Al glorioso liceo Parini di Milano un gruppo di insegnanti ha chiesto il trasferimento. Motivo: non sopportano più l'invadenza di alcuni genitori, che secondo i docenti in fuga sarebbero prodighi di consigli quanto di insulti e minacce.
Sia o non sia eccessiva la suscettibilità dei prof, la questione sollevata è di assoluto rilievo. Riguarda l'autonomia della scuola pubblica, che non è insidiata solamente dalla grettezza ostile del governo, o dal ventilato ingresso di imprecisati "sponsor privati".
Anche la famiglia, che in Italia è un'istituzione meritevole quanto ingombrante, minaccia l'autonomia della scuola nei (tanti) casi in cui i genitori-sindacalisti e genitori-avvocati pretendono di ficcare il naso in faccende come la didattica e la disciplina, e sempre per difendere o giustificare i figli non ancora bamboccioni, ma già - con genitori così - sulla buona strada per diventarlo.
Non so se, sull'argomento, la mia opinione sia rivoluzionaria o reazionaria, ma la famiglia deve stare il più possibile lontana dalla scuola. La scuola è il primo luogo dove i figli sono (finalmente) sottratti alla protezione dei genitori. Siano ottimi o mediocri o pessimi i docenti, è affare dei ragazzi imparare a conoscerli e fronteggiarli, cominciando a prendere le misure della vita. Poiché il familismo italiano non conosce argini né pudore sarebbe bene che qualcuno cercasse di fermarlo almeno sul portone di un liceo.
Michele Serra
L'AMACA di oggi
Sia o non sia eccessiva la suscettibilità dei prof, la questione sollevata è di assoluto rilievo. Riguarda l'autonomia della scuola pubblica, che non è insidiata solamente dalla grettezza ostile del governo, o dal ventilato ingresso di imprecisati "sponsor privati".
Anche la famiglia, che in Italia è un'istituzione meritevole quanto ingombrante, minaccia l'autonomia della scuola nei (tanti) casi in cui i genitori-sindacalisti e genitori-avvocati pretendono di ficcare il naso in faccende come la didattica e la disciplina, e sempre per difendere o giustificare i figli non ancora bamboccioni, ma già - con genitori così - sulla buona strada per diventarlo.
Non so se, sull'argomento, la mia opinione sia rivoluzionaria o reazionaria, ma la famiglia deve stare il più possibile lontana dalla scuola. La scuola è il primo luogo dove i figli sono (finalmente) sottratti alla protezione dei genitori. Siano ottimi o mediocri o pessimi i docenti, è affare dei ragazzi imparare a conoscerli e fronteggiarli, cominciando a prendere le misure della vita. Poiché il familismo italiano non conosce argini né pudore sarebbe bene che qualcuno cercasse di fermarlo almeno sul portone di un liceo.
Michele Serra
L'AMACA di oggi
Visto che questo blog è anche seguito da parecchi e parecchie insegnanti o ex mi aspetto la loro opinione.
Aggiornamento, 25 marzo
Prof insultati, ispezione al Parini
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Comincio io. Purtroppo la situazione del liceo Parini è molto più diffusa di quanto si pensi. Molte volte dietro agli insegnanti che chiedono trasferimento (di scuola o di sezione) ci sono scontri a sangue con alcuni genitori, che pretendono di avere l'ultima parola non solo sui voti dei figli, ma anche di impostare la didattica dell'intera classe. A ciò contribuisce il fatto che le campagne continue in cui gli insegnanti vengono descritti, magari da autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, come una massa di nullafacenti entrati in ruolo non si sa bene cosa ingenera in taluni genitori l'idea di poterli insultare e trattare come pezze da piedi. Non tutti i genitori sono così, ma ne bastano un paio per rovinarti la vita e l'anno scolastico, posso assicurare.
RispondiEliminaScusatemi, digitando il commento sopra sono saltate alcune parole: "entrati in ruolo non si sa bene in virtù di cosa". :-)
RispondiEliminaEh,chi entra in ruolo in virtù di concorsi o corsi abilitanti,non è certo "preparato" come chi ha sulle spalle decenni di esperienza nell'insegnamento..Niente come l'esperienza sul campo ti forma!!
Eliminasono figlia di un'insegnante "di ferro", e nonostante ciò ai suoi tempi adorata da genitori e alunni.
RispondiEliminaora ho un figlio che frequenta la scuola superiore e mai e poi mai mi sognerei di spalleggiarlo contro un insegnante. perfettamente d'accordo con serra
"Siano ottimi o mediocri o pessimi i docenti, è affare dei ragazzi imparare a conoscerli e fronteggiarli, cominciando a prendere le misure della vita."
