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mercoledì 31 gennaio 2007

Spegnere le luci?

lampadinaDomani, dalle 19.55 alle 20.00, questo sito francese invita a spegnere le luci come azione dimostrativa contro lo spreco di energia, e il tam tam di mail che stimolano ad aderire a questa iniziativa sta rimbalzando per tutta Europa . Non è una manifestazione originale, nel senso che non è la prima. La trasmissione Caterpillar di Radiodue due anni fa aveva lanciato una simile iniziativa con grande successo. Si ripete quest'anno, 16 febbraio alle ore 18. E' un gioco, ci si diverte anche a rimanere un po' al buio, certi ristoranti organizzano cene a lume di candela, e chi si vuole inventare delle cose se le inventi. Io non mi tiro indietro, quando c'è da giocare mi metto in coda per primo.

Ma quando il gioco si fa duro? Ora senz'altro vi ricordate dei blackout estivi della corrente elettrica. E allora mettiamo che al posto di spegnere le luci d'inverno si inviti a spegnere i condizionatori d'estate, cosa che metterebbe in evidenza l'assurdità del nostro vivere dato che consumiamo più energia per farci fresco che per farci caldo, quanti aderirebbero alla dimostrazione?

Domanda finale. Si può invertire la tendenza di questo mondo suicida senza sacrifici?

lunedì 29 gennaio 2007

La maledizione di Voronoff

gabbie scimmie di Voronoff
La gabbia delle scimmie di villa Voronoff
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Il 9 ottobre dell'anno scorso l'amico Paolo Veziano mi inviò qui a Milano 3 foto rarissime, avrei dovuto scansionarle e se possibile migliorarle. Le aveva avute dietro insistenza dallo Studio Mariani di Ventimiglia e si riferivano a Serge Voronoff che negli anni Trenta e Quaranta, ammantato di mistero, eseguiva esperimenti sulle scimmie in una grande villa a Grimaldi. A Paolo quelle immagini servivano per il libro, ora in libreria, Sanremo - Una nuova comunità ebraica nell'Italia fascista 1937-1945.
Serge Voronoff si faceva fotografare da Mariani. Serge Voronoff gli mandava la macchina con autista.


Ebbe l'avventatezza, benedetto figliolo, di metterle in una busta e mandarmele per posta prioritaria. Passarono i giorni, poi ne passarono altri e altri ancora, quella missiva non arrivava. Così ritornò da Mariani, spiegò l'accaduto e si fece fare altre stampe. Questa volta me le spedì per posta raccomandata. Anche qui i giorni passarono ma quella raccomandata con le preziose fotografie sembrava svanita nel nulla.

Stavolta però aveva in mano la ricevuta. Dopo ricerche su internet, telefonate a destra e a manca si venne a sapere che il portalettere, proprio quello che viene a casa mia, era stato rapinato. Almeno così asserivano le Poste. Io nutro dubbi. Qualche minuto fa ho eseguito una nuova ricerca, quella lettera risulta ancora giacente a Milano dal 12 ottobre 2006, come vedete dallo screenshot qui sotto. Una maledizione? E così Paolo è ritornato per la terza volta da Mariani...
poste italiane


parto di scimmia
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Serge Voronoff era sospettato di aver fatto fuori la moglie americana

parto di scimmia
Grimaldi, 1930 circa. Sala operatoria di Villa Voronoff. Due collaboratori assistono un babbuino durante il parto.
In alto - Grimaldi, 1930 circa. Giardino di Villa Voronoff con le imponenti gabbie delle scimmie.

Le foto sono dello Studio Mariani che ne ha i diritti e quindi non vale la regola del Copyright che si legge nella colonna di destra.



