Domani, dalle 19.55 alle 20.00, questo sito francese invita a spegnere le luci come azione dimostrativa contro lo spreco di energia, e il tam tam di mail che stimolano ad aderire a questa iniziativa sta rimbalzando per tutta Europa . Non è una manifestazione originale, nel senso che non è la prima. La trasmissione Caterpillar di Radiodue due anni fa aveva lanciato una simile iniziativa con grande successo. Si ripete quest'anno, 16 febbraio alle ore 18. E' un gioco, ci si diverte anche a rimanere un po' al buio, certi ristoranti organizzano cene a lume di candela, e chi si vuole inventare delle cose se le inventi. Io non mi tiro indietro, quando c'è da giocare mi metto in coda per primo.
Ma quando il gioco si fa duro? Ora senz'altro vi ricordate dei blackout estivi della corrente elettrica. E allora mettiamo che al posto di spegnere le luci d'inverno si inviti a spegnere i condizionatori d'estate, cosa che metterebbe in evidenza l'assurdità del nostro vivere dato che consumiamo più energia per farci fresco che per farci caldo, quanti aderirebbero alla dimostrazione?
Domanda finale. Si può invertire la tendenza di questo mondo suicida senza sacrifici?
Ho militato a lungo tra i verdi per non essere sensibile a battaglie di questo genere. Non riesco a capire, però, l'accanimento nei confronti dei condizionatori in una stagione per giunta, quella invernale, in cui ci si confronta con i termosifoni e con i problemi di riscaldamento. Sarebbe opportuno ricordare che molte sono le cause degli sprechi energetici e dei guasti ambientali e che è molto più facile ripararsi dal freddo (basterbbe una maglia in più o, meglio ancora, un bicchierino di grappa)che dal caldo, a meno che non si voglia farsi scuoiare vivo come successe al povero Marsia che aveva osato sfidare Apollo in una gara di canto.
RispondiEliminaMi rendo conto che sono problemi seri che reclamano una riflessione più attenta e responsabile, ma proprio per questo non si possono risolvere né spegnendo per 5 minuti le luci né con le citazioni letterarie. Ci vorrebbe una diversa coscienza e da parte non solo della classe politica ma anche di tutta la popolazione.
Siamo in inverno, ma nelle ultime settimane ho ricevuto, a casa, tre telefonate di ditte che mi proponevano di installare un impianto di condizionamento. Certi "bisogni" sono anche un po' indotti. D'accordo che qualcuno ci vive, ma qualcuno vive (e qualcuno si arricchisce) anche vendendo armi da guerra, e non mi sembra una buona ragione per giustificare i conflitti, che "consumano" armi e quindi aumentano la domanda e il commercio.
RispondiEliminaI politici, poi, sono l'espressione di chi li vota. Una nazione maggioritariamente insensibile ai problemi ambientali avrà amministratori e governanti altrettanto insensibili. D'altronde, è facile scaricarsi la coscienza dicendo che l'impatto che si causa è minimo. Spesso si versa l'olio della friggitura nel lavandino, dicendo: "Ma è poco". Quando però lo fanno tutti, l'olio arriva al depuratore a litri, e fa "saltare" il processo di ossigenazione (e quindi i fanghi attivi non lavorano e l'acqua non si depura).
Certo che la letteratura serve a poco contro un mezzo televisivo torrenziale che spinge solo a consumare di più (e dove scenziati più o meno illustri minimizzano le problematiche ambientali).
Ma a questo punto tanto vale dare la battaglia per persa. Quale altro modo ci può essere per sensibilizzare le coscienze?