Ripubblico questo post del luglio 2008. Da allora qualche politico e qualche imprenditore citato nel libro ha varcato le patrie galere, da allora qualche porto in costruzioine è diventato una cattedrale nel deserto (umido), da allora la politica poco o niente ha fatto per combattere l'incultura criminale che saccheggia la Terra, la nostra terra di Liguria.
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Nei riquadri, Claudio Scajola e Claudio Burlando
Quando
frequentavo il liceo e prendevo la corriera per Ventimiglia, superato
Camporosso mi appariva la visione del mare. Poi, condominio dopo
condominio, non rimase nemmeno più un buco di azzurro. Cemento,
nient'altro che cemento a formare una muraglia impenetrabile e odiosa.
Il naturale skyline che avevo visto fin da piccolo si era trasformato in
un artificiale skifoline. Sagome accatastate in maniera casuale senza
capo né coda
Questo un'era fa. L'altro giorno viaggiavo
sul treno che da Genova porta a Nizza e osservavo con interesse
l'espressione di una giovane donna che sedeva di fronte a me. Dal
finestrino scorrevano uno dietro l'altro anonimi palazzi su anonimi
palazzi, distanti l'uno dall'altro sì e no un metro. Sembrava di essere
nella brutta periferia di una qualsiasi metropoli. Lei si accorse che la
stavo guardando e mi indicò quello spettacolo indegno con un dito. Non
ci fu bisogno di parole.
Dopo essersi appropriati con i
denti della rara terra vicino al mare, dopo aver sbancato, famelici,
colline e colline più a monte, adesso i pescecani del cemento armato si
stanno impadronendo del mare. Si sa che la voracità non ha limiti.
Proprio di questo parla un libro inchiesta uscito da pochi giorni,
Il partito del cemento, scritto da due bravi giornalisti,
Ferruccio Sansa e
Marco Preve.
E la storia documentata, punto per punto, dei maneggi che si svolgono
nei retrobottega della politica frequentati da imprenditori e banchieri,
quasi tutti prima o poi inquisiti, qualcuno passato anche per le patrie
galere, che intrecciano con gli amministratori pubblici rapporti
quantomeno dubbi e quantopiù indecenti e sul filo dell'illegalità. Non
c'è differenza tra destra e sinistra, i veri inciuci sono questi, fatti
sottobanco, molto più pericolosi per la democrazia di quelli dichiarati
alla luce del sole che generano scandalo solo negli sprovveduti. Nel
libro si parla delle furbate per aggirare le leggi, come quella, che
sarebbe ridicola se non fosse troppo seria, delle torri antincendio che
diventano ville, dello spregio cinico di questa classe dirigente per
questa terra bellissima che ha trasformato, nell'arco di un
cinquantennio, in una regione che si sta estinguendo. Si estingue nei
posti di lavoro, nella popolazione, nella cultura, e rimane, di quello
che era stata, solo uno struggente ricordo.
Vogliono
impadronirsi del mare dunque. E lo fanno costruendo porti ovunque,
grandi, medi, piccoli. I posti barca nel 2000 erano in totale 14.500,
nel 2008 sono diventati 20.500 ed è già pronto un piano per altre
ottomila imbarcazioni. Porti vuol dire anche appartamenti, centri
servizi, centri commerciali, negozi. Follia pura. Chi frequenta queste
coste conosce, solo per dirne una, i problemi snervanti dei parcheggi e
delle code chilometriche sull'Aurelia, che esistono anche in quelle
cittadine che il porto non ce l'hanno, come Ventimiglia, ma che fra un
po' l'avrà anche lei e allora voglio proprio vedere dove metteranno le
macchine. L'ho già detto e lo ripeto. Follia.
Il libro scava a fondo sui due potentissimi Claudii.
Claudio Scajola, ex DC ora Pdl, ministro del governo Berlusconi, e
Claudio Burlando,
ex PCI ora Pd, presidente della Regione. Si scoprono così intrecci
insospettati nelle varie amministrazioni pubbliche, nei cda della
miriade di società, e legami di sangue che diventano ragnatele di un
potere come al tempo del Medio Evo.
Dopo la lettura si potranno
avere reazioni diverse. C'è chi disgustato si allontanerà
definitivamente dalla politica visto il degrado infimo a cui è arrivata,
c'è chi si indignerà come non mai e farà di tutto per diffondere le
notizie che ha letto, e ci sarà anche chi si darà da fare per impedire
questo scempio. Alla fine del libro c'è un capitolo ad hoc "Prontuario
anticemento".
Marco Preve
Ferruccio Sansa
Il partito del cemento
chiarelettere
Ferruccio Sansa, già giornalista del Messaggero e de la Repubblica, è ora inviato del Secolo XIX. Ha pubblicato per la Bur-Rizzoli Milano da morire (con Luigi Offeddu, 2007). Collabora con MicroMega.
Marco Preve è giornalista de la Repubblica. Anch’egli collabora con MicroMega.
Ringrazio gli Autori per aver citato questo blog nel libro.