E comunque, malgrado tutto, vi auguro come sempre buona domenica.
QUI tutte le foto del sabato (242 post).
sabato 30 giugno 2018
sabato 23 giugno 2018
Milano, via Padova e la neve del Pizzo Arera
Milano, via Padova e Pizzo Arera
La montagna che si vede sullo sfondo è il Pizzo Arera delle Prealpi Bergamasche.
Ora succede che gli amici del laboratorio fotografico in via Padova vicino a casa l'hanno attaccata in vetrina. E molti si fermano a guardare. Uno,uno solo, ha saputo dire che la montagna è il Pizzo Arera. Grigna, Grignetta, Resegone e via andando sono le risposte. E sono quasi tutti milanesi doc. Qualcuno addirittura ha avanzato il sospetto che fosse un fotomontaggio. Si va sempre più di fretta, e in città lo sguardo verso l'orizzonte quasi non esiste più.
Buona domenica dalla Liguria.
QUI tutte le foto del sabato (241 post).
sabato 16 giugno 2018
Campane campanili e campanari
Abito proprio di fronte a questa antica chiesa e devo dire che il suono delle campane non mi dispiace. Forse è giusta la tonalità che le mie orecchie gradiscono. Però mercoledì scorso, verso le undici e mezzo, ho sentito uno scampanio prolungato e diverso dal solito, a più riprese. Fuori orario e fuori regola. E così sono uscito per vedere cosa mai succedesse e mi sono trovato davanti questo furgone. Intanto le campane si erano calmate e poco dopo è apparso un giovanotto simpatico che, inutile dirlo, è risultato essere il proprietario del furgone e l'autore del suddetto scampanio.
Era il tecnico che stava facendo il giro delle chiese per controllare se i meccanismi che fanno suonare le campane fossero in ordine. E già, perché di campanari ormai ne son rimasti ben pochi e i din don non vengono più generati da mani o piedi ma da impulsi elettrici. Abbiamo parlato di fusioni, di leghe, di tonalità e naturalmente di campanari.
Ora dovete sapere che un po' di anni fa mi era presa la smania di fotografare tutti i campanili dell'estremo Ponente ligure e così assieme a Gian Paolo (ciao Gian Paolo) girammo per colli e valli. La galleria di foto è QUI. Avemmo anche la fortuna di incocciare in due singolari campanari. Ne pubblico le foto sotto.
Buona domenica.
Gianluca Ozenda sul campanile di Glori, frazione di Molini di Triora. Campanaro e autore di uno studio documentatissimo su tutte le campane e i campanili della valle Argentina.
Il campanaro Bernard Duval detto "Bernà da caranca" di Saorge (in italiano Saorgio) nella val Roja. Saorge è un paesino che passò alla Francia nel 1860 con la cessione della Savoia e di Nizza
QUI tutte le foto del sabato (240 post).
sabato 9 giugno 2018
Milano, più verde di così
Le foto le ho scattate in questi giorni in zona di Porta Romana.
Buona domenica
QUI tutte le foto del sabato (239 post).
Buona domenica
Forse qualcuno si ricorda di queste case nelle foto che seguono che pubblicai lo scorso autunno.
giovedì 7 giugno 2018
Il 7 giugno 1918 vicino a Milano, una grande tragedia operaia dimenticata
È il 7 giugno 1918, un venerdì, nella campagna vicino a Milano, un’esplosione devasta lo stabilimento di Castellazzo di Bollate che produce bombe per la guerra in corso, dove lavorano oltre 1500 operaie. Il reparto spedizioni è completamente sventrato. Sul posto arrivano in decine a soccorrere le vittime. Ernest Hemingway, allora diciannovenne volontario della Croce Rossa, dove presta servizio come autista di ambulanze, proprio quel giorno arriva in treno da Parigi a Milano. Nel primo pomeriggio viene chiamato immediatamente e inviato sul luogo del disastro per prestare soccorso.
Cinquantanove vittime e oltre trecento feriti, per la maggior parte donne
Nonostante questa testimonianza però, l’incidente viene rimosso dalla memoria collettiva. È una tragedia nella tragedia che si abbatte su una popolazione già provata da una guerra che l’ha stravolta: solo in Italia i morti sono oltre 1 milione e i profughi decine di migliaia. La propaganda governativa pro-bellica, per creare consenso tra l’opinione pubblica, censura gli eventi più drammatici e la stampa minimizza il fatto. L’incidente terribile avvenuto in un paesino della campagna lombarda, raccontato da Hemingway non viene ricollegato all’esplosione della Sutter & Thévenot. Dello scoppio non si parla, la storia delle vittime e dei feriti cade nell’oblio per quasi novantadue anni.
Di più QUI
Cinquantanove vittime e oltre trecento feriti, per la maggior parte donne
Nonostante questa testimonianza però, l’incidente viene rimosso dalla memoria collettiva. È una tragedia nella tragedia che si abbatte su una popolazione già provata da una guerra che l’ha stravolta: solo in Italia i morti sono oltre 1 milione e i profughi decine di migliaia. La propaganda governativa pro-bellica, per creare consenso tra l’opinione pubblica, censura gli eventi più drammatici e la stampa minimizza il fatto. L’incidente terribile avvenuto in un paesino della campagna lombarda, raccontato da Hemingway non viene ricollegato all’esplosione della Sutter & Thévenot. Dello scoppio non si parla, la storia delle vittime e dei feriti cade nell’oblio per quasi novantadue anni.
Di più QUI
sabato 2 giugno 2018
La mangiatoia
Milano, via Padova
Un nome migliore per il negozio no?
Buona domenica.
QUI tutte le foto del sabato (238 post).
Iscriviti a:
Post (Atom)