Il binario 21 è una vasta area interna alla stazione, con accesso a livello stradale su via Ferrante Aporti. Posizionata al di sotto del piazzale dei binari, l’area adibita al carico della posta, fra il 1943 e il 1945, servì alla deportazione degli ebrei d’Italia. Qui venivano formati i convogli con un ingegnoso sistema: uno per volta ogni carro bestiame veniva stipato con circa un centinaio di persone (in origine i carri trasportavano 8 cavalli), piombato e quindi posizionato su un carrello traslatore, che si muoveva lungo un’enorme galleria. Veniva poi bloccato in corrispondenza di un ascensore montavagoni e sollevato dal ventre della stazione fino a raggiungere un binario di manovra all’aria aperta, situato fra i binari18 e19. Completato il convoglio, il treno della morte partiva, lontano da occhi indiscreti, verso l’inferno di Auschwitz-Birkenau.
Il 30 gennaio 1944 dal binario 21 una umanità composta di cittadini italiani di religione ebraica di ogni età e condizione sociale, veniva caricata tra urla, percosse e latrati di cani su vagoni bestiame.
All’alba di una livida domenica invernale più di 600 persone avevano attraversato la città svuotata partendo dal carcere di San Vittore su camion telati e avevano raggiunto i sotterranei della Stazione Centrale con accesso da via Ferrante Aporti.
Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione. Fu un viaggio di 7 giorni passati tra sofferenza e ansia.
I bambini da 1 a 14 anni erano più di 40, tra di loro Sissel Vogelmann di 8 anni e Liliana Segre di 13. La signora Esmeralda Dina di 88 anni era la più anziana.
All’arrivo ad Auschwitz la successiva domenica 6 febbraio circa 500 fra loro vennero selezionati per la morte e furono gasati e bruciati dopo poche ore dall’arrivo.
Dal binario 21 era già partito un convoglio con quasi 250 deportati il 6 dicembre del 1943, ne sarebbero partiti altri fino a maggio del 1944.
Dal sito Binario 21
QUI tutti i post che ho dedicato alla Giornata della Memoria
Sempre domani, sempre qui a Milano, Lorenza M. Mori, che alcuni di voi conosceranno perché è la blogger di Iris & Libellule, presenterà il suo libro
È il freddo di questa notte
una emozionante storia di carattere autobiografico che narra anche delle vicende tragiche avvenute in Toscana durante la ritirata dell’esercito tedesco.
ore 16.00
Archivio Dedalus
Via Pietro Custodi 18 Milano
www.dedaluspoemvideo.it
È il freddo di questa notte
una emozionante storia di carattere autobiografico che narra anche delle vicende tragiche avvenute in Toscana durante la ritirata dell’esercito tedesco.
ore 16.00
Archivio Dedalus
Via Pietro Custodi 18 Milano
www.dedaluspoemvideo.it
E' interessante notare come, sempre, in occasione di questa ricorrenza, ci si dimentichi degli oltre 500.000 Rom e Sinti sterminati durante il nazismo. Tutto, invece, pare sia concentrato sui soli ebrei. Non e' certamente una gara macabra quella che cerco di fare, ma se esiste un giorno della memoria, questo deve riguardare tutti. Altrimenti (come avviene) la memoria viene perduta ed insieme ad essa vengono perdute anche le anime di quelle 500.000 persone bruciate nei campi di sterminio.
RispondiEliminahttp://tinyurl.com/b2p9ny4
E' un'osservazione che faccio sempre anch'io tra me e me quella riportata da Chiara di Notte, senza nulla togliere agli uomini, alle donne, ai bambini nati ebrei e al loro dolore.
RispondiEliminaPurtroppo ci sarebbero altre giornate della memoria da celebrare, tutte quelle che riguardano i crimini contro l'umanità, ma sono stati dimenticati eppure la portata e il numero dei massacrati è pari se non superiore a quanto avvenuto durante l'ultima guerra mondiale.
Questo mi fa amarezza.
E' vero Chiara e Ambra, tremendamente vero. Come se fossero rimasti di serie B. E per certi (troppi) sono di serie B.
EliminaSono in sintonia con voi.
EliminaCon la Giornata della Memoria si ricordano non solo gli ebrei, ma tutte le vittime della violenza e dello sterminio nazista per motivi razziali, politici e militari o comunque considerati diversi dalla pura razza ariana.Ricordiamo anche gli uomini e le donne, eroi sconosciuti, che con la vita pagarono la loro umanità nei riguardi dei perseguitati.
RispondiEliminaUna commemorazione che dovrebbe essere un monito affinchè mai più si verifichino genocidi, che purtroppo hanno continuato e continuano a verificarsi in altre parti del mondo e dovrebbero essere ricordati e fermati.
Non sviliamo però l'obbrobrio dell'Olocausto, nè il subdolo negazionismo, nè il grave vandalismo di coloro che profanano tombe,simboli e la Memoria.
É bene che sulla rete si tenga viva la memoria perché i media poco ormai se ne occupano. Grazie anche a te. Domani ti citeró nel mio blog.
RispondiEliminaè l'unicità della Shoah, la meticolisità e l'accanimento che ha di fatto reso possiible questo immane genocidio. iniziato con le leggi razziali, messo in pratica nell'Est Europeo dalle truppe di rincalzo responsabili di oltre un milione di morti. Nessuno ne parlava, ne i superstiti, ne i testimoni diretti sopravissuti ai rastrellamenti. si doveva dimenticare, si voleva ripartire in silenzio, il fardello era troppo pesante, credo che il termine Shoah fu ripreso durante il processo Eichmann da Hanna Arendt, molti e troppi silenzi con altrettante connivenze, hanno di fatto impedito di svolgere la matassa di questo sterminio. dai questori, ai semplici delatori, una matassa supportata da ignoranza e giudeofobia, fomentata dai libelli razzisti e dalle leggi sulla difesa della razza. ci vollero gli anni sessanta, da parte della chiesa Cattolica con il Concilio Vaticano II si ripudiò la preghiera contro i perfidi Giudei. Oggi abbiamo il coraggio ed il dovere di parlarne e di ricordare tutte le immani sofferenze patite, dai massacri di intere comunità Rom alle stragi naziste perpetrate in territorio Sovietico, ai Marzabotto di casa nostra.
RispondiEliminaShalom Alberto!
Grazie. Tenere sempre viva la memoria come una luce, come la fiamma di quella candela che rischiara il nostro essere oggi su questa terra. E che il nostro andare ci ritrovi migliori, capaci di non ripetere gli orrori passati.
RispondiEliminaOgni giorno bisognerebbe ricordare. Ma ci sono giorni nei quali non è solo giusto ma doveroso e indispensabile.
RispondiEliminaOggi, sicuramente è un giorno nel quale siamo tutti chiamati a ricordare.
E questo soprattutto perché in troppi vorrebbero invece dimenticare o quantomeno sminuire e rendere lontano, nel tempo e nello spazio,da noi. Abituati al meglio non dobbiamo dimenticare che basta un attimo per ripiombare nelle atrocità umane. Ricordiamo allora,dove l’uomo può arrivare se lascia spazio ai suoi istinti più brutali e se perde di vista il necessario rispetto per la dignità di ogni uomo. ciao e buona giornata della memoria
Avete sentito l'uscita del cavaliere oggi? Mussolini, trannne che per le leggi razziali, ha fatto bene in Italia...
RispondiEliminaSentito sì, e c'ero anch'io al binario 21. Vomitevole. L'avrà mica detto per guadagnarsi qualche voto tra i fascisti?
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