Siamo alla fine dei tragici anni '70 in un paesino della Lombardia come tanti, Solo che lì c'è un mistero dentro un villa misteriosa abitata dal misterioso signor Kestenholz. Alla fine sapremo cosa ha risucchiato la sua famiglia in un buco nero di una guerra miseranda.
Il racconto scorre fluido, con qualche inserto galattico, e Corradino si mette a nudo raccontandoci i suoi patemi d'animo, le sue incertezze, le sue umiliazioni, anche qualche entusiasmo. Tutto quel mondo ormai estinto viene fuori dalle atmosfere, anche esilaranti (e qui ho avuto sentore di reminiscenze letterarie sudamericane), che emanano i personaggi e dagli oggetti dell'epoca: tutto così ben descritti che basterebbe poco a trasformare il libro in una sceneggiatura da film. Chissà.
Sarà stato il sole estivo, saranno state le vacanze, sarà stata la lontananza dei bulli, o quel clima di concordia domestica, ma avevo appena stabilito il mio record. Per dieci risvegli di fila avevo potuto annunciare alla mamma: “Asciutto!”.
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A un certo punto ci fermammo a ridere, io di fronte alla Cristina del mio cuore e lei di fronte al Corradino del suo cuore, lei con le lacrime di riso sulle guance e il collo della bottiglia vuota in una mano, io senza niente in mano tranne la voglia di accarezzarle le lacrime e di metterlo dentro alle lacrime e stringerla forte forte forte più di come lei stringeva la bottiglia. E allora qualcosa mi disse che il momento era quello, che l'occasione non si sarebbe ripetuta, e mi slanciai verso di lei per azzardare un bacio su una guancia. Non in mezzo alla guancia ma addirittura a lambire le vicinanze della bocca. Presi coraggio e mi slanciai facendo il grugnetto per il bacio in direzione della sua guancia sinistra alla mia destra. Ma non avevo calcolato, però (come potevo calcolarlo?), che lei in quel preciso istante si sarebbe buttata di scatto verso la mia bocca per baciarmi sulle labbra. E così le nostre bocche a grugnetto pronte a scoccare baci s'incrociarono distanti nello spazio cosmico come quando si dice che una cometa sfiora un pianeta ma in realtà è passata a quarantamila milioni di chilometri.
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Mai collegai l'idea o il ricordo della mamma alla puzza di vino o di birra. Sempre la collegai al buon profumo di ammorbidente delle lenzuola pulite, alla miscela sobrio-fruttata di Quinta Avenue e Muratti Ambassador, e il suo viso era il delicato capolavoro di Dio che mai m'indusse a sentimenti diversi dall'amore.
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Lo zio, che s'interessava di politica ma non si capiva mai da quale parte pendesse, ce l'aveva col governo che non voleva saperne di trattare con le Brigate Rosse per il rilascio di Aldo Moro.
I telegiornali su quel rapimento erano stati in assoluto la cosa più scioccante che avessi mai visto. Quei corpi dei carabinieri della scorta crivellati di colpi in via Fani, e i nomi dei cinque carabinieri, e il numero dei figli piccoli che avevano, e il fatto che uno di loro si fosse trovato lì proprio quella mattina per sostituire un collega malato. E ogni volta che i grandi ne parlavano, sentivo in loro uno sgomento, una fifa lugubre, un senso d'inadeguatezza che mi deludeva sul loro essere adulti.
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A un certo punto ci fermammo a ridere, io di fronte alla Cristina del mio cuore e lei di fronte al Corradino del suo cuore, lei con le lacrime di riso sulle guance e il collo della bottiglia vuota in una mano, io senza niente in mano tranne la voglia di accarezzarle le lacrime e di metterlo dentro alle lacrime e stringerla forte forte forte più di come lei stringeva la bottiglia. E allora qualcosa mi disse che il momento era quello, che l'occasione non si sarebbe ripetuta, e mi slanciai verso di lei per azzardare un bacio su una guancia. Non in mezzo alla guancia ma addirittura a lambire le vicinanze della bocca. Presi coraggio e mi slanciai facendo il grugnetto per il bacio in direzione della sua guancia sinistra alla mia destra. Ma non avevo calcolato, però (come potevo calcolarlo?), che lei in quel preciso istante si sarebbe buttata di scatto verso la mia bocca per baciarmi sulle labbra. E così le nostre bocche a grugnetto pronte a scoccare baci s'incrociarono distanti nello spazio cosmico come quando si dice che una cometa sfiora un pianeta ma in realtà è passata a quarantamila milioni di chilometri.
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Mai collegai l'idea o il ricordo della mamma alla puzza di vino o di birra. Sempre la collegai al buon profumo di ammorbidente delle lenzuola pulite, alla miscela sobrio-fruttata di Quinta Avenue e Muratti Ambassador, e il suo viso era il delicato capolavoro di Dio che mai m'indusse a sentimenti diversi dall'amore.
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Lo zio, che s'interessava di politica ma non si capiva mai da quale parte pendesse, ce l'aveva col governo che non voleva saperne di trattare con le Brigate Rosse per il rilascio di Aldo Moro.
I telegiornali su quel rapimento erano stati in assoluto la cosa più scioccante che avessi mai visto. Quei corpi dei carabinieri della scorta crivellati di colpi in via Fani, e i nomi dei cinque carabinieri, e il numero dei figli piccoli che avevano, e il fatto che uno di loro si fosse trovato lì proprio quella mattina per sostituire un collega malato. E ogni volta che i grandi ne parlavano, sentivo in loro uno sgomento, una fifa lugubre, un senso d'inadeguatezza che mi deludeva sul loro essere adulti.
ne sto completando la lettura a breve mi lancerò anch'io in una recensione....grazie del suggerimento.
RispondiEliminaHai saputo scegliere tre brani che mi piacciono molto.
RispondiEliminaGrazie!!!!
p.s.
mi sento un po' in colpa per aver affossato l'audience del tuo superblog. Evidentemente hai lettori che preferiscono scannarsi su questioni politiche: forse bisognava aggiungere il brano dello zio storno che elogia Pertini, o il dialogo su Aldo Moro e BR... :-))))
No zio, è un periodo di stanca per i blog. E comunque avevo pensato anch'io di inserire uno dei brani che hai citato, e allora domani lo metto. Ciao.
RispondiEliminaLo leggerò sicuramente, ma non voglio comprarlo on line.
RispondiEliminaIeri ero di corsa ma la prossima volta che vado in città lo cerco, promesso.
Non vedo l'ora di leggerlo. Grazie, Al. Ma, ecco, io l'ho ordinato on line ..
RispondiEliminaPs: Alberto, Nico, ora Zio Scriba... proprio una bella compagnia (ho!) :-)
g
Grande Zio... comprato!
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