Della vicenda, che poi fu linkata da molti blog, ne avevo parlato QUI. In pratica questo individuo aveva venduto a Libero una falsa intervista a Philip Roth, uno dei più famosi scrittori americani, dove sembrava che avesse voltato le spalle a Obama. Quando era venuto fuori che era tutto falso Libero, con la faccia di tolla che gli è connaturata e che è incarnata adesso nel suo direttore Belpietro, l'aveva rimossa dal sito. Fatica vana, perché io, complice Google e la sua cache, ero stato più svelto di loro, l'avevo salvata e poi inserita in un mio spazio, QUI.
La faccenda sembrava finita lì, se non fosse che la prestigiosa e raffinata rivista americana New Yorker in questo articolo avesse un po' indagato su queste interviste di Debenedetti. Apriti cielo, come se si fosse scoperchiato il vaso di Pandora.
E così ecco spuntare un'intervista a John Grisham, il romanziere maestro del legal thriller, pubblicata dal circuito QN (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione). Naturalmente fasulla.
Poi un'altra perla falsa a Gore Vidal rilasciata per i quotidiani locali del gruppo de L'Espresso. Era disponibile sul sito del settimanale, ma è stata rimossa. Però la cache è rimasta.
Debenedetti è riuscito a piazzare anche un altro pacco, l'intervista al Nobel per la letteratura del 2009 Herta Muller, su il Piccolo di Trieste. Dal sito del quotidiano l'intervista è scomparsa, ma è ancora visibile nelle cache. Di Herta Muller esiste anche un'intervista per il circuito QN di cui ho parlato prima. Tarocca.
Chi ne vuol sapere di più sulla vicenda vada su questo blog il cui autore ha anche cercato di capire chi sia questo fantomatico Tommaso Debenedetti (forse nipote di Giacomo Debenedetti?).
Certo che mi piacerebbe proprio vedere la faccia di un furfante del genere. Tanto per avere l'ispirazione per la sceneggiatura di un film.
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Purtroppo è proprio il nipote di Giacomo, e il figlio di Antonio.
RispondiEliminaVien da chiedersi dove hanno sbagliato per avere un rampollo simile. Ma forse è comprensibile la sua frustrazione per non essere all'altezza dei suoi maggiori, che cerca di ovviare così.
Poteva, però, semplicemente cambiare cognome, come il figlio di Michele Placido che, per evitare raffronti col padre, si fa chiamare, di cognome, Brenno.
magari è stato comprato da qualcuno per gettare fango sulla famiglia debenedetti...
RispondiEliminaimmagino che questo sputtanamento internazionale lo toglieràà definitivamente dalla carta stampata per piazzarlo a tempo indefinito nei talk show e nei reality
RispondiEliminaOvviamente non è stato espulso dall'ordine dei giornalisti..
RispondiEliminase avesse cambiato cognome dubito che avrebbe potuto fare il giornalista
RispondiEliminaLui sarà anche un furfante, per carità, ma mi risultava che i giornalisti, quelli VERI!, prima di pubblicare una notizia verificano, riverificano, e nel dubbio, verificano ancora, fonte e notizia stessa.
RispondiEliminaVero è che dei nomi che hai fatto (Belpietro & Co.) di giornalismo vero ce n'è ben poco!?! ;-)
I rampolli fanno sempre delle miserande fini (vedi Lapo).
RispondiElimina@CHIT:
RispondiElimina......... ti sei dato la risposta da solo, sui giornalisti veri!
Direi che chit ha centrato il problema!
RispondiEliminaTommaso Debenedetti acronimo di Imbroglione??
RispondiEliminaRiprendendo il discorso di alcuni commentatori, il problema sono gli altri giornalisti, quelli che prendono qualsiasi stronzata che gli viene proposta e la pubblicano come verità assoluta. Poi ovviamente ci sono i lettori che pure loro, nel 99% dei casi, si bevono allegramente le stronzate propinate.
RispondiEliminaEppure non si può dire che al giorno d'oggi non ci sia il modo di verificare rapidamente qualsiasi notizia.
http://www.ilpost.it/2010/06/06/tommaso-debenedetti-confessione-el-pais/
RispondiEliminae guarda qua...ecco chi è...ed è inquietante...nessuno ne parla...a parte el pais e il post...
Grazie molte Alessandra per il link. Molto interessante. Ciao.
RispondiEliminaUltimi sviluppi dal New Yorker.
RispondiEliminahttp://www.newyorker.com/online/blogs/newsdesk/2010/06/debenedetti-epilogue.html
Ripresa sul mio blog, se ti interessa
http://paolasinclair.wordpress.com/2010/06/26/quando-il-new-yorker-si-occupa-del-giornalismo-italiano/
Paola Sinclair