È il 7 giugno 1918, un venerdì, nella campagna vicino a Milano, un’esplosione devasta lo stabilimento di Castellazzo di Bollate che produce bombe per la guerra in corso, dove lavorano oltre 1500 operaie. Il reparto spedizioni è completamente sventrato. Sul posto arrivano in decine a soccorrere le vittime. Ernest Hemingway, allora diciannovenne volontario della Croce Rossa, dove presta servizio come autista di ambulanze, proprio quel giorno arriva in treno da Parigi a Milano. Nel primo pomeriggio viene chiamato immediatamente e inviato sul luogo del disastro per prestare soccorso.
Cinquantanove vittime e oltre trecento feriti, per la maggior parte donne
Nonostante questa testimonianza però, l’incidente viene rimosso dalla memoria collettiva. È una tragedia nella tragedia che si abbatte su una popolazione già provata da una guerra che l’ha stravolta: solo in Italia i morti sono oltre 1 milione e i profughi decine di migliaia. La propaganda governativa pro-bellica, per creare consenso tra l’opinione pubblica, censura gli eventi più drammatici e la stampa minimizza il fatto. L’incidente terribile avvenuto in un paesino della campagna lombarda, raccontato da Hemingway non viene ricollegato all’esplosione della Sutter & Thévenot. Dello scoppio non si parla, la storia delle vittime e dei feriti cade nell’oblio per quasi novantadue anni.
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Non conoscevo la storia di questa tragedia e non ne avevo mai sentito parlare. In questi giorni ho seguito la rievocazione tramite i media ed è importante ricordarla per come si è svolta tutta questa storia tragica facendola uscire dall'oblio. A quanto pare Hemingway fu scioccatto da ciò che vide quando arrivò sul posto.
RispondiEliminaUn salutone
Padova giugno 2018 nella notte si è spento dopo 24 giorni di agonia uno degli operai investiti da tonnellate di acciaio fuso alle acciaierie venete, aveva 39 anni lascia moglie e una bimba. Di lavoro si continua a morire in un silenzio assordante
RispondiEliminaNeppure io conoscevo questa tragedia. Bello che tu l'abbia ricordata.
RispondiEliminaHo seguito ieri il programma di Mieli su Rai Tre in cui ho sentito questa storia ed ho visto queste immagini.
RispondiEliminaHo anche pianto...
grazie perché non conoscevo questa storia
RispondiEliminaUna tragedia collaterale: a Spezia un carico di esplosivo per il fronte, nel 1917 fece un centinaio di vittime. Bisogna sempre cercare negli archivi!
RispondiEliminaÈ successo più o meno lo stesso anche a Trieste, ma io l'ho scoperto solo dalla lettura di un romanzo. E la cosa peggiore non è che non ne sappiamo nulla nulla noi oggi, ma soprattutto che all'epoca si faceva fatica a capire cosa fosse successo, chi era vivo e chi era morto perchè appunto i giornali tacevano l'accaduto per "non demoralizzare la popolazione". Orrore.
RispondiEliminadomenica scorsa ero a Palazzo Morando, che è sempre un bel vedere. La mostra è fatta bene, anche se un pò troppo veloce nella parte finale e l'avrei proseguita fino all'avvento del fascismo. Molto utile la ricostruzione di quello che fece la giunta socialista durante la guerra, riconosciuto anche dalle opposizioni. leggi però dei rapporti un pò strani tra Caldara ed il fascismo dal '26 in poi......
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