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giovedì 31 gennaio 2013

Maroni l'abusivo

Manifesti abusivi di Maroni
Milano, via Padova. Scattata dieci miuti fa

Quisquilie direte voi. D'accordo, quisquilie. Ma di abuso in abuso chissà dove si va a finire. Dopo essersi presi la mano che gli avevamo dato si son impadroniti anche del braccio e di tutto il resto. E hanno ancora fame.

mercoledì 30 gennaio 2013

Gli accendini del Duce

accendini del duce

Nelle immediate vicinanze di Casa Cervi (ora museo) dove vissero i sette fratelli trucidati dai fascisti sono in vendita, dentro un autogrill sulla provinciale di Campegine, degli accendini particolari. Hanno stampigliato su la faccia del Duce con varietà di scritte, dal "Chi se ne frega" al "Boia chi molla". È una contiguità blasfema, e lo sarebbe in qualunque altro Stato, ma sembra non lo sia in questo nostro benedetto Paese dove non si è riusciti a sedimentare una memoria storica condivisa.

Ne sono prove lampanti i numerosi messaggi online che danno ragione in pieno, anche di più, alle farneticazioni fatte da Berlusconi questa domenica al Binario 21.

martedì 29 gennaio 2013

La Lollo: «Sposata a mia insaputa»

Gina Lollobrigida

Non sto a spiegare per filo e per segno come è successo, ma è proprio successo. Gina Lollobrigida, la mitica Lollo, si è ritrovata sposata a sua insaputa col suo ex fidanzato, inutile dire anta anni più giovane di lei. Lui, si chiama Javier, aveva fatto firmare una carta all'attrice di cui poi si è servito per sposarla per procura. Matrimonio perfettamente valido. Un bel furfante. E adesso aspira alla futura eredità.

La diva è furiosa, ma prima credeva fosse amore. A ottantacinque anni si è perdonati, oh sì, soprattutto in faccende di cuore.

Ops, mi sono accorto adesso che questo blog non ha il tag "gossip". Devo aggiungerlo?

lunedì 28 gennaio 2013

Uno sfregio alla Merini

Alda Merini

È la seconda volta che succede. Che il ritratto della poetessa sul muro della sua casa, Casa Alda Merini in via Magolfa qui a Milano, venga sfregiato. Ora ditemi cosa bisognerebbe fare a questi qui.

Alda Merini
Foto scattate ieri pomeriggio

sabato 26 gennaio 2013

Giornata della Memoria - Binario 21

binario 21
Domani, 27 gennaio, "Giornata della memoria" per ricordare lo sterminio degli ebrei da parte dei nazifascistii. Alle 11 di domani mattina qui a Milano alla stazione Centrale verrà aperto per la prima volta il Memoriale dell'Olocausto ebraico che dopo vari intoppi di natura economica è arrivato alla fine dell'allestimento..

Il binario 21 è una vasta area interna alla stazione, con accesso a livello stradale su via Ferrante Aporti. Posizionata al di sotto del piazzale dei binari, l’area adibita al carico della posta, fra il 1943 e il 1945, servì alla deportazione degli ebrei d’Italia. Qui venivano formati i convogli con un ingegnoso sistema: uno per volta ogni carro bestiame veniva stipato con circa un centinaio di persone (in origine i carri trasportavano 8 cavalli), piombato e quindi posizionato su un carrello traslatore, che si muoveva lungo un’enorme galleria. Veniva poi bloccato in corrispondenza di un ascensore montavagoni e sollevato dal ventre della stazione fino a raggiungere un binario di manovra all’aria aperta, situato fra i binari18 e19. Completato il convoglio, il treno della morte partiva, lontano da occhi indiscreti, verso l’inferno di Auschwitz-Birkenau.

Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 una umanità composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata tra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame.
All’alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti.
Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni passati tra sofferenza e ansia.

I bambini da 1 a 14 anni erano più di 40, tra di loro Sissel Vogelmann di 8 anni e Liliana Segre di 13. La signora Esmeralda Dina di 88 anni era la più anziana.
All’arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall’arrivo.

