Presidente, Generazione Italia considera conclusa negativamente l'esperienza di questo governo che lei, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto.
I patti richiedevano l'immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l'opinione pubblica.
I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal capo del governo e la sua funzione di altissimo pubblico ufficiale. Lei in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell'Italia un grande Paese ad ispirazione liberal-democratica.
Il suo governo ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità un governo non intenzionato ai cambiamenti, un governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell'informazione.
Nella nostra alleanza c'è chi ci accusa addirittura di sovvertire lo Stato di diritto perché chiediamo una verifica, falsificando la verità e dichiarando che questo governo non sarebbe il frutto, come nel passato, di una contrattazione post elettorale, bensì, sarebbe la conseguenza di un patto preventivo stipulato davanti agli elettori.
E quindi solo a Berlusconi se è vera la premessa, competerebbe concedere la verifica e implicitamente mantenere o sciogliere le Camere. E' una tesi che lede i poteri costituzionali del Presidente della Repubblica e lascia trasparire il ritorno nella politica di dogmi antiliberali. Onorevole Presidente, lo Stato non è lei. E dopo di lei non c'è il diluvio. Le chiedo con quali diritti Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali diritti Lei pretenda di interpretare personalmente la Costituzione tuttora in atto? Onorevole Presidente, Lei non è l'uomo della provvidenza, tutt'altro.
L'Italia è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del governo. Il tradimento è solo quello di chi, ad un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti di piazza.
I patti richiedevano l'immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l'opinione pubblica.
I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal capo del governo e la sua funzione di altissimo pubblico ufficiale. Lei in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell'Italia un grande Paese ad ispirazione liberal-democratica.
Il suo governo ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità un governo non intenzionato ai cambiamenti, un governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell'informazione.
Nella nostra alleanza c'è chi ci accusa addirittura di sovvertire lo Stato di diritto perché chiediamo una verifica, falsificando la verità e dichiarando che questo governo non sarebbe il frutto, come nel passato, di una contrattazione post elettorale, bensì, sarebbe la conseguenza di un patto preventivo stipulato davanti agli elettori.
E quindi solo a Berlusconi se è vera la premessa, competerebbe concedere la verifica e implicitamente mantenere o sciogliere le Camere. E' una tesi che lede i poteri costituzionali del Presidente della Repubblica e lascia trasparire il ritorno nella politica di dogmi antiliberali. Onorevole Presidente, lo Stato non è lei. E dopo di lei non c'è il diluvio. Le chiedo con quali diritti Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali diritti Lei pretenda di interpretare personalmente la Costituzione tuttora in atto? Onorevole Presidente, Lei non è l'uomo della provvidenza, tutt'altro.
L'Italia è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del governo. Il tradimento è solo quello di chi, ad un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti di piazza.
Ora provate a sostituire, all'inizio, Generazione Italia con "La Lega" e il gioco è fatto. Era il 21 dicembre 1994. Con le parole che avete appena letto Umberto Bossi annunciava la sua sfiducia a Silvio Berlusconi dopo pochissimi mesi dalla vittoria alle elezioni.
Scherzo, ma mica tanto, combinato sul sito dei finiani.
Questa è la politica, bellezza.
Scherzo, ma mica tanto, combinato sul sito dei finiani.
Questa è la politica, bellezza.
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