Pagine

venerdì 29 marzo 2013

mercoledì 27 marzo 2013

Milano, le due talpe gemelle della metropolitana

talpe  della metropolitana milano

Ho assistito ieri pomeriggio a uno spettacolo che ingegneri di lungo corso hanno definito eccezionale. La fuoruscita alla luce del sole (il sole non c'era ma la luce sì) di due talpe in contemporanea. Non quei graziosi animaletti dalla pelliccia morbida ma due animalacci dal pelo di acciaio che grattano il sottosuolo per scavare le gallerie dove passeranno i treni delle metropolitana. In questo caso la linea 5, quella di colore lilla.

Al vedere quel rosso bianco verde m'è corso il pensiero al marasma sovrano che aleggia nel Paese. E ti sembra quasi un miracolo che il mondo del lavoro, quando il benedetto lavoro c'è, vada avanti a tirare il grande carro dove ci troviamo tutti nel viaggio di questo nostro vivere.

Grazie all'ingegner Ferrando. Grazie per tutto.

talpe  della metropolitana milanotalpe  della metropolitana milano








Aggiunta 10 aprile
Ed ecco la talpa messa nudo. Per la cronaca questa si chiama Augusta.





Un tratto di galleria pulita dai binari e tuberia di servizio

lunedì 25 marzo 2013

Smarrimento


Avevo scritto tempo fa  (scusate l'autocitazione)
Sono un po' maniaco dell'orientamento. Devo sempre sapere dov'è il Nord. E non parlo solo di boschi e montagne, ma di città, palazzi dentro le città, autostrade e varie situazioni metropolitane. Se non so dov'è il Nord non è che stia male ma mi sento un po' a disagio. Tanta gente che conosco invece vive tranquillamente senza punti cardinali nella testa.
Non parlavo per metafora, volevo dire proprio quello. Di questi tempi però la metafora ci sta tutta perché il Nord metaforico nessuno più sa dov'è, e chi è certo di saperlo è un povero illuso. Così quando ho visto a una fiera questi braccialetti da mettere al polso dei bambini con il numero del cellulare del papà o della mamma ho pensato che sarebbe stato bello averli in caso di smarrimento politico.

Confortante pensiero durato solo un attimo, sopraffatto subito da un altro di pensiero, disperante: che di questi tempi abbiamo perso il padre e la madre e quindi non c'è nessuno a cui telefonare.

L'unica speranza e che sia una parentesi, brutta, ma solo una parentesi, e che poi le stelle di riferimento dei nostri "genitori" tornino a brillare.

sabato 23 marzo 2013

Milano, la 56

La foto sopra l'ho scattata poco fa a una fermata della 56 che qui la danno al maschile riferendosi all'autobus mentre io e tutti quelli che conosco la diamo al femminile riferendoci alla linea.

Percorre questo mezzo tutta la via Padova che è diventata in pochi anni un crocevia di esistenze umane provenienti da tutte la parti del mondo.

Inutile dire che lo scatto sotto è stato fatto lì sopra.

Le foto del sabato

venerdì 22 marzo 2013

Figura di merda: i marò ritornano in India

I marò oggi ritornano in India, e mentre scrivo saranno in viaggio. Il governo italiano dopo essersi rimangiato la parola adesso fa marcia indietro con la coda fra le gambe. Eccoci sistemati per le feste.

giovedì 21 marzo 2013

Una matricola alla Camera

Michela Marzano
«Senza preamboli e senza saluti le chiedo di fare il suo dovere». Ecco il messaggio di benvenuto che ci accoglie, appena messa in funzione la posta elettronica della Camera. Seguito da centinaia di mail che snocciolano domande, richieste, rivendicazioni, proteste e insulti inviati un po' alla cieca, visto che i destinatari sono tutti i Parlamentari, incolonnati uno dietro l'altro in ordine alfabetico. Mail senza intestazione e spesso non firmate. Al punto da apprezzare le rare lettere che cominciano con un semplice "buongiorno". Va bene, non è più il momento di formalizzarsi. Va bene, finiamola pure con i tradizionali "Spettabile deputato" e "Gentile onorevole". Va bene, è il momento di rinnovare e di cambiare. Ma perché rinunciare a qualunque forma di politesse? «Il popolo italiano chiede con fermezza!» «LAVORA!» «Fai la cosa GIUSTA!». Cioè? Che cosa? Ma forse sono io a volermi incaponire e a non capire che oggi i contenuti contano poco, e che tutto è fatto di punti esclamativi e maiuscole, come se non si dovesse mai uscire da twitter. Messaggi che piovono come cinguettii e che intasano le caselle di posta elettronica, trasformandoci tutti in "cittadini portavoce". Mentre il tempo, ingolfato di parole, non riesce a portare consiglio. Meno male che Internet c'è.

Michela Marzano

mercoledì 20 marzo 2013

istella

istella, motore di ricerca tiscali

È da ieri online istella, il nuovo motore di ricerca di Tiscali. Si avvale del contributo di importanti archivi storici italiani, dall'Enciclopedia Treccani alla Guida Monaci e della collaborazione del Cnr e dell'Università di Pisa. Gli utenti hanno la possibilità di condividere i propri contenuti che vengono indicizzati.