Non sono un insegnante, ma da libraio ho modo di osservare studenti e genitori. Sono selvaggiamente d'accordo con Serra.E sarebbe bene che il familismo rimanesse fuori anche dalle famiglie.
RispondiEliminaDaccordo con Michele Serra.
RispondiEliminaIn alternativa che i genitori
partecipino alla scuola,senza interferenze.
E la famiglia direi che è un capitolo
a parte,è un fantasma.Và rivista e
corretta.
Egill
ASSOLUTAMENTE GIUSTO.
RispondiEliminaNe parlavo proprio qui:
RispondiEliminahttp://winckelmann.wordpress.com/2010/10/07/linea-1-h-1630/
(chiedo venia ai puristi del dialetto: sono un immigrato)
Sono d'accordo con Serra, quando conosco i genitori dei miei allievi, spesso provo empatia per i figli e fastidio per gli adulti.
RispondiEliminaLa scuola dovrebbe essere il luogo di incontro tra adulti responsabili che hanno a cuore i ragazzi. Con genitori che scaricano i problemi, minacciano o insultano, è difficile creare una rete di relazioni a sostegno della formazione dei giovani. Purtroppo i ragazzi lo capiscono subito e si adeguano...
uno dei motivi per cui il paese sta vivendo un periodo difficile secondo me è proprio questo... non ci sono più i genitori di una volta (chiaramente questo non vale per tutti e non bisogna generalizzare)
RispondiEliminaun saluto
eccomi Al :-)
RispondiEliminaIo, lo sai, insegno in una scuola media. Data la fascia d'età dei ragazzi, non posso essere d'accordo sul fatto che i genitori debbano stare lontani dalla scuola.
Tutt'altro.
Certo "ficcare il naso" nella mia didattica non è cosa che mi fa piacere. Detta così! Se l'intervento del genitore è costruttivo, visto che penso di aver a che fare con l'età più difficile, perché no?
Purtroppo ... ecco: i genitori in grado di aiutarti a capire meglio il ragazzo, ad esprimere con chiarezza le sue eventuali difficoltà, che possono anche sfuggire a te docente, diciamo sono cosa rara!
Io lamento piuttosto *l'assenza* della famiglia!
Non parlo dei genitori sprovvisti di strumenti (non dico culturali ma semplicemente "di buon senso") per sostenere l'attività scolastica dei figli.
Lamento piuttosto il "non pretendere" ormai più la preparazione del ragazzo, il semplice prendere atto che il ragazzo, "sì, lo vedo svogliato..." ecco, questo mi fa imbestialire! Eccome, tutto qui? E cosa fai tu???
Dunque, finisce che se il docente insiste un po' nel chiedere il maggior impegno del ragazzo (parlo di ragazzo con alcun problema di apprendimento, e provvisto di buone potenzialità e buoni strumenti di base), la cosa gli si rivolta contro!
Non aggiungo altro, mi pare di aver chiarito sufficientemente il mio pensiero! :-)
g
Non conosco la situazione del Parini, ma conosco certi genitori.. Ero giunta alle stesse conclusioni dopo aver letto le dichiarazioni di alcuni genitori. Il preside che consigliava ai docenti attaccati ra di "mettersi in malattia" come va considerato?
RispondiEliminaDa insegnante di liceo, confermo che la situazione è quella descritta da Serra. Magari, in alcuni casi, l'invadenza dei genitori è anche giustificata, bisogna ammetterlo. Però è comunque un'invadenza diseducativa.
RispondiEliminaProprio adesso su Caterpillar, radio2, hanno fatto la stessa domanda che hai fatto tu alla fine del post chiedendo l'opinione ai docenti.
RispondiEliminaStanno venendo fuori a Caterpillar robe turche. Ne cito una. Ragazzi accompagnati dai genitori agli esami al quarto anno di università.
RispondiEliminami sembra che oramai una gran massa di rincoglioniti vaga per le città..s'infila un po dapppertutto, scuole, ospedali, stazioni ecc e come d'incanto si scoprono dottori, insegnanti, ferrovieri ecc. bisogna dire che certi spazi sono stati concessi ed erano alla base di certe rivendicazioni post, post..i frutti sono anche questi, io nel mio piccolo un arrogante viaggiatore una sera lo preso per il collo e gli ho fatto sentire l'Ave Maria.. dico che dobbiamo svegliarci!
