Ieri, al paesello, con una cerimonia semplice semplice ma molto partecipata, inaugurati due nuovi spazi. Il “Centro giovani Isolabona” (tel. 340 4864780) e la biblioteca Ferdinando Peitavino. Quest'ultima già esistente, solo trasferita nei nuovi locali del Comune. Ferdinando Peitavino, fratello di mia madre, partigiano e poi professore. Tanto per dire, lui e Italo Calvino durante la Resistenza fabbricarono un giornale clandestino, “Il garibaldino”, stampato nella cantina della canonica di Realdo.
In questa biblioteca nel 1997 feci nascere assieme a una banda di ragazzini "La Gazzetta di Isolabona" di cui uscirono 38 numeri e che nel tempo coinvolse altri paesi. Avrò modo di parlarne quando saranno tutti scaricabili dal sito.
Virginia Libera mentre scopre la targa della biblioteca dedicata al nonno
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Quando una biblioteca viene curata e coccolata, a me si allarga il cuore.
RispondiEliminaEmozionante riferimento alla Resistenza!
RispondiEliminaUna biblioteca è un luogo molto magico, direi un santuario, e che può avere effetto terapeutico per molti malanni!
RispondiEliminafa piacere vedere che si creano spazi per i giovani e per la cultura ricordando anche coloro che s'adoprarono per la libertà.
RispondiEliminaChe bel sorriso ha Virginia, un saluto a lei e al suo papà :)
penso che la biblioteca sia l'unica cura mondiale a tutti i mali che ci stanno massacrando.
RispondiEliminaa saperlo prima si veniva con omaggi!!
‹‹Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici,
RispondiEliminaammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti
indizi, mio malgrado, vedo venire.››
Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano
Si è stato molto bello ieri, adesso il lavoro deve continuare e non solo con la biblioteca ma anche con il centro di aggregazione giovanile. I ragazzi sono la vera forza da "coltivare" speriamo bene.
RispondiEliminaRoberta
Ciao zio Albè, grazie per la foto e per l'affetto che hai sempre avuto per mio nonno. Virgi.
RispondiEliminaPS: i cavoletti di Bruxelles che ti aveva preparato la mamma erano proprio buoni...
Auguriamoci che la biblioteca sia frequentata assiduamente da grandi e piccoli. Il sorriso di Virginia Libera è una speranza.
RispondiEliminaMa che bello una biblioteca! E soprattutto poi una biblioteca che nasce da una storia di famiglia. Splendido.
RispondiEliminaah che bello un'inagurazione simile, ti si allarga il cuore
RispondiEliminaE' un vero peccato che non ne avessi informazione, avrei con grande piacere partecipato. Ma Ferdinando era professore di matematica oppure c'è un altro prof Peitavino (quello che io ho conosciuto)?
RispondiEliminaDi questi tempi pare persino incredibile che un piccolo centro riesca ancora ad inaugurare una biblioteca e, per di più, intitolata ad un partigiano. Ciò fa molto onore ai suoi cittadini e all’amministrazione comunale. Quello che invece non fa onore a quest’ultima e non si può sottacere, è il chiosco-mostro installato nella piazza del “Buteghin”.
RispondiEliminaMa tornando all’evento, insieme a Ferdinando va ricordato un altro Peitavino: Don Luigi, il parroco di Realdo, nella cui canonica si stampava “Il Garibaldino” e che di fronte ad una feroce rappresaglia nazi-fascista offrì la sua vita in cambio di quella dei suoi parrocchiani, così come ci raccontò Erminio Lanteri-Motin.
una cosa magnifica...
RispondiEliminaVIVA VIRGINIA !!!
RispondiEliminaperchè non raccontare, in quello spazio nuovo, di quelle persone, uomini e donne che misero la loro vita a disposizione perchè nascesse un paese migliore. farlo sotto un profilo diverso, magari attingendo dal ricordo, dalle parole dette, dai profili che in noi restano di quelle meravigliose persone..molto di loro in noi vive..
RispondiEliminaMaistretu
Spettacolo... bravi.
RispondiEliminache meraviglia! non sapevo di questa biblioteca. appena passo in valle provo a farci un salto.
RispondiElimina@Gturs aka Roberta
RispondiEliminaSì, adesso è tutto un lavoro, per far vivere gli spazi. E quanto prima un collegamento a internet.
@Architalo
Mio zio era professore di materie umanistiche.
@Virgi
Per i cavoletti ho dato a tua madre una nuova ricetta.
@Titus
Sei sempre in Brasile? Un giorno, dal Piombo, ho conosciuto tua madre.
@Gianpaolo
RispondiEliminaMi ricordo quando Erminio ci raccontò la vicenda che per merito di don Luigi non si trasformò in tragedia. Eravamo proprio sul posto dove i tedeschi avevano raccolto parte degli abitanti del paese per fucilarli, fra cui lo stesso Erminio ragazzo. Il prete si mise davanti e li salvò. Don Luigi era il fratello di Fortunato Peitavino.
che bello! magari ci fosse qualcosa di simile anche a Pigna........ :-(
RispondiEliminasono tornato e so tutto..
RispondiEliminavado avanti e indietro tra val nervia e valle impero. tra un po' tornerò in brasile.
ma vedrai che ci incontreremo presto!
saluti