Centro sociale Leoncavallo. Un graffito su pilastro semiabbattuto dalle ruspe.
Giovedì notte (lui va sempre di notte, come quando è andato a vedere gli affreschi del Canavesio a Pigna) Vittorio Sgarbi, neo assessore alla Cultura del comune di Milano ha visitato il Leoncavallo. Questo storico centro sociale milanese, da alcuni anni sotto sfratto, sembra avere i giorni contati se non si trovano soluzioni politiche in fretta. Così il noto critico d'arte ha voluto rendersi conto di persona ed è entrato alle due del mattino in uno spazio ben diverso dalle chiese cinquecentesche cui è abituato. E dopo aver ammirato i numerosi graffiti che ricoprono le pareti ha sparato: «Sono la Cappella Sistina della contemporaneità» e anche «I graffiti sono dei capolavori, tra 50 anni saranno ammirati come i quadri di Giotto». Naturalmente è scoppiata la bufera nella maggioranza che governa la città.
Alcuni link sulla questione
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Ne approfitto per pubblicare la facciata del vecchio Leoncavallo, quello appunto che era in via Leoncavallo 22, abbattuto dalle ruspe dell'amministrazione socialista del sindaco Pillitteri il 16 agosto del 1989.
La facciata del centro sociale Leoncavallo
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Se il Leonka per sopravvivere ha bisogno di Sgarbi vuol dire che ormai siamo arrivati alla frutta
RispondiEliminaAlberto, il tuo amico Daniele Farina è vicepresidente della Commissione giustizia della Camera. Può ricoprire una tale carica e fare nello stesso tempo l'antagonista?
RispondiEliminaNon di diceva: "Gli spazi si difendono con la lotta"?
RispondiEliminaCambiano i tempi, adesso si difendono affidandosi a figuri come Sgarbi.
Rispondo a Gianni. Bisognerebbe chiederlo a Daniele Farina, che è mio amico ma abbiamo vite diverse. Se vuoi fatti riconoscere con una mail privata.
RispondiEliminail leoncavallo rappresenta una parte della storia d'italia.. chiuderlo vuol dire cancellare quella parte.. e' sbagliato chiuderlo solo per questioni politiche e finalmente qualcuno se n'e' accorto!!!
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