RispondiEliminaMaistretu
Una generazione di genitori che vengono spesso chiamati Utenti se non addirittura Clienti. Una amministrazione scolastica che diventa sensibile agli "Utenti - Clienti" da accontentare. Presidi che sono diventati Dirigenti scolatisci che sono sensibili soprattutto alla voce degli utenti. Un meccanismo così distrugge la scuola. Il genitore non può porsi come un utente, ma deve dare una mano nel processo educativo (tenendo conto dell'età dello studente che deve acquisire autonomia e senso di responsabilità). A scuola non si impara per le virtù magiche dei docenti, imparare è frutto di fatica e di attenzione. Certo ci possono essere insegnati più o meno bravi, ma spesso nelle classi si rasentano livelli alti di disattenzione e di grassa meleducazione.
RispondiEliminaFirmato. Insegnante arrivato in salvo alla pensione.
Sono d'accordo, come spesso mi capita con le opinioni di Serra.
RispondiEliminaCiao Alberto e buona serata!
RispondiEliminaNon ho figli e, quindi, non ho esperienze scolastiche attuali. Le mie, confrontate con la realtà d'oggi, sono state vissute su un altro pianeta... e non è retorica, presunzione e nemmeno un luogo comune!
Avevamo, sicuramente, anche noi dei problemi... ma nulla da invidiare agli attuali "studenti", per quanto mi riguarda!! I ruoli erano chiari, definiti e, semmai, potevano essere messi in discussione o contestati. Ma "l'autorità" culturale sapevamo tutti dov'era e chi era! Il professore!
Seguo, però, ciò che accade nel mondo dell'istruzione, vuoi perché la ministra fa talmente parlare di se che è inevitabile non seguire ciò che accade, vuoi perché, come te, qualche "insegnante" in pensione, in questo mondo virtuale, l'ho conosciuta... e racconta e paragona!
Sicuramente ciò che accade oggi al mondo dell'istruzione, favorisce quei fenomeni di familismo di cui parla Serra. A mio modo di vedere, quindi, devastanti e conseguenti ciò che la ministra sta perseguendo, ovvero stravolgere l'istruzione pubblica, svilendone e impoverendone la "missione"!
Solo su una cosa affermata da Serra non sono d'accordo, ossia quando dice "...Siano ottimi o mediocri o pessimi i docenti, è affare dei ragazzi imparare a conoscerli e fronteggiarli, cominciando a prendere le misure della vita..."
Soprattutto nel caso in cui i docenti siano "mediocri o pessimi" è la scuola, come istituzione, che deve tutelarli, applicando quei principi di "merito" di cui tanto si parla nelle pubbliche amministrazioni ma che mai vengono perseguiti. A me, gli insegnanti mediocri, seppur contestati, hanno procurato solamente danni, perché sono rimasti al loro posto!
E' la scuola "istituzione" che, a mio modo di vedere, deve prendersi carico della "guida" dei giovani, tutelandoli anche... semmai, questi ultimi avranno la possibilità di contestare il "sistema" (quello che facevamo noi) e metterlo in discussione!
Avevo letto ieri la notizia e stavo per scriverci qualcosa. Purtroppo ogni volta che si parla di genitori è figli, non essendo padre ha il pudore di fermarmi prima di dire cose e meccanismi che a me non sono del tutto chiari. In ogni modo una mia idea l'avrei: non sono padre ma sono figlio, e ricordo bene le mazzate che ho preso ogni volta che un professore ha puntato il dito su di me.
RispondiEliminadice un mio amico insegnante:
RispondiElimina"mi mettono pensiero più i genitori che gli alunni".
mentre ai miei tempi di studente il prestigio degli insegnati era totale: e quei pochi genitori che si azzardavano a contestarli, venivano considerati come importuni o addirittura mossi da chissà quali oscuri motivi.
Io non ho figli, ma ascolto molto perplessa le cronache delle mie amiche, con i figli al liceo o già all'università: sono coinvolte in prima persona con una partecipazione che "ai miei tempi" era inaudita. Conosco una che di domenica mattina è andata a far fotocopiare un libro per la figlia universitaria, perché non so quale premura avesse. Ma che generazione verrà fuori?
RispondiEliminanon si può generalizzare ma... sicuramente si è andati dal non poter entrare nelle scuole (come nelle caserme o nelle colonie estive) a volerci entrare troppo: un po' perché si hanno meno figli di una volta (ci sono quelli a cui sembra che solo loro sono stati capaci di fare un figlio!), e un po' perché i genitori - dovendo magari lavorare tutti e due - si sentono in colpa e li viziano; i figli poi acquisiscono un modello arrogante di relazionarsi con genitori che non si fanno rispettare (non dico con la violenza), o che sono frustrati nelle aspettative della loro vita e pensano che i figli dovrebbero riscattarla per loro - e se così non è non lo accettano!