Aggiunta, 9 febbraio
Inserisco questo articolo uscito oggi sul Secolo XIX

L’Odissea degli ebrei in Riviera

Sanremo. Si sa molto della comunità inglese in Riviera,negli anni tra le due guerre: a Bordighera, ad esempio, c’era la banca inglese, il console britannico e il tram si chiamava ­non a caso ­ tramway. Si sa molto anche delle feste che i russi o i tedeschi organizzavano a Sanremo: al Casinò, al Royal e negli altri grandi alberghi. Non si sa invece quasi nulla della piccola ­ ma significativa ­ Comunità ebraica della Riviera

Comunità dissoltasi con le leggi razziali e i campi di sterminio; contava quasi trecento persone e due nomi di prima grandezza: il chirurgo Serge Voronoff e il filosofo Walter Benjamin. Colma questa lacuna un bel libro che sarà presentato domani pomeriggio, alle ore 16.30, alla Federazione Operaia di Via Corradi.

Il volume "Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell’Italia fascista 1937 1945" (Diabasis, 21 euro) è stato scritto da Paolo Veziano, studioso della presenza ebraica nella provincia di Imperia. L’insediamento degli ebrei stranieri in Riviera arriva al top a ridosso del secondo conflitto mondiale, risultato di un’immigrazione indotta dal progressivo deterioramento delle precarie condizioni di vita in molti paesi dell’Europa centro orientale. Le prime presenze ebraiche nel Ponente sono da attribuire alla bellezza del paesaggio, alla fama cosmopolita di. una città di mare celebre per la mondanità e per la vivacità dei suoi artisti.

«In quegli anni ­ spiega Paolo Veziano ­ c’erano tre piccole sinagoghe, ma anche parecchi alberghi gestiti da ebrei: uno dei quali, alla Foce, era di proprietà della ex moglie di Benjamin. Deportati dalla nostra Provincia, nel novembre 1943, saranno 55: non pochi. Di costoro, solo cinque si salveranno. Nel periodo 1938 40 si registrano tra gli ebrei della Riviera anche cinque suicidi: il che dà la misura di una situazione che si va facendo sempre più difficile».Tra storia e microstoria, Paolo Veziano offre al lettore l’occasione per misurare le conseguenze morali e materiali provocate dai provvedimenti fascisti contro gli stranieri e contro gli ebrei.

Le presenze di alcune figure molto rappresentative come Walter Benjamin e Serge Voronoff rendono il libro davvero prezioso. Del soggiorno di Benjamin a Sanremo e dell’importanza che ha avuto la pensione gestita dalla exmoglie (Villa Verde) , discorre nella postfazione Giulio Schiavoni. Benjamin era un intellettuale berlinese che si muoveva con coltissima disinvoltura tra marxismo ed esoterismo, tra studi di estetica ed esperimenti con gli stupefacenti. Resta ancor oggi molto letto un testo pubblicato da Einaudi: «L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica». Un punto fermo per chi si occupa di storia della fotografia e non solo.

E sempre per quanto riguarda Benjamin il libroni Veziano rispolvera un giallo che meriterebbe di essere ulteriormente approfondito. Secondo alcune fonti, proprio a Sanremo si sarebbe persa una valigia zeppa di carte di Benjamin, valigia che non è mai stata ritrovata e che potrebbe aprire nuovi orizzonti nello studio del filosofo tedesco. Anche Benjamin morirà suicida al confine franco spagnolo per paura di finire nella mani della Gestapo.

La ricca e inedita documentazione in appendice permette inoltre di riflettere sul ruolo che lo scienziato russo Serge Voronoff, trasferitosi a Grimaldi nel 1925, ha avuto nella comunità ebraica di Sanremo. Voronoff è un precursore dei trapianti di organi e a Grimaldi allevava scimpanzè in una grande gabbia: proprio per i suoi esperimenti. Lo scienziato ebreo russo era sia straordinariamente famoso per gli studi sul ringiovanimento sia ricchissimo da potersi permettere una vita mondana sopra le righe. Il regime gli prenderà ogni cosa ma lui riuscirà a salvarsi in America; parte della sua famiglia finirà (e morirà) in campo di concentramento. Anche dall’esilio americano, Voronoff si ricorderà dei poveri ventimigliesi e degli amici della Società operaia di mutuo soccorso di Grimaldi (tuttora esistente).

