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mercoledì 26 maggio 2021

Bob Dylan, Franco Battiato, la poesia

Nei giorni passati erano in primissimo piano su tutti i media due cantanti. Bob Dylan, premio Nobel per la letteratura, che compiva ottant'anni e Franco Battiato che a 76 anni ci aveva lasciato.

Mi sono fatto una domanda che aveva già una risposta purtroppo scontata: sarebbe stato loro dedicato un uguale spazio se fossero stati poeti?
 
Che la poesia, intesa nel senso classico di sole parole in versi, sia ai margini è evidente. Ma potrebbe scomparire per lasciare il posto ad altre forme artistiche che oltre alle parole si avvalgano anche di altri mezzi espressivi?

35 commenti:

  1. Hai ragione quando dici che la poesia è ai margini è lo è da tanto tempo, in Italia più che in altri paesi perché (come in altri settori) noi siamo indietro. Per esperienza diretta posso dirti che in Francia o in Germania la poesia ha diversi ambiti e presenze in diverse realtà cittadine.

    Tuttavia posso dire che negli ultimi anni qualcosa in più è stato fatto in Italia. Ad esempio a Genova, già da un po' di anni, c'è un festival di poesia ma non vedo tante novità all'orizzonte.

    Quindi, credo che gli avrebbero dedicato uno spazio minore.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Ben vengano i festival della poesia. Mi piacerebbe sapere l'età media di quelli che vi si recano.

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    2. Le prime edizioni a Genova erano vicino all'acquario. Parlo dal 1992 in poi e salivano sul palco persone di tutte le età, dai più giovani ai più anziani italiani e stranieri. Era molto estemporaneo nato dall'idea di un gruppetto di persone qualunque. Ci si ritrovava al bar della Nave Italia quella usata per l'expo delle Colombiane. La gente sapeva che la sera dalle 9.30 sino alle 12.30 il palco era libero.

      Dal 1998 in poi non ho più frequentato. Ho saputo che è stato istituzionalizzato (Comune e Provincia di Genova con alcune associazioni) diventando un evento fisso annuale e di più non so.
      Un salutone

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  2. Legittime entrambe le domande, ma, se è difficile rispondere alla seconda, la prima non può che avere una risposta decisamente negativa. In questa società conta solo il mercato e purtroppo, anche se in questi ultimi tempi si assiste a una fioritura di giovani e talentuosi poeti, la poesia non si vende.

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    1. Se uno entra in una libreria, di quelle grandi come ce ne sono qui a Milano, lo scaffale dedicato alla poesia e di grandezza minima rispetto a quelli degli altri settori.

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  3. Credo che per la musica sia più facile entrare nelle case della gente e, di conseguenza, nei cuori.
    La poesia è circoscritta ad un uditorio più ristretto e determinato.
    Non tutti la leggono, né sanno apprezzarla.
    Dunque, se Dylan e Battiato fossero stati poeti (senza musica) temo che non avrebbero avuto troppo successo.

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    1. Condivido quello che dici. Purtroppo la poesia è sempre meno letta.

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  4. Una grande perdita!Buona giornata.

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    1. Ci ha lasciato in eredità a tutti delle musiche magiche,

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  5. Bob grazie alla poesia (musicata) ha preso un Nobel esagerato. Poi sono stati puniti perché neanche l'ha ritirato, il menestrello. Così imparano.

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  6. Io ho acquistato un libro di poesie anche pochi giorni fa, è una fruizione diversa. Ma alle volte mi cerco le letture di poesie su You tube!

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    1. Beh, ascoltare le poesie è diverso che leggerle.

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  7. A proposito della tua domanda, questi due poeti erano anche musicisti e due arti, fra le più belle, unite insieme non possono che sortire questo genere di successo. Ciao Alberto.
    sinforosa

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    1. Infatti. Fossero stati solo poeti senza musica non avrebbero tutto questo seguito.

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  8. Amo la poesia, ma spesso la poesia di oggi è spesso criptica, difficile da comprendere e apprezzare e i poeti non sono più dei divi come un tempo. Oggi abbiamo i cantautori e molti sono anche dei grandi poeti, Guccini, De André, Dalla non sfigurerebbero davanti un Whitman, un keats o un Milton.
    Ciao fulvio

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    1. Sono d'accordo. La poesia odierna è meno "pop" di quella passata.

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  9. No, non sarebbe stato la stessa cosa se fossero stati poeti, semplicemente perchè i poeti non sono popolari. La musica è universale, arriva a tutti ed è capace di mettere tantissime persone insieme in unico posto (il concerto), la poesia, invece, è più intima e non possiede un linguaggio universale. Ma non credo scomparirà mai. Il problema che in Italia non c'è una cultura della poesia e quindi è posta ai margini.