Dal binario 21 era già partito un convoglio con quasi 250 deportati il 6 dicembre del 1943, ne sarebbero partiti altri fino a maggio del 1944.


Dal sito Binario 21

QUI tutti i post che ho dedicato alla Giornata della Memoria


binario 21



Sempre domani, sempre qui a Milano, Lorenza M. Mori, che alcuni di voi conosceranno perché è la blogger di Iris & Libellule, presenterà il suo libro
È il freddo di questa notte
una emozionante storia di carattere autobiografico che narra anche delle vicende tragiche avvenute in Toscana durante la ritirata dell’esercito tedesco.

ore 16.00
Archivio Dedalus
Via Pietro Custodi 18 Milano
www.dedaluspoemvideo.it

giovedì 24 gennaio 2013

Passione e ideali

Nel disordine sgangherato della presentazione delle liste elettorali si potevano notare due gruppi di candidati in bilico fino all'ultimo minuto per un'elezione garantita.

Il primo era quello dei trasformisti di mestiere con il loro condottiero Scilipoti, il mitico. Loro, in quanto mercenari, pretendevano il soldo per le battaglie combattute.

Il secondo gruppo era formato dai voltagabbana dilettanti, che, dopo aver girovagato a destra a manca e al centro, imprevidenti ahi loro, non avevano pensato a racimolare un gruzzoletto di voti come cambiale da portare all'incasso.

I primi adesso se la ridono. I secondi se la piangono. Se la piangono in compagnia di quelli rimasti fuori che schiumano livore bilioso contro le formazioni di appartenenza per cui, dichiarano, non voteranno mai più.

Questa sì che è la passione politica disinteressata che vola sulle ali degli alti ideali.

martedì 22 gennaio 2013

Quei ferrivecchi degli F-35

f35
A proposito del fatto che colpiti da un fulmine potrebbero esplodere.


Non capisco tutta la burrasca sugli F-35, anche se sono sicuro che questo è il momento migliore per buttarla in politica. Ma quest'ultima polemica sulla questione dei fulmini è chiaramente strumentale. Non si può pretendere che un aereo invisibile sia anche invulnerabile o che una macchina volante che trasporta tonnellate di esplosivo non corra il rischio di esplodere in un temporale estivo. Ormai tutti sanno che l'F-35 è inferiore ai suoi concorrenti russi (e forse perfino cinesi) nel duello aereo, che non assicura la superiorità nemmeno nei prossimi cinque anni, non fa niente di più di un vecchio aereo nelle operazioni militari in corso, sarà già vecchio per quelle del prevedibile futuro e costa una barca di quattrini. Nessuno ha considerato queste quisquilie quando abbiamo cominciato a impegnare soldi che non avevamo per questo e altri programmi onirici.

Generale Fabio Mini

lunedì 21 gennaio 2013

Telefoni pubblici

telefoni pubblici
Aspettavo sabato scorso un amico che doveva arrivare con un treno delle Nord a Cadorna. Io ero un po' in anticipo e il treno invece aveva il suo regolare ritardo. E dunque mi sono fermato qui davanti per almeno un quarto d'ora. E' un posto di grande passaggio (e per fare la foto sgombra di gente ho dovuto acchiappare l'attimo) ma nessuno si è avvicinato a questi telefoni per chiamare.

E allora ho provato a pescare nella mia memoria se c'era il ricordo dell'ultima telefonata a un telefono pubblico. Niente. Zero assoluto. Non so voi.

venerdì 18 gennaio 2013

Casini l'estremista


Estrema sinistra, estrema destra, e adesso anche estremo centro. "Che stupido" ha pensato Casini dandosi una manata sulla fronte "non averci pensato prima. Noi che siamo i veri estremisti dei moderati". Ahò Casini, ma vaffanculo, va. E questa volta non vi chiedo nemmeno scusa per il francesismo.

mercoledì 16 gennaio 2013

Bacheca


Vivo nella città più cablata d'Italia. Fibre ottiche, hotspot e tutto il resto, eppure. Eppure quando esco di casa, e vicino alla panetteria mi fermo a guardare la bacheca che vedete, questo antico mezzo di comunicazione su un supporto anzianotto mi dà la freschezza delle notizie a chilometro zero. Se poi le notizie sono vergate a mano la sensazione è quella che trasmette la verdura di qualche varietà rara a rischio estinzione. Oggi è così, ma certe volte i fogli e foglietti fanno a gara per apparire che è quasi uno spettacolo.