Vedo, dalle statistiche di questo blog, che la stragrande maggioranza fa parte del gregge di Google, e io non mi tiro fuori, se non per cercare qualche volta delle foto che su Google non mi hanno soddisfatto e allora vado altrove, tipo bing per esempio. Voi solo Google?

martedì 19 marzo 2013

La parola data

Non mi sono addentrato nei meandri della giurisdizione internazionale e, nello specifico, dei rapporti tra Stati, ho solo letto titoli (e occhielli) e sentito qualcosa ai telegiornali sulla vicenda dei due marò che l'Italia non vuole più rimandare in India come aveva promesso.

E quindi vado di pancia, ma anche di cuore. Quando si diceva (e non sento più dirlo) «Questo è un uomo» si voleva rimarcare una sua dote su tutte le altre. Che su quell'uomo ci si poteva contare: la sua parola valeva più di mille firme.

Ora non so in che forma quella promessa sia stata fatta dal nostro Paese all'India, ma per come ho affrontato l'argomento è solo un dettaglio. E quando ho sentito che il governo si era rimangiato la parola data mi è venuto da pensare, nella mia beata ingenuità,  alle furbizìe e alle furbate pubbliche di cui si nutre l'agire politico di questi tempi disgraziati in cui «uomini» in giro se ne vedono sempre meno.

sabato 16 marzo 2013

Stanze a nudo

Milano, via Lecco

Passavo di lì (dalle parti di via Lazzaretto di manzoniana memoria) e ti vedo questo sventramento. Non ho potuto fare a meno di fermarmi e di pensare agli intrecci di vite che si sono snodati tra quelle stanze, piani, pianerottoli, scale. E vedo i distinguo dei colori nelle diverse preferenze umane. E vedo (me lo immagino ma è come lo vedessi) un uomo qui davanti che ha abitato questa casa un'intera vita e che adesso chissà dove è andato ad abitare. Me lo immagino ma non riesco ad immaginarmi i pensieri che lo attraversano.

Le foto del sabato


Qualcuno mi ha chiesto se i miei giri in bici per Milano sono finiti. Neanche per sogno: continuano. E ho parecchi altri scatti nei luoghi più disparati. Ogni tanto al posto di questa foto del sabato che ormai è diventata una rubrica fissa pubblicherò una serie di immagini della bici da donna. Domani niente auto dalle 10 alle 18. Una vera pacchia per noi che pedaliamo.

Aggiornamento 13.06
Ops, hanno ridotto l'orario. Dalle 10 alle 14 perché è prevista pioggia o addirittura neve.

venerdì 15 marzo 2013

Simboli e sostanza

Resta un mistero, visto l'aria che tira nel Paese, la ragione per cui Bersani abbia messo solo al quinto comma del terzo dei suoi otto punti un vago accenno alla questione "denaro ai partiti" che per molti italiani è diventato la prova del nove per distinguere i buoni dai cattivi. Denaro che nel Palazzo si ostinano a definire "costi della politica" e che invece sugli autobus e nei bar definiscono piatto piatto "furto" e altre allocuzioni ben più colorite.

Intanto il papa, dal furbacchione di gesuita qual è, si è pagato l'albergo di tasca propria. Atto simbolico lo so. Ma in certi momenti i simboli pesano più della sostanza.

giovedì 14 marzo 2013

Indulgenza plenaria

Con la benedizione solenne il nuovo papa Francesco I ha concesso l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli.

Non so se faccio parte dei fedeli in quanto battezzato, e comunque non ho mai saputo cosa questa indulgenza plenaria sia. E non mi sono informato nemmeno adesso. Alzi la mano chi lo sa; va da sé, senza consultare l'oracolo google et similia.

Ne vedo pochine di mani alzate.

Che poi adesso che la pronuncio ad alta voce, i-d-u-l-g-e-n-z-a, suona anche bene.

martedì 12 marzo 2013

Il sistema jammer e lo Spirito Santo

conclave

Mentre scrivo le eminenze, con al seguito solo un piccolo bagaglio a mano, si saranno già sistemate nelle stanzette loro assegnate immerse dentro un silenzio tombale.

Delle varie notizie che ci ha passato il Vaticano mi soffermo su questa: i palazzi interni al conclave sono completamente isolati elettronicamente col sistema jammer gestito qui dai gesuiti. In pratica l'etere attorno alla Cappella Sistina e alla residenza di Santa Marta creerà una bolla impenetrabile in mezzo all'universo.

E allora mi chiedo come farà a passare lo Spirito Santo che è il vero primo attore di questa sacra rappresentazione. Sacra?

sabato 9 marzo 2013

Fior di loto

fior di loto
Piove. Piove e non posso dare del ladro al governo perché non c'è. A essere precisi c'è ma è come se non ci fosse. E siamo quindi all'umido, fisico e metaforico. Pubblico perciò questa foto del sabato: è un fior di loto che nell'umido nasce e nell'umido vive, e di questa sua situazione gode visto i colori di cui si veste.