Tra le storie più comuni,ma altrettanto drammatiche, quella dei Bassi a Ventimiglia (commercianti) e di Alessandro Zitomirski a Vallecrosia (farmacista). Storie fatte di confisca dei beni e, per Zitomirski, anche di espulsione dall’ordine professionale. Nel libro la condanna del fascismo è senza appello: un regime che perseguitava non solo ebrei ma anche «negri e negroidi» non può accampare giustificazioni. Con la lucidità dello storico, Paolo Veziano distingue però «gli anni della tolleranza» dalla successiva «stagione del terrore».
Paolo Veziano è anche l'autore di Ombre di confine


Alla presentazione di domani interverranno
Robert Castellana (etnologo),
AlbertoCavaglion (Istituto Storico della Resistenza di Torino),
JeanLouis Panicacci (Università di Nizza),
Giulio Schiavoni (Università di Vercelli).
l’assessore alla cultura Daniela Cassini
e il presidente della Federazione operaia Dario Biamonti.

FULVIO LANTERI

Paolo Veziano fa anche un ottimo olio di olive Taggiasche


Scambio Link

venerdì 26 gennaio 2007

Vittoria

sim cardE' la prima volta in Italia che una petizione su internet costringe il governo a prendere decisioni. Ieri, con un decreto legge, i costi di ricarica sono stati aboliti. Ma allora prima erano illegali? E tutti i miliardi di euro incassati in questi anni? Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato? Non ci va bene così. La battaglia continua. RIVOGLIAMO I SOLDI INDIETRO. Vedere tutta la storia in questo post precedente con i vari link.


Aggiunta, 30 gennaio

In un commento belinchepatta ha detto : "Non cantiamo vittoria troppo presto si tratta soltanto di un disegno di legge non di un decreto legge". No, è proprio un decreto legge, Dl Cdm 25.1.2007, che nell'Articolo 1 dice testualmente
"Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi costi del servizio, nonché di facilitare il confronto tra le offerte presenti sul mercato, sono vietati,da parte degli operatori della telefonia l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico richiesto, nonché la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato. Ogni eventuale clausola difforme è nulla ai sensi dell'articolo 1418 del Codice civile. Gli operatori adeguano la propria offerta commerciale alle presenti disposizioni entro il termine di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge."

Aggiunta, 1 febbraio
Il decreto è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale e quindi da domani partono i 30 giorni perché le compagnie telefoniche si mettano in regola.

mercoledì 24 gennaio 2007

Caricature

Claudio Scajola
Claudio Scajola
(deputato)


Gianni Giuliano
Gianni Giuliano
(presidente della Provincia di Imperia)


Alberto Maria Careggio
Alberto Maria Careggio
(vescovo della diocesi Ventimiglia-Sanremo)

venerdì 19 gennaio 2007

Elogio della lentezza

19 gennaio, san Lentino. No, non cercatelo sul calendario, nemmeno su quello di Frate Indovino, non lo troverete. E' un santo inventato da questi qui che oggi a Milano organizzano la Prima giornata mondiale della lentezza. Leggete cosa dicono: "Divorati dalla fretta di ogni giorno, tra scadenze, impegni e mille appuntamenti perdiamo la capacità di concentrarci su ciò che stiamo facendo e di goderne appieno: dedicare tempo alla lentezza significa rallentare per vivere meglio, riappropriarsi del tempo, gustarlo e renderlo più utile, perchè vivere con lentezza non significa oziare, ma trovare un equilibrio".

Penso che Francesco Biamonti di cui si parla nel post precedente avrebbe avuto tutti i requisiti per diventare presidente onorario di questa associazione.

martedì 16 gennaio 2007

Francesco Biamonti merita altro

mar ligure
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Un mese fa, il 16 dicembre, si è svolta a Sanremo (villa Nobel) la cerimonia di premiazione della terza edizione del premio Grinzane-Francesco Biamonti. I premiati erano Giuseppe Conte e John Banville. A sgombrare il campo da ogni possibile equivoco dico subito che non vado nel merito dei premiati. Giuseppe Conte, che conosco di persona, lo ammiro come scrittore e lo stimo moltissimo come uomo. Di John Banville non posso dire niente, perché di lui purtroppo niente ho letto.