Bacheche pubbliche anche dalle vostre parti?

sabato 12 gennaio 2013

La lista paradosso



Fra le liste presentate ieri c'è anche questa. Il paradosso dei paradossi. Buontemponi o che altro?

Aggiunta ore 19.40
Dalla regia mi indicano una pagina di facebook che insegna come fare per non votare pur andando al seggio. Copio e ne incollo una parte

1)   Andare a votare, presentarsi con i documenti + tessera elettorale e farsi vidimare la scheda

2) NON TOCCARE LA SCHEDA (se si tocca la scheda viene contata come nulla e quindi rientra nel meccanismo del premio di maggioranza)

2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (dopo vidimata), dicendo: 'rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!'

3) pretendere che venga verbalizzato il rifiuto della scheda

4) esercitare, se si vuole, il proprio diritto di aggiungere, in calce al verbale, un commento che giustifichi il rifiuto (ad esempio, ma ognuno decida il suo motivo: 'nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta' – oppure: perché nessun partito ha nel suo programma il ripristino della sovranità monetaria costituzionale’)         

(d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 - art. 104, già citato) così facendo non voterete, ed eviterete che il voto,nullo o bianco, sia conteggiato come quota premio per il partito con più voti.

venerdì 11 gennaio 2013

Quattro soli a motore - Nicola Pezzoli

Corradino è un bambino di undici anni ipersensibile a cui volentieri sfuggono lacrime. Il padre è un violento all'inverosimile che tira fuori la cinghia per un niente e anche per niente soprannominato Videla (ricordate?). La madre, dolcissima, etilista ma dolcissima. Attorno le vite di altri personaggi, famiglia e dintorni, ognuno col suo bel caratterino cesellato con rara maestria dall'autore. L'autore è Nicola Pezzoli, lo ZIO che parecchi di voi conoscono.

Siamo alla fine dei tragici anni '70 in un paesino della Lombardia come tanti, Solo che lì c'è un mistero dentro un villa misteriosa abitata dal misterioso signor Kestenholz. Alla fine sapremo cosa ha risucchiato la sua famiglia in un buco nero di una guerra miseranda.

Il racconto scorre fluido, con qualche inserto galattico, e Corradino si mette a nudo raccontandoci i suoi patemi d'animo, le sue incertezze, le sue umiliazioni, anche qualche entusiasmo. Tutto quel mondo ormai estinto viene fuori dalle atmosfere, anche esilaranti (e qui ho avuto sentore di reminiscenze letterarie sudamericane),  che emanano i personaggi e dagli oggetti dell'epoca:  tutto così ben descritti che basterebbe poco a trasformare il libro in una sceneggiatura da film. Chissà.


