La gabbia delle scimmie di villa Voronoff
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Il 9 ottobre dell'anno scorso l'amico Paolo Veziano mi inviò qui a Milano 3 foto rarissime, avrei dovuto scansionarle e se possibile migliorarle. Le aveva avute dietro insistenza dallo Studio Mariani di Ventimiglia e si riferivano a
Serge Voronoff si faceva fotografare da Mariani. Serge Voronoff gli mandava la macchina con autista.
Ebbe l'avventatezza, benedetto figliolo, di metterle in una busta e mandarmele per posta prioritaria. Passarono i giorni, poi ne passarono altri e altri ancora, quella missiva non arrivava. Così ritornò da Mariani, spiegò l'accaduto e si fece fare altre stampe. Questa volta me le spedì per posta raccomandata. Anche qui i giorni passarono ma quella raccomandata con le preziose fotografie sembrava svanita nel nulla.
Stavolta però aveva in mano la ricevuta. Dopo ricerche su internet, telefonate a destra e a manca si venne a sapere che il portalettere, proprio quello che viene a casa mia, era stato rapinato. Almeno così asserivano le Poste. Io nutro dubbi. Qualche minuto fa ho eseguito una nuova ricerca, quella lettera risulta ancora giacente a Milano dal 12 ottobre 2006, come vedete dallo screenshot qui sotto. Una maledizione? E così Paolo è ritornato per la terza volta da Mariani...
Stavolta però aveva in mano la ricevuta. Dopo ricerche su internet, telefonate a destra e a manca si venne a sapere che il portalettere, proprio quello che viene a casa mia, era stato rapinato. Almeno così asserivano le Poste. Io nutro dubbi. Qualche minuto fa ho eseguito una nuova ricerca, quella lettera risulta ancora giacente a Milano dal 12 ottobre 2006, come vedete dallo screenshot qui sotto. Una maledizione? E così Paolo è ritornato per la terza volta da Mariani...
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Serge Voronoff era sospettato di aver fatto fuori la moglie americana
Grimaldi, 1930 circa. Sala operatoria di Villa Voronoff. Due collaboratori assistono un babbuino durante il parto.
In alto - Grimaldi, 1930 circa. Giardino di Villa Voronoff con le imponenti gabbie delle scimmie.
Le foto sono dello Studio Mariani che ne ha i diritti e quindi non vale la regola del Copyright che si legge nella colonna di destra.
Aggiunta, 9 febbraio
Inserisco questo articolo uscito oggi sul Secolo XIX
Comunità dissoltasi con le leggi razziali e i campi di sterminio; contava quasi trecento persone e due nomi di prima grandezza: il chirurgo Serge Voronoff e il filosofo Walter Benjamin. Colma questa lacuna un bel libro che sarà presentato domani pomeriggio, alle ore 16.30, alla Federazione Operaia di Via Corradi.
Il volume "Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell’Italia fascista 1937 1945" (Diabasis, 21 euro) è stato scritto da Paolo Veziano, studioso della presenza ebraica nella provincia di Imperia. L’insediamento degli ebrei stranieri in Riviera arriva al top a ridosso del secondo conflitto mondiale, risultato di un’immigrazione indotta dal progressivo deterioramento delle precarie condizioni di vita in molti paesi dell’Europa centro orientale. Le prime presenze ebraiche nel Ponente sono da attribuire alla bellezza del paesaggio, alla fama cosmopolita di. una città di mare celebre per la mondanità e per la vivacità dei suoi artisti.
«In quegli anni spiega Paolo Veziano c’erano tre piccole sinagoghe, ma anche parecchi alberghi gestiti da ebrei: uno dei quali, alla Foce, era di proprietà della ex moglie di Benjamin. Deportati dalla nostra Provincia, nel novembre 1943, saranno 55: non pochi. Di costoro, solo cinque si salveranno. Nel periodo 1938 40 si registrano tra gli ebrei della Riviera anche cinque suicidi: il che dà la misura di una situazione che si va facendo sempre più difficile».Tra storia e microstoria, Paolo Veziano offre al lettore l’occasione per misurare le conseguenze morali e materiali provocate dai provvedimenti fascisti contro gli stranieri e contro gli ebrei.
Le presenze di alcune figure molto rappresentative come Walter Benjamin e Serge Voronoff rendono il libro davvero prezioso. Del soggiorno di Benjamin a Sanremo e dell’importanza che ha avuto la pensione gestita dalla exmoglie (Villa Verde) , discorre nella postfazione Giulio Schiavoni. Benjamin era un intellettuale berlinese che si muoveva con coltissima disinvoltura tra marxismo ed esoterismo, tra studi di estetica ed esperimenti con gli stupefacenti. Resta ancor oggi molto letto un testo pubblicato da Einaudi: «L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica». Un punto fermo per chi si occupa di storia della fotografia e non solo.