Quest'anno non è scoppiata la bagarre pubblica dell'anno scorso e che puoi vedere in questo post, ma nel backstage qualche pistolettata micidiale è partita.

In questo articolo Giovanni Choukhadarian parla dei vari personaggi presenti alla premiazione, titolo: "Parterre de roi al Premio Biamonti". Giovanni sarà anche un bravo critico letterario e un brillante presentatore di libri, ma come giornalista, almeno in questo caso, ha toppato di brutto. Perché? Semplice. Non si è accorto che nel "parterre" mancava il principe, ispiratore della manifestazione e presente alle due passate edizioni, Paolo Mauri. A quel che mi risulta non era a letto con la febbre a quaranta. Cosa è successo? Bisognerebbe chiederlo a lui stesso o al "roi" Giuliano Soria che del premio è il monarca. Disparità di vedute? Incrinato un rapporto? Che altro? E così Laura Guglielmi ha preso il posto del principe.

Mancava anche l'alfiere, un grande alfiere, Giorgio Bertone, che proprio l'anno scorso aveva pubblicato un pregevole libro su Biamonti. Defenestrato. Si possono fare critiche a un monarca? Sì, a proprio rischio e pericolo. E Bertone l'anno scorso aveva corso il rischio e sfidato il pericolo, le critiche le aveva fatte sul Secolo XIX (le potete vedere sul post che ho citato prima). E allora giù dalla finestra.

Poi era sparita un'entità, l'Associazione amici di Francesco Biamonti. Volatilizzata. Dopo che questa organizzazione alla vigilia della seconda edizione aveva stigmatizzato la mancanza di collegialità nella scelta dei premiati i contatti col Grinzane si erano interrotti. E allora, come fanno gli Stati che rompono i rapporti diplomatici e si parlano attraverso uno Stato terzo, così l'Associazione e il Grinzane si erano parlati attraverso un mediatore, la Provincia.
Associazione: proponiamo questo.
Grinzane: no.
Associazione: proponiamo quest'altro.
Grinzane: no e poi no.
Associazione: e allora noi non partecipiamo al premio.
Grinzane: chissenefrega, lo facciamo senza di voi.

E il caterpillar si è messo in moto.

Ma il caterpillar ha bisogno di benzina. Ora sul sito del Grinzane c'è scritto che MECENATI del premio sono la Provincia di Imperia, il Comune di Sanremo e quello di San Biagio. Mecenati? Mecenati saranno quelli che organizzano il premio Strega, il Nonino, il Campiello, gente che tira fuori il proprio portafogli. Mentre qui il portafogli è il nostro. Soldi pubblici. Il pieno di benzina è costato per l'esattezza: 25.000 euro alla Provincia, 15.000 euro al Comune di Sanremo, 5.000 euro al Comune di San Biagio.

E quindi l'affare è tutto politico. Da una parte c'è Giuliano Soria che fa il suo mestiere. Propone pacchetti culturali blindati, proibito modificarli perché eventuali cambiamenti potrebbero inficiare il telaio delicato che tesse rapporti, favori, privilegi. Dall'altra ci sono istituzioni pubbliche che supinamente accettano e pagano pronta cassa. Senza discutere, senza chiedersi un perché.

Come tutto questo possa servire a far conoscere e diffondere la letteratura sublime di Francesco Biamonti che dovrebbe essere il fine del premio è un arcano.
Giuseppe Conte e Nico Orengo
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Qui sopra Giuseppe Conte e Nico Orengo, vincitore della seconda edizione del premio. In mezzo il busto di Sir Hanbury.
Nella foto in alto, il mar Ligure fotografato dalla località Marra in val Nervia (IM).

Sito di Francesco Biamonti

sabato 13 gennaio 2007

Eravate bambini o ragazzi negli anni '60 '70?

maddalena ragazzina su vespa
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Un gioco della memoria, forse della nostalgia. Aggiungete delle voci nei commenti e li inserirò nella lista.

  • Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...

  • Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.

  • Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con pitture a base di piombo.

  • Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.

  • Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.

  • Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...

  • Noi invece bevevamo l'acqua direttamente nei torrenti dove scorrazzavamo per tutta l'estate. Non c'erano depuratori ma nessuno si è mai beccato malattie gastrointestinali.
    (commento di Giorgio)

  • Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!

  • Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.

  • La scuola durava fino a mezzoggiorno, arrivavamo a casa per pranzo.

  • Avevamo una sola maestra che ci insegnava tutte le materie.
    (commento di Rita)

  • Non avevamo zainetti ma cartelle con dentro due libri e due quaderni. Una matita e una penna. Niente più.
    (commento di Paolo)

  • Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile.

  • Avevamo quindici anni, partimmo in due dalla val Nervia per le montagne. Girammo tra quelle cime senza conoscere le strade. Dopo una settimana sbucammo a Limone Piemonte e telefonammo ai nostri genitori.
    (commento di Alberto)

  • Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, ma non c'era alcuna denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno se non di noi stessi.

  • Mangiavamo biscotti, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...

  • Condividevamo una bibita in quattro, bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

  • Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personalizzabili, computers, chatroom su Internet... Invece AVEVAMO AMICI.

  • Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era li e uscivamo a giocare.

  • Si! Li fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati non subivano alcuna delusione che si trasformava in trauma.

  • Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente ripeteva ed aveva una seconda opportunità.

  • ... ma soprattutto, dopo che finalmente nelle case era entrato solennemente un televisore, guardavamo solo un po' di TV dei ragazzi (che era a misura di ragazzi) e poi a letto dopo Carosello. Un po' più grandi magari ci veniva concesso una volta alla settimana uno sceneggiato, che ci faceva conoscere l'Odissea e i Promessi Sposi, oppure il quiz per imparare qualcosa. Il resto era TEMPO LIBERO e la libertà unita a poche risorse scatenava la fantasia e la creatività, la curiosità e l'ingegno.
    (commento di Nanni 1963)

  • A quei tempi mi godevo la città (e che città!) perché era molto più vivibile ed umana. Anche la scuola, alla quale ritornavo da docente, non era ancora un'area di parcheggio o di banali sperimentazioni, ma un terreno di confronto (e talora di battaglia) politico e culturale.
    (commento di Cormorano29)

  • Se facevamo casino nessuno chiamava i Carabinieri. Al massimo ci tirava un secchio d'acqua. E la cosa ci divertiva tantissimo!
    Un po' di gesso, un sacchetto di tappi a corona (le biglie con le foto dei ciclisti erano un lusso), magari un po' di cera per andare più veloci e avvincenti gran premi di Formula Uno riempivano i pomeriggi dei cortili.
    (commento di Nanni 1963)

  • Salivamo sui tram. C'era il bigliettaio. Gli chiedevamo informazioni. "Tranquilli" ci diceva "quando è ora di scendere vi avviso". Adesso è proibito parlare col conducente.
    (commento di Ambra)

  • Ero piccola ma ricordo che andavo con mio nonno al passaggio a livello per vedere i treni...senza scritte punk o sporcizie varie...erano meno veloci e brillavano sui rumorosi binari...poi andavo ai giardini dove allora si poteva dare da mangiare ai cigni e alle papere...ricordo addirittura una vecchietta che per pochi centesimi ci vendeva il cibo per loro! Adesso e' tutto VIETATO!!!!!
    (commento di BENITO 3961)