Sarà stato il sole estivo, saranno state le vacanze, sarà stata la lontananza dei bulli, o quel clima di concordia domestica, ma avevo appena stabilito il mio record. Per dieci risvegli di fila avevo potuto annunciare alla mamma: “Asciutto!”.
...
A un certo punto ci fermammo a ridere, io di fronte alla Cristina del mio cuore e lei di fronte al Corradino del suo cuore, lei con le lacrime di riso sulle guance e il collo della bottiglia vuota in una mano, io senza niente in mano tranne la voglia di accarezzarle le lacrime e di metterlo dentro alle lacrime e stringerla forte forte forte più di come lei stringeva la bottiglia. E allora qualcosa mi disse che il momento era quello, che l'occasione non si sarebbe ripetuta, e mi slanciai verso di lei per azzardare un bacio su una guancia. Non in mezzo alla guancia ma addirittura a lambire le vicinanze della bocca. Presi coraggio e mi slanciai facendo il grugnetto per il bacio in direzione della sua guancia sinistra alla mia destra. Ma non avevo calcolato, però (come potevo calcolarlo?), che lei in quel preciso istante si sarebbe buttata di scatto verso la mia bocca per baciarmi sulle labbra. E così le nostre bocche a grugnetto pronte a scoccare baci s'incrociarono distanti nello spazio cosmico  come quando si dice che una cometa sfiora un pianeta ma in realtà è passata a quarantamila milioni di chilometri.
...
Mai collegai l'idea o il ricordo della mamma alla puzza di vino o di birra. Sempre la collegai al buon profumo di ammorbidente delle lenzuola pulite, alla miscela sobrio-fruttata di Quinta Avenue e Muratti Ambassador, e il suo viso era il delicato capolavoro di Dio che mai m'indusse a sentimenti diversi dall'amore.
...
 Lo zio, che s'interessava di politica ma non si capiva mai da quale parte pendesse, ce l'aveva col governo che non voleva saperne di trattare con le Brigate Rosse per il rilascio di Aldo Moro.
I telegiornali su quel rapimento erano stati in assoluto la cosa più scioccante che avessi mai visto. Quei corpi dei carabinieri della scorta crivellati di colpi in via Fani, e i nomi dei cinque carabinieri, e il numero dei figli piccoli che avevano, e il fatto che uno di loro si fosse trovato lì proprio quella mattina per sostituire un collega malato. E ogni volta che i grandi ne parlavano, sentivo in loro uno sgomento, una fifa lugubre, un senso d'inadeguatezza che mi deludeva sul loro essere adulti.






Nicola Pezzoli

Quattro soli a motore

Neo.

mercoledì 9 gennaio 2013

Gara di tritacarte fra destra e sinistra

Prima di sbaraccare per fine legislatura alla Regione Lazio si sono fatti acquisti. Il centrodestra ha comprato 70 (settanta) tritacarte o distruggi documenti che dir si voglia, per una spesa complessiva di 14.000 euro. La sinistra, che li aveva preceduti in quella spesa, solo 30 di tritacarte. Forse perché essendo stata previdente aveva più tempo per distruggere le nefandezze o forse perché di nefandezze da distruggere ne aveva meno.

Quanti di voi hanno visto in qualche film la scena del caminetto dove il personaggio (criminale, agente segreto, marito traditore e fate voi se vi viene in mente) ha appena buttato ad ardere documenti scottanti mentre bussano alla porta. Qui no. In Regione Lazio consiglieri assessori e stuoli di aiutanti riducono con calma e comodità in striscioline illeggibili le parole che raccontano per filo e per segno le loro sporche malefatte adoperando per la bisogna apparecchiature pagate con i nostri soldi.

martedì 8 gennaio 2013

Depardieu e Putin

Depardieu incontra Putin nella sua residenza a Sochi sul Mar Nero

Si può anche capire che monsieur Depardieu, preoccupato per l’assottigliarsi delle sue scorte pantagrueliche di formaggio, porchette e damigiane di vino, sia irritato con il fisco del suo Paese. Si può capire, anche, che madame Bardot, addolorata per la malattia che affligge due anziane elefantesse dello zoo di Lione, sia furente con il servizio veterinario nazionale che non provvede a ricoverare i pachidermi in una clinica per lungodegenti, magari cacciando un paio di magrebini (Bardot, sposata a un fervente lepenista, non li sopporta).

Quello che si capisce meno è che le due popolari star abbiano scelto come patria adottiva la Russia di Putin, paese che nel campo dei diritti arranca, e dista dalla Francia un paio di secoli. Probabile che chez Putin il fisco sia meno penalizzante (non per caso le immense ricchezze di quel Paese sono in mano a pochi oligarchi, che lo hanno depredato). Incerto il trattamento mutualistico riservato agli elefanti. Certissimi, invece, la galera per le Pussy Riot, la persecuzione (fino all’assassinio) delle voci libere come la Politkovskaja, lo spregio “virile” per gli omosessuali, il nazionalismo isterico, il neointegralismo religioso “di Stato”. Il putinismo di Depardieu e Bardot è così ridicolo da rivaleggiare con quello, già leggendario, dell’amico Silvio.

Michele Serra
L'amaca di oggi

martedì 1 gennaio 2013

Buon anno

tasche vuote


Auguri, e la foto interpretatela come volete. Mi sono preso una bella vacanza dal blog ma sto ritornando.