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mercoledì 10 gennaio 2007

L'Antitrust ciurla nel manico

sim cardL'11 maggio dell'anno scorso inviai a 1423 indirizzi e-mail un invito a firmare la petizione per l'abolizione del costo di ricarica dei cellulari. Attualmente le firme sono arrivate a oltre 800.000. Il costo di ricarica frutta ogni anno alle varie compagnie 1,7 miliardi di euro ed esiste solo in Italia.




LA VICENDA IN BREVE

Aprile 2006
Lo studente Andrea D'Ambra apre la petizione su internet. Il promotore cerca supporto dalle Associazioni dei Consumatori (una ventina in Italia) che però non ritengono opportuno rispondergli o aiutarlo. Scrive ad Antitrust ed Agcom denunciando la cosa, non riceve alcuna risposta. Allora scrive alla Commissione Europea.
3 maggio 2006
La Commissione Europea risponde all'autore della petizione.
7 giugno 2006
Le prime 300.000 firme della petizione vengono inviate alla Commissione Europea. Lo stesso giorno Antitrust ed Agcom sono costretti ad aprire un'indagine congiunta in seguito all'intervento della Commissione Europea.
16 novembre 2006
Antitrust ed Agcom concludono l'indagine sui costi di ricarica (più di 5 mesi per confermare quanto già noto).
28 novembre 2006
Il Presidente dell'Agcom Calabrò annuncia: «Via i costi di ricarica o interverrò».
7 dicembre 2006
Calabrò: «Presto interverremo, lo scalino non potrà essere annullato, ma di certo lo taglieremo" (marcia indietro?).
8 gennaio 2007
Il ministro Bersani: «Queste società devono finirla di far passare per tassa ciò che in realtà non è. È giusto che facciano pagare solo il costo della telefonata, non ha senso rimetterci 2 o 5 euro ogni volta».

Adesso alle parole devono seguire i fatti, si spera in fretta perché di tempo ne è già passato fin troppo.

Ma a questo punto mi pongo alcune domande. Perché l'Antitrust non ha nemmeno preso in considerazione la denuncia di Andrea D'Ambra e si è mosso solo dopo i calci nel sedere della Commissione Europea? Perché ci sono voluti cinque mesi e passa per l'indagine quando alcuni giorni sarebbero bastati? Vi immaginate quante vagonate di milioni di euro le compagnie hanno continuato a incassare? E ancora perché l'ineffabile dottor Calabrò prima dice «Via i costi di ricarica» e poi si rimangia in parte le parole? E ancora ancora perché la politica da struzzi di tutte le associazioni dei consumatori? Certo in ballo non ci sono bruscolini ma, come ho già detto, 1,7 miliardi di euro annui. Intanto, mentre sto scrivendo sento la radio che annuncia la perdita in borsa della Telecom di un 2,5 per cento in seguito alle dichiarazioni di Bersani. A pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca (G. Andreotti). Io non penso male penso malissimo.

BRAVO ANDREA, BRAVO
il sito di Andrea D'Ambra
Il suo blog

4 commenti:

  1. Ma se l'Antitrust fa cose che non deve fare o se omette cose che invece deve fare chi lo controlla ed eventualmente chi lo sanziona? Lodevole iniziativa questa. Speriamo finisca bene.

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  2. Chi controlla l'antitrust? Nessuno. E nessuno, in sostanza, dirà mai ai componenti dell'Antitrust se hanno agito correttamente o se hanno sbagliato.L'opinione pubblica potrebbe dissentire, è vero, ma l'autorità di questo tipo di autorità (scusate il gioco di parole) non si basa sul consenso popolare. L'Antitrust, insomma, può decidere cosa fare o non fare. Nel dubbio, potrebbe optare per l'immobilismo e l'inerzia, nella certezza di non sbagliare. Del resto, se qualche comico di nota fama o trasmissioni televisive o servizi giornalistici non avessero gettato in faccia agli ascoltatori e ai lettori alcune "magagne" di proporzioni intollerabili, probabilmente molti famosi procedimenti non sarebbero mai stati avviati.