RispondiEliminanon so se sono riuscita a spiegarmi, ma ho assistito a una partita di calcio di bambini, e i genitori della squadra che stava perdendo hanno talmente insultato l'arbitro che lui ha dovuto interromperla e restituirglieli, quando invece ai bambini non importava: loro volevano solo giocare!
Scusa, Alberto, ma leggendo l'articolo di Serra ed il tuo commento si ha quasi la sensazione che gli insegnanti debbano diventare il quarto potere in Italia.
RispondiEliminaIl fatto che questo sia un punto di vista pressoché condiviso da tutti mi sconvolge.
Gli insegnanti hanno il compito di insegnare le loro materie e di fare quanto è possibile perché i loro studenti imparino la loro materia.
Se ci sono così tanti genitori che si sentono obbligati ad intervenire nei rapporti tra alunni e insegnante, ci sono delle ragioni. Gli insegnanti non possono avere un potere assoluto e non hanno affatto il compito di sottrarre i figli all'autorità dei genitori. Ma è così che la cosa è diventata. Ho un ricordo molto chiaro di una insegnante al liceo che terrorizzava letteralmente i suoi studenti con una pressione psicologica da vero dittatore e con stratagemmi da dittatore. Fece una strage da cui pochi dei suoi studenti si sono ripresi. Ricordo che al tempo avevo desiderato moltissimo che qualche genitore intervenisse ma questo non accadeva perchè questa signora terrorizzava anche i genitori.
Ricordo un'insegnante alle medie che usava le lezioni di storia per fare propaganda politica per il suo partito. E bada che questo è accaduto molti anni fa. Da allora la situazione è solo peggiorata.
Con tutta la politica che c'è attualmente nelle scuole, che sembra essere diventato il primo pensiero degli insegnanti, non mi sorprende affatto che le nostre scuole non producano professionisti in grado di esercitare nella vita e ci troviamo oggi con un esercito di incompetenti con tanto di laurea che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro.
Questo è il vero fallimento dell'istruzione ed è una cosa gravissima. Ma non se ne parla mai.
Lavoro in un centro di ricerca universitario e non avete idea di quante mamme e papà telefonano per conto dei loro "bambini" per chiedere informazioni o materiali o per aiutarli nelle loro ricerche. O di quante mamme e papà vedo accompagnarli agli esami: una volta mi trovai addirittura presente alla telefonata che una mamma fece a un nostro docente per impetrare la causa del figlio e chiedere non so quale agevolazione per l'esame. Per me è semplicemente roba da matti.
RispondiEliminaScusa Enrica,
RispondiEliminaproprio non riesco a non dissentire!
Il mio commento precedente è a favore della partecipazione dei genitori (ribadisco che quella "giusta" manca!),
ma da lì alle tue affermazioni, c'è di mezzo...!
Che so, dunque tu confermi che gli insegnanti "inculcano" ?!?
E poi: insegnanti dal potere assoluto, quarto potere..???
Scusami, io penso tu conosca poco la situazione reale. Guarda, il commento, che condivido, di Francesco Zaffuto la descrive egregiamente!
g
Ho visto genitori inveire contro le maestre, contro i professori delle medie, contro quelli delle superiori.
RispondiEliminaOggi mia figlia fa l'università e fortunatamente ho perso il contatto con quella classe genitoriale.
Non ho mai sopportato quel genere di intrusione.
Ciao Alberto, buon fine settimana!
Cara Enrica, concordo con Giovanna.
RispondiEliminaHai scritto "Gli insegnanti hanno il compito di insegnare le loro materie e di fare quanto è possibile perché i loro studenti imparino la loro materia."
La scuola ha un fondamentale ruolo sociale, è l'istituzione della socializzazione e della civilizzazione del cittadino, ed è per questo che deve essere pubblica e offrire le stesse possibilità a tutti. E' il luogo dove si incontrano individui provenienti da diverse classi sociali, accumunati da uno stesso obiettivo: diventare adulti responsabili e sociali.
Un insegnante non è un trasmettitore di informazioni e gli allievi non sono contenitori da riempire.
Ho fatto un aggiornamento. Ho messo il link a un articolo "Prof insultati, ispezione al Parini".
