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sabato 15 novembre 2014

La Milano che cambia pelle, e anche l'anima


Foto scattate nello zona di Porta Nuova a Milano

Dopo tre giorni di cammino, tra selve gentili alternate a fertili radure ecco che ci appare Distopia. È una sorpresa vederla dall'unica collina che la sovrasta. Costruzioni modernissime sono incastonate in fatiscenti catapecchie, ma si potrebbe dire il contrario, perché alla vista c'è equilibrio fra quello che è stato e il presente: una miriade di polverosi e bassi muri di pietre e mattoni vivacchia con i vetri e l'acciaio che svettano. Quello che stupisce ancora di più è osservare gli abitanti per le strade: lo spettacolo della gente che si incontra e si ignora, del tutto si ignora e non si vede, è sconcertante. Vivono contemporaneamente in epoche diverse. Si vede dalle fogge dei vestiti e si sente dalla parlata. Soprattutto hanno diverse velocità nell'andatura.
Italo Calvino
Le città invisibili

Buona domenica



Qui tutte le foto del sabato


23 commenti:

  1. "Le città invisibili" è un testo che mi è molto caro, l'ho recitato a Villa Nobel qualche anno fa.

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  2. Su tutto svetta la gru, personaggio talmente abituale che passa inosservato, o viene notato come elemento estraneo. Invece estraneo non è: sta a dire del lavoro dell'uomo, necessario per costruire palazzi scintillanti e catapecchie.

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    1. @Romeo
      Vedessi, più in là di gru ce ne saranno almeno venti.

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  3. Mi hai ricordato certe grandi città orientali, dove vedi perfettamente il contrasto fra la ricchezza e la povertà in gran parte delle fotografie che fai! Grazie Albe :)

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  4. belle foto! la parte vecchia poi,sembra quasi disegnata.

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    1. @cafecaracas
      Sarà la polvere che dà questo effetto di disegno.

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  5. Di fronte alla vista un dilemma: il vecchio o il nuovo? A me il nuovo pare falso.

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    1. @Aldo
      E chissà quanto durerà 'sto nuovo.

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  6. La foto è molto bella, Alberto. Quasi un "documento" di contrasti e sovrapposizioni, quelli che modificano il volto di una città. Ma anche della vita...La frase da te scelta del grande Calvino...è da antologia. L' indifferenza della gente è una costante che a volte lascia perplessi. Si perde l' identità...ci si lascia violentare l' anima...ma la cosa peggiore è quando quell' anima...la si vende. Facendo troppi sconti...Grazie, Alberto...

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    1. @Mariapia
      L'hai detto ci si vende l'anima, a poco a poco ci si vende l'anima.

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  7. Bello il contrasto... Anche se, per chi ci vive, forse sarebbe meglio il contrasto tra "antico e moderno" piuttosto che tra "ruderi abbandonati e moderno"

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    1. @Giulio
      E questi ruderi vatti a sapere perché sono lì e non li hanno abbattuti.

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  8. Città invisibili o invivibili?

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    1. @Silvia
      Che forse le città, alla lunga, non abbiano futuro?

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  9. Le parole di Calvino si adattano perfettamente al volto odierno di Porta Nuova, ma l'anima di Milano è mutevole e multiforme. Amo la mia città perché sa accogliere e affiancare contrasti e contrapposizioni non solo architettonici ma di popoli e genti che vivono fianco a fianco originati da mondi diversi. Nessuna città può riuscire ad assimilare e integrare genti diverse se non dopo il passaggio di alcune generazioni. Ma trovo che questo sia nell'ordine naturale delle cose, che hanno tempi e modi diversi di formarsi e crescere. Del resto il volto di una città è quello dei suoi abitanti.

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    1. @Ambra
      Belle considerazioni, proprio belle.

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