
Facevo allora la seconda liceo classico e per i maschi, solo per i maschi, era venuta un'occasione unica. Tramite l'Aeronautica Militare si sarebbe potuto prendere il brevetto di pilota privato, che sarebbe il primo grado, completamente gratis. E così quell'estate partimmo da Ventimiglia per Gorizia, dove c'era un piccolo aeroporto militare a ridosso del confine con la Jugoslavia costituito da un'unica pista di erba. Furono dapprima estenuanti lezioni teoriche in aula, dal principio di Bernoulli a tutto il resto. E poi finalmente si prese il volo. Erano piccoli velivoli, i cosiddetti Macchini, MB.308, due posti affiancati, tu e l'istruttore. Comandi essenziali: acceleratore, volantino, pedaliera, flap. Il primo volo per vedere le tue reazioni. Picchiate, cabrate, virate, molto robuste. E all'atterraggio ero un po' disorientato a vedere la pista. Ma l'esame era superato.
Facemmo parecchie altre ore di volo, non mi ricordo quante, e ritornammo a casa. L'anno successivo saremmo dovuti ritornare, altre ore di volo per perfezionarci, e poi il brevetto. Ma la compagnia si sciolse e quella bellissima esperienza non ebbe seguito.
Chissà se oltre ai maschi quella possibilità fosse stata estesa anche alle nostre compagne del liceo sarebbe finita così, in niente. Chissà.
Ecco il tipo di aereo che mi battezzò per il volo