  • Quando avevo la tosse, non mi davano lo sciroppo: mia nonna mi faceva i "caldi", ossia ungeva di sego, strofinandoci una candela, un foglio di carta da zucchero, lo scaldava sulla stufa e me lo applicava sul petto e sulla schiena.
    Lo stesso quando, durante le feste, mangiavamo "troppe cose dolci" e poi avevamo la nausea: niente Biochetasi, ma, poiché si diceva che erano "i vermi che si muovevano", una bella collana di spicchi d'aglio attorno al collo, il cui odore si pensava mandasse indietro i benedetti vermi.
    Per i dolori ai muscoli o alle articolazioni, non c'era la pomata o il gel, ma si faceva scaldare sulla stufa un sacchetto di crusca e lo si teneva sulla parte dolorante. Per non dire, poi, del ricostituente, che non era uno sciroppo bensì dell'olio di fegato di merluzzo, e del lassativo che era invece un bel cucchiaione di olio di ricino. Il torcicollo, infine, lo si curava rotolando un candelotto di zolfo, che scaricava l'elettricità (e la tensione) e si spaccava.
    Non tutto funzionava, ma alcune cose (come il rimedio al torcicollo) le uso con successo ancora oggi...
    (commento di C.E.G.)

  • E il latte che andavamo a prendere, con un bottiglione, dal vicino, che aveva ancora le mucche (a casa mia non c'era più nessuno per badare agli animali, perché mio padre e i miei zii facevano un altro mestiere, ma prima le bestie le avevamo anche noi: il maiale, i buoi, la mucca, le oche)?
    Il sapore era ben diverso da quello di qualsiasi confezione odierna, anche se superreclamizzata.
    (commento di Flaubert)

  • ... e poi, cosa a mio avviso più importante, avevamo un futuro o almeno credevamo di averlo. Oggi il futuro è a dir poco nebuloso e il presente è ridotto a un cumulo di macerie, non ci rimane che il passato, non a caso, come dimostra questo blog, tutti noi stiamo guardando indietro. E ciò se per chi come me ha imboccato il viale del tramonto può essere consolatorio, per chi vive sul versante dell'adolescenza o della giovinezza è decisamente triste e avvilente.
    (commento di Cormorano29)

  • E' proprio così, e forse anche di più, ma soprattutto eravamo bambini/ragazzi. Pensa che lo stesso discorso lo stanno già facendo le mie due figlie grandi al loro fratello che ha dieci anni meno di loro. Temo che sia un sintomo di vecchiaia.
    (commento di Strega)

  • Avevamo il mangiadischi giallo, che si ingoiava i 45 giri con le favole della fonit-cetra e la canzone di sbirulino.
    (commento di fogliadisole)

  • ...E anche le fiabe sonore!le favole che ascoltavamo dal 45 giri - il penny -: non avevano sempre il lieto fine, c'erano orchi, streghe e genitori cattivi, ma nessuno si preoccupava se la cosa potesse procurarci incubi o traumi insuperabili. Adesso ci sono psicologi che propongono di re-inventare le favole troppo "cruente"...
    (commento di serena)

  • Pallone con i lacci stando attenti a non graffiarci la fronte. Figurina di Pizzaballa introvabile. Partite a biliardino e... non alla playstation. Il mercoledi la Coppa dei camioni e ...non la Champions. Tribuna politica con Jader Jacobelli senza insulti.Complimenti per l'iniziativa. Ti segnalo analoga sul blog sinistramaldestra al post "Di quelli che stanno in mezzo al guado"
    (commento di damiano 60)

  •  Si mangiava pane con burro vino e zucchero ed era buonissimo.. la cioccolata una volta l'anno mia madre la spalmava cosi' sottile che ancor oggi non riesco a fare altrimenti.
    E poi a colazione a scuola avevamo pane e stracchino:l'aspetto era orribile ma il sapore delizioso.  (commento di Rosi)

Nella foto in alto, primi anni Cinquanta, la ragazzina che vedete sulla Vespa è la mamma dell'attuale sindaco di Isolabona (IM).

mercoledì 10 gennaio 2007

L'Antitrust ciurla nel manico

sim cardL'11 maggio dell'anno scorso inviai a 1423 indirizzi e-mail un invito a firmare la petizione per l'abolizione del costo di ricarica dei cellulari. Attualmente le firme sono arrivate a oltre 800.000. Il costo di ricarica frutta ogni anno alle varie compagnie 1,7 miliardi di euro ed esiste solo in Italia.