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  3. Ammettiamo che fra poco tempo i costi di ricarica vengano aboliti. Se vengono aboliti vuol dire che tutti questi incassi delle compagnie erano illeciti. E a noi chi ce li ridà i soldi? Si passa una spugna sopra e scurdammuce u passto come al solito.

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  4. Fondamentale è stata la spinta mediatica del noto portale d’informazione

    Grazie a Italymedia.it aboliti i costi di ricarica
    L’iniziativa era partita dall’impegno di un intraprendente studente che ha indetto una petizione che ha raggiunto quota 800.000 firme


    Quando da qualche mese a questa parte gli utenti delle varie compagnie di telefonia mobile si accingono a caricare la carta prepagata corrispondente al proprio numero telefonico vengono subissati da raggianti ed entusiaste vocine automatiche o da uno sventolìo di pubblicità adescanti e convincenti, che ricordano come tutto il costo di una ricarica corrisponda a reale traffico telefonico, lasciando trapelare manifestamente che quella grave ingiustizia perpetrata per anni a danno dei consumatori che era rappresentata dai costi fissi di ricarica è finalmente stata abolita. La voce con magistrale enfasi oratoria o le sfavillanti e calamitanti pubblicità si sforzano di ostentare meriti inesistenti appalesandosi artefici di un epocale cambio di rotta verso gli interessi dei fruitori del servizio che comportano inevitabilmente un sacrificio deliberato e doloroso da parte dei “poveri” gestori, spingendo e imprigionando nelle paludi dell’inganno i meno avveduti tra gli utenti. Ma, anche se la maggior parte di chi è costretto ad avvicinarsi al servizio di ricarica per poter utilizzare il telefono cellulare conosce perfettamente la genesi dello storico provvedimento che ha condotto all’abolizione del disdicevole dazio, ci sembra opportuno rammentarla ai più labili di memoria. Ed è bene chiarire che, pur se il tutto si è raggiunto con una delibera governativa, se non ci fosse stata una vigorosa spinta popolare, probabilmente il costo fisso in questione scivolerebbe ancora bellamente nelle casse voraci dei gestori, in netta controtendenza con la linea tracciata e seguita nel resto d’Europa.
    Il tutto è partito dalla lodevole iniziativa di uno studente, Andrea D’Ambra, che ha profuso energie incommensurabili impegnandosi nell’avviamento e nella gestione di una mastodontica macchina organizzativa finalizzata ad una petizione che ha raggiunto l’incredibile traguardo di circa 800.000 firme. Sarebbe stato in verità impossibile il conseguimento di un obiettivo tanto clamoroso, senza l’apporto fondamentale di alcuni strumenti mediatici di cui il promotore si è avvalso lungo l’arduo e tortuoso tragitto. A partire dalla spinta informativa del comico Beppe Grillo e del suo gettonatissimo blog che ha dedicato ampi spazi all’iniziativa. Ma decisivo è stato l’apporto propulsivo del Portale dell’Informazione Nazionale Italymedia.it e del suo direttore Antonello De Pierro che ha sostenuto e nutrito la divulgazione del progetto avvalendosi anche delle frequenze della nota emittente radiofonica Radio Roma di cui è uno storico conduttore. Il giornalista, che è anche presidente del giovane movimento “L’Italia dei Diritti” così si è espresso sull’argomento: “I consumatori italiani dovranno per sempre essere grati a questo eroico e fenomenale studente, ed è davvero biasimevole il fatto che un simile risultato non abbia tratto linfa vitale da un impegno forte degli organi rappresentativi, istituzionalmente deputati alla presentazione e alla promulgazione di leggi, che nel frangente si sono dimostrati clamorosamente miopi e distratti”.

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