Buon fine settimana.

foto del sabato

venerdì 8 marzo 2013

giovedì 7 marzo 2013

Dove sei finita cara dialettica?

Internet sta trasformando la scrittura in conversazione. Vent’anni fa gli scrittori scrivevano e i lettori leggevano. Oggi invece i lettori possono rispondere, e lo fanno regolarmente sui forum e nei blog. Molti di quelli che rispondono non sono d’accordo. Bisogna aspettarselo: essere d’accordo è meno divertente che essere in disaccordo.

E poi, quando uno è d’accordo, ha meno cose da dire. Si può aggiungere qualcosa a quello che ha detto l’autore, ma probabilmente le cose più interessanti le ha già dette tutte lui. Quando non si è d’accordo, invece, si entra in un territorio potenzialmente inesplorato.
(consiglio vivamente di leggere tutto l'articolo e grazie molte a Giovanna per il link)


Parto da questa citazione per andare avanti nel discorso e calcare la mano soprattutto sull'essere d'accordo. Parlo dell'essere d'accordo sui blog di sinistra che frequentiamo dove rarissimamente qualcuno di sinistra dissente dal blogger di sinistra. E quando rarissimamente lo fa, lo fa in puntissima di piedi quasi a scusarsi di pensarla un cicinin diverso.

Si va da qualche parte così? Va da qualche parte il blogger di sinistra che, pubblicato il post di sinistra, non aspetta altro che i commentatori, per lo più altri blogger di sinistra, assentano in toto e guai a quelli che dissentono? Avete mai visto che qualcuno abbia cambiato idea su quello che ha scritto dopo una sensata critica?

Si può andare avanti ancora tanto in questa autoreferenzialità che si incunea inesorabilmente in un vicolo cieco? Io penso che dopo quello che è successo in queste elezioni è doveroso da parte di noi tutti, con sforzo faticoso, ritornare ai dubbi che per comodità, pigrizia, ruggine mentale, avevamo scacciato e ridotto a fastidi. Solo togliendo l'ancora, che in questi anni ci aveva cullati e protetti nel porto sicuro delle certezze, potremo ancora navigare nuovi mari. Poi ci saranno altri porti, ma adesso dobbiamo affrontare la tempesta. E per affrontarla non dobbiamo rinunciare a tutta la perizia da vecchi marinai che ci ha permesso di arrivare fin qui. Ma questa non basta. Servono nuove bussole e nuovi sestanti. E nuove vele.

martedì 5 marzo 2013

La Rete è per sua natura estremista?

Era da un po' che volevo scrivere un post del genere e adesso sono quasi costretto a farlo tirato per i capelli dalla lite scoppiata in questo post tra Lorenzo e Carlo.

Essendo ormai un blogger di lungo corso ne ho viste di tutti i colori, in giro e qui, e quindi mi sono fatto un'idea. Che sui blog e i social network non può esistere discussione politica in maniera pacata tra sostenitori di diverse posizioni. Dalla provocazione più o meno esplicita si passa quasi in automatico agli insulti sempre più grevi fino ad arrivare alle minacce.

Non mi riferisco al caso in questione ma sto parlando in generale. Sarà che non ci si vede in faccia, sarà che le parole scritte sono più pietre di quelle dette, sarà (certe volte) la maschera dell'anonimato che dà coraggio ai codardi, sarà quel che sarà, sta di fatto che il mondo viene diviso in bianco e nero senza sfumature intermedie. E quindi il ragionamento e la dialettica vengono  del tutto mortificati, ridotti a un banale bivio da scegliere. .

Quando poi addirittura non si assiste a una specie di regressione infantile "Ha cominciato lui" "No è stato lui", e via di queste amenità. Mister Casaleggio quando ha citato tempo fa il mio amato "1984" mi ha aperto gli occhi. E ho capito. Che la Rete è un rudimentale, per adesso, mezzo di comunicazione. E quindi diventano anche rudimentali e rudi quelli che comunicano, perché il linguaggio che adoperano è semplificato al massimo. Mestiere che era proprio quello di Winston Smith, protagonista del romanzo di Orwell: semplificare la lingua e di conseguenza semplificare le menti.

Lorenzo mi ha scritto una mail dicendo che non farà più commenti qui. Mi piacerebbe un commiato pubblico.

sabato 2 marzo 2013

Guardare in alto


Milano, stazione Centrale

Quando si cammina (intendo il camminare in città) si guarda avanti come è naturale che sia; ogni tanto magari si gira lo sguardo di lato, ma non proprio a novanta gradi. Alcuni poi, con la testa invasa da un groviglio di pensieri, procedono fissando il terreno appena un po' più in là della punta dei piedi. Pochi alzano la testa a osservare l'alto dei palazzi e in genere della realtà che li sovrasta. Ecco io ho fatto questo e poi clic.

foto del sabato