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sabato 15 febbraio 2020

Lanterne rosse tristi

Milano, via Paolo Sarpi

Milano, via Paolo Sarpi (Chinatown) oggi pomeriggio

Come forse sapete anche i cinesi di Milano hanno eliminato il loro capodanno, che ogni anno è un tripudio di dragoni e di personaggi in costume. Sono passato oggi pomeriggio a Chinatown per vedere che aria tirava. Pensavo peggio.

Basta poco per inceppare il cammino dell'umanità.

Milano, via Paolo Sarpi

QUI tutte le foto del sabato (315 post). 

18 commenti:

  1. Hai detto bene, basta poco per inceppare il cammino dell'umanità.

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    1. Ho detto basta poco, ma per la Natura un virus non è poco.

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  2. Bisognerebbe lavorare insieme per evitare che questo accada. La Cina è un Paese smisurato, sicuramente difficile da governare e mi pare che abbiano perso tempo in questa faccenda.

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    1. L'altro giorno guardavo il video di un signore indiano che si calava nudo dentro una fogna per pulirla con le mani. Il titolo del video era "il lavoro peggiore del mondo" o qualcosa di simile. In India sono messi peggio che in Cina ma tra tante sfighe hanno un vantaggio immenso: l'India non è dominata da una dittatura comunista. Non sono rimasti molti Partiti Comunisti in giro per il mondo, meno che meno ci sono Partiti Comunisti al potere. C'è una ragione. Il vero scopo del Comunismo non è emancipare il Proletariato dal bisogno ma estendere il più possibile il Proletariato in quanto "classe subordinata" rispetto alla "classe dirigente". La difficoltà nel cooperare con le teocrazie è la stessa di cooperare coi comunisti, vivono con regole e principi che sono incompatibili con la cosiddetta "civiltà occidentale".

      Riguardo "chinatown" o "il villaggio cinese" di Milano, a me non diverte affatto e farei presente ai compagni che è il contrario del concetto di "integrazione". A livello generale, il fatto che tanti grandi marchi abbiano spostato le produzioni in Cina non è una bella cosa per due ragioni, una la vediamo adesso, si chiama "single point of failure", l'altra è che in quegli stabilimenti lavorano gli schiavi. Se i grandi marchi si riorganizzassero distribuendo le produzioni in giro per il mondo, invece che tutte in Cina, sarebbe meglio.

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    2. @Sara
      Per quel che ne sappiamo sì, hanno perso tempo.

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    3. @anonimo
      In Cina c'è un partito comunista che governa (governa?) un capitalismo selvaggio.

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    4. Alberto il tuo commento è inadeguato sia dal punto di vista della ortodossia marxista sia da un punto di vista pragmatico.

      Il termine "capitalismo" non ha alcun senso fuori dalla interpretazione marxista del conflitto di classe e significa "la facoltà di compravendere le cose e il tempo delle persone". Noterai che questa facoltà è il normale funzionamento della società umana dai tempi di Babilonia ed è sempre presente in tutti i regimi comunisti, quello che non c'è è la parola "liberamente". In Cina il "capitalismo" sarà anche "selvaggio" ma non è "libero", non si muove foglia senza l'approvazione del Partito. Se ti sembra "selvaggio" è perché in Cina il tribunale locale, come nel Far West, firma una ordinanza e le guardie ti portano in una strada di campagna e ti sparano in testa. Il Governo non sa nemmeno quanta gente viene ammazzata dai tribunali locali e nemmeno gli interessa saperlo.

      Da un punto di vista pragmatico, il "capitalismo selvaggio" è un compromesso. Per evitare di fare la fine dell'Unione Sovietica, smontata dall'interno dalla consapevolezza degli schiavi che dietro il reticolato e le mitragliatrici c'era un mondo dove potevi mangiare arance e banane a volontà, il Partito Comunista Cinese ha fatto lo stesso del Partito Comunista Italiano, cioè si è accordato con le Elite Apolidi del Mondialismo. Nessuno mette in crisi il Partito con finte "primavere" finanziate dalla fondazione Open Society e in cambio la Cina diventa il mega-falansterio mondiale dove sono costretti a vivere milioni di schiavi che fabbricano i ninnoli tipici del "globalismo" che poi vengono distribuiti in tutto il mondo. Gli immigrati africani che arrivano in Italia sono tutti vestiti da rapper e hanno lo smartphone d'ordinanza. Sia i vestiti da rapper che lo smartphone sono fabbricati dagli schiavi cinesi. Esattamente come i miei vestiti e i miei gadget.

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    5. Un'altra cosa che trovo abbastanza divertente è che tu scrivi un post perché ti senti obbligato, dato che il "supporto alla Cina" o "alla comunità cinese" è una direttiva che scende dall'alto e viene applicata da tutti i "media". Però non ti domandi cosa succederebbe se in Italia ci fosse una epidemia, come si comporterebbe il Partito Comunista Cinese con l'Italia o la "comunità italiana".

      Intanto, ti vorrei anche chiarire un'altra cosa. Non è affatto vero che i Cinesi riescono a costruire ospedali in una settimana, cosi come non era vero che la ricercatrice terrona precaria ha isolato il virus allo Spallanzani. Sono tutte balle della propaganda mondialista nella sua declinazione periferica italiana. In Cina ci sono centinaia di migliaia di malati con la polmonite e non ci sono certo posti nei reparti di rianimazione come quello dove hanno ricoverato i due vecchi cinesi che si sono ammalati a Roma. Li mettono dove capita, chiusi, stesi su file di brande e li chi guarisce guarisce e chi non ce la fa amen. Anche perché non ci sono medicine per curare la polmonite virale. Lo "ospedale" di cui facevano la pubblicità è fatto con due file di container uno sopra l'altro e la nostra Protezione Civile può fare lo stesso se non meglio. Solo che non fa nessuna differenza visti i numeri in gioco e la natura del problema. I malati in Cina li chiudono dentro i capannoni o le scuole, qualsiasi posto. Li vanno a prendere con l'esercito, con la sopracitata opzione della fucilata in testa.

      Ora, se il problema venisse dagli Italiani, in Cina ci sarebbero i campi di concentramento, del resto ci sono per certe "comunità insubordinate" come quella dei musulmani cinesi, altro che "chinatown" coi locali semivuoti e i compagni italiani addolorati.

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  3. Beh, in effetti sembra desolato.

    Moz-

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  4. Mi dispiace tanto per quello che sta accadendo alla popolazione cinese e il timore che si respira in giro è davvero eccessivo e frutto di irrazionalità.
    sinforosa

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    1. Viviamo in una società che si allarma facilmente.

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  5. che poi Paolo Sarpi oggi è un pò meno chinatown di qualche anno fa

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    1. In compenso vediamo cinesi in tutta la città.

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  6. L'ultima volta che ci sono stata è un paio di mesi fa. È ora di tornare.

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  7. pare che l'umanità abbia bisogno di questo tipo di inceppi stimolanti :)
    buon giorno

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    1. Se arrivassero i marziani altroché stimoli!

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