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    1. Proprio così. La musica per essere apprezzata non ha bisogno della conoscenza di una lingua. Giusto come dici che in Italia non c'è una cultura della poesia. Aggiungerei anche che non c'è proprio la cultura della lettura.

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  10. Che senso ha la domanda? Sono due mezzi espressivi diversi.
    Amo Battiato e Dylan.

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    1. Lo so. Però le domande erano due.

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    2. Non credo che possa scomparire, se nel mondo blog, trovi un sacco di siti dedicati alla poesia, dopo sulla qualità non saprei dire.

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    3. Il "se" mi è scappato

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  11. La fruizione sarebbe stata diversa.
    Ma questo lo sai già.

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  12. c'è un poeta di 700 anni che è molto in auge.
    ma questo non vuol dir niente. la poesia non ha bisogno di pubblico o di celebrazioni. buon giorno

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    1. È molto in auge quest'anno. E poi?

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    2. prima, adesso e poi questo non ha alcuna importanza. buon giorno

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  13. Credo che la domanda bifronte sia in realtà mal posta e priva di fondamento, perché la poesia “fatta solo di parole in versi”, non ha niente di classico, nell’antichità il poeta era anche musico e ciò che oggi noi denominiamo poeta e ciò che denominiamo musicista si fondevano entrambi nella figura dell’aedo, almeno fino all’età imperiale romana.
    Non so quale poesia ci fosse e fosse possibile nell’alto medioevo, quando forse erano più in auge le preghiere per assicurarsi l’anima a Dio nel corso di ogni invasione barbarica; la poesia rifiorisce nella Francia meridionale dopo l’anno mille con i trovatori provenzali, che di corte in corte, di poeta in poeta, si diffondono prima nella corte di Federico II di Sicilia (il quale ascoltava anche versi sublimi in arabo) e poi nelle città della Toscana imborghesendosi (ed è la poesia che conosciamo, quella da cui deriva in qualche modo il nostro modo di intenderla) e nelle città umbre, dove con Jacopone e Francesco diventa mistica e religiosa.
    Rimane traccia dell’antica musicalità nella metrica, nella rima, nella struttura dell’ode e del sonetto, che regolamentano il numero di sillabe poi, in epoca moderna, avviene la metamorfosi: si perde definitivamente la musicalità della poesia (eccetto rare eccezioni, come D’Annunzio) e si perde il suo senso diffuso e universale (la poesia ermetica).
    E’ un peccato, dal momento che l’inconscio è strutturato ritmicamente e quindi musicalmente, perdere in poesia tutto ciò che possa entrare in sintonia con la profondità del nostro essere, cosa che oggi avviene di più con la pubblicità che utilizza musichette stupide per i suoi scopi, che però ci rimangono impresse ad un livello che non supera la soglia della consapevolezza, e non la poesia, la cui fruizione è sempre più spesso tormentata e cerebrale.
    Infine, vorrei sottolineare che viviamo in un mondo immerso nel pragmatismo, nello scientismo e filtriamo il nostro mondo e i rapporti con gli altri attraverso dispositivi elettronici e la tecnologia, lo vediamo attraverso luci e aggeggi artificiali; oggi per noi il cosmo è soltanto massa, energia e accelerazione, sarebbe ancora possibile evocare la Luna come fece Leopardi nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia? E, significa ancora qualcosa per noi quella Luna evocata da Leopardi? Amleto dialoga con Yorick, con un morto, con la morte, con la sua morte presagita e che non riesce a scongiurare, Leopardi dialoga con la Luna, noi oggi riusciamo a fare solo dialoghi intimistici, che non si elevano oltre l’hic et nunc e cerchie ristrette di persone in grado di fruire quel tipo di poesia.
    Spero di aver risposto in qualche modo a ciò che chiedi nei tuoi quesiti.
    Ciao

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    1. Ti ringrazio molto di questo tuo esaustivo commento. Ciao e buona serata.

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    2. La ricostruzione della storia della poesia dall'antica Grecia ai giorni nostri è decisamente corretta ed esauriente anche se sommaria. Il problema, comunque, a mio avviso, non è la mancanza di autentici poeti ma di fruitori capaci di apprezzare la poesia e di editori coraggiosi disposti a pubblicarla.

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    3. io dialogo con la luna e tutto ciò che mi circonda. che il risultato e la forma non siano adeguati e apprezzabili è un altro discorso. ciao e grazie

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  14. Quì, in Brasile, succede lo stesso. La poesia non è letta e neanche vende. Forse le persone dovressero essere "introdotta" a essa per poter imparare ad apprezzarla.

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    1. O forse... leggi il bel commento precedente.

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  15. servirebbero davvero più poeti

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