E sempre per quanto riguarda Benjamin il libroni Veziano rispolvera un giallo che meriterebbe di essere ulteriormente approfondito. Secondo alcune fonti, proprio a Sanremo si sarebbe persa una valigia zeppa di carte di Benjamin, valigia che non è mai stata ritrovata e che potrebbe aprire nuovi orizzonti nello studio del filosofo tedesco. Anche Benjamin morirà suicida al confine franco spagnolo per paura di finire nella mani della Gestapo.
La ricca e inedita documentazione in appendice permette inoltre di riflettere sul ruolo che lo scienziato russo Serge Voronoff, trasferitosi a Grimaldi nel 1925, ha avuto nella comunità ebraica di Sanremo. Voronoff è un precursore dei trapianti di organi e a Grimaldi allevava scimpanzè in una grande gabbia: proprio per i suoi esperimenti. Lo scienziato ebreo russo era sia straordinariamente famoso per gli studi sul ringiovanimento sia ricchissimo da potersi permettere una vita mondana sopra le righe. Il regime gli prenderà ogni cosa ma lui riuscirà a salvarsi in America; parte della sua famiglia finirà (e morirà) in campo di concentramento. Anche dall’esilio americano, Voronoff si ricorderà dei poveri ventimigliesi e degli amici della Società operaia di mutuo soccorso di Grimaldi (tuttora esistente).
Tra le storie più comuni,ma altrettanto drammatiche, quella dei Bassi a Ventimiglia (commercianti) e di Alessandro Zitomirski a Vallecrosia (farmacista). Storie fatte di confisca dei beni e, per Zitomirski, anche di espulsione dall’ordine professionale. Nel libro la condanna del fascismo è senza appello: un regime che perseguitava non solo ebrei ma anche «negri e negroidi» non può accampare giustificazioni. Con la lucidità dello storico, Paolo Veziano distingue però «gli anni della tolleranza» dalla successiva «stagione del terrore».
Alla presentazione di domani interverranno
Robert Castellana (etnologo),
AlbertoCavaglion (Istituto Storico della Resistenza di Torino),
JeanLouis Panicacci (Università di Nizza),
Giulio Schiavoni (Università di Vercelli).
l’assessore alla cultura Daniela Cassini
e il presidente della Federazione operaia Dario Biamonti.
FULVIO LANTERI
Inserisco questo articolo uscito oggi sul Secolo XIX
L’Odissea degli ebrei in Riviera
Sanremo. Si sa molto della comunità inglese in Riviera,negli anni tra le due guerre: a Bordighera, ad esempio, c’era la banca inglese, il console britannico e il tram si chiamava non a caso tramway. Si sa molto anche delle feste che i russi o i tedeschi organizzavano a Sanremo: al Casinò, al Royal e negli altri grandi alberghi. Non si sa invece quasi nulla della piccola ma significativa Comunità ebraica della RivieraComunità dissoltasi con le leggi razziali e i campi di sterminio; contava quasi trecento persone e due nomi di prima grandezza: il chirurgo Serge Voronoff e il filosofo Walter Benjamin. Colma questa lacuna un bel libro che sarà presentato domani pomeriggio, alle ore 16.30, alla Federazione Operaia di Via Corradi.
Il volume "Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell’Italia fascista 1937 1945" (Diabasis, 21 euro) è stato scritto da Paolo Veziano, studioso della presenza ebraica nella provincia di Imperia. L’insediamento degli ebrei stranieri in Riviera arriva al top a ridosso del secondo conflitto mondiale, risultato di un’immigrazione indotta dal progressivo deterioramento delle precarie condizioni di vita in molti paesi dell’Europa centro orientale. Le prime presenze ebraiche nel Ponente sono da attribuire alla bellezza del paesaggio, alla fama cosmopolita di. una città di mare celebre per la mondanità e per la vivacità dei suoi artisti.
«In quegli anni spiega Paolo Veziano c’erano tre piccole sinagoghe, ma anche parecchi alberghi gestiti da ebrei: uno dei quali, alla Foce, era di proprietà della ex moglie di Benjamin. Deportati dalla nostra Provincia, nel novembre 1943, saranno 55: non pochi. Di costoro, solo cinque si salveranno. Nel periodo 1938 40 si registrano tra gli ebrei della Riviera anche cinque suicidi: il che dà la misura di una situazione che si va facendo sempre più difficile».Tra storia e microstoria, Paolo Veziano offre al lettore l’occasione per misurare le conseguenze morali e materiali provocate dai provvedimenti fascisti contro gli stranieri e contro gli ebrei.