LA VICENDA IN BREVE

Aprile 2006
Lo studente Andrea D'Ambra apre la petizione su internet. Il promotore cerca supporto dalle Associazioni dei Consumatori (una ventina in Italia) che però non ritengono opportuno rispondergli o aiutarlo. Scrive ad Antitrust ed Agcom denunciando la cosa, non riceve alcuna risposta. Allora scrive alla Commissione Europea.
3 maggio 2006
La Commissione Europea risponde all'autore della petizione.
7 giugno 2006
Le prime 300.000 firme della petizione vengono inviate alla Commissione Europea. Lo stesso giorno Antitrust ed Agcom sono costretti ad aprire un'indagine congiunta in seguito all'intervento della Commissione Europea.
16 novembre 2006
Antitrust ed Agcom concludono l'indagine sui costi di ricarica (più di 5 mesi per confermare quanto già noto).
28 novembre 2006
Il Presidente dell'Agcom Calabrò annuncia: «Via i costi di ricarica o interverrò».
7 dicembre 2006
Calabrò: «Presto interverremo, lo scalino non potrà essere annullato, ma di certo lo taglieremo" (marcia indietro?).
8 gennaio 2007
Il ministro Bersani: «Queste società devono finirla di far passare per tassa ciò che in realtà non è. È giusto che facciano pagare solo il costo della telefonata, non ha senso rimetterci 2 o 5 euro ogni volta».

Adesso alle parole devono seguire i fatti, si spera in fretta perché di tempo ne è già passato fin troppo.

Ma a questo punto mi pongo alcune domande. Perché l'Antitrust non ha nemmeno preso in considerazione la denuncia di Andrea D'Ambra e si è mosso solo dopo i calci nel sedere della Commissione Europea? Perché ci sono voluti cinque mesi e passa per l'indagine quando alcuni giorni sarebbero bastati? Vi immaginate quante vagonate di milioni di euro le compagnie hanno continuato a incassare? E ancora perché l'ineffabile dottor Calabrò prima dice «Via i costi di ricarica» e poi si rimangia in parte le parole? E ancora ancora perché la politica da struzzi di tutte le associazioni dei consumatori? Certo in ballo non ci sono bruscolini ma, come ho già detto, 1,7 miliardi di euro annui. Intanto, mentre sto scrivendo sento la radio che annuncia la perdita in borsa della Telecom di un 2,5 per cento in seguito alle dichiarazioni di Bersani. A pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca (G. Andreotti). Io non penso male penso malissimo.

BRAVO ANDREA, BRAVO
il sito di Andrea D'Ambra
Il suo blog

domenica 7 gennaio 2007

La Cinese

modella cinese
Modella cinese
Guarda il pannello intero

film la cinese di GodardQuarant'anni fa, nel 1967, uscì un film, La Cinese (La Chinoise) del regista allora cult e poi diventato ancora più cult Jean Luc Godard. A fianco la locandina. L'atmosfera esaltata che aleggiava in quella pellicola proveniva dalle onde impetuose della Rivoluzione Culturale che dilagavano fin nelle regioni più remote di quella nazione. Di lì a un anno sarebbe scoppiato in Europa il '68 con tutto quello che ne seguì. Mi sono ritornate in mente queste vicende ieri, quando passando per il trafficato corso Buenos Aires di Milano ho visto il grande pannello pubblicitario con la modella che vedete in alto. Così, arrivato a casa, ho rispolverato una vecchia raccolta di riviste che uscivano in quel periodo, stampate in Cina in molte lingue e diffuse a prezzi bassissimi. Da un numero ho riprodotto la ragazza che è in basso. Chi l'avrebbe mai detto? Un modello di comunismo ammirato in quegli anni dalla maggioranza della gioventù politicizzata occidentale trasformarsi in un modello di sfruttamento selvaggio. La storia umana ha disegni arcani o non ne ha punto.
ragazza cinese durante la rivoluzione culturale

Aggiunta - 10 gennaio
Stamattina su Repubblica in un articolo sulla Cina
"I medici tradizionali? Stregoni. Petizione perché agopuntura ed erboristeria non siano più difese dalla Costituzione. I ricchi ormai si affidano ai farmaci occidentali. Crociata online contro le cure del passato."