Don Antonio Zuliani, confessore di Berlusconi
Noi miscredenti non ci pensiamo mai. Non ci pensiamo che quelli che credono nei momenti di difficoltà hanno ancore a cui attaccarsi per non essere sballottati da flutti agitati che rischiano di mandarti a fondo.
Ieri quando leggevo su vari quotidiani cartacei l'intervista al confessore di Berlusconi don Antonio Zuliani mi sono venuti in mente questi sacerdoti così potenti perché col potente condividono confidenze e forse anche qualche segreto.
Mi sono anche chiesto quale mai penitenza potrà dare questo sacerdote al premier per farsi perdonare i peccati.
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Ma figurati se osa dare penitenze: solo assoluzioni.
RispondiEliminama tu alberto non hai altro a cui pensare nella vita?
RispondiEliminaMa trombi per caso?Secondo me no...sei troppo concentrato sulla politica e su berlusconi..la figa non ti attira?
Qualsiasi penitenza è poca cosa...
RispondiEliminaI peccatori siamo noi ;-)
RispondiEliminaNon credo esista penitenza per una tale somma di reati ma semplicemente credo che lui non se ne preoccupi e perchè tanto come scrive
RispondiEliminaHeinrich Heine: «Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.»
Questo sacerdote assomiglia tantissimo all'attore che ha impersonato la figura del padre nel film dei fratelli Taviani"Padre padrone" tratto dall'omonimo bellissimo libro di Gavino Ledda. E' un caratterista molto noto,credo sia anche attore di teatro...aiuto, non mi ricordo il nome. Sembra proprio lui!
RispondiEliminaNoi anglicani non abbiamo il dogma della confessione al sacerdote; confessione e pentimento dovrebbero restare una faccenda interiore, tra l'uomo e Dio; il primo restando, così, sempre nel dubbio di non essere perdonabile. Temo che per Mr B non funzionerebbe...si auto-assolverebbe addirittura in anticipo. Ciao.
RispondiEliminaQuest'uomo ha il vero punto di vista del "peccatore più alla moda del momento".
RispondiEliminaChissà se la versione che gli è stata confidata coincide con quella che quasi tutti sospettiamo...
Non ho mai capito come un divorziato a cui si nega la comunione per i cattolici puo' confessarsi.....
RispondiEliminaMi sono ricordata il nome dell'attore:Omero Antonutti.
RispondiEliminai divorziati non possono ricevere la comunione ma confessarsi sì, lo so per certo,
RispondiEliminadeve essere duro per il padre assolverlo, ma si sa che la chiesa accoglie tutti i peccatori e poi lui sicuramente farà molta beneficenza...
a tutte quelle povere ragazze...
Io invece di primo impatto lo avevo preso per Giannino.
RispondiEliminaB. non ha peccati, :-)
Io invece penso: povero confessore...
RispondiEliminaL' arcoriano zar non puo' che avere un Rasputin come confessore...
RispondiEliminaBuona serata
Vale
buon fine settimana alberto
RispondiEliminaMa secondo voi si confessa sul serio? A mio parere ha un confessore di facciata, solo per tenersi buoni i cattolici più estremisti.
RispondiEliminaBuona domenica, Al.
RispondiEliminag
la penitenza è una preghierina ad personam, ovvio O_o
RispondiEliminauna penitenza???? poco...pensiamo a un'altra cosa! ;)
RispondiEliminaGià. Anche io, che sono un investigatore privato, ho scoperto cose importanti.
RispondiEliminaAlberto ma ci sei? Stai bene?
RispondiEliminaFigurati, mica gliela dà....
RispondiEliminaPensa questo quante ne sa...
RispondiEliminaC'entra poco, ma per associazione di idee mi è venuto in mente questo testo baudelairiano:
RispondiEliminaIL CONFITEOR DELL'ARTISTA
Come sono penetranti - penetranti fino al dolore! - le giornate d'autunno al tramonto! La delizia indefinita di certe sensazioni non esclude affatto l'intensità: e non c'è punta più acuminata di quella dell'infinito.
Gran delizia sprofondare il proprio sguardo nell'immensità del cielo e del mare! Solitudine, silenzio, incomparabile castità dell'azzurro! Una minuscola vela che rabbrividisce all'orizzonte, e con la sua piccolezza e il suo isolamento imita la mia esistenza irrimediabile, melodia monotona dell'onda: tutte queste cose pensano in me, o io penso in loro (perché nella grandezza del fantasticare il me si perde presto!). E pensano, come ho detto, ma musicalmente e pittorescamente, senza arguzie, né sillogismi, né deduzioni.
E tuttavia questi pensieri, sia che provengano da me o si sprigionino dalle cose, diventano ben presto troppo intensi. Nella voluttà l'energia crea un malessere, una vera e propria sofferenza. I miei nervi troppo tesi non danno che vibrazioni stridule e dolorose.
E ora la profondità del cielo mi costerna, la sua limpidezza mi esaspera. L'insensibilità del mare, l'immobilità di questo spettacolo, mi ripugna... Si deve eternamente soffrire, o fuggire eternamente il bello? O Natura, incantatrice spietata, rivale invincibile, lasciami! Smetti di tentare i miei desideri e il mio orgoglio! Lo studio della bellezza è un duello in cui l'artista grida di sgomento, prima di essere vinto.
@ VALE
RispondiEliminaIn compenso gliela dà la Brambilla. L'assoluzione, voglio dire.
A questa del confessore non ci avevo mai pensato...
RispondiEliminaGrazie mille delle tue parole!