Le presenze di alcune figure molto rappresentative come Walter Benjamin e Serge Voronoff rendono il libro davvero prezioso. Del soggiorno di Benjamin a Sanremo e dell’importanza che ha avuto la pensione gestita dalla exmoglie (Villa Verde) , discorre nella postfazione Giulio Schiavoni. Benjamin era un intellettuale berlinese che si muoveva con coltissima disinvoltura tra marxismo ed esoterismo, tra studi di estetica ed esperimenti con gli stupefacenti. Resta ancor oggi molto letto un testo pubblicato da Einaudi: «L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica». Un punto fermo per chi si occupa di storia della fotografia e non solo.
E sempre per quanto riguarda Benjamin il libroni Veziano rispolvera un giallo che meriterebbe di essere ulteriormente approfondito. Secondo alcune fonti, proprio a Sanremo si sarebbe persa una valigia zeppa di carte di Benjamin, valigia che non è mai stata ritrovata e che potrebbe aprire nuovi orizzonti nello studio del filosofo tedesco. Anche Benjamin morirà suicida al confine franco spagnolo per paura di finire nella mani della Gestapo.
La ricca e inedita documentazione in appendice permette inoltre di riflettere sul ruolo che lo scienziato russo Serge Voronoff, trasferitosi a Grimaldi nel 1925, ha avuto nella comunità ebraica di Sanremo. Voronoff è un precursore dei trapianti di organi e a Grimaldi allevava scimpanzè in una grande gabbia: proprio per i suoi esperimenti. Lo scienziato ebreo russo era sia straordinariamente famoso per gli studi sul ringiovanimento sia ricchissimo da potersi permettere una vita mondana sopra le righe. Il regime gli prenderà ogni cosa ma lui riuscirà a salvarsi in America; parte della sua famiglia finirà (e morirà) in campo di concentramento. Anche dall’esilio americano, Voronoff si ricorderà dei poveri ventimigliesi e degli amici della Società operaia di mutuo soccorso di Grimaldi (tuttora esistente).
Tra le storie più comuni,ma altrettanto drammatiche, quella dei Bassi a Ventimiglia (commercianti) e di Alessandro Zitomirski a Vallecrosia (farmacista). Storie fatte di confisca dei beni e, per Zitomirski, anche di espulsione dall’ordine professionale. Nel libro la condanna del fascismo è senza appello: un regime che perseguitava non solo ebrei ma anche «negri e negroidi» non può accampare giustificazioni. Con la lucidità dello storico, Paolo Veziano distingue però «gli anni della tolleranza» dalla successiva «stagione del terrore».
Paolo Veziano è anche l'autore di Ombre di confine
Alla presentazione di domani interverranno
Robert Castellana (etnologo),
AlbertoCavaglion (Istituto Storico della Resistenza di Torino),
JeanLouis Panicacci (Università di Nizza),
Giulio Schiavoni (Università di Vercelli).
l’assessore alla cultura Daniela Cassini
e il presidente della Federazione operaia Dario Biamonti.
FULVIO LANTERI
Paolo Veziano fa anche un ottimo olio di olive Taggiasche
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Che storia allucinante... forse è proprio per questo che le poste di Hong Kong non hanno stretto accordi con quelle italiane! :)
RispondiEliminaGentile Alberto,
RispondiEliminati ringrazio moltissimo per aver pubblicato queste foto perché mi sono utilissime. Sto facendo un documentario su diversi medici degli anni '20 e '30 e uno di essi è appunto Voronoff. Vorrei utilizzare le foto che hai pubblicato, ma mi servirebbero copie con una risoluzione maggiore. Ho già contattato lo studio fotografico Mariani e ne ho avuto l'autorizzazione a usarle (te la posso mandare per mail se mi dai un tuo indirizzo). Saresti così gentile da aiutarmi? Scrivimi a cepach@comune.trieste.it. Grazie,
Riccardo
Caro Riccardo te le mando senz'altro, ma prima fammi avere l'autorizzazione dello studio Mariani. La mail la trovi cliccando nel profilo sulla colonna di destra, dove c'è il gatto.
RispondiEliminaCaro Alberto, l'ho fatto già ieri, quando ho capito, con un attimo di ritardo, dove trovare il tuo indirizzo di posta elettronica. Ti ho mandato anche l'autorizzazione di Mariani. Hai ricevuto?
RispondiEliminaRiccardo
era un pazzo e ciò che ha fatto ha quelle pover creature m fa venire i brividi.
RispondiEliminaIo abito a Ventimiglia e proprio oggi sono passata vino a villa Voronoff ed è stato inquietante..ci sono ancora le gabbie ormai vuote dove Voronoff teneva le scimmie per farci gli esperimenti...la villa invece adesso diventata un residence, ma io sinceramente non so come la gente può abitarci!
RispondiEliminaE quello sarebbe un medico? Un lurido macellaio, piuttosto. Peccato che le SS non l'abbiano beccato. Mengele in confronto era un francescano... Puah...
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