In questa vicenda mi sembra tutto così chiaro che c'è poco da discutere. Poi eventualmente ditemi che sbaglio.
Ci sono dunque questi ottanta assegni, per un totale di novecentomila euro, adoperati per la parte in nero del pagamento della casa di Scajola a Roma, provenienti dal costruttore Diego Anemone, oggi indagato per riciclaggio. Il ministro quindi dovrebbe spiegare a quale titolo quegli assegni erano nella sua disponibilità, e in base a quale norma gli è permesso evadere le tasse (pagamento in nero)
Scajola non ha potuto smentito niente. Ha soltanto abbaiato al complotto contro di lui. Ma è lì che sta il bello. Questo complotto sarebbe dovuto a qualche nemico politico che ha fornito ai giornali non notizie false ma notizie vere che andavano tenute nascoste. In pratica ha tirato fuori dall'armadio lo scheletro che Scajola vi nascondeva presumibilmente insieme ad altri, e quindi non può smentire proprio niente.
Quella poltrona di ministro dello Sviluppo Economico, con i miliardi da amministrare per le costruende centrali nucleari oltre a tutto il resto, fa gola, molta gola. Si mormora: «La Lega».
La foto che vedete l'ho già pubblicata e continuerò a pubblicarla. Ma forse ne avrei potuto scattare di migliori e anche più efficaci se quella domenica 7 luglio del 2002 fosse venuto nel mio paesello in Liguria dove era aspettato da tutti i vassalli, i valvassori e i valvassini per l'inaugurazione di una serie di statue, il più delle quali adesso già distrutte. Ma non venne, e sapete il perché? Era stato costretto il giovedì a dare le dimissioni da ministro dell'Interno dopo aver definito "rompicoglioni" Marco Biagi assassinato dalle Brigate Rosse.
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