Petizione contro la creazione di un centro di stoccaggio di rifiuti non trattabili a Piena Alta
Nel Comune di Breil sur Roya, località Piena Alta, nel territorio compreso tra Colle Paola ed il vallone di Scuisse verrà creato un centro di stoccaggio di rifiuti non riciclabili.
Gli abitanti di Piena Alta, Sospel, Castillon, dei Comuni italiani limitrofi e dei Comuni, italiani e francesi, che attingono acqua potabile dal bacino del Roya, sono interessati da questa iniziativa, altamente dannosa per:
l’inquinamento dell’aria e delle sorgenti e l’impatto visivo e sonoro;
il traffico stradale, paralizzato dal transito di pesanti camion.
Questo sito è dichiarato Zona Naturale di Interesse Ecologico Floristico e Faunistico (ZNIEFF bacino del Roya).
La sicurezza e la salute, prima ancora che la tranquillità, sono le caratteristiche che permettono ai residenti di continuare a vivere in questi luoghi.
Per contrastare questo progetto il comune di Olivetta San Michele ha organizzato una raccolta di firme. Il modulo (formato pdf, 72Kb) potete scaricarlo qui e recapirtalo con le firme allo studio dell'avvocato Mazzola, via Cavour 43, Ventimiglia.
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Il comune di Perinaldo mi ha mandato questa mail che non esito a rendere pubblica.
"Il Comune di Perinaldo è solidale col Comune di Olivetta San Michele
a difesa dell'ambiente e del territorio."
Grazie Alberto per la tua segnalazione. Ne avevo già sentito parlare e mi chiedevo come mai non fosse ancora diventato un problema di dominio pubblico.
RispondiEliminaHo scaricato il modulo e mi darò da fare a raccogliere le firme nel mio entourage. Credo tuttavia che sarebbe importante organizzare un appello on line, in modo che le adesioni possano essere più numerose ed anche esterne al nostro territorio.Cosa ne dici?
Tu che sei in grado, tecnicamente, di allestire un e.appello
perché non lo predisponi? Io ti darò tutta l'assistenza possibile e mi darò da fare ad inoltrarlo, soprattutto ai miei numerosi contatti francesi nelle Alpi Marittime.
A presto
Ciao giù dalle ville, ho girato questo commento a chi è in mezzo a questa vicenda. Io ho soltanto ricevuto un comunicato e l'ho inserito nel blog. E comunque se si ha bisogno di me per questioni informatiche io sono qui.
RispondiEliminaDella pubblica amministrazione francese mi fodo un po' di più che di quella
RispondiEliminaitaliana, dove (governo compreso) in campo di rifiuti comandano gli
industriali (e io ne so qualcosa sulla mia pelle, purtroppo). Ritengo che un
passo utile si possa comunque fare: chiedere all'amministrazione competente
(non so come funzioni in Francia; anche in Italia in alcune regioni è la
Regione stessa a dare le autorizzazioni, in altre - es. da noi - è la
Provincia) che il progetto venga prima sottoposto a una fase di verifica (ed
eventualmente di valutazione) di impatto ambientale (la normativa dei vari
stati è recepita da direttive comunitarie - 2001/42/CE e 85/337/CEE come
modificata ed integrata dalla direttiva 97/11/CE, dalla direttiva 2003/35/CE
nonchè, precedentemente, dalla direttiva 96/61/CE -, quindi è uguale
dappertutto). Il vantaggio è che tutte le amministrazioni territorialmente
confinanti possono dire la loro, tutti gli aspetti e rischi vengono -
tecnicamente - valutati, e ne deriva o un giudizio negativo, o un giudizio
positivo che però prevede tutta una serie di imposizioni e prescrizioni atte
a scongiurare rischi e a minimizzare impatti.
Di solito, al di sopra di certi dimensionamenti, la procedura è
obbligatoria, ma può essere a volte opportuno espletare comunque la
valutazione, in prossimità di aree vincolate o tutelate o per altri fattori
(es. presenza di falde idriche ad uso umano). Magari, per la dimensione,
questo progetto sarà in ogni caso valutato, ma vale la pena di controllare
ed eventualmente di chiedere (alla Région, al Département, o a chi sia).
C. E. G.