Più di tre anni fa pubblicai un post dal titolo Il partito del cemento - Il nuovo sacco della Liguria. Era la recensione di un libro sugli sfregi irrimediabili fatti a quella terra nergli ultimi decenni. Mi autocito
Proprio di questo parla un libro inchiesta uscito da pochi giorni, Il partito del cemento, scritto da due bravi giornalisti, Ferruccio Sansa e Marco Preve. È la storia documentata, punto per punto, dei maneggi che si svolgono nei retrobottega della politica frequentati da imprenditori e banchieri, quasi tutti prima o poi inquisiti, qualcuno passato anche per le patrie galere, che intrecciano con gli amministratori pubblici, rapporti quantomeno dubbi sul filo dell'illegalità. Non c'è differenza tra destra e sinistra, i veri inciuci sono questi, fatti sottobanco, molto più pericolosi per la democrazia di quelli dichiarati alla luce del sole che generano scandalo solo negli sprovveduti. Nel libro si parla delle furbate per aggirare le leggi, come quella, che sarebbe ridicola se non fosse troppo seria, delle torri antincendio che diventano ville, dello spregio cinico di questa classe dirigente per questa terra bellissima che ha trasformato, nell'arco di un cinquantennio, in una regione che si sta estinguendo. Si estingue nei posti di lavoro, nella popolazione, nella cultura, e rimane, di quello che era stata, solo uno struggente ricordo.
La Liguria è una terra verticale che nei secoli i nostri antenati, con grande maestria e tanto sudore, hanno saputo sfruttare terrazzandola dal mare fino alle montagne. Sempre in equilibrio precario, bisognosa di continue attenzioni, una terra lenta che, l'ho scritto anche da altre parti, ha la sventura di trovarsi adesso in asincronia con il fluire nevrotico di questo tempo che ci è dato vivere.
E così l'acqua delle piogge, prima rallentata dal terreno che ne assorbiva una parte e convogliata in mille rivoli che i nostri contadini sapevano controllare, adesso prende un abbrivio inarrestabile lungo i fianchi delle colline cementificate da una speculazione edilizia feroce che di riffa e di raffa è riuscita a trasformare terreni da agricoli in edificabili. Case, villette, villoni, condomini, che spesso hanno tra di loro lo stretto spazio essenziale, come in una metropoli. Ve ne fate una chiara idea percorrendo in treno il litorale.
I disastri di questi giorni mettono sul banco degli imputati un'intera classe politica tenuta in pugno da una banda di pescecani che fa il bello e il brutto tempo. In questi ultimi anni poi si è fatta avanti con grande successo la mafia o 'ndrangheta che dir si voglia, e la linea di demarcazione fra pescecani visibili e quelli sommersi è sempre più opaca e sfumata. Dall'altra parte della Liguria, cioè nel Ponente, a Bordighera è stato sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e Ventimiglia è sotto osservazione dagli ispettori dell'Interno per gli stessi motivi.
Del resto è questo lo specchio dell'Italia, e fra qualche giorno, seppelliti i morti, non se ne parlerà più, fino alla prossima tragedia. Anche questo è specchio dell'Italia.
E così l'acqua delle piogge, prima rallentata dal terreno che ne assorbiva una parte e convogliata in mille rivoli che i nostri contadini sapevano controllare, adesso prende un abbrivio inarrestabile lungo i fianchi delle colline cementificate da una speculazione edilizia feroce che di riffa e di raffa è riuscita a trasformare terreni da agricoli in edificabili. Case, villette, villoni, condomini, che spesso hanno tra di loro lo stretto spazio essenziale, come in una metropoli. Ve ne fate una chiara idea percorrendo in treno il litorale.
I disastri di questi giorni mettono sul banco degli imputati un'intera classe politica tenuta in pugno da una banda di pescecani che fa il bello e il brutto tempo. In questi ultimi anni poi si è fatta avanti con grande successo la mafia o 'ndrangheta che dir si voglia, e la linea di demarcazione fra pescecani visibili e quelli sommersi è sempre più opaca e sfumata. Dall'altra parte della Liguria, cioè nel Ponente, a Bordighera è stato sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e Ventimiglia è sotto osservazione dagli ispettori dell'Interno per gli stessi motivi.
Del resto è questo lo specchio dell'Italia, e fra qualche giorno, seppelliti i morti, non se ne parlerà più, fino alla prossima tragedia. Anche questo è specchio dell'Italia.
Le foto qui sotto le scattai nel gennaio del 2010 da Civezza che è proprio di fronte alla collina violentata e le pubblicai in questo post. Una cava, dagli effetti devastanti, per rifornire di massi e pietrisco i costruendi porticcioli, altra insensatezza in corso d'opera. Gli alberi che vedete in basso nella seconda foto sono un uliveto. Chissà che fine avranno fatto.
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