RispondiEliminai genitori sono la morte dell'istruzione, basti pensare a quelli che difendono a spada tratta i propri figli senza nemmeno rendersi conto del loro bullismo...
RispondiElimina"... ci troviamo oggi con un esercito di incompetenti con tanto di laurea che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro... Ma non se ne parla mai."
RispondiEliminacome non se ne parla mai, Enrica?
forse non hai presente il meccanismo delle graduatorie dei precari... il Tar aveva commissariato la Gelmini!
(senza contare che sono illegittimi pure i tagli al personale tecnico e ausiliario: alla gente stanno sempre più togliendo il lavoro, ma in compenso aumentano i ministri - e i loro stipendi - per riconoscenza ai voti di fiducia!)
dopo aver letto il link che ha inserito Alberto, c'è da dire che è vero che anche il preside ha un suo ruolo: nella scuola dove mia sorella è segretaria, gli alunni l'anno scorso passavano più tempo in segreteria a farsi registrare le giustificazioni di ritardi e permessi (firmati da genitori) che non a stare in aula... diceva che era veramente uno stress, finchè un nuovo preside ha messo un po' d'ordine!
Scusate, questa è da quotare (è il mio Vangelo, eh eh..):
RispondiElimina"Un insegnante non è un trasmettitore di informazioni e gli allievi non sono contenitori da riempire."
Grande Berica! :-)
g
Non sono un'insegnante, ma sono una ex-allieva del Parini di tanti anni fa.
RispondiEliminaNon posso che essere d'accordo con te, l'invadenza della famiglia è in linea con la perduta capacità dei genitori di educare i figli.
Iperprotettivi, pronti a giustificare qualsiasi comportamento dei figli, non si rendono conto che così facendo creano dei personaggi boriosi e deboli.
Grande Michele!!
RispondiEliminaIl familismo italiota è VO-MI-TE-VO-LE (e ovviamente deleterio). Le grinfie di certa genitoraglia andrebbero tenute lontano dai ragazzi non solo a scuola, ma pure... A CASA!!!!
Concordo pienamente con Zio Scriba: l'educazione dei figli è troppo importante per lasciarla nelle mani di genitori spesso falliti come persone, che riversano le loro frustrazioni da mentecatti su quelli che ritengono loro protesi o tentacoli, smerciando il tutto per "amore".
RispondiEliminaProvocatoriamente proporrei, per chi si vuole proprio riprodurre, l'obbligo di laurea in pedagogia più master di aggiornamento più esame di abilitazione...
Sono un'insegnante. Michele Serra e Francesco Zaffuto penso che abbiano messo in evidenza tutti i limiti di una interferenza fastidiosa e inutile, traduzione in ambito scolastico di una demagogia d'accatto largamente diffusa.
RispondiEliminaAnche se non sono insegnante e neppure lo sono stato condivido totalmente l'opinione di Michele Serra.
RispondiEliminaIo mi sono ritrovata ad una riunione alla scuola media dove avevo iscritto la mia figliola , in cui la preside ci voleva chiarire la situazione riguardo la lingua straniera . In sostanza aveva tanti iscritti per l'inglese e doveva appioppare per forza il francese a qualcuno , e stava cercando di farlo con metodi fascisti . Non mi piaceva . Molti genitori , ben vestiti e evidentemente pieni di soldi , la aggredirono con una violenza verbale da far accapponare la pelle. Dopo dieci minuti di democratico colloquio era come dal pescivendolo il sabato in un quartiere malfamato, volavano insulti da tutte e due le parti . Si finì dall'avvocato e fra tutti quei bellimbusti mi toccò andarci a me , che ero una delle poche capaci di parlare senza offendere . Preside pessima, genitori peggio ancora . Era il '94, '95. Ora i genitori difendono dei prepotenti teppisti , non tutti , chiaro , ma molto visibili, di esempio , quasi .
RispondiEliminaLa partecipazione dei genitori penso sia da stimolare e di stimolo al mondo della scuola. L'invadenza è un'altra cosa e deriva quasi sempre, come si evince dai molti interventi sul post, da atteggiamenti protezionistici sui figli, atteggiamenti senz'altro nocivi in particolare quando tendono ad eliminare dalla vita dei giovani il gusto del sacrificio e del lavoro nel raggoingimento degli obiettivi. Sono d'accordo in particolare con il sig. Zaffuto sulla negativa influenza che sempre più deprime un'istituzione educativa e formativa quale è la scuola: voler considerare tutte le attività come rapporto "utente-cliente".
RispondiEliminahai perfettamente ragione
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