«Quando tornai dal lager per prima cosa venni qui. Nessuno mi riconobbe all’inizio. Il portinaio mi scambiò per una questuante. Poi, dissi chi ero e scesero tutti gli inquilini. Avevo quattordici anni, ma ero vecchia. Avevo visto il peggio del mondo».
Liliana Segre (nella foto) oggi ha 86 anni ed è tornata in corso Magenta 55, nella casa dove abitò prima di essere arrestata con il padre Alberto, incarcerata a San Vittore e poi deportata in Germania, in un campo di sterminio. Ha assistito alla posa della «Pietra d’Inciampo», un sampietrino ricoperto d’ottone in memoria di suo padre, nel marciapiedi, davanti al portone del palazzo, da parte dell’artista tedesco Gunter Demnig, che poi si è spostato in altre vie dove abitarono altri cinque deportati. Oggi di queste pietre se ne contano più di 56.000 sparse per tutta l'Europa.
Alberto Segre corso Magenta 55
Dante Coen via Plinio 20
Adele Basevi Lombroso via Vespri Siciliani 71
Melchiorre De Giuli via Milazzo 4
Giuseppe Lenzi via Spontini 8
Gianluigi Banfi via Dei Chiostri 2
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- Milano, vandali contro le pietre d'inciampo. Ornella Coen: "Oltraggiata la memoria di mio padre"
- Milano, una catena umana per difendere le pietre d'inciampo: "Nessuno tocchi la Memoria"
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QUI tutti i post sul giorno della memoria.
Esistono ancora i negazionisti. Speriamo in una pietra d'Inciampo anche sulla loro strada buia...
RispondiEliminaciao Alberto oggi i nostri due post somigliano te lo passo http://arpaeolica.blogspot.it/2017/01/giornata-della-memoria-e-pietre.html
RispondiEliminaGrazie per questa meritevole testimonianza, in un mondo che lascia pietrificati per quel cocktail di indifferenza, superficialità, demagogia e cattiveria che sta per rendere possibile il ritorno dell'orrore.
RispondiEliminasono inciampata anch'io a Merano su alcune di queste pietre e l'ho trovata una splendida iniziativa
RispondiEliminale pietre d'inciampo sono uno splendore dell'Uomo e capisco come certi barbari non riescano a tollerare la loro presenza, come vermi accecati dalla luce (senza offesa per i vermi)
RispondiEliminamassimolegnani (orearovescio.wp)
Non sapevo di questa iniziativa , massima dimostrazione dell'importanza del 'non dimenticare'.
RispondiEliminaGrazie di averlo raccontato ad un'ignorante come me.
Cristiana
Non conoscevo questa lodevole iniziativa, mi auguro, che queste pietre, possano intralciare il cammino di troppi predicatori dell'odio.
RispondiEliminaNemmeno io le conoscevo, forse non mi è capitato mai di incontrarne una, o forse dovrei fare più attenzione..
RispondiEliminaLe liturgie assumomo varie forme: una, banale, è quella di celebrare soloni propri morti, la Shoah in questo caso (potremmo accennare alla posizione politica di Israele sul genocidio armeno)..
RispondiEliminaC'è n'è una più semicolta e subdola,che va di moda a sinistra, che è quella di inculcare come colpa degli sconfitti, j nazifasci, ciò che, invece, era il metodo industriale del tempo.
Vi spostate di qualche chilometro a oriente, ad esempio in Ucraina, e ci sarebbero migliaia di pietre di inciampo per la carestia, causata dai comunisti (russi ed ebrei, prima di Stalin) che fece milioni di morti. Come vedete, gli ucraini si ricordano ancora cosa fecero i rossi, da loro (chiedete pure anche a polacchi magari, etc.).
Dopo il collasso del Terzo Reich ancora Morgenthau, ebreo, pianificò un piano di carestia da applicare alla Germania sconfitta che avrebbe causato una drastica riduzione (significa milioni di morti) dei tedeschi: non fu attuato solo perché parte dei vertici degli SUA temevano che la Germania passasse al comunismo.
Ci vorrebbero intere cave di pietra e fonderie di ottone per le pietre di inciampo rimosse dal pensiero unico progressista.
Queste liturgie del "solo i nostri morti son importanti" sebbene umanamente comprensibili, non lo sono affatto dal punto di vista storici, oggettivo.
... (polacchi, magiari etc.).
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