Buon 25 aprile
Immagino che avrete già visto questa foto scattata da Tino Petrelli in piazza Brera a Milano il 27 aprile del 1945.
Ma non so quanti di voi sanno delle tre ragazze. Quella a sinistra è Lù Leone che lavorerà nel cinema assieme a grandi registi e poi diventerà produttrice. Quella in centro è Aniuska, dalla storia tragica. Giunta dalla Polonia assieme alla sorella che è al suo fianco nella foto, morirà ore dopo lo scatto per mano inesperta della sorella stessa che stava maneggiando il fucile. A rendere nota la triste vicenda fu lo storico e critico dell’arte Mario De Micheli, ex partigiano.
la Repubblica, 28/7/1998
Addio alla pasionaria Lù Leone agente speciale del cinema
ROMA - C' è una celebre foto che la ritrae - giovanissima, bella, fiera - mentre marcia, fucile in mano, in mezzo alle sue compagne, attraverso Milano appena liberata dai tedeschi. Lù Leone, scomparsa sabato scorso a sessantanove anni, dopo quattro di degenza in ospedale per una gravissima forma respiratoria, è sempre stata come la mostra quella foto: meno giovane, certo, con il passare degli anni, ma coraggiosa e forte, oltre che inventiva e generosa, anche se le sue appassionate prese di posizione qualche volta hanno suscitato polemiche e inimicizie. Milanese di origine, Lù (che ufficialmente si chiamava Anna Maria) aveva cominciato giovanissima a lavorare nel cinema come assistente di Zavattini in "Miracolo a Milano". Era stata poi per molti anni l'aiuto di Castellani. Quindi, ormai trasferita a Roma, era diventata il cuore dell' agenzia che poi sarebbe diventata la William Morris, in cui avrebbe lavorato in team con Carol Levi. Era "un'agente" a dir poco speciale, a cui si deve l'invenzione, se così si può dire, dei "pacchetti", e cioè di un modo di lavorare per cui, dal suo tavolo, metteva a punto un progetto completo: la sceneggiatura, il regista, il produttore, gli attori. Sotto l'ombrello protettivo della sua organizzazione sono cresciuti negli anni '60 molti dei nostri autori più interessanti, da Marco Bellocchio, con cui collaborò a partire da "La Cina è vicina", a Montaldo, a Mingozzi. E in quegli anni, attorno a lei e a suo marito Fabrizio Onofri, nella loro bella casa ospitale, si raccoglieva un vivace circolo intellettuale, generosamente aperto ai nuovi arrivati. Negli anni '70 Lù , lasciata la William Morris, è diventata una protagonista del movimento femminista romano, è stata tra le fondatrici della Maddalena e la produttrice di un non felice e tuttavia audace tentativo di cinema tutto al femminile "Io sono mia". Ma soprattutto Lù è stata per molti un'ispiratrice, un'amica, una sostenitrice appassionata, qualche volta scomoda, sempre alla ricerca di una giustizia ideale. Una persona di cui negli anni della malattia abbiamo sentito la mancanza. Una persona che manca oggi al cinema italiano.
Irene Bignardi
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Addio alla pasionaria Lù Leone agente speciale del cinema
ROMA - C' è una celebre foto che la ritrae - giovanissima, bella, fiera - mentre marcia, fucile in mano, in mezzo alle sue compagne, attraverso Milano appena liberata dai tedeschi. Lù Leone, scomparsa sabato scorso a sessantanove anni, dopo quattro di degenza in ospedale per una gravissima forma respiratoria, è sempre stata come la mostra quella foto: meno giovane, certo, con il passare degli anni, ma coraggiosa e forte, oltre che inventiva e generosa, anche se le sue appassionate prese di posizione qualche volta hanno suscitato polemiche e inimicizie. Milanese di origine, Lù (che ufficialmente si chiamava Anna Maria) aveva cominciato giovanissima a lavorare nel cinema come assistente di Zavattini in "Miracolo a Milano". Era stata poi per molti anni l'aiuto di Castellani. Quindi, ormai trasferita a Roma, era diventata il cuore dell' agenzia che poi sarebbe diventata la William Morris, in cui avrebbe lavorato in team con Carol Levi. Era "un'agente" a dir poco speciale, a cui si deve l'invenzione, se così si può dire, dei "pacchetti", e cioè di un modo di lavorare per cui, dal suo tavolo, metteva a punto un progetto completo: la sceneggiatura, il regista, il produttore, gli attori. Sotto l'ombrello protettivo della sua organizzazione sono cresciuti negli anni '60 molti dei nostri autori più interessanti, da Marco Bellocchio, con cui collaborò a partire da "La Cina è vicina", a Montaldo, a Mingozzi. E in quegli anni, attorno a lei e a suo marito Fabrizio Onofri, nella loro bella casa ospitale, si raccoglieva un vivace circolo intellettuale, generosamente aperto ai nuovi arrivati. Negli anni '70 Lù , lasciata la William Morris, è diventata una protagonista del movimento femminista romano, è stata tra le fondatrici della Maddalena e la produttrice di un non felice e tuttavia audace tentativo di cinema tutto al femminile "Io sono mia". Ma soprattutto Lù è stata per molti un'ispiratrice, un'amica, una sostenitrice appassionata, qualche volta scomoda, sempre alla ricerca di una giustizia ideale. Una persona di cui negli anni della malattia abbiamo sentito la mancanza. Una persona che manca oggi al cinema italiano.
Irene Bignardi
Le foto ci rimandano sempre indietro nel tempo e alle storie collegate, come per le donne di cui parli nel post e di cui sapevo poco. Hai fatto bene a postare questa foto storica. La nostra memoria non deve dimenticare cosa è successo.
RispondiEliminaBuon 25 aprile e un salutone
Giusto ricordare che la Liberazione fu merito anche delle donne, protagoniste note e meno note. Per anni ho vissuto con una di loro, indomita quasi centenaria.
RispondiEliminae però le armi non sapevano maneggiarle tanto, non siamo in soldato Jane.....
EliminaConoscevo la foto ma non le vicissitudini della tre ragazza, sapevo solo che erano Partigiane combattenti.
RispondiEliminaRicordiamo sempre il 25 aprile per noi e per quelli che verranno.
Conoscevo anch'io la foto ma non la storia delle tre donne. Grazie per averla ricordata.
RispondiEliminaChe tristezza morire per mano della propria sorella mentre si celebra la rinascita
RispondiEliminaconoscevo la foto,ma non la storia delle ragazze,che tristezza!
RispondiEliminaUna foto che racconta molto, di quanto le donne abbiano sempre rappresentato, nonostante le innumerevoli difficoltà e le storture mentali maschili.
RispondiEliminaBella Ciao che si usa intonare tutti insieme il 25 Aprile, è una canzone di lotta femminile delle mondine. Senza le donne che hanno sostituito gli uomini nella vita civile e senza le Partigiane in città e in montagna, l'Italia non esisterebbe. Non è un caso che uno dei primi atti politici dell'Italia liberata fu il voto alle donne nelle prime elezioni libere della nostra storia.
RispondiEliminaGiusto ricordare!
RispondiEliminaBuon 25 aprile
Buona festa di liberazione!
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