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sabato 31 agosto 2013

Il mare da lontano, il mare da vicino


Scattata il 22 agosto dalla salita dei Gray, nell'alta val Nervia, nel giorno del Melosa day, che ci siamo inventati tra amici e amiche (c'è anche lei)

Il mare visto da lontano, dalle mie montagne, e poi il mare visto da vicino, dalla mia costa. E anche le montagne viste dal mare, in ispecie d'inverno, innevate. E poi le montagne oltre il mare, quelle della Corsica, viste da queste montagne. E ancora il mare che non si vede ma si intuisce che c'è dietro le colline. Intanto da poco sono di nuovo a Milano dove il mare non si vede né da lontano né da vicino e nemmeno si intuisce. Ci vogliono giorni di compensazione. Ciao a tutti, sono ritornato.


Bordighera

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sabato 24 agosto 2013

L'estate sta finendo


Ancora una settimana e poi si rientra nel flusso del tempo prigioniero. Anche degli spazi prigionieri, pure se più intimi rispetto a queste promiscuità estive.

Visto che questo post va a finire anche su facebook dove senz'altro più d'uno riconoscerà questo terrazzino metto le mani avanti. Fra questi reggiseni alcuni sorreggono tette ristrutturate altri fasciano tette nature.

QUI tutte le foto del sabato.

mercoledì 14 agosto 2013

La vacanza continua


Scritto ieri sera alla cena da Bruno sul mio taccuino dal "mio" poeta Marco De Carolis. Cena serena e rasserenante per cibo di territorio e amici di pelle. La vacanza continua e le foto che scatto le sto mettendo nella bisaccia. Saluti a tutti.

lunedì 5 agosto 2013

sabato 3 agosto 2013

Le mode passano...

Ombrello, ombrellino, parasole
Scattata domenica scorsa ore 9.41



... ma certi oggetti rimangono

Ombrello, ombrellino, parasole?




Claude Monet Donna con il parasole girata verso sinistra, 1886
Claude Monet Donna con il parasole


«Noi diciamo ridevolmente Ombrello il Parapluie dei francesi. Ombrello è quello strumento che con la sua ombra ci ripara dal sole, e che i nostri antichi chiamavano Parasole. Quel che noi diciamo Ombrello, dovrebbe dirsi Paracqua», e la voce, secondo il Parenti, meriterebbe registro. «Il dire poi Ombrellino da sole (come soggiunge lo stesso Parenti) è pleonasmo alquanto assurdo, che si eviterà con adoperare i proprii termini Parasole, Solecchio, od anche semplicemente Ombrello.» In Toscana chiamasi Ombrellino quello che si adopera dalle signore ad uso di Parasole, e Ombrello quello che si usa generalmente per parar l'acqua e che viene così chiamato anche dalla Crusca; ma ciò non toglie la verità delle osservazioni del Parenti. Così l'Ugolini. Anche il Fornaciari (Discorsi, pag. 42., Lucca, 1847) scrisse che Ombrello per Paracqua è improprio e che si dovrebbe usar solamente per l'arnese che para il sole, come quello che prende origine da Ombra. A queste osservazioni il Fanfani rispose così nel Piovano Arlotto, anno I, pag. 754: Sentii gattigliare un Senese con un Fiorentino a proposito di questa voce, e il Fiorentino fu messo nel sacco, perché quell'altro gli mostrò che è improprissimo il chiamare Ombrello, come fanno i Fiorentini, quello strumento da pararsi l'acqua, essendoché tal voce viene da Ombra, e non può usarsi se non per Parasole, dove i senesi hanno il proprio per questo bisogno, e dicono Paracqua. Adagio, Biagio! e chi ha detto al Senese che Ombrello nasce da Ombra? Anzi nasce da ϋμβρος che vuol dire Imber, Pioggia; e però la voce Ombrello è in questo caso voce acconcissima. Dalla stessa voce poi nacque il nome di due fiumi di Toscana, l'Ombrone pistojese e l'Ombrone senese, quasi dica Crescente molto per pioggia. Che poi i Senesi e i Lucchesi dicano Paracqua, è una voce loro rimasta dai francesi, come altre altrove, quando vi ebbero stanza.» Del resto Ombrello è voce comune in tutta Italia, dal Piemonte in fuori, dove dicono Parapioggia, che è il Parapluie francese scusso scusso.

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