Lo spettacolo della poesia
Certamente oggi, insieme alla tradizionale divulgazione “come libro”, molti poeti amano dire i propri versi in pubblico, articolandoli fonicamente. Quella di uscire dalla pagina e farsi azione è una tendenza insita nello stesso atto della scrittura, dalla quale comunque, neanche nelle forme più concettuali, è possibile emendare la partecipazione del corpo. La poesia stessa, d’altra parte, si distingue dalla prosa per una scansione che è a tutti gli effetti musicale: essendo, la sua, una parola che canta, ci sono buone ragioni per considerare sua intima essenza la tensione a procedere dal silenzio al dispiegarsi sonoro del fiato. In questo senso, allora, il poeta che abbraccia la «materia effimera» della performance compie un atto di riappropriazione della propria voce, altrimenti costretta ad appassire tra le pagine..
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Certamente oggi, insieme alla tradizionale divulgazione “come libro”, molti poeti amano dire i propri versi in pubblico, articolandoli fonicamente. Quella di uscire dalla pagina e farsi azione è una tendenza insita nello stesso atto della scrittura, dalla quale comunque, neanche nelle forme più concettuali, è possibile emendare la partecipazione del corpo. La poesia stessa, d’altra parte, si distingue dalla prosa per una scansione che è a tutti gli effetti musicale: essendo, la sua, una parola che canta, ci sono buone ragioni per considerare sua intima essenza la tensione a procedere dal silenzio al dispiegarsi sonoro del fiato. In questo senso, allora, il poeta che abbraccia la «materia effimera» della performance compie un atto di riappropriazione della propria voce, altrimenti costretta ad appassire tra le pagine..
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Cito a tal proposito un'esperienza diretta: quando leggo per conto mio le poesie dialettali (con tutti i loro limiti, per carità) ne ho una data impressione; quando organizzo la serata di poesia in piazza e ogni autore viene a declamare la propria, le stesse prendono corpo, significato e valore. Se non avessi potuto constatare l'importanza di tale funzione, avrei già rinunciato da tempo ad organizzare la manifestazione...
RispondiEliminaCaro Alberto, direi quasi che questa sia la poesia della poesia...
RispondiEliminaIo penso che non sia una questione di parole, né di metrica. Penso che sia una questione di anima.
Ogni artista mette nella sua opera un po' di sé, una comunicazione speciale e proprio quell'onda immateriale, comunque sia espressa, è quella che ci colpisce e che ci provoca emozioni.
Proprio per questo quando una poesia viene declamata dal suo stesso autore prende più vita...
Buona Domenica
Un tema interessante che lascia spazio a opinioni personali sulla valenza soggettiva della poesia.
RispondiEliminaIl lettore di poesie si cimenta su un pentagramma dell'anima ove la parola provoca una risonanza emotiva, attraverso immagini, suoni, ritmi e pause e soggettivamente la percepisce anche in base allo stato d’animo del momento. Sicuramente l’ interpretazione fonica dei versi incide sulla resa emotiva e rafforza il significato elaborato della parola.
Ci sono versi sublimi ove si capta subito la forza evocativa delle parole (suono e significato), e altri belli per la musicalità di parole, apparentemente senza senso, ma più liberamente evocative in quanto musica e scintilla (penso alla metasemantica di Fosco Maraini , qui Il Lonfo nella performance di poesia-teatro di Gigi Proietti )
http://www.youtube.com/watch?v=Bsb52rkn2hk
A me vengono subito in mente le performance del Rockpoeta; secondo me non è solo questione del fatto che la voce ed il corpo "diano vita", in qualche modo, ai versi scritti. Come dice anche Enrica, è qualcosa di più profondo; è che la (rock)-poesia è proprio fatta per essere interpretata in quel modo. Secondo me l'interpretazione fisica sta alla poesia come l'arrangiamento e la musica stanno alla canzone.
RispondiElimina@Licia
RispondiEliminaIn questo post c'è una sorpresa per il Rockpoeta. Spero che se ne accorga. Se qualcuno fra di voi si intende appena un po' di html e guarda il codice della pagina...
E se mi gira farò una sorpresa ogni post di lì a venire.
Sappiamo che la poesia in origine è nata come espressione orale, prima ancora di diventare una forma scritta, e la metrica è il supporto ritmico per dare una cadenza musicale ai versi. Sarebbe bello che in un mondo di chiasso, urla e strepito, la poesia sonora ci restituisse un po' della capacità di metterci in ascolto, affidarci ai suoni,che abbiamo perduto.
RispondiEliminaCiao Alberto.
Alberto!!! :-)))! Allora io sono una vergogna in queste cose ma ho visto il link. Beh non pensavo di essere tutto quell'insieme di cose! Io sento molto importante il recitare quello che leggo. Per me sono canzoni e come tali vanno cantate.
RispondiEliminaBeh é un bell'omaggio. Se mi sono perso qualche link a sorpresa aiutami perché ho cliccato ovunque in cerca dell'easter egg come si dice per i dvd!
Un Grazie anche a Licia Titania per aver avvertito questo parallelo.
Il link è in un micropunto, come usavano fare le spie prima dell'elettronica e della successiva informatica. Il micropunto è posizionato dopo l'ultimo punto del post. Lo vedi bene in questa pagina se clicchi su "Mostra post originale".
RispondiEliminaVisto!!! Grazie é un onore veramente!!!!
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