martedì 8 novembre 2016
Radio Maria prende soldi dallo Stato più di ogni altra radio
Padre Giovanni Cavalcoli
Lo Stato che secondo padre Giovanni Cavalcoli avrebbe scatenato il castigo di Dio è quello stesso Stato che finanzia Radio Maria. Bel paradosso. Come dire che è il diavolo che fa funzionare microfoni e antenne.
Negli ultimi tre anni di cui si conoscono le cifre, ha incassato:
779 mila euro per il 2011
730 mila euro per il 2012
581 mila euro per il 2013
due milioni e 90 mila euro nel triennio.
L'emittente religiosa, e sarebbe più giusto dire talebana, è in cima alla lista delle radio che ricevono ogni anno un contributo pubblico.
Sarebbe interessante a 'sto punto sapere anche se paga l'Imu sui suoi immobili. Ho i miei dubbi
Ipocriti. E anche molto altro.
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La più strapagata e, aggiungerei, la più invadente. Si è appropriata a forza bruta di qualunque frequenza non rivendicata da altre radio; basta far scorrere la sintonia della radio dal limite basso al limite alto della banda FM per trovarla almeno una ventina di volte. Ma non c'era una legge che lo vietava?
RispondiEliminaVicino al cancello di casa sento quasi solo radio Maria, fanatici dal medioevo e ora scopro che li finanziamo noi: ma basta!
RispondiEliminaRadio Maria fa il suo mestiere,la vergogna sono gli italioti che la ascoltano e pure ci credono.
RispondiEliminaCiao,fulvio
E io che pensavo che le più finanziate fossero le radio comuniste...
RispondiEliminaPer me li merita tutti, il programma in cui le mamme chiamano e fanno recitare una preghiera ai loro figli è il mio preferito.
RispondiEliminaUno stato veramente laico NON metterebbe le associazioni religiose come destinatarie dell'8x1000; lo destinerebbe a cose più serie, tipo ricerca scientifica, assistenza agli indigenti, ecc. Finanziare i venditori di fuffa coi NOSTRI soldi è una carognata mostruosa, davvero.
RispondiEliminasappiamo sempre come spendere male i nostri soldi
RispondiEliminaIo l'ascolto, dato che pago le tasse, mi va bene che li Stato la finanzi. Il tipo in questione mi pare sia stato sospeso, in ogni caso per per uno così, non può essere condannato un modo di vivere la religione che dà conforto a tante persone.
RispondiEliminaAnche io pago le tasse, eppure la radio che ascoltavo ha dovuto chiudere per mancanza di fondi. E dire che sarebbe bastato molto meno di tutte quelle centinaia di migliaia di euro. È strano! Chissà quale criterio useranno per distribuire i fondi, chissà!
EliminaUserano un criterio previsto dalle istituzioni del nostro Paese.
EliminaUserano - detto alla spezzina.
EliminaPer fare breve il post avevo tralasciato questo (copiato da qui)
RispondiEliminaMa in base a quale regola radio Maria riceve questi soldi? La risposta è in un codicillo contenuto nella legge 350 del 2003 - al comma numero 190 dell'articolo 4, precisamente - che assegna il 10% dei contributi destinati alle radio locali alle "emittenti nazionali comunitarie", e quel "comunitarie" non c'entra nulla con l'Unione Europea ma serve a distinguerle da tutte le altre che hanno fini di lucro. Ora, le "emittenti nazionali comunitarie" sono solo due, nel nostro Paese. La prima è Radio Maria. La seconda è Radio Padania, la radio di Matteo Salvini, che riceve le stesse somme dell'altra. Eppure la severa relazione che la Corte dei Conti ha stilato alla fine del 2015 sulla distribuzione di questi aiuti a pioggia segnala che l'emittente leghista non solo riceve anche i contributi della Presidenza del Consiglio per le testate gestite da cooperative, ma a voler interpretare la legge alla lettera non può neanche essere considerata "nazionale", visto che trasmette solo in nove regioni, e sulle altre arriva solo un segnale digitale Dab, captabile solo da pochissimi apparati.
Aggiornamento dal ministero dello Sviluppo economico
"Con l'entrata in vigore del regolamento che riforma la disciplina dei contributi all'emittenza locale - introdotta dalla Legge di stabilità dell'anno scorso - viene abrogata la norma che stabiliva il contributo fisso annuale per Radio Maria e Radio Padania, cioè le due radio comunitarie nazionali, prevista dalla legge 350 del 2003 (Legge Finanziaria 2004). In uno dei prossimi Consigli dei ministri sarà approvato il nuovo regolamento che stabilisce, tra le altre cose, la costituzione di una graduatoria nazionale sia per le emittenti radiofoniche sia per quelle televisive e la definizione di criteri meritocratici di attribuzione (non generalizzata) dei contributi per le emittenti locali che premino chi svolge attività editoriale di maggiore qualità, mediante l'impiego di dipendenti/giornalisti e di tecnologie innovative. Quindi, a partire dall'esercizio 2016, le radio comunitarie a carattere nazionale non beneficeranno più del contributo annuale erogato dal Ministero dello sviluppo economico".
L'aggiornamento fa ben sperare, salvo poi capire che cosa lo Stato intende per "attività editoriale di maggiore qualità". (Spesso i miei criteri di qualità non coincidono con quelli statali..)
Elimina@Cri
EliminaEh sì, staremo a vedere.