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sabato 30 novembre 2019

Fiori che non appassiscono

Milano, parco Trotter
Milano, parco Trotter

Quando l'ho visto m'è scappato un bel sorriso.

Buona domenica.




QUI tutte le foto del sabato (305 post).


Aggiunta  3 dicembre
Come mi aveva chiesto MikiMoz posso confermare che serve per l'acqua.

sabato 23 novembre 2019

Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondo

Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondo

Questa mattina il corteo  della Giornata dei diritti dell'infanzia organizzato dal Trotter, scuola di eccellenza della multietnica via Padova a Milano. Ma quest'anno è coinciso con un brutto anniversario. È un anno che Silvia Romano, ragazza di questo quartiere, è stata rapita in Kenya dove si trovava per un progetto umanitario in un piccolo villaggio. E da allora notizie contraddittorie e silenzi  ambigui. Noi tutti l'aspettiamo.

Silvia Romano

Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondo
Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondo
Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondo
Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondo

Con Silvia Romano, per il diritto alla scuola in tutto il mondoQUI tutte le foto del sabato (304 post).

sabato 16 novembre 2019

Semi di melograno

Semi di melograno

In questo periodo vediamo spuntare sui banchi della frutta i melograni, di cui ho già parlato diverse volte. Sia dell'albero bello che abbiamo qui nel chiostro e che fa tanti fiori ma frutti quasi niente, sia di quello che piantai una decina di anni fa nella campagna al paesello, anche lui bei fiori e frutti niente, proprio niente. Una specie di maledizione.

Comunque, e non so voi, ma io a questi frutti molto scenografici e fotogenici preferisco di gran lunga le pere.

Buona domenica.




QUI tutte le foto del sabato (303 post).

giovedì 14 novembre 2019

Venezia: non date la colpa all'acqua, per favore

Venezia invasa dall'acqua
San Marco, il 12 novembre (AP Photo/Luca Bruno)

Quello che avviene a Venezia ha dei responsabili, nomi e cognomi. No, non è l’acqua, no. L’acqua fa l’acqua come avviene da sempre e come continuerà ad avvenire. Dare la colpa all’acqua per l’allagamento di una città che galleggia sul mare significa voler giocare al dito e la luna. Un gioco penoso, irresponsabile, pericoloso e che erode Venezia. E mica solo Venezia. Venezia sott’acqua porta la firma del Mose. Di tutti quelli che l’hanno usato come cuscino per nascondere tangenti che poi hanno esportato in giro. Galan (sì, sì,  Galan e i suoi amici leghisti) le sue mazzette le ha esportate allegramente in Montenegro. C’è una sentenza. Ma a Venezia le sentenze non galleggiano, vanno in fondo alla memoria.

Il Mose è costato 7 miliardi di euro. 7 miliardi di euro per costruire un’opera che il cambiamento climatico renderà ogni mese più inutile. 7 miliardi di euro che sarebbero serviti per occuparsi di una manutenzione ordinaria che continua a mancare. Nomi e cognomi: sul Mose non è difficile, basta tornare al governo Berlusconi che lo pensò e basta vedere chi oggi ancora lo invoca (sindaco e presidente di Regione in testa). Venezia sott’acqua porta la firma di tutti quelli che l’hanno abusata come luna park. Sono quelli che pensano a canali più grandi per permettere il passaggio di navi ancora più grandi. Sono quelli che la trattano come se fosse un parco divertimenti che hanno trovato già pronto: per loro non è una città, bellissima e fragile, no, Venezia è una slot machine da fare ingrassare. Nomi e cognomi.

Venezia sott’acqua porta la firma di tutti quelli che negano i cambiamenti climatici. Sono gli stessi che deridono Greta e che pensano che il clima sia un problema sempre degli altri. Sono quelli che adorano la produttività a tutti i costi e se ne fottono se la produttività erode le fondamenta e la vivibilità dei posti in cui vivono. Quelli, di solito, pensano comunque di potersi comprare i posti più alti se si allaga o si asciuga tutta là in basso. Venezia sott’acqua porta la firma di chi considera il patrimonio artistico qualcosa di eterno e si illude di non doversene prendere cura. Sono gli stessi che in piazza San Marco ci vedono i ristoranti o gi hotel che si potrebbero aprire, dove si potrebbe investire. Una generazione che ha ricevuto in eredità un inestimabile valore in arte e cultura e che non sente il dovere di preservarlo e prendersene cura. Cari, vi si è bucato il luna park. Ma scommetto che già ci vedete il sequel di Atlantide, nevvero?

Giulio Cavalli

sabato 9 novembre 2019

Lo faceva l'ubriaco o lo era?


Milano, piazza Lima 

Ha attraversato le strisce a zig zag ballonzolando con la bottiglia sulla testa e s'è fermato due o tre volte rimanendo su una gamba sola e urlando parole sconnesse. Ma ho avuto un dubbio: se c'era o ci faceva. Perché c'è gente che si diverte anche così.

Buona domenica.



QUI tutte le foto del sabato (302 post).

sabato 2 novembre 2019

Sotto l'abete in fondo al giardino...

funghi a milano
funghi a milano
Sempre qualche sorpresa ci riserva questo magico giardino della casa qui a Milano. Sotto l'abete rosso ecco che sono nati i funghi che vedete. E i funghi sono proprio qualcosa di magico. Sono appena stato alcuni giorni in Liguria e se il tempo fosse stato più clemente quasi certamente sarei andato in qualche bosco di mia conoscenza. Perché per andare a funghi bisogna conoscere, come potete capire dalle righe che seguono.

Quei posti che conosco solo io
Ci vuole la pioggia. Perché senza terra bagnata, senza umidità, non vengono. E poi ci vuole il sole. Perché se, dopo la pioggia, non salta fuori il caldo, non vengono. E poi bisogna che non ci sia nessuno intorno. Perché se ci sono degli intrusi o degli spioni, non vengono; peggio, se ne vanno, nel senso che te li portano via, quindi non bisogna farsi seguire, non bisogna farsi vedere, bisogna dissimulare. È una questione fra te e loro, quella con i funghi. Una questione privata, seppure all’aperto, in mezzo alla natura.

Ha riti e consuetudini che si affinano in anni di pazienza e camminate. Non è che, i funghi, li vai a cercare: i funghi si vanno a trovare. Vai direttamente a casa loro, come se andassi in visita. Conosci l’indirizzo. Sai dove nascono, dove si raccolgono. E loro, generalmente, ti aspettano sempre nello stesso posto, seminascosti sotto quelle foglie, sotto quell’albero, quel castagno, sotto quell'abete, al limite di quel prato, là dove c’è uno sbanco di terra e comincia il sottobosco. Chi va a funghi conosce i posti segreti dei funghi. Sono un bene prezioso. Ciascuno ha i suoi, in una parte di bosco che diventa come una tasca, qualcosa di intimo. Si passano in eredità, ma non si rendono pubbliche, non si raccontano.

L’andare a funghi preferisce il silenzio alle parole. Puoi regalarli tutti o condividerli a cena, ma non sveli il luogo da cui provengono. Non è ingenerosità, è il piacere della raccolta, quel gesto che comincia dagli occhi, quella carezza che diventa strappo morbido, quella golosità del tocco. C’è chi raccomanda l’uso del coltello per raccoglierli, ma tagliarli è come mozzare la coda ai cani. Non si va a funghi con un’arma. Si va con naso, occhi, tatto. E con quella parte di corpo che richiama la fortuna.


QUI tutte le foto del sabato (301 post).