gli animali quello era il primo sabato, ma loro lo aspettavano.
Ricorda la prima notte dei nostri primi due, mi mischiava l'amore allo spavento, la risposta insieme alla domanda. Erano nudi, si protessero abbracciandosi i corpi, la testa nella spalla dell'altro nell'incavo accogliente tra la scapola e il collo. Scoprivano l'incastro che permetter a due corpi di fare l'unità.
Fu la prima scoperta della conoscenza, senza la distinzione ancora del bene e del male. Quella prina notte profumava di creato spento. L'amore accelerava l'esperienza, faceva succedere tutto in una notte. E che notte, la prima: non erano stati bambini, l'amore fu il primo dei giochi. Passarono dalle risate al solletico, alla concentrazione di frugarsi. Mentre si strofinavano felici si urtarono le labbra. Stupiti si scansarono, poi le riaccostarono, si chiusero gli occhi da soli, la vista e tutti i sensi accorsero alla bocca. Nacque per accidente allegro il primo bacio.
da
E disse
fresco di stampa
Quella sera il mondo s'interruppe, come un principio di sordità all'orecchio. Succede anche a chi passa alla penombra da una forte luce. Lentamente distinsero il silenzio del primo shabbàt del mondo. Era bonaccia a mare, la pagliuzza che non tremola più, il vapore che sale dritto dalle narici dei bufali, i loro occhi tranquilli: anche per gli animali quello era il primo sabato, ma loro lo aspettavano.
Ricorda la prima notte dei nostri primi due, mi mischiava l'amore allo spavento, la risposta insieme alla domanda. Erano nudi, si protessero abbracciandosi i corpi, la testa nella spalla dell'altro nell'incavo accogliente tra la scapola e il collo. Scoprivano l'incastro che permetter a due corpi di fare l'unità.
Fu la prima scoperta della conoscenza, senza la distinzione ancora del bene e del male. Quella prina notte profumava di creato spento. L'amore accelerava l'esperienza, faceva succedere tutto in una notte. E che notte, la prima: non erano stati bambini, l'amore fu il primo dei giochi. Passarono dalle risate al solletico, alla concentrazione di frugarsi. Mentre si strofinavano felici si urtarono le labbra. Stupiti si scansarono, poi le riaccostarono, si chiusero gli occhi da soli, la vista e tutti i sensi accorsero alla bocca. Nacque per accidente allegro il primo bacio.
da
E disse
fresco di stampa
Erri de Luca
Napoli 1950
giovedì 3 marzo 2011
Il pacco per Calvin Klein
Milano, corso Buenos Aires. Negozio di Calvin Klein. Scattata ieri
No, no, io non dico niente. Siete voi che dovete dire, se volete, ché da dire ce n'è, oh se ce n'è.
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mercoledì 2 marzo 2011
Le cose per cui vivere vale la pena
Ne elenca dieci Roberto Saviano di queste cose nella prefazione al libro "Vieni via con me" che esce oggi e che sarà presentato dall'autore questa sera, ore 21, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, qui a Milano.
Ce ne sono, in questa lista, di grandi, universali per così dire, su cui quasi tutti possono essere concordi, e poi ce ne sono di quelle piccole, rispetto all'assoluto, ma che nella mente e nel cuore di chi le ha sono il viatico indispensabile per proseguire nel cammino accidentato di dubbi.
Anni fa fotografai una scritta su un muro e delle innumerevoli che ho fissato questa mi è rimasta di più, diceva «Gli uccelli in gabbia cantano la libertà, gli uccelli liberi volano». Forse sta tutto qui, che ci diamo dei motivi perché abbiamo il mal di vivere, e se "vivessimo" motivi non ce ne daremmo.
E quindi sarei contento se tutti voi mi diceste che non ci avete mai pensato perché fino ad adesso avete solo vissuto, e sarebbe bellissimo. Se invece i motivi ve li siete dati potete dirli, anche solo uno.
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